RE: "Droga, Agnoletto: «Se passasse la legge Fini Lapo Elka" nn rischierebbe il carcere»



CARO VITTORIO, FAI DEI DISCORSI ECQUIPARABILI A QUELLI DI UN DROGATO. I MANEGER D'AZIENDA HANNO UNA GRANDE RESPONSABILITA' COME I PERSONAGGI PUBBLICI E SANNO CHE NON POSSONO TRASGREDIRE CERTE REGOLE ANCHE PER IL RISPETTO DEL POSTO CHE PER MERITO DELLA GENTE STANNO OCUPANDO;  " FINI " DEVE FAR PASSARE QUESTA LEGGE

COSI' CHI SI PROTRAE A QUESTO MANIERA DI VIVERE DEVE SAPERE CHE SONO DEI FUORI LEGGE.

OLTRE CHE COMBATTERE IL COMMERCIO DI QUESTE SOSTANZE ALLUCINOGENE CHE VIENE ORGANIZZATO DALLA MALAVITA E TRA QUESTI MALAVITOSI MAFIOSI CI SONO I NULLA FACCENTI "NO GLOBAL" DI FAUSTO BERTINOTTI  E COMPAGNI CHE VIVONO DI EXPEDIENTI E HANNO TEMPO DI PORTARE SCOMPIGLIO  E DROGA FRA LA GENTE. TEMPO COME C'E' L'AI TU CHE SCRIVI LE STRANZATE E PRETENDI CHE CHI LAVORA  COME UN CAVOLLO SIA PER IL VOLONTARIATO SIA PER LA SUA FAMIGLIA SI METTA A LEGERLE.

SO' CHE HAI VERGOGNA A RISPONDERE A QUESTO MESSAGIO MA TI COMPATISCO.

DALLA RUSSIA





Ing.COSTA + GD
From: "Vittorio" <vagnoletto at lilacedius.it>
Reply-To: volontariato at peacelink.it
To: volontariato at peacelink.it
Subject: "Droga, Agnoletto: «Se passasse la legge Fini Lapo Elka" nn rischierebbe il carcere»
Date: Wed, 12 Oct 2005 16:10:16 +0200
>
>Comunicato stampa di Vittorio Agnoletto
>
>«SE PASSASSE LA LEGGE FINI ANCHE LAPO ELKANN RISCHIEREBBE IL CARCERE.
>INFORMAZIONE, RIDUZIONE DEL DANNO E LOTTA ALLO SPACCIO LE STRATEGIE DA SEGUIRE»
>
>Milano, 12 ottobre 2005 - «La legge Fini equipara assurdamente dieci canne
>a mezzo grammo di cocaina, con meccanismi penali statici e la
>reintroduzione della dose media. Ciò comporterebbe il rischio per Lapo
>Elkann e tutti i consumatori di passare direttamente dall'ospedale al
>carcere». Dopo i casi di Kate Moss, Paolo Calissano e Lapo Elkann le spinte
>da parte di esponenti del centro destra ad un'ulteriore repressione e
>penalizzazione dei consumatori non sono la strada giusta per aiutare le
>vittime della droga, secondo Vittorio Agnoletto, medico, già presidente
>della Lila.
>«Anzitutto, le persone che assumono cocaina non sono tutte uguali, - spiega
>l'europarlamentare - . Per questo occorrono risposte diverse, adatte alle
>caratteristiche delle singole persone, così come accade in Europa. Parliamo
>di chi ne fa un uso saltuario e di chi ne ha sviluppato una dipendenza,
>consumatori disperati ma anche persone molto ricche e non è pensabile una
>soluzione univoca. Potenziando i presidi ospedalieri ed associativi che ci
>sono già sul territorio e depenalizzando il consumo potremo salvaguardare
>la salute di chi usa cocaina».
>Quindi, in primo luogo, non punire i consumatori.
>«La sostanza è ormai diffusa in tutti gli strati della società. Il
>consumatore base ha dai 14-18 anni ai 30-35 anni, è maschio, spesso ha una
>rete sociale che funziona ed integra l'uso della sostanza nella sua vita»
>continua il medico.
>Per questo un consumatore di coca non percepisce se stesso come «"drogato",
>nell'accezione comunemente intesa del termine. A queste persone più che
>stigmatizzazioni servono informazioni salva vita, hanno bisogno di sapere
>con cosa non devono mischiarla, di conoscere i rischi dell'attività
>sessuale connessa all'uso di stupefacenti (disinibizione e conseguente
>mancato uso del profilattico). Per tanto, in attesa che abbandonino l'uso
>della sostanza, spesso non è la comunità la risposta più adatta al problema
>di chi non si riconosce come "tossico". Per coloro che comunque
>continueranno a farne uso, a poco servono le crociate ideologiche, molto
>più importante è concentrare l'attenzione contro le grandi reti dello
>spaccio. Infine, dobbiamo impedire che chiunque, nell'ambito degli addetti
>ai lavori, come le comunità terapeutiche, possa diagnosticare la
>tossicodipendenza, come prevede la proposta di Fini: la diagnosi deve
>rimanere appannaggio dei Sert e degli enti pubblici».
>Ecco allora, in sintesi, le priorità in materia di droghe secondo Agnoletto:
>«1 potenziare l'efficacia e la sostenibilità delle attività di prevenzione
>dell'uso di droghe e sensibilizzare ai rischi collegati con le droghe,
>mediante la diffusione di informazioni affidabili e di elevata qualità tra
>i giovani ed i gruppi bersaglio specifici;
>2 migliorare la disponibilità di programmi di cura, comprensivi
>dell'assistenza psico-sociale, come pure l'accesso ai medesimi;
>3 migliorare la possibilità di interventi tesi a ridurre i danni, che
>dovrebbero essere integrati nei mezzi di cura offerti a livello nazionale,
>con particolare attenzione all'HIV/AIDS e ad altre infezioni a trasmissione
>ematica e sessuale».
>
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>
>
>
>
>--
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