Re: Metodo del consenso e assemblee nelle scuole



Purtroppo la realtà delle scuole italiane oggi è proprio quella descritta da Giorgio Carpi.
Sono uno studente di Torino di un liceo scientifico al 5° anno e oltre ad aver partecipato per anni a svariati movimenti 
studenteschi (partitici, apartitici, anarchici, comunisti, autonomi e chi più ne ha più ne metta!) sono stato durante la mia 
terza superiore rappresentante di istituto.
All'epoca ero in una scuola di 480 studenti circa in un palazzo progettato per uffici e quindi privo di qualsiasui struttura 
dove poter organizzare eventi collettivi.  Oltre a questo mi sono dovuto scontrare con un preside che non concedeva 
fondi per poter fare assemblee al di fuori della scuola se non una volta all'anno.  Ovviamente gli studenti (come sancito 
dallo statuto degli studenti) hanno diritto ad una assemblea al mese di durata pari ad una giornata di scuola (nel mio 
caso 5 ore).
L'effetto di tutto ciò è stato effettivamente l'organizzazione di "assemblee" divise in gruppetti di discussione e gruppi 
volti a fare attività "creative".  La "fauna" scolastica purtroppo è sempre riuscita a far degenerare questi gruppetti in 
cosiddetti gruppi Skazzo ossia gruppi in cui non si faceva nulla o si facevano attività non consone allo spirito 
dell'iniziativa (far uso di droghe, fare delle aule delle discoteche ecc.) sono tutt'altro che un purista ma mi sembra idiota 
buttare via i propri diritti democratici.
Ovviamente io e il mio compagno abbiamo tentato di proporre discussioni sia sulla scuola che su altri argomenti 
(sesso,droghe tra i più gettonati) ma alla fine restavano in due o tre a disutere e si faceva anche una figuraccia  con gli 
ospiti invitati (professori, rappresentanti di associazioni ecc.)
Con questo in realtà non porto soluzioni alle richieste di Giorgio Carpi ma riporto solo una esperienza personale di cui mi 
assumo anche le responsabilità: col senno di poi riconosco i miei errori e so che avrei dovuto fare diversamente ma...
un saluto a tutti
Jonny