Alla Procura della Repubblica di Genova - Autodenuncia pubblica



Alla Procura della Repubblica di Genova - Autodenuncia pubblica

L'incriminazione di Luca Casarini ci riporta indietro di un quarto di
secolo ed anche più in là, quando le lotte sociali e sindacali erano
criminalizzate e i loro organizzatori considerati istigatori a delinquere.
Del resto c'è coerenza fra la sospensione delle garanzie costituzionali
decisa a Genova e il ricorso al codice Rocco.
Personalmente non ho partecipato al corteo dallo stadio Carlini ed ho
criticato i proclami che l'hanno preceduto, non perchè istigassero alla
violenza ma, al contrario, perchè mi sembrava che sottovalutassero
gravemente la violenza che alcuni apparati statali andavano pianificando,
con gli esiti tragici che si sono poi visti.
Ma al di là di divergenze "tattiche", considero l'appello a disobbedire a
leggi, disposizioni e pratiche illegittime e ingiuste non solo parte della
cultura politica mia e di molti altri (dal marxismo radicale alla teologia
della liberazione), ma un imperativo morale che sarà sempre più attuale e
stringente.
Solo per citare due esempi, nel prossimo futuro sarà necessario disobbedire
alla legge razzista sull'immigrazione che si sta preparando - e nel
passato, senza disubbidienza civile non sarebbe neppure nato il sindacato
di polizia. Del resto a Genova, con molti altri e senza alcuna violenza, ho
contribuito al superamento della barriera della "zona rossa" in piazza
Verdi, e lo rivendico, come a suo tempo rivendicai i miei comportamenti
"illegali" in un tribunale turco.
Per questi motivi, condividendo in larga misura le opinioni e le pratiche
di chi oggi per quelle opinioni e quelle pratiche è incriminato, oltre ad
esprimere la mia solidarietà a Luca Casarini chiedo agli inquirenti di
essere indagato anch'io con lui, e invito altri a fare altrettanto.

Dino Frisullo - Roma, 10 settembre 2001