Lettera aperta a Pisanu: «Noi, i facinorosi della Diaz»



2003
di Lorenzo Guadagnucci

 Signor Ministro Pisanu,
credo di essere uno dei «facinorosi» di cui lei ha parlato nel suo
intervento di domenica scorsa, riportato da tutti i quotidiani. Sono tuttora
indagato per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al
saccheggio. La notte del 21 luglio 2001 ero a Genova dentro la scuola Diaz,
con altre 92 persone. Ho raccontato quanto accadde quella notte in un libro,
che s'intitola Noi della Diaz: mi premeva scrivere tutto subito, prima di
dimenticare i dettagli. Può leggere il libro, non smentito e non smentibile.
Capirà, leggendolo, la mia rabbia personale e la mia delusione come
cittadino nel leggere le sue parole di ministro sui «facinorosi trasformati
in vittime e sugli aggrediti trasformati in aggressori», con riferimento ai
commenti scaturiti dai 73 avvisi di fine indagine contro altrettanti agenti
e dirigenti di polizia. Se non avesse tempo di leggere il libro, potrei
mostrarle una cicatrice sul mio avambraccio destro, causata dai colpi di
manganello, un'altra all'altezza del ginocchio sinistro, e poi il marchio
che porto ancora sulla spalla sinistra, provocato, come accertato da un
dermatologo e documentato da un certificato consegnato alla procura di
Genova, da una scossa elettrica. Oppure, signor ministro, potrebbe dare una
scorsa alle decine di testimonianze raccolte in questi due anni, o agli atti
della magistratura, a cominciare dall'ordinanza del 5 maggio scorso che
scagionava i 93 della Diaz dall'accusa di resistenza e lesioni, per finire
con gli avvisi di fine indagine del 12 settembre scorso. In questi documenti
c'è tutto: il racconto dei pestaggi, delle umiliazioni subite, delle
falsificazioni compiute dalla polizia (la falsa sassaiola, le molotov
collocate ad arte, il dubbio accoltellamento di un agente etc etc). Tutte
cose note, spesso confermate da testimonianze di agenti di polizia, mai
smentite dagli stessi protagonisti dei fatti, che al massimo hanno tentato
di scaricare su altri le responsabilità di quanto accaduto.
Insomma, per me che ero dentro la Diaz, per i 92 che furono arrestati con
me, per decine di persone maltrattate e umiliate nella caserma di Bolzaneto
dov'erano detenute, la distinzione fra «facinorosi e innocenti, aggrediti e
aggressori» è molto chiara. Come mi è molto chiaro che c'è un unico modo per
mostrare rispetto e fiducia verso la polizia di Stato: chiedere
immediatamente ai dirigenti così pesantemente sotto accusa di fare un passo
indietro in attesa dei processi e arrivare più rapidamente possibile a un
accertamento delle responsabilità. Per il bene della polizia, per la sua
credibilità. Io, come decine di altri, ho denunciato quanto accaduto alla
Diaz per senso di giustizia, fiducia nella democrazia, rispetto delle
istituzioni. Lei dice di stare dalla parte della polizia, dei carabinieri,
della guardia di finanza. Anch'io sto dalla loro parte, e per questo
denuncio quanti di loro tradiscono la loro missione, infrangono la legge,
calpestano i diritti dei cittadini. Mi aspetterei altrettanto dal ministro
degli Interni. Cordialmente