[Nonviolenza] Telegrammi. 4043



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4043 del 14 marzo 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Sommario di questo numero:
1. Ogni giorno il Voelkischer Beobachter
2. Carmelo Princiotta: Amelia Rosselli
3. Monica Venturini: Maria Luisa Spaziani
4. Governanti vecchi e nuovi
5. Un fascista irride i morti
6. Da un decalogo del governo dell'ecatombe
7. Un pensierino del meschino spensierato
8. Tolomeo Scarpozzi: Quello che non appresi da Leopardi
9. Severino Vardacampi: I mendicanti
10. Luciano Bonfrate: Il soldato che uccide e tortura
11. Osvaldo Caffianchi: Ogni lutto e' il lutto di tutti
12. Alcune opere di Dacia Maraini
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'
 
1. GALGENLIEDER. OGNI GIORNO IL VOELKISCHER BEOBACHTER
 
Ogni giorno il Voelkischer Beobachter
strombazza e stambura quanto bravo era
il capo del governo che nel 2018-2019
ha ripristinato le leggi razziste del '38
ha fatto del razzismo il cuore della sua politica
s'e' adoperato a favorire la strage
degli innocenti nel Mediterraneo
che potevano e dovevano essere salvati.
 
Ogni giorno il Voelkischer Beobachter
strombazza e stambura quanto bravo era
il capo del governo che nel 2020-inizio 2021
per improntitudine irresponsabilita' menefreghismo
per narcisismo cecita' disprezzo
ha lasciato morire centomila persone
divorate dal morbo inadeguatamente contrastato
che potevano e dovevano essere salvate.
 
Ogni giorno il Voelkischer Beobachter
strombazza e stambura quanto era bravo
e ancora e ancora e ancora
invita ad orinare sulle vittime.
 
2. MAESTRE. CARMELO PRINCIOTTA: AMELIA ROSSELLI
[Dal Dizionario biografico degli italiani (2017), nel sito www.treccani.it]
 
Amelia Rosselli, secondogenita di Carlo, ebreo fuoriuscito, e di Marion Cave, quacchera inglese, nacque a Parigi il 28 marzo 1930. Ebbe due fratelli: John e Andrea.
Amelia era stata concepita a Lipari, dove il padre si trovava al confino per aver organizzato l'espatrio di Filippo Turati e Sandro Pertini. Fuggito dall'isola, Carlo era riparato in Francia e aveva fondato il movimento Giustizia e liberta'. Prima di raggiungerlo a Parigi, Marion, incinta, era stata arrestata. La bambina, soprannominata Melina, ricevette il nome della nonna, Amelia Pincherle Moravia, coniugata Rosselli. Il nonno Joe era stato un compositore. In casa di un suo zio era morto Giuseppe Mazzini. L'infanzia fu una specie di babele: si parlava italiano con i genitori, inglese con le bambinaie britanniche e francese a scuola. Tuttavia il trilinguismo rosselliano fu sempre imperfetto. Carlo, impegnato nelle attivita' antifasciste, trasmise alla figlia un senso d'incorporeita' e di assenza, mentre Marion – gravemente cardiopatica in specie dopo le ultime gravidanze – era poco affettiva con i figli minori, che venivano affidati spesso alla nonna.
Il 9 giugno 1937 Carlo e il fratello Sabatino, detto Nello, furono assassinati a Bagnoles-de-l'Orne da sicari della Cagoule, un'organizzazione parafascista sostenuta dal governo italiano. Amelia aveva solo sette anni. Lei e Andrea ricevettero la notizia dalla madre: "ci ha semplicemente chiesto se sapevamo cosa voleva dire la parola "assassinio". E abbiamo risposto di si'" (cfr. A. Rosselli, E' vostra la vita che ho perso, Firenze 2010, p. 259). Amelia Pincherle assunse la guida della famiglia, composta dalle due nuore e dai sette nipoti, cercando rifugio dapprima in Svizzera, poi in Inghilterra, quindi negli Stati Uniti, dove giunsero nel 1940 anche grazie all'intervento di Eleanor Roosevelt.
Nel 1946 i Rosselli fecero ritorno a Firenze, ma Amelia completo' la carriera scolastica in Inghilterra, perche' gli studi svolti negli Stati Uniti non le erano stati riconosciuti. Compi' alcune letture fondamentali, frequento' i teatri e fece della musica la passione predominante, dedicandosi al violino, all'organo e al pianoforte. Nel 1948, in vacanza dalla nonna, entro' in contatto con Luigi Dallapiccola e si dedico' alla teoria della composizione. Subi' un primo ricovero per disturbi psichici (credeva di essere Beethoven, amatissimo dal padre, che ai propri funerali aveva voluto l'allegretto della settima sinfonia), in seguito al quale John fu nominato suo tutore.
Il 13 ottobre 1949 la morte della madre pose fine, stroncandola, all'adolescenza di Amelia, che era in Italia e decise di restarvi. Assunta come traduttrice e dattilografa presso le Edizioni Comunita' di Adriano Olivetti a Roma, vi si trasferi' nel 1950 e prese a usare il nome della madre, per la cui morte provava un certo rimorso, presentandosi come Marion Rosselli e firmando cosi' anche i primi contributi musicali. Piu' tardi Olivetti le consenti' di dedicarsi alla musica, convertendo lo stipendio in una specie di borsa di studio. Amelia visse sempre in ristrettezze economiche, nonostante alcune rendite e altri contratti, come con Bompiani; rifiuto' piu' di una volta la pensione di guerra, che avrebbe implicato l'ammissione d'inabilita'.
Nel 1950 conobbe Rocco Scotellaro, con cui stabili' un rapporto di fratellanza che assunse le tinte dell'amicizia amorosa. Cosi' scopri' il Sud e il meridionalismo, dedicandosi all'etnomusicologia. Ruppe un precedente fidanzamento e inizio' una relazione con Carlo Levi, di trent'anni piu' vecchio di lei e gia' impegnato. Prese a frequentare la casa del cugino Alberto Moravia e il mondo letterario romano, non senza nutrire una certa insofferenza per i salotti borghesi. Si reco' poi a Parigi per studiare Bela Bartok e la musica non temperata del Terzo Mondo. Piu' tardi fu anche a Milano e a Torino, collaborando con Luciano Berio e Bruno Maderna.
Nel 1951 le salme di Carlo e Nello furono traslate a Firenze. Amelia comincio' a comporre i suoi primi scritti letterari in tre lingue, a partire dall'inglese. Tramite Roberto (Bobi) Bazlen conobbe Ernst Bernhard ed entro' in analisi con lui nel 1952. Comincio' anche a consultare in modo maniacale l'I Ching. Chiusa la storia con Levi, avvio' una relazione con Mario Tobino, scrittore e psichiatra, di vent'anni piu' vecchio di lei e anch'egli gia' impegnato: un altro degli pseudopadri o quasi padri cui Amelia si lego' nel corso della vita, come sarebbe avvenuto piu' tardi con Renato Guttuso.
Il 15 dicembre 1953 mori' Scotellaro: Amelia subi' una grave crisi nervosa e scrisse alcune poesie in italiano. Allo stesso anno risale la piu' antica delle sue poesie in inglese. Nel 1954 acquisto' un appartamento sul lungotevere Raffaello Sanzio.
Pubblico' il saggio musicale La serie degli armonici (poi, aggiornato, in Una scrittura plurale, Novara 2004, pp. 44-57) e fece realizzare un piccolo organo per tentare un allargamento della teoria dodecafonica, in rapporto con la musica popolare. Comincio' a scrivere letterariamente anche in francese.
In estate si sottopose alla terapia del sonno e subi' il primo elettroshock e vari shock insulinici. Fu quindi trasferita per un anno e mezzo nel Sanatorium Bellevue di Kreuzlingen diretto da Ludwig Binswanger. La diagnosi fu schizofrenia paranoide. Il 26 dicembre 1954 mori' la nonna. Nella primavera del 1955 Amelia invio' una proposta di matrimonio a Tobino ma non ricevette risposta. In clinica comincio' a meditare un'invenzione che fondesse musica e scrittura sulla macchina da scrivere. Seguirono nuovi ricoveri, a Roma e in Inghilterra, da cui torno' nel 1957.
Risalirebbe al 1958 la formulazione di un nuovo sistema metrico, mediante la stesura di un poemetto, La libellula. Si trattava di "uscire dalla banalita' del solito verso libero" (cfr. L’opera poetica, Milano 2012, p. 1277), senza tornare ai metri tradizionali. La svolta investi' anche le poesie pseudoelisabettiane e gli esercizi poetici in francese.
Sempre nel 1958 s'iscrisse al Partito comunista italiano (PCI), facendo lavoro di base. Nel 1959 partecipo' all'Internationale Ferienkurse fur neue Musik di Darmstadt: i rapporti con l'avanguardia musicale europea furono molto piu' importanti di quelli con l'avanguardia letteraria italiana. Torno' a Darmstadt nel 1961. A Roma collaboro' con John Cage e David Tudor, cui fu anche legata sentimentalmente, quindi con Carmelo Bene per le musiche di Pinocchio e Majakovskij.
L'esordio poetico in rivista avvenne nel 1963. Elio Vittorini pubblico', nel Menabo', Ventiquattro poesie, con una Notizia su Amelia Rosselli di Pier Paolo Pasolini, che individuava nel lapsus l'elemento distintivo dell'autrice. Nonostante le pressioni di Vittorini per una normalizzazione delle abnormita' linguistiche, Rosselli aveva conservato le "parole "fuse", inventate o storpiate, o arcaizzanti" (v. Lettere a Pasolini. 1962-1969, a cura di S. Giovannuzzi, Genova 2008, p. 17), in cui il linguaggio dell'analfabeta conviveva con procedimenti di stampo modernista. Partecipo' alla prima riunione del Gruppo 63, mantenendo un ironico distacco.
Variazioni belliche (Milano 1964) usci' presso Garzanti per interessamento di Pasolini.
Si compone di Poesie (1959), in verso libero, e di Variazioni (1960-1961), in metrica chiusa; segue l'allegato Spazi metrici (1962). E' il libro della guerra, storica ma soprattutto interiore: una psicomachia religiosa, amorosa ed esistenziale, di cui il secondo conflitto mondiale costituisce la traumatica premessa. Le Poesie sono spesso la reinterpretazione in forma poetica di un preludio di Johann Sebastian Bach o di Fryderyk Chopin, mentre le Variazioni tengono conto della musica dodecafonica e postweberniana. La datazione delle sezioni e' controversa, specie in rapporto a La libellula. Riletti i sonetti delle origini, Rosselli fissa il proprio spazio metrico nel "quadrato a profondita' timbrica" (L'opera poetica, cit., p. 187), la cui larghezza e' determinata dalla stesura del primo verso con la macchina da scrivere. Il testo e' composto attraverso la retorica della ripetizione, della variazione e dell'opposizione: all'interno della logica sintattica s'innesca cosi' un'interazione associativa che punta a rifondare la ragione occidentale senza l'esclusione dell'irrazionale. L'inevitabile oscurita' che ne deriva e' rotta da illuminazioni spesso lancinanti.
Serie ospedaliera (Milano 1969) usci' presso il Saggiatore come edizione in facsimile dei dattiloscritti, per rispettare appieno la "forma cubo" (E' vostra la vita che ho perso, cit., p. 84). E' il libro dell'ospedalizzazione linguistico-letteraria oltre che biografica, composto da La libellula (1958), rivista e ridotta, e dalla Serie ospedaliera (1963-1965) vera e propria, che neutralizza l'impeto del primo libro in uno spento isolamento lirico, ma consente anche un piu' largo confronto con la tradizione letteraria e un maggiore rigore linguistico. La rassegnata maturita' della serie si oppone al "lungo fluido canto mai piu' ripetibile" (L'opera poetica, cit., p. 1348) della Libellula, in cui versi di Dino Campana, Eugenio Montale e altri maestri sono manipolati fino a liberare, in un empito di travolgente adolescenzialita', la voce di un soggetto che "sperimenta con la vita" (p. 201).
Documento (1966-1973) (Milano 1976), pubblicato da Garzanti, nasce come un canzoniere d'amore, attraverso "una parodia non umoristica del sonetto" (E' vostra la vita che ho perso, cit., p. 52) e del modello petrarchesco, ma sempre piu' diventa opera politica, in cui le linee della vita e della storia si intrecciano e confliggono, mentre la metrica chiusa si "sfracella" all'incontro con la realta'.
Questo libro dell'esperienza persegue un'oggettivita' impersonale, ma giunge piuttosto alla rifondazione della soggettivita' lirica: pur tentandone l'eliminazione, Rosselli insegna a fare un buon uso dell'io, e apre una terza via fra experimentum ed exemplum, avanguardia e tradizione.
Dopo aver dato alle stampe Documento, si trasferi' a Londra fino al 1977, per l'acutizzarsi di una sindrome persecutoria in atto dal 1969: Storia di una malattia descrive delle "noie" di tipo fascistico che manifestano un'inquietante contiguita' fra malattia e storia. Tornata a Roma, trovo' casa in via del Corallo. Nel 1978 fu indicata da Franco Fortini come "la voce poetica piu' alta della generazione montaliana" (E' vostra la vita che ho perso, cit., p. 23) e fu l'unica donna inclusa da Pier Vincenzo Mengaldo nell'antologia Poeti italiani del Novecento (Milano 1978) destinata a lasciar traccia.
Nel 1979 partecipo' al Festival di Castel Porziano, scuotendo con la sua voce ctonia un pubblico ormai postmoderno. L'8 dicembre compose di getto Impromptu (Genova 1981), poemetto pubblicato in forma di plaquette, con prefazione di Giovanni Giudici.
In un recitativo terminale Rosselli protesta una radicale disappartenenza all'ordine borghese del mondo e profetizza la perdita della memoria storica come rinuncia a modificare l'assetto della nostra societa'. Data allo stesso giorno il saggio Istinto di morte e istinto di piacere in Sylvia Plath, che attribuisce il suicidio della poetessa, di cui Rosselli fu parca ma splendida traduttrice (cosi' come di Emily Dickinson), al "rischio mortale" (L'opera poetica, cit., p. 1229) implicato da una ricerca artistica di altissimo livello.
Gli anni Ottanta segnarono una nuova stagione di letture in pubblico, con importanti iniziative editoriali. Primi scritti 1952-1963 (Milano 1980), uscito per interessamento di Giovanni Raboni, testimonia la formazione di una scrittrice geneticamente europea. Appunti sparsi e persi (1966-1977) (Reggio Emilia 1983) seleziona e rivede testi scartati da Documento o successivi alla sua crisi: un libro volutamente minore, benche' molto amato dal pubblico per la sua leggibilita'. La libellula (Milano 1985) ripropose l'omonimo poemetto e un florilegio di Serie ospedaliera, mentre Antologia poetica (Milano 1987), a cura di Giacinto Spagnoletti, ricapitola la carriera dell'autrice.
Continuarono i disturbi psicotici, che nel 1988 la spinsero in Unione Sovietica per chiedere asilo politico a Michail Gorbacev.
Seguirono, negli anni Novanta, ulteriori pubblicazioni: Diario ottuso (Roma 1990) raccoglie, con prefazione di Alfonso Berardinelli, gli "esperimenti narrativi" (L'opera poetica, cit., p. 851). Segui' Sleep. Poesie in inglese (Milano 1992): una selezione, tradotta da Emmanuela Tandello, del grande libro metafisico degli anni Cinquanta e Sessanta, preceduta dalla plaquette Sonno-Sleep (1953-1966) (Roma 1989), con traduzioni di Antonio Porta.
Nel 1992 ricevette il vitalizio previsto dalla legge Bacchelli. Seguirono nuove edizioni di Impromptu (Roma 1993), con un'introduzione di Antonella Anedda e una memorabile audiolettura dell'autrice, e di Variazioni belliche (Roma 1995).
L'11 febbraio 1996 Rosselli si suicido', gettandosi dalla finestra della sua abitazione in via del Corallo, dove una lapide la ricorda con la chiusa di Impromptu. E' sepolta nel cimitero acattolico di Roma.
Nello stesso giorno, trentatre' anni prima si era suicidata Sylvia Plath. Il 16 febbraio, ai funerali presso la Casa della cultura di Trastevere, Biancamaria Frabotta pronuncio' un Elogio del fuoco: "Con Amelia se ne va l'ultima vittima di un secolo divoratore dei suoi poeti" (Quartetto per masse e voce sola, Roma 2009, p. 66). Nella prefazione a Le poesie (Milano 1997) Giudici scrisse che bisognava fare ancora molto per rendere giustizia alla grandezza europea di Rosselli. Uno dei suoi versi d'esordio recita: "Io rimo per un altro secolo" (L'opera poetica, cit., p. 141).
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Opere. L'opera poetica, a cura di S. Giovannuzzi, Milano 2012 (con bibliografia, pp. 1533-1561). Si vedano inoltre: Una scrittura plurale. Saggi e interventi critici, a cura di F. Caputo, Novara 2004; E' vostra la vita che ho perso. Conversazioni e interviste 1964-1995, a cura di M. Venturini - S. De March, prefaz. di L. Barile, Firenze 2010.
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Fonti e bibliografia: Oltre alla citata bibliografia in L'opera poetica, si vedano almeno: D. La Penna, "La promessa d'un semplice linguaggio". Lingua e stile nella poesia di A. R., Roma 2013; A. Loreto, I santi padri di A. R.: "Variazioni belliche" e l'avanguardia, Milano 2013; L. Barile, Laura Barile legge A. R., Roma 2014; L. Barile, Avvicinamento alla poesia di A. R., Pisa 2015; Quadrati, cantoni, cantonate. Topografie poetiche di A. R., a cura di C. Carpita - E. Tandello, in Moderna, XIV (2015), 2, numero monografico; A. R., a cura di M. Borio, in Nuovi Argomenti, 2016, n. 74, pp. 19-120; Eredita' e attualita' poetica di A. R., a cura di M.M. Kublas - E. Murrali, in Quaderni del ’900, XVI (2016), numero monografico.
 
3. MAESTRE. MONICA VENTURINI: MARIA LUISA SPAZIANI
[Dal Dizionario biografico degli italiani (2018), nel sito www.treccani.it]
 
Maria Luisa Spaziani nacque a Torino, in via Saluzzo 30, il 7 dicembre 1922, figlia di un facoltoso imprenditore, Ubaldo Spaziani, titolare di un'attivita' nel settore dolciario. La madre Adalgisa era originaria di Mongardino d'Asti.
Torino fu per lei la citta' degli studi e delle prime amicizie letterarie, mentre trascorreva le sue vacanze estive a Carcare, in Liguria, nel paese della nonna paterna. Il 7 marzo 1931 nacque sua sorella Bianca Maria e, l'anno successivo, il padre venne nominato direttore presso la Venchi Unica. Furono questi gli anni in cui lesse Carlo Collodi, Charles Dickens, il Don Chisciotte, le Confessioni di un italiano e piu' avanti la poesia: Giovanni Pascoli, Amalia Guglielminetti, Guido Gozzano, Ada Negri. A meta' degli anni Trenta, il padre passo' a lavorare ai Pastifici Triestini, costretto dunque a dividersi tra Torino e Trieste. Frequento', per scelta paterna, il Circolo filologico di corso Valdocco. In questi anni, scrisse il suo primo articolo sul giornale di cronaca Pietro Micca, anche se il vero esordio avvenne sulle pagine della Gazzetta del Popolo. All'Istituto Bertola, dove recupero' un anno, conobbe Vincenzo Ciaffi che la avvicino' ai poeti latini – inizio' a tradurre Catullo – e alla poesia italiana contemporanea: Eugenio Montale, Sandro Penna, Mario Luzi, Leonardo Sinisgalli, Libero De Libero. Dopo diversi trasferimenti, la famiglia si stabili' nella villa di via Pesaro 26, la "casa dei ciliegi" immortalata dai versi montaliani.
Il 7 luglio 1942, fondo' insieme a un gruppo di intellettuali torinesi la rivista di poesia Quaderni del girasole che divenne poi, in omaggio a Mallarme', Il dado. Quaderni di poesia letteratura filosofia, a cui collaboro' un gruppo nutrito di intellettuali di spicco come Luzi, Umberto Saba, Penna, Vasco Pratolini e altri. Sul Dado usci', inoltre, il primo capitolo di The waves di Virginia Woolf, ancora inedito in Italia. Conobbe, in questi anni, Leonardo Sinisgalli ed Ezra Pound che incontro' a Rapallo, altro luogo per lei importante insieme a Roma e Parigi.
Nel frattempo, si iscrisse alla facolta' di lingue presso l'Universita' di Torino, conseguendo la laurea con una tesi sulla Recherche proustiana, relatore Ferdinando Neri. La poesia e la cultura francese – Alexandre Dumas padre, Gustave Flaubert, Emile Zola, Voltaire, Victor Hugo – furono sempre un punto di riferimento costante per la poetessa, la quale visse per alcuni brevi periodi a Parigi. Nel dopoguerra, conobbe Elemire Zolla, con il quale inizio' un'intensa e tormentata storia sentimentale e intellettuale. Nel 1947 diede vita con molti dei compagni del Dado al premio Torino. Essenziale fu per lei l'incontro con Montale, avvenuto in occasione di una conferenza al teatro Carignano di Torino, il 14 gennaio 1949. Inizio' cosi' una delle relazioni intellettuali e spirituali piu' intense della letteratura italiana, raccontata nelle lettere oggi conservate presso il Fondo Manoscritti dell'Universita' di Pavia.
A ottobre usci' la mondadoriana antologia Poeti scelti, curata da Giuseppe Ungaretti e Davide Lajolo, dove compaiono alcune sue poesie. Nel 1950 la poetessa trovo' lavoro presso l'ufficio stampa di una ditta anglo-cinese a Milano, dove frequento' assiduamente Montale. Nello stesso periodo, inizio' a scrivere pezzi giornalistici per numerose testate, tra le quali Milano Sera, Il Tempo, La Stampa, Corriere della sera; collaboro' poi anche a numerose riviste tra cui Lo smeraldo, Epoca, Tempo illustrato, Cenobio, L'Illustrazione italiana, Radiocorriere TV, Botteghe oscure e Nuovi argomenti. Nel 1953 vinse una borsa di studio alla Sorbona e, l'anno successivo, venne pubblicata presso Mondadori, nella prestigiosa collana Lo Specchio, la raccolta d'esordio Le acque del sabato – che recuperava al suo interno anche la plaquette apparsa nello stesso anno, Primavera a Parigi – in cui dominano il tema del tempo e molteplici risonanze di ascendenza francese.
Al 1955 risale il viaggio americano – durante il quale conobbe anche Ingeborg Bachmann – a Harvard, in occasione dei seminari estivi tenuti dal giovane Henry Kissinger. Il 1956 fu l'anno de La bufera di Montale che le dedico', come e' noto, un'intera sezione, Madrigali privati, dove e' evocata con il nome di Volpe. Nello stesso anno, l'attivita' paterna ebbe una forte flessione economica e la giovane fu costretta a trovarsi un impiego stabile, che ottenne, presso il collegio Facchetti di Treviglio, come insegnante di francese. Le opere successive, dal titolo Luna lombarda (1959) – "piccolo romanzo che [...] mi ricorda una violenta felicita'" (M.L. Spaziani, Prefazione, in Ead., Poesie 1954-1996, Milano 2000, p. 8) – e Utilita' della memoria (1966) – "diagramma di una seria crisi" (ibid.) – rispecchiano questo momento trascorso a contatto con gli studenti.
Nell'ottobre del 1957 si trasferi' a Roma, una citta' per lei ricca di fascino, in via del Babuino 68. Nel 1958, sposo' in Campidoglio Zolla – testimone di nozze fu l'amico e poeta Alfonso Gatto – ma il rapporto tra i coniugi si logoro' velocemente e il matrimonio venne sciolto gia' nel 1960. Al 1961 risale la morte del padre, in seguito alla quale la madre e la sorella si trasferirono a Roma. Nel 1962 pubblico' Il gong e, nello stesso anno, tradusse per Feltrinelli due romanzi di Marguerite Yourcenar, Il colpo di grazia e Alexis. Il 25 giugno 1964 nacque la figlia Oriana Lorena. Nell'autunno del 1964 inizio' la carriera universitaria alla facolta' di magistero dell'Universita' di Messina come docente di lingua e letteratura tedesca, per poi passare all'insegnamento di lingua e letteratura francese ed essere chiamata successivamente, nel 1969, all'Universita' di Palermo.
Nell'aprile del 1966, usci' da Mondadori Utilita' della memoria, dove si riduce la componente postermetica in nome di una "lucida passione esplorativa" (Lagazzi, 2012, p. XIX). Nel 1970 usci' da Mondadori L'occhio del ciclone, libro legato al periodo messinese e al mare della Sicilia, definito dalla poetessa "parzialmente monotematico". Nell'aprile del 1971 mori' la madre. L'anno successivo pubblico' per la Eri il volume Ronsard fra gli astri della Pleiade, per poi tornare alla lingua tedesca, nel 1973, con la traduzione di un testo teatrale di Johann Wolfgang von Goethe, il Goetz von Berlichingen. Continuo' a tradurre autori amati tra cui si ricordano Jean Racine, Michel Tournier, Andre' Gide, ma anche Gustave Flaubert, Marceline Desbordes-Valmore, Francis Jammes. Intraprese, poi, in questi anni, numerosi viaggi: in Unione Sovietica, Cina, Giappone, Marocco, Ungheria, Polonia e Cecoslovacchia. Negli anni Settanta pubblico' i saggi Il teatro francese del Settecento, cui seguirono Il teatro francese dell'Ottocento e Il teatro francese del Novecento.
Alla fine degli anni Settanta era ormai un'autrice affermata: la casa editrice Mondadori pubblico' cosi' nel 1979 un'ampia antologia della sua attivita' poetica, curata da Luigi Baldacci. L'anno prima, nel 1978, aveva dato vita a Roma, insieme a Giorgio Caproni, Danilo Dolci, Mario Luzi, Giovanni Raboni e Giacinto Spagnoletti, al Movimento-Poesia, con l'obiettivo di diffondere la poesia tramite varie iniziative. Nel 1979 entro' a far parte della giuria del premio Mondello e, nel 1981, dopo la morte di Montale, per onorarne la memoria, trasformo' il precedente Movimento-Poesia nel Centro internazionale Eugenio Montale, istituendo poi anche il premio Montale. Dopo Transito con catene (1977), "un libro impuro, ricco di suggestioni diverse e lontane" (M.L. Spaziani, Prefazione, in Ead., Poesie 1954-1996, Milano 2000, p. 8) in cui sono raccolti anche i versi della precedente Ultrasuoni, pubblico' Geometria del disordine (1981), con cui vinse il premio Viareggio. Riprese poi a tradurre Marguerite Yourcenar di cui uscirono le Novelle orientali (1983) e Fuochi (1984). Seguirono i versi de La stella del libero arbitrio (1986), I fasti dell'ortica (1996) – qui sono raccolti anche i versi di Torri di vedetta –, La radice del mare (1999), cui si aggiungono, oltre ai numerosi articoli apparsi su riviste e quotidiani, le interviste immaginarie di Donne in poesia (1992), una raccolta di racconti, La freccia (2000) e alcuni testi teatrali, tra cui, dopo Il dottore di vetro (musicato da Roman Vlad nel 1959), si ricordano La ninfa e il suo re (1986) e La vedova Goldoni (1997). Fra i riconoscimenti da lei ottenuti ci furono ben tre candidature al premio Nobel per la letteratura nel 1990, 1992 e 1997. Sempre per Mondadori usci' nel 2002 La traversata dell'oasi, moderno canzoniere dove si celebra "una storia d'amore niente affatto ideale, ma fiorita per quel miracolo che non ha eta', come un inatteso dono di grazia, un albero fuori stagione" (Lagazzi, 2012, p. XLIV).
A coronare la sua attivita' poetica, l'opera dedicata all'eroina centrale negli anni della formazione: Giovanna d'Arco (1990), "una narrazione epico-romanzesca in versi" (p. XXXIX), da cui poi venne tratto lo spettacolo teatrale L'angelo e il fuoco, con la regia di Luca De Fusco. Nel 2000 si trasferi' in una nuova casa nel quartiere Prati, in via Cola di Rienzo 44. Il 30 maggio 2002 mori' Zolla e, nello stesso anno, venne presentato il volume Poesie dalla mano sinistra. Nel 2003 fu costretta a lasciare la presidenza del Centro Montale per dissensi interni. In quello stesso anno, venne insignita dell'alta onorificenza di cavaliere di Gran Croce della Repubblica. Nel 2006 pubblico' La luna e' gia' alta e nel 2009 per San Marco dei Giustiniani L'incrocio delle mediane con l'introduzione di Stefano Verdino. Montale e la Volpe (2011) e' il titolo del volume di scritti autobiografici, in cui la poetessa racconta il suo rapporto con Montale.
Mori' a Roma il 30 giugno 2014.
*
Fonti e bibliografia: Il Fondo Maria Luisa Spaziani si trova presso il Centro Manoscritti dell'Universita' di Pavia. Un nuovo Fondo a lei dedicato, a cura di Anna Buoninsegni, si trova nella Biblioteca Sperelliana del 1600, a Gubbio. Si vedano inoltre: Fondo manoscritto di autori contemporaneai. Catalogo, a cura di G. Ferretti - M.A. Grignani - M.P. Musatti, Torino 1982; N. Trotta, Notiziario, in Autografo, 1997, n. 35, pp. 185-192; Catalogo delle lettere di Eugenio Montale a M.L. S. 1949-1964, a cura di G. Polimeni, Pavia 1999. Le sue opere poetiche sono raccolte in M.L. Spaziani, Tutte le poesie, a cura di P. Lagazzi - G. Pontiggia, Milano 2012. Si segnala che una parte dei suoi aforismi e' contenuta nell'antologia Scrittori italiani di aforismi, a cura di G. Ruozzi, Milano 1994. Per la bibliografia critica si vedano: L. Baldacci, Introduzione a M.L. Spaziani, Poesie, Milano 1979; V. Paladino, La poesia di M.L. S.: il certo normativo della metafora, in Critica letteraria, XIV (1986), 52, pp. 501-509; G. Bufalino, Per M.L. S., in Pagine disperse, Caltanissetta-Roma 1991; C. Gualandi, Il corpo del canto. Appunti sulla poetica della veggenza nell'opera di M.L. S., Milano 1994; M. Forti, Unita' e molteplicita' poetica in M.L. S., in Nuova Antologia, 1997, n. 2201, pp. 199-212; A. Bertoni, Su cinque estravaganti di M.L. S., in YIP, 2003, n. 7; L. D'Ambrosio, Il fuoco sacro della poesia: Conversazioni con M.L. S., Roma 2004; P. Lagazzi, "Venere o Cerere, Marta o Maria": i volti e le maschere di M.L. S., introduzione a M.L. Spaziani, Tutte le poesie, cit., pp. XI-LXVII; S. Raffo, La divina differenza: la musa lirica di M.L. S., Faloppio 2015.
 
4. CRONACHE DI NUSMUNDIA. GOVERNANTI VECCHI E NUOVI
 
In questo antico e nobile reame di Nusmundia
tra 2018 e 2019 il governo fascista ha imposto leggi razziste
ha menato strage di innocenti nel Mediterraneo
ha privato innumerevoli persone di fondamentali diritti
che la legge fondamentale del paese garantisce ad ogni essere umano.
 
In questo antico e nobile reame di Nusmundia
nell'ultimo anno il governo mezzo-fascista ha mandato al macello
con la sua fatua irresponsabilita' con la sua stolta ignavia
oltre centomila persone.
 
In questo antico e nobile reame di Nusmundia
dovra' venire il giorno in cui i massacratori
saranno tratti dinanzi a un tribunale e condannati
giacche' il razzismo e' un crimine contro l'umanita'
e centomila morti gridano al cielo e invocano giustizia.
 
Non non vogliamo che siano messi in carcere
quei ministri scellerati ed i parlamentari loro complici
vogliamo soltanto
che siano condannati come e' giusto
che siano per sempre allontanati da tutti i pubblici uffici
e siano loro tolte tutte le ricchezze
che hanno accumulato saccheggiando la cosa pubblica
frattanto facendo morire innumerevoli innocenti.
 
Noi siamo contro tutte le galere
e contro tutti i crimini
noi siamo contro tutti i poteri assassini
e contro l'indifferenza che le uccisioni favoreggia.
 
Noi vogliamo solo
che gli esseri umani di aiuto agli esseri umani siano
che il bene e i beni siano condivisi
che ogni persona si adoperi a salvare tutte le vite.
 
Noi vogliamo solo
che i governanti le cui mani sono sporche di sangue
non possano piu' governare alcunche'
non possano piu' strangolare nessuno.
 
Soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto
salvare le vite e' il primo dovere
siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente
chi salva una vita salva il mondo.
 
5. HERI DICEBAMUS. UN FASCISTA IRRIDE I MORTI
 
Un fascista irride i morti
facendo il pagliaccio sui vaccini
 
e' lo stesso fascista che ha gremito
il parlamento di Nusmundia di assassini
 
6. HERI DICEBAMUS. DA UN DECALOGO DEL GOVERNO DELL'ECATOMBE
 
Chi muore e' colpa sua.
Chi e' povero se lo merita.
Non si possono riconoscere i diritti ai migranti, altrimenti chi potremmo tenere come schiavi?
Noi non siamo fascisti, ma pure il fascismo ha fatto cose buone.
Noi non siamo razzisti, e' solo che siamo una civilta' superiore.
Le donne lo sanno che se vogliono fare carriera basta che siano carine con le persone giuste.
L'esercito ci vuole e gli armamenti, se non si fa scorrere il sangue non ti si fila nessuno.
Al popolaccio stupido com'e' piu' siamo sadici e piu' gli piacciamo.
Che fessi quei fessi che cercano di salvare le vite.
Che fessi quei fessi che lottano contro la violenza.
 
7. GALGENLIEDER. UN PENSIERINO DEL MESCHINO SPENSIERATO
 
Me meschino spensierato
me reietto me malnato
che ho vergogna del mio stato
di pitocco scombinato
che non ho la macchinetta
e cosi' cammino in fretta
che ho la pula alle calcagna
mentre tutto e' un magna magna
io sto qui nella micragna
e sto pure a fa' 'sta lagna.
 
8. SCARTI. TOLOMEO SCARPOZZI: QUELLO CHE NON APPRESI DA LEOPARDI
 
Quello che non appresi da Leopardi
lo appresi da Marx
e quello che da Marx non seppi
me lo insegno' Hannah Arendt.
 
Ci vuole poco a capire tutto
il difficile e' restare fedeli a quello che hai capito
il difficile e' non arrendersi mai.
 
Contrastare tutte le violenze
difendere la vita la dignita' i diritti
di tutti gli esseri umani.
 
Rinunciare a tutte le illusioni
essere sempre misericordioso
condividere il bene ed i beni
essere tu l'umanita' come dovrebbe essere.
 
9. SCARTI. SEVERINO VARDACAMPI: I MENDICANTI
 
I signori dei salotti buoni le belle librerie i quadri alle pareti
che strofinano la lampada di Aladino ed amazon gli porta la pizza e il caviale
non lo sanno
 
loro vivono la vita della televisione si specchiano nello smartphone
che gli dice che sono i piu' belli del reame che questo e' il migliore
dei mondi possibili ed infatti
abbiamo due gambe giuste giuste per un paio di calzoni firmati
l'epidemia e' solo una seccatura un diversivo una rogna in attesa
che lo stato ladrone ci renda i baiocchi che non abbiamo estorto ai fessi
in questi mesi chiusi in villa col personal trainer i cavalli le auto d'epoca
 
si preoccupano dello sci e dei ristoranti
della gita a NY o a LA delle vacanza esotiche
del costo della coca dei punti del PIL
 
non lo sanno che al livello del manto stradale
dove fa buio prima e il sole non ci arriva neanche a mezzogiorno
brulica di bruta vita la genia dei mendicanti
 
che non avendo nulla non rientrano nelle statistiche
non sono previsti nei decreti ristori
non ci sono nei collegamenti in diretta
e muoiono come cani e come lucertole e come scarafaggi
muoiono come lampadine e come sassi e come unti cartocci svuotati
muoiono come foglie morte che il vento trascina verso il nulla
giu' per i vicoli che sfociano nel deserto tutto onde di sabbia
e di fango e catrame e cemento e tondini e marciume di cadaveri
tutto baracche filo spinato fumo
 
io li incontro di giorno e di notte
mentre in marcia perlustro le vie catafratto
con la corazza del palombaro
la lancia e lo scudo della falange macedone
la corta daga la sica il lanciafiamme
li incontro e li incontro
affamati noiosi che abbaiano
piagnucolosi sputacchianti le facce segnate dalla lebbra
per venti lire ti venderebbero un rene
desiderosi solo di strisciare
un giorno ancora un'ora ancora un minuto ancora
 
bussano a tutte le porte e nessuno gli apre
agli uffici di assistenza si accede solo via web
che non sanno neppure cosa sia
 
parlano una lingua che puzza di serpente
che pare un latrato un guaito un boccone rigettato
di fascismo mezzo cotto e mezzo crudo
mentre dai carri di guerra gli aurighi
consegnano la posta dispensano frustate
versano scorpioni nelle orecchie
 
gli spazzini monatti ridendo
a carrettate li portano via ogni mattina
quelli che non hanno retto al freddo della notte
verso il lustro termovalorizzatore
senza lasciare traccia alcuna
ma innumerevoli ne rigurgitano subito
tutti gli angoli piu' sordidi e lerci
a invadere ancora e ancora le vie cittadine
gloriose e scintillanti di antiche glorie e outlet
 
si trascinano a chiedere la carita'
stringendo coi denti guasti l'anima
che in una fetida esalazione gli vola via
si trascinano tutt'uno con gli stracci
e coi giornali umidi del giorno prima
che non volano piu' che fermentano che stingono
sulle macchie arcobaleno di olio e benzina
 
mi chiedo cosa aspettino a sollevarsi
incendiare tutto
ucciderci tutti
come sarebbe giusto
 
10. SCARTI. LUCIANO BONFRATE: IL SOLDATO CHE UCCIDE E TORTURA
 
I.
 
Il soldato che uccide e tortura
esegue gli ordini
e gli ordini
sono sempre assassini
 
Il comandante che si stupisce
dei crimini
dimentica che quei crimini
lui li ha ordinati
 
Consiste nell'uccidere la guerra
servono ad uccidere le armi
ogni esercito ha come unico fine
come unico mezzo
come unica ragione
uccidere
uccidere le persone
 
*
 
II.
 
Abolire la guerra
abolire le armi
abolire gli eserciti
 
Riconoscere finalmente
che ogni essere umano ha diritto alla vita
che vi e' una sola umanita'
 
11. SCARTI. OSVALDO CAFFIANCHI: OGNI LUTTO E' IL LUTTO DI TUTTI
 
Ogni lutto e' il lutto di tutti
tutte le vittime hanno lo stesso volto
ogni essere umano ad ogni altro essere umano
e' sorella e' fratello
 
Cosa vuoi fare dopo una strage?
Puoi solo dare sepoltura alle misere spoglie delle vittime
puoi solo ricostruire le case che la guerra ha distrutto
puoi solo maledire tutte le armi assassine
 
puoi decidere di non uccidere piu'
puoi decidere di opporti ad ogni violenza
con la scelta della nonviolenza
 
ogni vittima ha il volto di Abele
solo facendo il bene ci si oppone al male
salvare le vite e' il primo dovere
 
12. SEGNALAZIONI. ALCUNE OPERE DI DACIA MARAINI
[Da Wikipedia riprendiamo]
 
Romanzi
La vacanza, Milano, Lerici, 1962.
L'eta' del malessere, Torino, Einaudi, 1963.
A memoria, Milano, Bompiani, 1967.
Memorie di una ladra, Milano, Bompiani, 1972.
Donna in guerra, Torino, Einaudi, 1975.
Lettere a Marina, Milano, Bompiani, 1981.
Il treno per Helsinki, Torino, Einaudi, 1984.
La lunga vita di Marianna Ucria, Milano, Rizzoli, 1990.
Bagheria, Milano, Rizzoli, 1993.
Voci, Milano, Rizzoli, 1994.
Dolce per se', Milano, Rizzoli, 1997.
Colomba, Milano, Rizzoli, 2004.
Il gioco dell'universo. Dialoghi immaginari tra un padre e una figlia, con Fosco Maraini, Milano, Mondadori, 2007.
Il treno dell'ultima notte, Milano, Rizzoli, 2008.
La grande festa, Milano, Rizzoli, 2011.
Menzogna felice, Roma, La Biblioteca di Repubblica-L'Espresso, 2011.
L'amore rubato, Milano, Rizzoli, 2012.
Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza, Milano, Rizzoli, 2013.
La bambina e il sognatore, Milano, Rizzoli, 2015.
Tre donne. Una storia d'amore e disamore, Milano, Rizzoli, 2017.
Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va, Milano, Rizzoli, 2018.
Trio. Storia di due amiche, un uomo e la peste di Messina, Milano, Rizzoli, 2020.
*
Racconti
Mio marito, Milano, Bompiani, 1968.
L'uomo tatuato, Napoli, Guida, 1990.
Delitto, Lungro di Cosenza, Marco, 1990.
Cinque donne d'acqua dolce, in Il pozzo segreto. Cinquanta scrittrici italiane, presentate da Maria Rosa Cutrufelli, Rosaria Guacci, Marisa Rusconi, Firenze, Giunti, 1993.
La ragazza con la treccia, Roma, Viviani, 1994.
Mulino, Orlov e Il gatto che si crede pantera, in Parole di donne, a cura di Adriana Moltedo, Viterbo, Stampa alternativa, 1994.
Silvia, Ravenna, Edizioni del girasole, 1995.
Il mostro dagli occhi verdi, in Racconti a teatro, Roma, Editori Riuniti, 1996.
Buio, Milano, Rizzoli, 1999.
Berah di Kibawa. Un racconto con dodici finali, Roma, Gremese, 2003.
In volo, Mantova, Corraini, 2005.
Un sonno senza sogni. Gita in bicicletta a Mongerbino, Bagheria, Drago, 2006.
Ragazze di Palermo, Milano, Corriere della Sera, 2007.
Il poeta-regista e la meravigliosa soprano, Milano, Corriere della Sera, 2008.
La ragazza di via Maqueda, Milano, Rizzoli, 2009.
La seduzione dell'altrove, Milano, Rizzoli, 2010.
Gita a Viareggio, Roma, Fahrenheit 451, 2013.
Telemaco e Blob. Storia di un'amicizia randagia, Milano, Rizzoli, 2017.
*
Racconti per bambini
Storie di cani per una bambina, Milano, Bompiani, 1996.
La pecora Dolly. E altre storie per bambini, Milano, Fabbri, 2001.
La notte dei giocattoli, disegnata da Gud, Latina, Tunue', 2012.
Onda Marina e il drago spento, illustrata da Simone Angelini, Roma, Giulio Perrone Editore, 2019.
*
Poesie
Botta e risposta poetica... o quasi, con Nicolo' Maraini, Roma, Editrice dell'Orso, 1960.
Crudelta' all'aria aperta, Milano, Feltrinelli, 1966.
Donne mie, Torino, Einaudi, 1974.
Mangiami pure, Torino, Einaudi, 1978.
Dimenticato di dimenticare, Torino, Einaudi, 1982.
Maraini, Stein, Roma, Il ventaglio, 1987.
Viaggiando con passo di volpe. Poesie 1983-1991, Milano, Rizzoli, 1991.
Occhi di Medusa, Calcata, Edizione del Giano, 1992.
Se amando troppo. Poesie 1966-1998, con CD-ROM, Milano, Rizzoli, 1998.
Notte di capodanno in ospedale, Roma, Lepisma, 2009.
*
Teatro
Il ricatto a teatro e altre commedie, Torino, Einaudi, 1970.
Viva l'Italia, Torino, Einaudi, 1973.
La donna perfetta, Venezia, La Biennale, 1974.
La donna perfetta seguito da Il cuore di una vergine, Torino, Einaudi, 1975.
Don Juan, Torino, Einaudi, 1976.
Dialogo di una prostituta con un suo cliente. Con un dibattito sulla decisione di fare il testo e la preparazione dello spettacolo, Padova, Mastrogiacomo - Images 70, 1978.
I sogni di Clitennestra e altre commedie, Milano, Tascabili Bompiani, 1981.
Lezioni d'amore e altre commedie, Milano, Bompiani, 1982.
Stravaganza, Roma, Serarcangeli, 1987.
Paura e amore, con Margarethe von Trotta e Laura Novati, Milano, Mondadori, 1988.
Erzbeth Bathory. Il geco. Norma 44, Roma, Editori & Associati, 1991.
Veronica, meretrice e scrittora, Milano, Bompiani, 1992.
La casa tra due palme, Salerno, Sottotraccia, 1995.
Maria Stuarda. Mela. Donna Lionora giacubina. Stravaganza. Un treno, una notte, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 2001.
Teatro anni Novanta I, Veronica, meretrice e scrittora. La terza moglie di Mayer, Camille, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 2001.
Teatro anni Novanta II. Memorie di una cameriera. Storia di Isabella di Morra raccontata da Benedetto Croce. I digiuni di Catarina da Siena, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 2001.
Per Giulia, con la collaborazione di Angela Bove, della professoressa Maria Rosaria Carnevale, l'apporto delle parole delle amiche e del diario ritrovato di Giulia, Roma, Perrone, 2011.
Per proteggerti meglio, figlia mia, Roma, Perrone, 2011.
In viaggio da Itaca, con Gabriele Marchesini, Cesena, Il ponte vecchio, 2011.
Lettere d'amore, lettere di Gabriele D'Annunzio in una cornice teatrale di Dacia Maraini, con CD, Roma, Perrone, 2012.
Teresa la ladra, con CD, Roma, Perrone, 2013.
Passi affrettati, Roma, Perrone, 2015.
Raska steg, traduzione di Ida Andersen, Istituto Italiano di Cultura Stoccolma, 2020.
*
Sceneggiature
Cuore di mamma, con Salvatore Samperi, Milano, Forum, 1969.
*
Saggi
Fare teatro. Materiali, testi, interviste, Milano, Bompiani, 1974.
Suor Juana, in suor Juana Ines de la Cruz, Risposta a suor Filotea, Torino, La Rosa, 1980.
Isolina. La donna tagliata a pezzi, Milano, Mondadori, 1985.
La bionda, la bruna e l'asino, Milano, Rizzoli.
Cercando Emma, Milano, Rizzoli, 1993.
Un clandestino a bordo, Roma, Gabriele e Mariateresa Benincasa, 1993; Milano, Rizzoli, 1996.
Il sommacco. Piccolo inventario dei teatri parlermitani trovati e persi, Palermo, Flaccovio, 1993.
Dizionarietto quotidiano. Da "amare" a "zonzo", 229 voci raccolte da Gioconda Marinelli, Milano, Bompiani, 1997.
Giromondo, con Enzo Biagi, Modena, Panini, 1999.
Fare teatro. 1966-2000, 2 voll., Milano, Rizzoli, 2000.
Amata scrittura. Laboratorio di analisi letture proposte conversazioni, Milano, Rizzoli, 2000.
La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre, Milano, Rizzoli, 2001.
Madri e figlie. Ieri e oggi, con Anna Salvo e Silvia Vegetti Finzi, Roma-Bari, Laterza, 2003.
Dentro le parole. Aforismi e pensieri, Cava de' Tirreni, Marlin, 2005.
I giorni di Antigone. Quaderno di cinque anni, Milano, Rizzoli, 2006.
Passi affrettati, Pescara, Ianieri, 2007.
Sulla mafia. Piccole riflessioni personali, Roma, Perrone, 2009.
Il sogno del teatro. Cronaca di una passione, con Eugenio Murrali, Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 2013.
La mia vita, le mie battaglie, con Joseph Farrell, Pisa, Della Porta, 2015.
Se un personaggio bussa alla mia porta. "Come si racconta...", Roma, Rai Eri, 2016.
Il diritto di morire (con Claudio Volpe), Milano, SEM - Societa' Editrice Milanese, 2018.
*
Interviste
E tu chi eri? Interviste sull'infanzia, Milano, Bompiani, 1973.
Wanda Raheli. Giovedi' 19 giugno 1975, Roma, Seconda Scala, 1975.
Ileana Montini, Parlare con Dacia Maraini, dVerona, Bertani, 1977.
Storia di Piera, con Piera degli Esposti, Milano, Bompiani, 1980.
Il bambino Alberto, Milano, Bompiani, 1986.
Paola Gaglianone (a cura di), Conversazione con Dacia Maraini. Il piacere di scrivere, Roma, Omicron, 1995.
Piera e gli assassini, con Piera degli Esposti, Milano, Rizzoli, 2003.
Ho sognato una stazione. Gli affetti, i valori, le passioni, conversazione con Paolo Di Paolo, Roma-Bari, Laterza, 2005.
Il volto delle donne. Conversazione con Dacia Maraini, intervista di Stefano Giovinazzo, Roma, Edizioni della Sera, 2010.
 
13. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Letture
- Danilo di Diodoro, Mente e memoria. Conservarle a lungo si puo', Rcs, Milano 2020, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riedizioni
- Lucy e Stephen Hawking, con Christophe Galfard, La chiave segreta per l'universo, Mondadori, Milano 2007, La Repubblica - Le Scienze, Roma 2021, pp. 224 (+ un inserto di 32 pp. di illustrazioni), euro 9,90.
 
14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
15. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4043 del 14 marzo 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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