[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 940



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 940 del 7 luglio 2018
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In questo numero:
1. "Fermare l'emorragia. Salvare le vite". Un incontro a Viterbo il 7 luglio 2018
2. "Presidente, si dimetta". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri
3. Al Presidente della Repubblica: una segnalazione e un quesito
4. "Sicut lex obligat". Una seconda lettera aperta ad alcuni pubblici ufficiali che segnala gravi reati

1. INIZIATIVE. "FERMARE L'EMORRAGIA, SALVARE LE VITE". UN INCONTRO A VITERBO IL 7 LUGLIO 2018

La mattina di sabato 7 luglio 2018 a Viterbo si e' svolto presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di testimonianza contro il razzismo.
L'incontro e' stato realizzato in occasione dell'iniziativa "Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanita'" promossa da don Luigi Ciotti, presidente nazionale Libera e Gruppo Abele, Francesco Viviano, giornalista, Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi.
L'iniziativa vuole rendere visibile la solidarieta' del popolo italiano con le vittime dell'ecatombe che si consuma da anni nel Mediterraneo e l'impegno a far cessare questo massacro.
Le persone partecipanti all'incontro viterbese condividendo l'appello e l'iniziativa di don Ciotti hanno altresi' espresso la necessita' e l'urgenza di promuovere concrete azioni nonviolente per ottenere al piu' presto quattro fini specifici, senza l'ottenimento dei quali ogni dichiarazione di solidarieta' con le vittime dell'ecatombe rischia di restare effettualmente inane. Ed i quattro fini dell'azione nonviolenta necessaria per salvare tante vite umane innocenti sono i seguenti:
1. le immediate dimissioni del governo delle persecuzioni razziste, dell'omissione di soccorso, della violazione della Costituzione;
2. che i ministri responsabili di crimini gravissimi siano processati e condannati secondo le leggi vigenti;
3. riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
4. riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese: il principio "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia e della civile convivenza.
L'incontro si e' aperto con la lettura dell'appello "Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanita'" seguito da un minuto di silenzio in memoria di tutte le vittime.
Sono poi stati letti e commentati alcuni brevi testi di Hannah Arendt, Mohandas Gandhi, Martin Luther King, Julia Kristeva, Primo Levi, Nelson Mandela, Franca Ongaro Basaglia, Simone Weil.
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L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha proposto alla riflessione comune le seguenti dieci tesi.
I. In ogni nostra riflessione morale e politica dobbiamo collocarci dal punto di vista dell'umanita' intera: tutto il nostro agire deve essere coerente col principio del riconoscimento degli stessi diritti a tutti gli esseri umani; la regola aurea di ogni morale e' "agisci verso le altre persone come vorresti che le altre persone agissero verso di te".
II. Salvare le vite e' il primo dovere; ogni essere umano in quanto essere umano e' parte dell'umanita' ed ha diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'.
III. Una  e la stessa cosa sono l'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, l'impegno contro il razzismo e tutte le persecuzioni, l'impegno contro il maschilismo e tutte le oppressioni, l'impegno contro ogni schiavitu' ed ogni devastazione di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
IV. L'emigrazione e' l'esito di globali iniquita', di secoli di violenza colonialista e razzista, di un persistente regime di globale apartheid. Chi e' costretto dalla violenza ad abbandonare il luogo in cui e' nato ha diritto di essere soccorso ed accolto ove possa vivere una vita degna. Il riconoscimento del diritto di asilo e' la prova fondamentale della legittimita' morale e politica ovvero della qualita' pienamente umana di un ordinamento giuridico e di un consorzio umano.
V. I governi europei che negano all'immensa maggioranza dell'umanita' il diritto di ingresso legale e sicuro nel continente (mentre lo stesso diritto di recarsi in modo legale e sicuro in ogni parte del mondo rivendicano e tutelano per i propri cittadini) sono i responsabili primi dell'ecatombe nel Mediterraneo: innumerevoli vite umane sarebbero salvate se finalmente si riconoscesse ad ogni essere umano lo stesso diritto gia' riconosciuto ai cittadini europei: il fondamentale diritto umano a muoversi liberamente in quest'unico mondo vivente casa comune dell'intera umanita', il fondamentale diritto umano a salvare e migliorare la propria vita.
VI. Il governo italiano dell'estrema destra razzista, che non fa mistero del suo programma di persecuzioni razziste, sta commettendo crimini abominevoli: il crimine abominevole di negare soccorso ai naufraghi chiudendo i porti italiani alle navi che li traevano in salvo; il crimine abominevole di diffamare, minacciare, aggredire e sabotare i soccorritori volontari che salvano vite umane in mare; il crimine abominevole di operare al fine di impedire agli esseri umani innocenti prigionieri nei lager libici di trovare salvezza fuggendo in Europa. Le conseguenze di questi crimini abominevoli sono evidenti ad ogni persona. Un governo che commette questi crimini e' un'associazione a delinquere, e' un'organizzazione criminale. E chiunque non si adoperi per far cessare la commissione di questi crimini se ne rende complice.
VII. Chiamiamo quindi ogni persona senziente e pensante ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legge che salva le vite, per ottenere le immediate dimissioni del governo delle persecuzioni razziste, dell'omissione di soccorso, della violazione della Costituzione.
VIII. Chiamiamo quindi ogni persona senziente e pensante ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legge che salva le vite, per ottenere che i ministri responsabili di crimini gravissimi siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
IX. Chiamiamo quindi ogni persona senziente e pensante ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legge che salva le vite, per ottenere di far cessare la strage nel Mediterraneo riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro.
X. Chiamiamo quindi ogni persona senziente e pensante ad insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legge che salva le vite, per ottenere di far cessare la segregazione e la schiavitu' in Italia ottenendo pienezza ed eguaglianza di diritti per tutte le persone, ed innanzitutto che finalmente si riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese; il principio "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia e della civile convivenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Aprire gli occhi e il cuore al dolore degli altri.
Sii tu il buon samaritano, sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

2. REPETITA IUVANT. "PRESIDENTE, SI DIMETTA". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Oggetto: invito a immediate dimissioni per salvare tante vite innocenti
Egregio Presidente del Consiglio dei ministri,
le scrivo per chiedere le immediate dimissioni del governo da lei presieduto.
Per avere il suo governo commesso il crimine di negare soccorso ai naufraghi chiudendo i porti italiani alle navi che li traevano in salvo.
Per avere il suo governo commesso il crimine di diffamare, minacciare, aggredire e sabotare i soccorritori volontari che salvano vite umane in mare.
Per avere il suo governo commesso il crimine di operare al fine di impedire agli esseri umani innocenti prigionieri nei lager libici di trovare salvezza fuggendo in Europa.
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Egregio Presidente del Consiglio dei ministri,
con le dimissioni del suo governo lei puo' salvare tante vite innocenti mettendo fine a una politica folle e criminale.
Che la sua coscienza la illumini.
Augurandole ogni bene, voglia credermi suo sincero e addolorato amico
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 4 luglio 2018

3. REPETITA IUVANT. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: UNA SEGNALAZIONE E UN QUESITO

Al Presidente della Repubblica italiana
Oggetto: una segnalazione e un quesito
Egregio Presidente della Repubblica,
credo che lei come ogni persona ragionevole sia indignato e crucciato per quanto sta accadendo in questi giorni: un ministro che annuncia una schedatura razzista palesemente incostituzionale; il governo italiano che rifiuta di accogliere i superstiti di naufragi e scatena una campagna di aggressione contro i soccorritori; ministri della Repubblica diuturnamente impegnati in una ripugnante, criminale, ossessiva propaganda di menzogne, di diffamazioni e di odio razzista.
Come tante altre persone (la reale maggioranza del popolo italiano, poiche' il governo dell'estrema destra razzista ha si' a suo sostegno la maggioranza effettiva dei seggi in Parlamento, ma non ha affatto la maggioranza reale dei voti di chi vive in Italia) anch'io la prego di intervenire, nelle forme e nei modi previsti dall'ordinamento, in difesa di tante vite innocenti in grave pericolo, in difesa della legalita' e della democrazia, in difesa della Costituzione della Repubblica di cui e' supremo garante.
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Egregio Presidente della Repubblica,
mi permetta inoltre di porle il seguente quesito.
Tra i ministri che alcune settimane fa hanno giurato nelle sue mani fedelta' alla Costituzione della Repubblica ve ne sono alcuni che nella loro propaganda e nel loro programma avevano gia' precedentemente esplicitamente annunciato la volonta' di realizzare persecuzioni razziste e religiose in evidente, flagrante violazione della Costituzione.
Questi stessi ministri, una volta ottenuta la fiducia del Parlamento, hanno subito iniziato a mettere in pratica quanto avevano precedentemente pubblicamente e reiteratamente annunciato dando evidente esecuzione al dichiarato disegno criminoso.
Questi stessi ministri in queste poche settimane hanno gia' commesso flagranti reati ed hanno ripetutamente annunciato l'intenzione di commetterne degli altri in esplicita violazione della Costituzione.
Il quesito che le pongo e' il seguente: poiche' all'atto di giurare fedelta' alla Costituzione questi signori avevano gia' manifestato l'intenzione di violarla, cio' non e' motivo di invalidita' del giuramento reso?
E non implica quindi che il governo attuale, perlomeno nelle persone di alcuni suoi ministri (che peraltro di esso effettualmente sono, ancor piu' che magna pars, maestri e donni), sia in carica illegittimamente?
E non e' necessario che ai ministri rivelatisi ab origine palesemente spergiuri, mendaci, fraudolenti e quindi traditori dell'impegno giurato nelle sue mani siano imposte immediate dimissioni e nei loro confronti si avvii un procedimento giudiziario ai sensi delle leggi vigenti?
Le pongo questo quesito in tutta la sua gravita', con vivissima preoccupazione per l'operato delittuoso e fin disumano del governo e segnatamente di alcuni ministri che non fanno mistero di essere gli effettuali padroni dell'esecutivo nonche' i caporioni dell'estrema destra razzista.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 30 giugno 2018

4. REPETITA IUVANT. "SICUT LEX OBLIGAT". UNA SECONDA LETTERA APERTA AD ALCUNI PUBBLICI UFFICIALI CHE SEGNALA GRAVI REATI

Al Prefetto di Viterbo
al Questore di Viterbo
al Presidente del Tribunale di Viterbo
e per conoscenza:
al Presidente della Repubblica
alla Presidente del Senato della Repubblica
al Presidente della Camera dei Deputati
Oggetto: una seconda lettera aperta al Prefetto, al Questore ed al Presidente del Tribunale di Viterbo recante la segnalazione di gravi reati commessi e annunciati da personaggi che hanno responsabilita' di governo
Egregio Prefetto,
egregio Questore,
egregio Presidente del Tribunale,
vi scrivo nuovamente, facendo seguito alla mia precedente lettera aperta a voi medesimi indirizzata il 21 giugno 2018, che ad ogni buon fine allego in calce alla presente.
E vi scrivo per segnalarvi quanto segue:
I. che il ministro dell'Interno persiste tuttora, come da anni, in dichiarazioni che si configurano come una propaganda che istiga all'odio razziale, reato previsto e punito dalle leggi vigenti;
II. che lo stesso ministro dell'Interno persiste nel dichiarare la volonta' di procedere ad azioni contro i beni e i diritti delle persone rom, e finanche ad una loro schedatura etnica nonostante che autorevolissime personalita' istituzionali lo abbiano reso edotto che tale misura e' palesemente incostituzionale;
III. che il governo in almeno due specifiche circostanze ha rifiutato di accogliere nei porti italiani imbarcazioni che ospitavano naufraghi soccorsi in mare, con tale rifiuto violando fondamentali norme morali e giuridiche universalmente riconosciute;
IV. che il governo ha condotto nei giorni scorsi una vera e propria campagna di diffamazione, minaccia e aggressione nei confronti di organizzazioni non governative che stanno salvando vite umane in mare: con questa immorale e brutale campagna ostacolando la loro attivita' di salvataggio, e quindi mettendo ancor piu' in pericolo le vite di numerosi innocenti a rischio di naufragio nel Mediterraneo che le organizzazioni non governative si sforzano di trarre in salvo;
V. che non solo nella propaganda delle forze politiche che lo compongono, ma finanche nel suo dichiarato programma di governo, l'attuale esecutivo annuncia e prevede iniziative che si configurano come vere e proprie violazioni dei diritti umani, atti di omissione di soccorso, atti di persecuzione razzista, atti di persecuzione religiosa, flagranti violazioni di norme di legge vigenti e finanche della Costituzione della Repubblica italiana.
Egregio Prefetto,
egregio Questore,
egregio Presidente del Tribunale,
con la presente lettera aperta vi si segnala tutto quanto precede, e che palesemente costituisce "notitia criminis", affinche' in quanto pubblici ufficiali procediate (sicut lex obligat) a promuovere la necessaria azione giudiziaria per far cessare la commissione di reati e punirne ai sensi di legge i responsabili.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile: salvare le vite e' il primo dovere.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 29 giugno 2018
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Allegato: testo della lettera del 21 giugno 2018
Al Prefetto di Viterbo
al Questore di Viterbo
al Presidente del Tribunale di Viterbo
e per conoscenza:
al Presidente della Repubblica
alla Presidente del Senato della Repubblica
al Presidente della Camera dei Deputati
Oggetto: una lettera aperta al Prefetto, al Questore ed al Presidente del Tribunale di Viterbo recante la segnalazione di gravi reati commessi e annunciati dal ministro dell'Interno che oggi sara' a Viterbo, reati tali per cui lo stesso dovrebbe dimettersi immediatamente dal suo incarico e nei suoi confronti dovrebbe essere avviata un'azione giudiziaria ai sensi delle leggi vigenti.
Egregio Prefetto,
egregio Questore,
egregio Presidente del Tribunale,
i mezzi d'informazione annunciano che oggi il ministro dell'Interno pro tempore sara' a Viterbo per un'iniziativa di propaganda elettorale.
Segnalo a voi, autorevoli pubblici ufficiali, la seguente notitia criminis.
Il ministro dell'Interno ha commesso gravi reati ed altri ha annunciato di volerne commettere; essi sono:
1. istigazione all'odio razziale attraverso una pluriennale campagna di propaganda razzista;
2. omissione di soccorso avendo proibito l'approdo nei porti italiani di una nave che recava naufraghi raccolti in mare in operazioni coordinate dalla Guardia costiera italiana;
3. intenzione di effettuare una schedatura etnica dei rom e sinti presenti in Italia, misura la cui flagrante incostituzionalita' e' stata dichiarata dallo stesso presidente del Consiglio dei ministri di cui il ministro dell'Interno e' magna pars ed effettuale dominus;
4. enunciazione della volonta' di effettuare atti di umiliazione, vessazione e persecuzione razzista e religiosa, come esplicitato in reiterate dichiarazioni e nello stesso programma di governo.
Egregio Prefetto,
egregio Questore,
egregio Presidente del Tribunale,
poiche' il nostro e' un paese civile, uno stato di diritto, un ordinamento giuridico democratico, il ministro dell'Interno che cosi' caratterizza la sua azione di governo, in palese conflitto con i valori e i principi della Costituzione della Repubblica italiana, in palese conflitto con le norme di legge in Italia vigenti, ha il dovere di dimettersi immediatamente; e tutti i pubblici ufficiali cui giunge la notitia criminis contenuta in questa lettera aperta hanno il dovere di promuovere un'azione giudiziaria nei suoi confronti.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 21 giugno 2018

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