[Nonviolenza] Archivi. 209



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 209 del 13 novembre 2016

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di giugno 2014 (parte settima)

2. Alcuni argomenti ad illustrazione e sostegno della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza

3. Resoconto della riunione del Tavolo per la pace di Viterbo del 18 giugno 2014

4. Per Bianca Guidetti Serra

5. Ricorrendo l'anniversario della nascita di Ingeborg Bachmann

6. Nuova stesura di una bozza di lettera del "Tavolo per la pace" cittadino al Comune di Viterbo

7. Nella Giornata internazionale contro la tortura

8. Nell'anniversario della nascita di Aime' Cesaire

9. L'associazione "Respirare" ricorda Lorenzo Milani nell'anniversario della scomparsa

10. Su pace e diritti umani un incontro di riflessione con il professor Osvaldo Ercoli

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2014 (PARTE SETTIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2014.

 

2. ALCUNI ARGOMENTI AD ILLUSTRAZIONE E SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI LEGGE PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA CONOSCENZA E ALL'USO DELLE RISORSE DELLA NONVIOLENZA

 

La proposta di legge affinche' tutti gli appartenenti alle forze di polizia statali e locali siano formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza prevede che nel curricolo formativo e nell'addestramento degli operatori della sicurezza pubblica venga compresa la conoscenza dei valori e dei concetti gnoseologici e deontologici, delle metodologie ermeneutiche, comunicative e relazionali, e delle tecniche operative della nonviolenza, e quindi l'educazione e l'addestramento ad esse.

Cio' in considerazione della delicatezza del servizio pubblico prestato dalle forze dell'ordine, sulle quali incombe il gravoso ed importantissimo impegno di difendere la sicurezza pubblica, l'incolumita' delle persone, la legalita', e dato che esse per funzione istituzionale si trovano sovente ad agire in situazioni fortemente critiche e d'emergenza.

La proposta di legge mira pertanto a:

- mettere a disposizione delle forze dell'ordine strumenti interpretativi ed operativi adeguati per agire in modo costantemente legale, efficace e rispettoso della dignita' umana nello svolgimento delle proprie mansioni;

-  fornire agli operatori addetti al controllo del territorio ed alla protezione dei diritti, un quadro di riferimento categoriale ed applicativo coerente con la Costituzione, e quindi con la fonte stessa della legalita' nel nostro paese; e con la Dichiarazione universale dei diritti umani, che costituisce un comune orizzonte di riferimento per le codificazioni giuridiche e le prassi amministrative dei paesi democratici;

- offrire un'occasione di riflessione sulle dinamiche relazionali e sulle strategie operative e cooperative nel rapporto interpersonale e particolarmente nel conflitto con la persona o le persone nei cui confronti si interviene e con cui quindi si interagisce;

- mettere a disposizione indicazioni utili ad un approfondimento delle problematiche non solo giuridiche, procedurali, amministrative e tecniche, ma anche psicologiche, sociologiche, comunicative e antropologico-culturali connesse ed implicate dall'attivita' che si svolge.

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Una breve nota informativa per l'approfondimento

A. La nonviolenza nella legislazione e nella storia d'Italia

1. La nonviolenza nel corpus legislativo italiano

Nella legislazione italiana il termine, ed il concetto, di "nonviolenza" e' entrato relativamente tardi: con la legge 8 luglio 1998, n. 230, che all'art. 8, comma 2, lettera e) attribuisce all'Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di "predisporre, d'intesa con il Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta".

In realta' gia' da molti anni erano stati effettualmente accolti termini ed esperienze sovente fortemente connessi alla teoria e prassi della nonviolenza, come ad esempio attesta la legislazione che dal 1972 con la legge n. 772 riconosceva e recepiva l'obiezione di coscienza al servizio militare e disponeva il servizio civile alternativo; inoltre gia' nel dettato costituzionale, come hanno rilevato autorevoli commentatori, vi sono le fondamenta di un orientamento tendenzialmente nonviolento e comunque una legittimazione piena di tale prospettiva.

E del resto analogo orientamento e' possibile leggere in autorevoli documenti internazionali: come la Carta delle Nazioni Unite, e la Dichiarazione universale dei diritti umani.

2. La nonviolenza nella ricerca accademica e nelle agenzie formative

Nella ricerca accademica e nelle agenzie formative ormai da decenni la nonviolenza e' un tema rilevante. E' cosi' a livello internazionale (a partire dalle attivita' di peace research promosse dall'Onu), ed e' cosi' anche in Italia, in cui lo studio della nonviolenza e la formazione ai valori, alle tecniche e alle strategie della nonviolenza costituiscono esperienze consolidate sia in ambito accademico che in ambito piu' generalmente istituzionale che nell'alveo delle esperienze dell'associazionismo democratico, delle agenzie formative, delle variegate formazioni in cui si articola la societa' civile e particolarmente l'impegno sociale e civile.

3. La nonviolenza nella cultura e nella storia d'Italia

Del resto nella cultura e nella storia d'Italia la nonviolenza e' radicata in esperienze e riflessioni che risalgono ad esempio fino alla proposta di vita e di pensiero di Francesco d'Assisi.

E nel Novecento un illustre filosofo e pedagogista italiano, Aldo Capitini, ha dato un contributo di riflessione e di proposta di enorme rilevanza a livello internazionale; cosi' come Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto (che di Gandhi fu direttamente discepolo); cosi' come Danilo Dolci: personalita' italiane che a livello internazionale sono tra le figure piu' note e piu' luminose della nonviolenza. Ad Aldo Capitini risale altresi' la coniazione del termine stesso "nonviolenza".

Peraltro in Italia anche la figura di Gandhi fu conosciuta con relativa tempestivita': anche grazie alla sua visita nel nostro paese nel 1931, ed alla pubblicazione nello stesso anno dell'edizione italiana della sua autobiografia con prefazione di Giovanni Gentile; ed alla nonviolenza si ispirarono alcune delle figure piu' nobili e delle attivita' piu' profonde e luminose dell'opposizione alla dittatura fascista.

4. Per una definizione critica e pluridimensionale della nonviolenza

4.1. Il termine "nonviolenza", distinto dalla locuzione "non violenza"

La parola "nonviolenza" e' stata coniata dal filosofo ed educatore italiano Aldo Capitini (1899-1968) e traduce i due termini creati da Mohandas Gandhi (1869-1948) per definire la sua proposta teorico-pratica: "ahimsa" e "satyagraha".

La parola "nonviolenza" designa un concetto del tutto distinto dalla semplice locuzione "non violenza" o "non-violenza"; la locuzione "non violenza" infatti indica la mera astensione dalla violenza (ed in quanto tale puo' comprendere anche la passivita', la fuga, la rassegnazione, la vilta', l'indifferenza, la complicita', l'omissione di soccorso); il concetto di "nonviolenza" afferma invece l'opposizione alla violenza come impegno attivo e affermazione di responsabilita'.

Infatti i due termini usati da Gandhi, che il termine capitiniano di "nonviolenza" unifica e traduce, hanno un campo semantico ampio ma molto forte e ben caratterizzato: "ahimsa" significa "contrario della violenza", "negazione assoluta della violenza", quindi "opposizione alla violenza fino alla radice di essa"; "satyagraha" significa "adesione al vero, contatto con il bene, forza della verita', vicinanza all'essere, coesione essenziale".

4.2. La nonviolenza non e' un'ideologia

La "nonviolenza" quindi e' un concetto che indica la scelta e l'impegno di un intervento attivo contro la violenza, la sopraffazione, l'ingiustizia (non solo quella dispiegata e flagrante, ma anche quella cristallizzata e camuffata, quella acuta e quella cronica, quella immediata e quella strutturale).

La nonviolenza non e' un'ideologia ne' una fede: ci si puo' accostare alla nonviolenza a partire da diverse ideologie e da diverse fedi religiose e naturalmente mantenendo quei convincimenti. Ad esempio nel corso dello scorso secolo vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla nonviolenza aderendo a fedi diverse: induista, cristiana, buddhista, islamica, ebraica, altre ancora, o anche non aderendo ad alcuna fede. Ugualmente vi sono stati uomini e donne che si sono accostati alla nonviolenza aderendo a ideologie diverse: liberali, socialiste (nelle varie articolazioni di questo concetto teorico e movimento storico), patriottiche, internazionaliste, democratiche in senso lato.

4.3. La nonviolenza e' una teoria-prassi sperimentale e aperta

La nonviolenza infatti e' una teoria-prassi, ovvero un insieme di riflessioni ed esperienze, creativa, sperimentale, aperta. Non dogmatica, non autoritaria, ma che invita alla responsabilita' personale nel riflettere e nell'agire.

4.4. La nonviolenza e' un concetto pluridimensionale

Molti equivoci intorno alla nonviolenza nascono dal fatto che essa e' un concetto a molte dimensioni, cosicche' talvolta chi si appropria di una sola di queste dimensioni qualifica la sua collocazione e il suo agire come "nonviolenti", in realta' commettendo un errore e una mistificazione, poiche' si da' nonviolenza solo nella compresenza delle varie sue dimensioni (ovviamente, e' comunque positivo che soggetti diversi conoscano e accolgano anche soltanto alcuni aspetti della nonviolenza, ma questo non li autorizza a dichiarare di praticare la nonviolenza).

Proviamo a indicare alcune delle dimensioni fondamentali della nonviolenza:

- la nonviolenza e' un insieme di ragionamenti e valori morali;

- la nonviolenza e' un insieme di tecniche comunicative, relazionali, deliberative, organizzative e di azione;

- la nonviolenza e' un insieme di strategie di intervento sociale e di gestione dei conflitti;

- la nonviolenza e' un progetto sociale di convivenza affermatrice della dignita' di tutti gli esseri umani;

- la nonviolenza e' un insieme di analisi e proposte logiche, psicologiche, sociologiche, economiche, politiche ed antropologiche.

Come si vede, lo studio della nonviolenza implica la coscienza della pluridimensionalita' di essa, delle sue articolazioni, delle sue implicazioni.

Ed anche del fatto che essa implica saldezza sui principi ed insieme un atteggiamento ricettivo, critico, sperimentale, aperto; che non ha soluzioni preconfezionate ma richiede ogni volta nella situazione concreta un riflettere e un agire contestuale, critico e creativo.

B. Formazione del personale delle forze dell'ordine e ordinamento giuridico

1. I percorsi formativi del personale delle forze dell'ordine

Attualmente le forze dell'ordine in Italia sono articolate in diversi corpi, con statuti specifici ed organizzazioni interne peculiari. Tale situazione si riflette anche sui percorsi formativi ed addestrativi.

2. La Costituzione come fondamento dell'ordinamento giuridico

Ma fondamento unitario di tutti i percorsi formativi e' e deve essere il riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana su cui si incardina tutto il sistema legislativo ed istituzionale italiano e si basa il nostro ordinamento giuridico.

3. Ordine pubblico, legalita', democrazia

E quindi in uno stato di diritto, in un paese democratico come l'Italia, la funzione dello Stato preposta all'ordine pubblico e' vincolata all'affermazione della legalita', alla difesa della democrazia, alla promozione della sicurezza, dell'incolumita' e dei diritti delle persone che nel territorio italiano si trovino.

4. Pubblica sicurezza, diritti umani

Sempre piu' la riflessione giuridica contemporanea ha evidenziato il nesso inscindibile tra sicurezza pubblica e diritti umani, diritti che sono propri di ogni essere umano e che per essere inverati abbisognano di un impegno positivo delle funzioni pubbliche.

5. Necessita' di una piu' adeguata formazione delle forze dell'ordine

Si evince pertanto la necessita' di una sempre piu' adeguata formazione del personale delle forze dell'ordine ordinata all'espletamento piu' coerente ed efficace dei compiti che inverino le finalita' dalla Costituzione enunciate nell'ambito delle specifiche funzioni, modalita' ed aree di intervento. A tal fine la formazione alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza si dimostra di estrema utilita'.

C. Esperienze di riferimento in Italia, in Europa e nel mondo

1. Esperienze di formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine gia' svolte ed in corso in Italia

Anche in Italia da anni in vari luoghi e contesti si sperimentano gia' percorsi formativi alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie dalla nonviolenza di personale preposto alla sicurezza pubblica.

2. Riflessioni ed esperienze in altri paesi europei

In altri paesi europei la riflessione e le esperienze in tal senso sono sovente assai rilevanti, come si evince dal dibattito in merito.

3. Esperienze internazionali di riferimento

Infine si consideri come a livello internazionale vi siano ormai molteplici e qualificatissime esperienze storiche, di grande rilievo anche sul piano giuridico, con particolar riferimento a situazioni di partenza decisamente assai critiche.

Si pensi ad esempio al caso del Nicaragua in cui dopo la fine della dittatura somozista si pose il problema di rieducare il personale dei corpi speciali della dittatura (spesso bambini che erano stati ridotti a feroci bruti); o al caso straordinario del Sud Africa, in cui la "Commissione nazionale per la verita' e la riconciliazione", presieduta dal Premio Nobel Desmond Tutu, ha indicato una via di grande interesse e profonda originalita' per uscire da una situazione tremenda come quella ereditata dal regime dell'apartheid.

D. Ambiti formativi in cui si fa gia' ampio uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza

Segnaliamo infine, come mera elencazione, alcuni ambiti in cui da molti anni esiste ormai una lunga ed ampia tradizione di studi e di esperienze formative e addestrative alla conoscenza e all'uso della nonviolenza.

Questa tradizione ha diverse esplicazioni: in sede di istituzioni sovranazionali; in sede di istituzioni nazionali; in sede di istituzioni locali; in sede universitaria; in sede scolastica; in sede di altre agenzie formative; in sede di enti assistenziali, sociali, sanitari, di protezione civile; in sede di enti di servizio civile; in sede di associazionismo democratico; in sede di formazione ed aggiornamento nel management; in sede di agenzie informative; in sede di intervento psicoterapeutico; in sede di training sportivo; in sede di facilitazione in consessi deliberativi; in sede di promozione e coordinamento di campagne sociali.

Gli esempi sono infiniti: si va dalla formazione ad altissima qualificazione del personale specializzato in interventi di peace-keeping a livello internazionale (in primo luogo dell'Onu); alle cattedre e ai dipartimenti universitari di peace-research; fino alla formazione dei giovani in servizio civile.

Analogamente esempi attuativi e fonti normative e regolamentari di riferimento gia' esistono a tutti i livelli, sia in campo internazionale che per quel che concerne specificamente l'Italia.

 

3. RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL TAVOLO PER LA PACE DI VITERBO DEL 18 GIUGNO 2014

 

Si e' svolta mercoledi' 18 giugno 2014 una riunione del "Tavolo per la pace" promosso dal Comune di Viterbo e cui prendono parte le rappresentanti ed i rappresentanti di varie associazioni impegnate per la pace, la solidarieta' e i diritti umani.

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1. La riflessione si e' dapprima concentrata sulle modalita', i tempi e l'ordine di successione della presentazione della lettera all'Amministrazione Comunale per l'attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadini italiani.

Si e' concordato di inviare la lettera, quando sara' stato approvato il testo definitivo, a tutti gli interlocutori istituzionali; dando mandato all'assessore Fersini ed ai consiglieri Moricoli e Scorsi di provvedere sia ad informare dell'iniziativa nei tempi, nei modi e nella successione ritenuti adeguati tutti gli interlocutori indicati, sia a concordare le date per gli incontri tra il Tavolo e le varie rappresentanze istituzionali.

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2. Si e' successivamente proceduto all'attenta revisione della bozza, dando infine mandato ad una delle persone partecipanti di predisporre una nuova bozza recependo tutte le correzioni e le indicazioni emerse nell'incontro.

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3. Nel corso della riunione e' stato nuovamente evidenziato che occorre che il Consiglio comunale approvi per tempo la delibera relativa alla Consulta per l'Immigrazione.

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4. Tutte le persone partecipanti all'incontro sono state invitate alla celebrazione della Giornata mondiale del rifugiato il 20 giugno a Viterbo presso la Fattoria di Alice.

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5. E' stato anche nuovamente sollecitato l'uso della mailing list del Tavolo come strumento sia di comunicazione di iniziative e riflessioni, sia di discussione e miglioramento delle proposte.

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6. Il prossimo incontro del Tavolo si svolgera' mercoledi' 2 luglio sempre presso il "Palazzetto della creativita'" in via Carlo Cattaneo 9 con inizio alle ore 17.

Per ogni esigenza il punto di riferimento e' Pigi Moncelsi: tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it

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Come di consueto questo resoconto della riunione e' stato redatto a memoria da una delle persone partecipanti, e non impegna le altre persone presenti; si confida tuttavia che esso riporti correttamente - per quanto sinteticamente - l'essenziale di cio' che e' stato esposto e concordato nel corso della riunione; ovviamente si esprime fin d'ora sincera gratitudine a tutte le persone che volessero correggere o aggiungere qualcosa.

 

4. PER BIANCA GUIDETTI SERRA

 

E' deceduta Bianca Guidetti Serra.

La nonviolenza, l'antifascismo, il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita', perdono una compagna e una maestra.

Resta la sua luminosa testimonianza, resta l'opera sua alacre e generosa, resta la sua lezione di fedelta' al vero e al bene, resta il suo amore per l'umanita'.

La lotta che e' stata anche sua, la lotta per la giustizia, la liberta', la solidarieta', la lotta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, la lotta per la protezione dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, questa lotta continua.

Bianca Guidetti Serra e' deceduta, ma non muore il valore della sua persona. Tutto travolge il tempo, ma la memoria dell'esistenza delle persone buone resta per sempre con l'umanita' in cammino, per sempre recando conforto e speranza, vivente esempio ed appello costante all'agire morale, alla civile virtu', all'aiuto reciproco, al bene comune.

 

5. RICORRENDO L'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI INGEBORG BACHMANN

 

Ricorrendo l'anniversario della nascita dell'illustre poetessa Ingeborg Bachmann (nata a Klagenfurt il 25 giugno 1926 e deceduta tragicamente a Roma il 17 ottobre 1973) il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo la ricorda come maestra di impegno morale e civile, combattente nonviolenta contro la guerra e il razzismo, contro ogni violenza e ingiustizia, in difesa dell'esistenza e della dignita' di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente.

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Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'.

Tra le opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggi radiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasi vere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993.

Su Ingeborg Bachmann un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.

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Una sua poesia, "Alle Tage", che rechiamo incisa nella nostra memoria, riproponiamo qui nella traduzione di Maria Teresa Mandalari.

 

Tutti i giorni

 

La guerra non viene piu' dichiarata,

ma proseguita. L'inaudito

e' divenuto quotidiano. L'eroe

resta lontano dai combattimenti. Il debole

e' trasferito nelle zone del fuoco.

La divisa di oggi e' la pazienza,

medaglia la misera stella

della speranza, appuntata sul cuore.

 

Viene conferita

quando non accade piu' nulla,

quando il fuoco tambureggiante ammutolisce,

quando il nemico e' divenuto invisibile

e l'ombra d'eterno riarmo

ricopre il cielo.

 

Viene conferita

per la diserzione dalle bandiere,

per il valore di fronte all'amico,

per il tradimento di segreti obbrobriosi

e l'inosservanza

di tutti gli ordini.

 

6. NUOVA STESURA DI UNA BOZZA DI LETTERA DEL "TAVOLO PER LA PACE" CITTADINO AL COMUNE DI VITERBO

[La seguente stesura, tuttora provvisoria, verra' discussa nel prossimo incontro del Tavolo per la pace di Viterbo, che si svolgera' mercoledi' 2 luglio presso il "Palazzetto della creativita'" in via Carlo Cattaneo 9 a Viterbo con inizio alle ore 17. La partecipazione e' libera; sono invitate tutte le persone interessate. Per informazioni e contatti: Pigi Moncelsi, tel. 0761348590, cell. 3384613540, e-mail: pmoncelsi at comune.viterbo.it]

 

Nuova stesura, successiva all'incontro del 18 giugno 2014, della bozza di lavoro per la lettera al Comune di Viterbo recante in forma di schema di delibera del Consiglio comunale la proposta di attribuzione della cittadinanza onoraria alle bambine ed ai bambini non cittadine e cittadini italiani con cui la comunita' viterbese ha una relazione significativa e quindi impegnativa

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Al Sindaco, alle Assessore ed agli Assessori della Giunta Comunale, alle Consigliere ed ai Consiglieri Comunali, alla Segretario Generale del Comune di Viterbo

Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,

Il Tavolo per la pace di Viterbo, che si riunisce da alcuni mesi, su invito dell'assessore comunale ai servizi sociali e del consigliere comunale delegato alle iniziative di pace, con la libera partecipazione delle rappresentanti e dei rappresentanti di varie associazioni impegnate in citta' per la pace, la solidarieta', i diritti umani e la nonviolenza, come di ogni persona eventualmente interessata, propone all'Amministrazione Comunale di Viterbo l'adozione del seguente atto deliberativo:

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Il Consiglio Comunale di Viterbo

- premesso che le bambine ed i bambini (intendendo qui tutte le persone minorenni, in eta' da zero a 18 anni) sono l'unica speranza di esistenza futura dell'umanita', e pertanto dell'umanita' intera sono il bene piu' prezioso, ed e' quindi dovere delle persone adulte fare tutto quanto e' in proprio potere per garantire loro una vita degna, sicura e felice;

- considerato che compito delle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana cosi' come di ogni consesso civile e' rispettare, difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, ed in primo luogo delle persone piu' fragili ed indifese, e tra queste vi sono senz'altro le bambine ed i bambini che per la loro crescita e la loro socializzazione hanno bisogno dell'aiuto, dell'accudimento, del rispetto, dell'amore e della protezione altrui;

- affermato che Viterbo vuole essere citta' amica delle bambine e dei bambini;

- riconosciuto che della comunita' viterbese fanno parte tutte le persone che a Viterbo nascono, vivono, operano, e che tutte recano alla citta' il dono prezioso dell'infinito valore morale della loro umana presenza;

- evidenziato in particolare che della comunita' cittadina fanno quindi parte anche tutte le persone e le famiglie che a Viterbo si trovano e si troveranno, indipendentemente dal fatto di avere o non avere la cittadinanza italiana, di un altro paese o di nessun paese;

- richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che riconosce che vi e' una sola umanita' e che tutte le persone umane sono portatrici di inalienabili diritti;

- nel rispetto e nell'impegno a realizzare quanto disposto dal dettato della Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 dichiara che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (articolo in cui va notato che non ci si riferisce ai soli cittadini ma a tutte le persone umane usando a tal fine la formula universalistica "uomo" - intesa in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo -); che all'art. 10, comma terzo, dichiara che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge" (anche i questo caso usando l'espressione "lo straniero" in senso neutro, effettualmente comprensiva di uomini e donne, in un uso lessicale all'epoca ancora non consapevole della necessita' di usare un linguaggio sessuato adeguatamente riconoscente ed inclusivo); che agli articoli 13, 14, 15, 19, 21-25 e 27 della Parte Prima, Titolo Primo, "Rapporti civili", agli articoli 29-34 della Parte Prima, Titolo Secondo, "Rapporti etico-sociali", agli articoli 35-37 e 39-47 della Parte Prima, Titolo Terzo, "Rapporti economici", riconosce pari diritti e pari protezione a tutte le persone umane presenti nel territorio italiano indipendentemente dalla loro cittadinanza;

- dando adempimento agli impegni di solidarieta' e quindi di civilta' espressi esplicitamente ovvero implicitamente nel proprio Statuto Comunale;

- accogliendo l'invito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite espresso fin dalla sua Carta costitutiva e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e successivamente esposto nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia del 1989, e negli atti conseguenti e complementari;

- ed in particolare accogliendo le considerazioni, le proposte ed i suggerimenti dell'Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia;

- sottolineando specificamente che la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia (approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176) fin dal Preambolo ai commi IV-VI evidenzia che "l'infanzia ha diritto a un aiuto e a un'assistenza particolari", "la famiglia, unita' fondamentale della societa' e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita", "il fanciullo ai fini dello sviluppo armonioso della sua personalita' deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicita', di amore e di comprensione" (ed e' opportuno ricordare che l'Unicef-Italia sottolinea che sarebbe preferibile tradurre il termine inglese "child", anziche' con "fanciullo", con "bambino, ragazzo e adolescente" - scilicet, in una formulazione ancor piu' adeguatamente riconoscente ed inclusiva: "bambina e bambino, ragazza e ragazzo, adolescente" -);

- preso atto che purtroppo attualmente la legislazione italiana non riconosce ancora concreta e adeguata garanzia di effettiva parita' e reale pienezza di diritti a tutte le bambine e tutti i bambini presenti in Italia;

- intendendo con il presente atto dare riconoscimento dell'esistenza presente e futura nel territorio italiano delle bambine e dei bambini anche non cittadine e cittadini italiani, ovvero esprimere riconoscenza per la loro esistenza che rinnova il miracolo della vita e garantisce un futuro alle civilta' umana ed alla sua possibilita' di bene;

- intendendo altresi' dare un esempio, sia pure in forma eminentemente simbolica, di tale riconoscimento e riconoscenza, attraverso un atto che rappresenta e compendia altresi' la manifestazione e l'attribuzione - sia pure, stanti i limiti delle proprie competenze di ente locale, solo simbolica - della assoluta parita' e pienezza di diritti di tutte le bambine e di tutti i bambini;

- intendendo infine sollecitare il Governo e il Parlamento italiani, cosi' come al loro livello e secondo le loro competenze il Parlamento Europeo, il Consiglio dell'Unione Europea e la Commissione Europea, cosi' come il Consiglio d'Europa, ad assumere tutti i provvedimenti atti a garantire ope legis pienezza e protezione di diritti per tutte le bambine e tutti i bambini;

- dichiarando infine e decisivamente la propria persuasione nella seguente evidente verita': che tutte le persone umane nascono libere ed eguali in diritti, e che quindi tutte le bambine e tutti i bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia hanno diritto agli stessi diritti di tutte le altre bambine e tutti gli altri bambini nate, nati e presenti ora e in futuro in Italia;

- nell'ambito delle proprie prerogative e competenze, nel rispetto e nell'applicazione di quanto previsto dalla vigente legislazione, certo di interpretare il comune sentire della popolazione viterbese e la voce ferma e profonda dell'umanita' intera cosi' come espressa dalle piu' alte coscienze, testimonianze e tradizioni di pensiero nel corso della storia:

delibera di

1. attribuire la Cittadinanza Onoraria di Viterbo:

a) a tutte le bambine e a tutti i bambini nate e nati a Viterbo da genitori non cittadini italiani;

b) a tutte le bambine e a tutti i bambini non cittadine e cittadini italiani che vivono a Viterbo;

c) a tutte le bambine e a tutti i bambini i cui genitori non cittadini italiani vivono a Viterbo ed intendono ricongiungere le famiglie affinche' alle bambine ed ai bambini sia riconosciuto il diritto all'affetto ed alla protezione della propria famiglia, ed affinche' i genitori possano adeguatamente adempiere ai doveri del mantenimento e dell'educazione dei figli (ovviamente laddove a cio' non ostino cogenti motivi di necessaria particolare protezione e tutela, da parte delle istituzioni pubbliche, delle persone minori come di altre persone componenti il nucleo familiare).

2. Organizzare una pubblica cerimonia - da ripetersi con cadenza annuale per le nuove bambine ed i nuovi bambini che si aggiungeranno nel corso del tempo - di consegna degli attestati alle bambine ed ai bambini, alle ragazze ed ai ragazzi, ed ai loro genitori, cerimonia che sia occasione di riconoscimento e di riconoscenza, di festa e di incontro, di condivisione del bene comune della vita associata, della legalita' democratica, della civile convivenza. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

3. Realizzare e diffondere attraverso il sito web del Comune, attraverso locandine da collocarsi negli uffici pubblici e nelle scuole, attraverso un apposito manifesto da affiggere per le vie cittadine, attraverso comunicati ai mezzi d'informazione ed in tutte le altre forme abitualmente usate per le comunicazioni istituzionali, un testo che riproduca (in italiano e nelle lingue delle varie comunita' alloglotte presenti nel territorio comunale, e con gli opportuni accorgimenti grafici per la miglior comprensione e diffusione) la presente deliberazione e la porti a conoscenza dell'intera comunità cittadina. A tal fine da' mandato alla Giunta Comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

4. Chiedere al Governo e al Parlamento italiani nell'ambito delle loro rispettive competenze di procedere all'assunzione di atti legislativi e regolamentari che riconoscano a tutte le bambine e tutti i bambini nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia, gli stessi diritti di tutte le altre bambine e di tutti gli altri bambini nati, o viventi, o i cui genitori sono viventi in Italia. A tal fine da' mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

5. Proporre agli altri Comuni della provincia di Viterbo di assumere deliberazioni analoghe. A tal fine da' mandato alla Giunta comunale di adempiere a tutti gli opportuni e necessari atti amministrativi conseguenti.

*

Questa che precede e' la proposta di deliberazione.

Egregio Sindaco, egregie Assessore ed egregi Assessori della Giunta Comunale, egregie Consigliere ed egregi Consiglieri Comunali, egregia Segretario Generale del Comune di Viterbo,

al fine di illustrarne adeguatamente le premesse, il significato e il fine (quantunque essi emergano gia' del tutto evidenti), ed al fine di poter svolgere una fraterna e sororale riflessione comune affinche' le Amministratrici e gli Amministratori Comunali tutte e tutti possano addivenire ad una espressione di volonta' auspicabilmente unanime, il Tavolo per la pace di Viterbo richiede anche di essere ascoltato in uno o piu' incontri nelle modalita' che, separatamente o congiuntamente, il Sindaco, le Assessore e gli Assessori, le Consigliere ed i Consiglieri Comunali tutte e tutti riterranno piu' opportune.

Al fine di rendere piu' agevole la definizione di date, orari e sedi in cui potersi incontrare, il Tavolo per la pace delega l'assessore Fersini ed i consiglieri comunali Moricoli e Scorsi, che hanno partecipato ai lavori del Tavolo stesso, a prendere gli opportuni accordi.

Vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,

il Tavolo per la pace di Viterbo

Viterbo, DATA

 

7. NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA TORTURA

 

Nella Giornata internazionale contro la tortura la prima cosa che dobbiamo dire e' che in Italia ci sono ancora i campi di concentramento, osceni, orribili, disumani luoghi di sofferenza in cui vengono recluse le persone migranti, persone che non hanno commesso nulla di male, e che sono giunte in questo paese a costo di rischi enormi per sfuggire alle guerre, alle dittature, alla fame, ovvero ai sanguinari conflitti, ai criminali regimi ed alle terrificanti crisi che sono parte e conseguenza di un ordine mondiale iniquo fino all'abominio, che consente al venti per cento dell'umanita' - le classi sociali rapinatrici - di rubare e divorare l'ottanta per cento delle risorse mondiali, condannando l'ottanta per conto dell'umanita' - le classi sociali ed i popoli interi rapinati - a una vita di sofferenze e paura, ad una costante minaccia di morte; un ordine mondiale iniquo fino all'abominio che non soddisfatto di rapinare ed uccidere popoli interi sta alacremente distruggendo la stessa biosfera, ovvero sta provocando la distruzione dell'intera civilta' umana, della vita stessa sul pianeta.

*

Nella Giornata internazionale contro la tortura la prima cosa che dobbiamo fare e' abolire i campi di concentramento, accogliere ed assistere tutti i profughi, far cessare tutte le guerre, abolire gli eserciti e le armi, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e la biosfera casa comune dell'umanita'.

Opporsi alla guerra, al razzismo, all'imperialismo, allo schiavismo, al maschilismo; condividere i beni fra tutti gli esseri umani, prenderci cura di quest'unico mondo vivibile e vivente.

*

Nella Giornata internazionale contro la tortura ricordiamoci di cio' che siamo: esseri umani, tutti diversi l'uno dall'altro e tutti eguali in dignita' e diritti. Ricordiamoci che il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto di non essere ucciso, violato, umiliato. Ricordiamoci che il primo dovere di ogni essere umano e' recare soccorso agli altri esseri umani. Ricordiamoci che questa e' la regola aurea della civile convivenza: tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu; che ciascuno doni secondo le sue capacita', che ciascuno riceva secondo i suoi bisogni.

Nella Giornata internazionale contro la tortura questa e' la nostra convinzione: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI AIME' CESAIRE

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ricorda Aime' Cesaire nel CI anniversario della nascita del grande poeta, intellettuale, militante politico impegnato per la giustizia sociale, contro ogni potere oppressivo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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Ricordiamo ancora una volta "il nesso inscindibile che nell'opera di Aime' Cesaire lega la lotta nitida e intransigente contro il razzismo, contro il colonialismo, contro il fascismo, alla comprensione acutissima dei conflitti e delle loro dinamiche, delle contraddizioni reali e delle complesse dialettiche sociali ed esistenziali, politiche e culturali, interpersonali ed infrapsichiche, ed alla capacita' di tradurre tutto cio' in visioni poetiche, in soluzioni linguistiche e ritmiche e musicali, in movimenti drammatici e coreutici, in figurazioni di pensiero e narrazione ad un tempo mitica e rituale, ed epica e didattica, di indicibile bellezza e di stupefacente forza di verita': in un sinolo di verita' estetica e verita' morale e politica che fa della lettura della sua opera una autentica esperienza di colloquio corale, di demistificazione e coscientizzazione, di apocalissi e parenesi".

Come e' stato detto lo scorso anno in occasione della celebrazione del centesimo anniversario, "Leggere Aime' Cesaire e' sentire una voce che esorta e convoca alla lotta contro tutte le violenze e le menzogne; e' un'esperienza di apertura, ed ascolto e scoperta e riconoscimento dell'altro e di quell'altro dell'altro che sei tu stesso; e' vedere e sentire il mondo e la storia - nel gorgo di caligini e frastuoni - con occhio limpido, respiro profondo ed orecchio musicale assoluto, cogliendo la verita' che impegna e che libera".

A centouno anni dalla nascita, a sei anni dalla morte, con commozione e gratitudine lo ricordiamo ancora una volta "grande un testimone della dignita' umana, generoso un maestro della nonviolenza in cammino".

*

Una breve notizia biobibliografica su Aime' Cesaire

Aime' Cesaire, poeta e combattente contro il razzismo e il colonialismo, nato a Basse-Pointe, in Martinica, il 26 giugno 1913, deceduto a Fort-de-France, sempre in Martinica, il 17 aprile 2008, studio' in Francia dove con Senghor e Damas fondo' la rivista "L'etudiant noir" e il movimento culturale della negritude. Insegnante in Martinica, avra' tra i suoi allievi Frantz Fanon. Poeta, drammaturgo, uomo politico, parlamentare e pubblico amministratore, e' una delle grandi figure della cultura del Novecento.

Opere di Aime' Cesaire: in italiano un'utile antologia e' Poesie e negritude, Accademia, Milano 1969 (a cura e con un ampio saggio critico di Lylian Kesteloot); cfr. inoltre: Le armi miracolose, Guanda, Parma 1962; La tragedia del re Christophe, Einaudi, Torino 1968; Io, Laminaria, Bulzoni, Roma 1995; Una stagione nel Congo, Argo, Lecce 2003; Diario del ritorno al paese natale, Jaca Book, Milano 2004; Negro sono e negro restero'. Conversazioni con Francoise Verges, Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006.

Opere su Aime' Cesaire: per un avvio: Graziano Benelli, Aime' Cesaire, La nuova Italia, Firenze 1975: Graziano Benelli, La negritudine in Italia. A. Cesaire, L. G. Damas, L. S. Senghor (1950-1994), Bulzoni, Roma 1995.

 

9. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" RICORDA LORENZO MILANI NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Nell'anniversario della scomparsa di don Lorenzo Milani (Firenze, 27 maggio 1923 - 26 giugno 1967), l'associazione "Respirare" lo ricorda con inestinguibile gratitudine e lo propone a tutte le persone sollecite del bene comune, a tutte le persone amiche della nonviolenza, a tutte le persone in lotta contro l'oppressione, come un maestro e una fonte inesauribile di ispirazione.

Nel ricordo di Lorenzo Milani continua la lotta contro tutte le guerre e le uccisioni, contro tutte le schiavitu' e le persecuzioni, per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Nel ricordo di Lorenzo Milani la nonviolenza e' in cammino.

*

Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi e documenti ha pubblicato ancora la Lef (Il catechismo di don Lorenzo; Una lezione alla scuola di Barbiana; La parola fa eguali). Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. E ancora: Gerlando Lentini, Don Lorenzo Milani servo di Dio e di nessun altro, Gribaudi, Torino 1973; Giampiero Bruni, Lorenzo Milani profeta cristiano, Lef, Firenze 1974; Renato Francesconi, L'esperienza didattica e socio-culturale di don Lorenzo Milani, Cpe, Modena 1976; Piero Lazzarin, Don Milani, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1984; Francesco Milanese, Don Milani. Quel priore seppellito a Barbiana, Lef, Firenze 1987; Giuseppe Guzzo, Don Lorenzo Milani. Un itinerario pedagogico, Rubbettino, Soveria Mannelli 1988; Giovanni Catti (a cura di), Don Milani e la pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1988, 1990; Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.Tra i testi apparsi di recente: Domenico Simeone, Verso la scuola di Barbiana, Il segno dei Gabrielli, Negarine 1996; Michele Ranchetti, Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Mario Lancisi, Alex Zanotelli, Fa' strada ai poveri senza farti strada, Emi, Bologna 2003; Mario Lancisi, No alla guerra!, Piemme, Casale Monferrato 2005; Sergio Tanzarella, Gli anni difficili, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2007, 2008; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008; Frediano Sessi, Il segreto di Barbiana, Marsilio, Venezia 2008; Sandra Gesualdi e Pamela Giorgi (a cura di), Barbiana e la sua scuola. Immagini dall'archivio della Fondazione Don Lorenzo Milani, Inprogress-Aska - Fondazione Don Lorenzo Milani, Firenze 2014.

 

10. SU PACE E DIRITTI UMANI UN INCONTRO DI RIFLESSIONE CON IL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI

 

Si e' svolto la mattina di giovedi' 26 giugno 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione con la partecipazione del professor Osvaldo Ercoli, una delle piu' luminose figure della cultura e dell'impegno civile viterbese.

Nel corso dell'incontro si e' riflettuto sulla necessita' dell'impegno contro la guerra e contro la violenza, contro il razzismo e contro tutte le persecuzioni, per difendere la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e per salvaguardare la biosfera, casa comune dell'umanita'.

Un approfondimento particolare e' stato dedicato alle attuali vicende politiche ed amministrative italiane e locali.

Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero.

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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli

Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si e' opposto vittoriosamente al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera".

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 209 del 13 novembre 2016

 

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