[Nonviolenza] Ogni vittima ha il volto di Abele. 182



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 182 del 18 ottobre 2016

 

In questo numero:

1. 4 novembre 2016: non festa, ma lutto. A Trento gli "Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta". Ogni vittima ha il volto di Abele

2. Che per risolvere i problemi

3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia

5. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre

6. Un appello nonviolento per il 4 dicembre: Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

7. Francesco Gesualdi: Costituzione, la riforma dell'1%

8. Salvatore Settis: La Costituzione non si cambia con un plebiscito

9. Una bozza di lettera da inviare ai parlamentari

10. A Firenze il 29 ottobre la prima "Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo"

11. Alcuni giambi ed epodi di Mino Gualtieri e Nino Teodori

12. Sei sproloqui di Carogno Mozzarecchi

13. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"

 

1. APPELLI. 4 NOVEMBRE 2016: NON FESTA, MA LUTTO. A TRENTO GLI "STATI GENERALI DELLA DIFESA CIVILE NON ARMATA E NONVIOLENTA". OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

 

4 novembre 2016: non festa, ma lutto

Cento anni dopo: basta guerre

Un'altra difesa e' possibile

A Trento gli "Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta"

Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l'Associazione Antimafie Rita Atria lanciano per il 4 novembre l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinche' in ogni citta' si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.

Ogni vittima ha il volto di Abele

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Oltre cento anni dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, mentre e' tragicamente in corso la "terza guerra mondiale a pezzi", e' ora di dire basta.

Per questo sosteniamo la campagna "Un'altra difesa e' possibile" che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.

Obiettivo della campagna e' quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrita' della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "sacro dovere della difesa della patria" (art. 52).

Il 4 e 5 novembre a Trento i promotori della campagna "Un'altra difesa e' possibile" e il Forum Trentino per la Pace e i diritti umani hanno convocato gli "Stati generali della Difesa civile non armata e nonviolenta", un primo passo per coordinare e creare un confronto tra i diversi soggetti che gia' ora agiscono nel settore della difesa civile: le istituzioni preposte alla Difesa, alla Protezione civile, al Servizio Civile Nazionale, la ricerca sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti, il Terzo Settore e le organizzazioni non governative che lavorano per la pace e il disarmo.

Tutti coloro che non potranno essere con noi fisicamente a Trento, si uniscano idealmente in una sorta di staffetta civile tra commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, ribadendo che il 4 novembre e' giorno di lutto e non di festa per la partecipazione all'inutile strage della prima guerra mondiale. Ovunque sia possibile, in ogni piazza d'Italia. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

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Per informazioni sulla campagna "Un'altra difesa e' possibile"

vai al sito www.difesacivilenonviolenta.org

Segreteria della Campagna c/o il Movimento Nonviolento

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A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

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Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803

e-mail:an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it

PeaceLink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Associazione Antimafie Rita Atria

per contatti: e-mail: abruzzo at ritaatria.it, sito: www.ritaatria.it

 

2. SCORCIATOIE. CHE PER RISOLVERE I PROBLEMI

 

Che per risolvere i problemi si ammazzino le persone, che pessima idea.

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Ogni vittima ha il volto di Abele.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

La nonviolenza e' la politica necessaria.

 

3. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

 

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.

Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

 

5. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

6. REPETITA IUVANT. UN APPELLO NONVIOLENTO PER Il 4 DICEMBRE: UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

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Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

7. RIFLESSIONE. FRANCESCO GESUALDI: COSTITUZIONE, LA RIFORMA DELL'1%

[Dal sito sbilanciamoci/info riprendiamo il seguente intervento del 7 ottobre 2016.

Francesco Gesualdi - il Francuccio di don Milani - anima il "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa) ed e' una delle figure piu' autorevoli dei movimenti di pace e di solidarieta']

 

La riforma costituzionale di Renzi non solo punta ad accentrare le decisioni a livello nazionale ma anche a spostare l'asse del potere dal Parlamento al governo.

Sulle ragioni per cui la riforma della Costituzione sarebbe ormai diventata una questione di vita o di morte, se ne sono sentite di tutti i colori. Da chi la vuole per risparmiare sui costi della politica, a chi la pretende per essere al passo coi tempi. Come se concetti come democrazia, sovranita' parlamentare, partecipazione, potessero essere variabili dipendenti dai contesti che mutano.

L'innovazione tecnologica ci ha abituato a rottamare stili di vita, modi di lavorare e di comunicare, ma certi principi hanno valore assoluto: non invecchiano col tempo che passa, ne' sono messi fuori moda dall'incalzare di nuovi ritmi, nuove tecnologie e nuovi interessi economici. La democrazia non ha come obiettivo la fretta, ma scelte meditate e partecipate finalizzate ad ottenere leggi giuste. Leggi, cioe', varate, nel rispetto della volonta' popolare a favore di equita', liberta', sostenibilita', dignita' per tutti, come sancito dalla Costituzione. Per questo i nostri padri costituenti avevano progettato un assetto istituzionale che intendeva avvicinare i livelli decisionali ai cittadini tramite gli enti locali, che affermava la sovranita' del Parlamento sul governo, che prevedeva oculatezza attraverso un doppio passaggio legislativo.

La riforma di oggi va in direzione opposta: vuole espropriare le Regioni rispetto a temi cruciali come la salvaguardia dei territori e dei beni comuni, vuole ridurre il potere elettivo del popolo impedendogli di eleggere il Senato, vuole azzoppare il Parlamento riservando la piena potesta' legislativa alla sola Camera dei deputati, vuole trasformare l'unica Camera pienamente legiferante in un leggificio al servizio del governo, vuole ridurre i momenti di confronto fra governo e Parlamento mantenendo in vita un Senato che fra i propri compiti non ha piu' quello di accordare la fiducia al governo. In una parola e' una riforma che non solo punta ad accentrare le decisioni a livello nazionale ma anche a spostare l'asse del potere dal Parlamento al governo, impedendo sempre di piu' al popolo di esprimere la propria rappresentanza. E lo dimostra non solo la decisione di non farci piu' eleggere il Senato, ma di accompagnare la riforma costituzionale con una legge elettorale che garantisce la maggioranza parlamentare al partito che in rapporto agli altri ottiene piu' voti, non importa quanti. Il che, considerato l'astensionismo crescente che si va affermando nel paese, ci condurra' a maggioranze parlamentari che rappresentano solo una parte molto esigua dell'elettorato.

Che la riforma in atto rappresenti un picconamento della democrazia e' fuori di dubbio. Ma secondo molti si tratterebbe di un male da accettare in nome di due grandi obiettivi: stabilita' di governo e leggi veloci. Il tutto come precondizione per raggiungere quello che oggi e' ritenuto il massimo bene. Per chi non l'avesse capito stiamo parlando della crescita, la medicina miracolosa che secondo l'accordo unanime di imprenditori, politici e sindacati sarebbe capace di curarci da ogni male. Che si tratti di debito pubblico, di pensioni, di disoccupazione, di degrado ambientale, di poverta', la ricetta e' sempre la stessa: crescita. Ce lo ripetono all'unisono settanta volte al giorno. Ma sulla miracolosita' della ricetta esistono molti dubbi, non solo per i risultati non garantiti sul piano sociale, ma soprattutto per i sicuri effetti indesiderati sul piano ambientale. E tuttavia, anche ammesso e non concesso che la ricetta sia corretta, una domanda continua a rimanere nell'aria: perche' per avere la crescita e' cosi' importante riformare la Costituzione?

Il nesso non verra' mai afferrato finche' non si mette a fuoco che nella testa dei politici non esiste altro soggetto economico se non le imprese private. Un tempo il ventaglio dei soggetti economici comprendeva anche la comunita', nelle sue varie articolazioni (Stato, Regioni, Comuni), che poteva, anzi doveva intervenire per creare ricchezza al servizio dei cittadini nella sue componenti piu' nobili: la difesa dei beni comuni, la garanzia dei servizi alla persona, il soddisfacimento dei bisogni fondamentali. Ma il vento neoliberista ha fatto piazza pulita di ogni idea di comunita' imprenditrice di se stessa convincendoci che solo le imprese orientate al mercato sono autorizzate ad avviare attivita' produttive. Oggi, pero', non e' facile trovarne di disposte ad investire in Italia perche' nel tempo della globalizzazione le imprese hanno acquisito il privilegio di poter sfarfallare da un paese all'altro alla ricerca di quello che offre le condizioni piu' vantaggiose. Ecco perche' lo sport nazionale di ogni governo e' diventato la riforma di tutto cio' che non piace alle imprese per invogliarle ad investire nel proprio paese.

Sulle riforme da introdurre per attirare gli investimenti, i governi non hanno molto da inventare, ha gia' scritto tutto Il World Economic Forum, l'associazione delle multinazionali che tutti gli anni, a gennaio, organizza l'incontro di Davos per dettare l'agenda politica dell'anno che verra'. Nei suoi rapporti sono elencate le condizioni che piacciono alle imprese: non solo un basso regime fiscale, bassi oneri sociali, alta flessibilita' del lavoro, ma anche un assetto istituzionale sicuro e veloce. Che tradotto significa governi stabili capaci di garantire continuita' politica e parlamenti veloci capaci di produrre in fretta leggi favorevoli agli affari. Del resto gia' nel 2013, la banca internazionale JP Morgan aveva messo nero su bianco il percorso di riforme per l'Italia: "I sistemi politici dell'Europa meridionale soffrono di esecutivi deboli, strutture statali centrali deboli rispetto alle Regioni, protezione costituzionale dei diritti dei lavoratori, sistemi di costruzione del consenso che favoriscono il clientelismo politico, diritto di protestare se intervengono cambiamenti non graditi. (...) Il test piu' importante sara' per l'Italia dove il nuovo governo dovra' dimostrare di sapersi Impegnare per una riforma politica significativa".

JP Morgan e' la sesta banca del mondo per valori amministrati, qualcosa come 2.500 miliardi di dollari. Lavora per l'1% del pianeta, quelli che da soli controllano il 50% della ricchezza mondiale. Amministra le loro ricchezze affinche' ne abbiano sempre di piu'. E pur di servirli non si fa neanche scrupolo ad elaborare truffe che mandano in rovina i risparmiatori piu' sprovveduti. Dal 2012 al 2015 JP Morgan ha collezionato multe, per comportamenti illeciti, pari a 30 miliardi di dollari. Ma il suo amministratore delegato, Jamie Dimon guadagna sempre di piu'. Nel 2015 ha ottenuto compensi per 27 milioni di dollari, permettendogli l'ingresso trionfale nell'olimpo dei miliardari. Per queste imprese e questi personaggi stiamo rinunciando alla nostra democrazia, ma e' davvero cio' che ci conviene?

 

8. RIFLESSIONE. SALVATORE SETTIS: LA COSTITUZIONE NON SI CAMBIA CON UN PLEBISCITO

[Dal quotidiano "La Repubblica" del 3 maggio 2016 col titolo "La Costituzione non si cambia con un plebiscito".

Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte, ha ricoperto molti prestigiosi incarichi ed e' autore di molte pubblicazioni. Il suo ultimo libro e' Costituzione! Perche' attuarla e' meglio che cambiarla, Einaudi, Torino 2016]

 

Chiunque intenda il referendum d'autunno sulla Costituzione come un plebiscito pro o contro il governo fa un errore di grammatica istituzionale. La Costituzione non e' un regolamento condominiale. Non si riforma per comodo di chi governa, ne' si respinge se l'attuale governo non ci piace. Le Costituzioni vanno pensate "per sempre": come quella americana, che dal 1789 ha avuto solo 27 emendamenti, dei quali dieci tutti insieme, e dal 1992 nessuno. Ma l'equivoco del plebiscito oscura la sostanza dei problemi, spinge a trattare il tema come una competizione sportiva e non come una discussione sul merito, da valere nei tempi lunghi. Dimenticando che dalla tenuta della Costituzione dipende la vita della democrazia, anzi della Repubblica. Certo, non e' facile discutere nel merito una riforma che modifica in un sol colpo 47 articoli della Carta; mentre dal 1948 ad oggi si erano cambiati 43 articoli, a uno a uno, seguendo l'aureo principio secondo cui le revisioni della Costituzione devono essere "puntuali e circoscritte, con una specifica legge costituzionale per ogni singolo emendamento" (Pizzorusso). Nonostante questa valanga di modifiche, e' assolutamente necessario entrare nel merito. Con un intervento tanto invasivo, e' statisticamente improbabile che vada tutto bene o tutto male. Provero' a indicare due punti che ritengo accettabili e due che mi paiono da respingere.

Con un intervento tanto invasivo, e' statisticamente improbabile che vada tutto bene o tutto male. Provero' a indicare due punti che ritengo accettabili e due che mi paiono da respingere.

Va bene aggiungere la "trasparenza" tra i requisiti dei pubblici uffici (art. 97). La parola non era nel linguaggio politico del 1948, lo e' adesso. Forse non e' proprio la Costituzione il luogo per dirlo, ma in fondo perche' no? Altro punto su cui si puo' esser d'accordo, la restrizione del potere del governo di emanare decreti legge (art. 77). Ma punti ancor piu' importanti suscitano gravi preoccupazioni. Ne indico solo due. L'art. 67 della Costituzione vigente dice: "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato" (ossia senza obbligo di ubbidienza verso il partito, ma con piena responsabilita' personale). Questo principio e' stato gia' svilito dall'indecorosa migrazione di parlamentari da un partito all'altro (a fine gennaio 2016 si contavano 325 metamorfosi dei voltagabbana di questa legislatura).

Ma nella proposta di riforma costituzionale il testo vigente, breve e chiaro, viene smembrato e disfatto. Il nuovo articolo 67 direbbe infatti: "I membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato". Scompaiono le parole "rappresenta la Nazione", trapiantate (depotenziandole) nell'art. 55, da cui risulta che "Ciascun membro della Camera dei deputati rappresenta la Nazione". Avremo dunque un Senato i cui membri non rappresentano piu' la Nazione, perche' "il mandato dei membri del Senato e' connesso alla carica ricoperta a livello regionale o locale" (cosi' la relazione esplicativa). Ma siccome gli ex Presidenti della Repubblica saranno senatori a vita, avremo l'assoluta meraviglia di Presidenti come Ciampi e Napolitano che non rappresenteranno piu' la Nazione, bensi' le istanze locali.

Ma come verra' eletto, secondo la riforma, il Presidente della Repubblica? Lo faranno deputati e senatori, come ora (art. 83). Ma con una differenza importante. Oggi il Presidente e' eletto con una maggioranza di due terzi dell'assemblea nei primi tre scrutini (cosi' nel caso di Ciampi, 1999), con la maggioranza assoluta dal quarto in poi (cosi' Napolitano, 2006). In futuro, se la riforma sara' approvata nel referendum, non sara' piu' cosi'. Nei primi tre scrutini resta valida la maggioranza di due terzi dell'assemblea, dal quarto in poi si passa ai tre quinti dell'assemblea; ma la vera novita' della riforma scatta a partire dal settimo scrutinio: da questo momento in poi bastera' la maggioranza assoluta non piu' dell'assemblea, bensi' dei votanti. In altri termini, se al settimo scrutinio dovessero votare solo 20 fra deputati e senatori, a eleggere il Presidente basteranno 11 voti. Gli assenti dall'aula avranno sempre torto. Si aprirebbe cosi' la gara a colpi di mano, delegittimazioni, conflitti procedurali. Un Presidente eletto cosi', certo, non "rappresenta la Nazione" nemmeno quando e' in carica, figurarsi da senatore a vita. Chi ha votato questo articolo in aula doveva essere davvero assai distratto.

Nel merito bisogna entrare (non lo faro' ora) anche sul neo-bicameralismo che nasce dal nuovo Senato non elettivo. E' difficile, e' vero, render conto dell'intrico di competenze fra le due Camere quale risulta dall'ammucchiata verbale della riforma (l'art. 70, nove parole nella Costituzione vigente, ne conta 434 nel nuovo). Ma e' importante parlarne nel merito: perche' criticare il "bicameralismo perfetto" della Costituzione vigente non vuol dire necessariamente sottoscrivere un testo che "non funzionera' mai e complichera' in modo incredibile i lavori del Parlamento" (Ugo De Siervo).

Davanti a enormita' come quelle degli artt. 67 e 83 (e non sono le sole), c'e' da chiedersi perche' mai l'elettore debba essere obbligato a votare in blocco con un Si' a tutto (comprese le modifiche che detesta) o con un No a tutto (comprese quelle su cui e' d'accordo). E' stato uno svarione istituzionale cucinare in un unico testo una riforma tanto estensiva; ma e' ancora possibile rimediare in parte segmentando i quesiti referendari in piu' punti, come propone il documento firmato da 56 costituzionalisti, fra cui 11 presidenti emeriti della Corte Costituzionale. Sarebbe piu' rispettoso della Costituzione, degli elettori, della democrazia. Ma il governo avra' il coraggio di farlo?

 

9. REPETITA IUVANT. UNA BOZZA DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI

 

Al/alla parlamentare ...

Oggetto: proposta di un impegno suo personale affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine

Gentile parlamentare ...,

le scriviamo per formularle la richiesta di un suo personale impegno affinche' al piu' presto si addivenga alla discussione nelle competenti Commissioni parlamentari dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine.

Come gia' sapra', dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza. Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe. Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.

Ricordera' anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.

Le segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.

Non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.

Con questa lettera vorremmo sollecitare il suo personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.

Distinti saluti,

Firma, luogo e data, recapito del mittente

 

10. INCONTRI. A FIRENZE IL 29 OTTOBRE LA PRIMA "GIORNATA NAZIONALE DI STUDIO SUGLI EFFETTI SANITARI E AMBIENTALI DEL TRASPORTO AEREO"

[Dall'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente - Isde Italia riceviamo e diffondiamo]

 

Prima Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo (Firenze, sabato 29 ottobre 2016)

L'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente - Isde Italia promuove per sabato 29 ottobre 2016 a Firenze la prima Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo.

La giornata di studio sara' occasione anche per individuare e consolidare  strategie  comuni di azione finalizzate ad impedire l'apertura di nuove strutture aeroportuali, ad impedire l'ampliamento di quelle gia' esistenti e per la riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo.

Responsabile dell'iniziativa e' la dottoressa Antonella Litta, referente nazionale e coordinatrice del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute" dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde.

*

Di seguito il programma della giornata di studio:

Ore 9.30: Iscrizione e registrazione

Ore 9.45: Saluti e introduzione ai lavori - Dr. Roberto Romizi, Presidente ISDE Italia

Ore 10.00: "Inquinamento ambientale, attivita' umane e cambiamento climatico: le responsabilita' anche del settore aereo" - Prof. Gianni Tamino, Isde Italia

Ore 10.45: "Inquinamento ambientale e salute in eta' prenatale e pediatrica" - Dr. Massimo Generoso, Presidente Isde Firenze

Ore 11.15: Coffe-break

Ore 11.30: "Danno a salute e ambiente da trasporto aereo, le evidenze scientifiche a sostegno delle istanze dei cittadini e dei comitati in Italia e in  Europa" - Dr. Antonella Litta, Isde Italia

Ore 12.15: "Le emissioni degli aeromobili: composizione, quantitativi e misurazione degli inquinanti prodotti" - Ing. Giuseppina Ranalli

Ore 13.00: Pausa pranzo

Ore 14.00: Esperienze  territoriali  a confronto tra i rappresentanti dei comitati italiani

Ore 14.45: "Citta' sempre piu' rumorose: misurazioni dell'inquinamento acustico e normativa vigente" - Prof. ing. Sergio Luzzi

Ore 15.15: "Strumenti legali ed azioni nelle vertenze di opposizione alla costruzione di nuove strutture aeroportuali e all'ampliamento di quelle gia' esistenti nel quadro generale dello strapotere della finanza internazionale" - Prof. Paolo Maddalena, magistrato, vicepresidente emerito della Corte Costituzionale

Ore 16.00: Domande e interventi di approfondimento

Ore 16.30: Approvazione  del documento da inviare alle Istituzioni italiane a sostegno della richiesta di riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo in Italia

Ore 17.00: Chiusura dei lavori e rilascio attestati

*

L'iniziativa si svolgera' a Campi Bisenzio (Firenze) presso l'Hotel 500, via Tomerello n.1 (www.hotel500firenze.com), ove per chi ne avesse necessita' sara' possibile anche pernottare.

Per le adesioni ed iscrizioni si prega contattare Nadia Conti, responsabile della segreteria organizzativa: tel. 3358162370, e-mail:  n.conti at hotmail.it

*

Associazione Medici per l'Ambiente - Isde Italia, ia della Fioraia 17/19, 52100 Arezzo, Tel. 0575-222560575-22256, Fax 0575-28676, Web www.isde.it, E-mail mailto:isde at ats.it, Facebook https://www.facebook.com/isdeitalia, Twitter @ISDEItalia

 

11. REPETITA IUVANT. ALCUNI GIAMBI ED EPODI DI MINO GUALTIERI E NINO TEODORI

 

I. Per la critica dei paroliberi

 

Se e' vero che in un piccolo specchio

un cielo stellato si puo' rispecchiare

cosi' a condannare l'iniqua, la torbida,

la grottesca riforma ed infame

voluta dal governo basta comparare

la lingua della Costituzione repubblicana

della Costituzione antifascista

della Costituzione che afferma

che "la sovranita' appartiene al popolo"

e che il popolo tutto leggendola comprende

alla scrittura greve e labirintica

delle modifiche costituzionali

che al limpido articolo 70

che recita semplicemente

che "la funzione legislativa e' esercitata

collettivamente dalle due Camere"

sostituisce un vertiginoso labirinto

di quattrocento e passa parole colmo di rimandi

ad altri articoli e commi e periodi.

La saggezza del popolo sa

che quando alle chiare, semplici, brevi parole

si sostituiscono lunghi, complicati, nebulosi discorsi

li' e' confusione di stolti che non sanno pensare

o peggio il furbesco raggiro degli imbroglioni.

 

Basta leggere l'articolo 70 per sapere

che al referendum occorre votare No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

*

 

II. Che la sovranita' appartiene al popolo

 

Che la sovranita' appartiene al popolo

leggo nel primo articolo della Costituzione

repubblicana, democratica, antifascista.

Ma quando il popolo non elegge piu' il Senato?

Ma quando la Camera dei Deputati non e' piu' eletta

con criterio proporzionale secondo i voti espressi

ma una minoranza organizzata s'appropria

della maggioranza assoluta dei seggi?

Quando il Governo infrange

la separazione e l'equilibrio dei poteri?

Quando il potente pretende

di porsi al di sopra della legge

la legge prima violando

e poi pretendendo riscriverla a suo vantaggio

l'ordinamento civile prostituendo al suo arbitrio

e la civile convivenza corrompendo?

Non e' a tutti evidente che cosi'

quel governo fa strame

della sovranita' popolare, della Costituzione repubblicana,

della democrazia, dello stato di diritto?

 

Non ci vuol molto per capire

che al referendum occorre votare No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

*

 

III. Primavera di bellezza

 

"Noi affermiamo che la magnificenza del mondo

si e' arricchita di una bellezza nuova:

la bellezza della velocita'".

(Manifesto del Futurismo, 1909)

 

Il Senato? Rottamiamolo pure.

Sostituiamolo con una comitiva

di consiglieri regionali e sindaci,

e perche' non di calciatori o zebre?

Non vi fu gia' un imperatore

che fece senatore il suo cavallo?

 

La Camera dei Deputati? Eleggiamola in modo

che una minoranza di allegri ragazzi

con un solo bluff si prenda tutto il piatto.

Non ci appassiono' quel racconto di Borges

della Lotteria di Babilonia?

Non sono adorabili tutte le canaglie?

 

La separazione dei poteri? E perche' mai?

Quando al governo c'e' una testa fina

sapra' ben lui cosa e' bene per tutti.

 

La democrazia? Suvvia, che lo sappiamo

che e' solo una gran perdita di tempo.

 

La Costituzione antifascista? Ancora?

Ma se siamo nel XXI secolo!

 

*

 

IV. L'argomento del doppione

 

Il Presidente del Consiglio dice

che quel Senato di vecchi barbogi

e' della Camera un inutile doppione.

 

E in fondo anche la Camera e' un bestione

che troppo tempo fa perdere al Governo.

 

E poi anche il Consiglio dei Ministri

rallenta il Presidente del Consiglio

che ben saprebbe far tutto da solo.

 

E se volessimo dircela tutta

finanche questo popolo italiano

e' una lumaca che intralcia il Presidente.

Potessimo, ah, lasciarlo qui da solo

ed emigrare tutti in Oceania

allora si' che ben risorgerebbe

piu' grande e piu' bella che pria

la nostra grande Italia. E allora via.

 

*

 

V. Samotracia

 

Guardiamoci negli occhi e valga il vero:

il parlamento cosa fa? Oh, parla

e parla e parla e non sa fare altro.

Ed il governo invece cosa fa? Governa,

e non ha tempo per tutto quel cianciare.

 

E la magistratura? Perdigiorno.

E la Costituzione? Ragnatele.

E le elezioni? meglio un bel sondaggio.

E la sovranita' che appartiene

al popolo? Son fole da fanciulli.

E la democrazia lenta e paziente?

Roba di prima dei telefonini.

 

Chi non lo sa che un automobile da corsa

e' piu' bello della Vittoria di Samotracia?

 

*

 

VI. Piccola pubblicita'

 

La democrazia parlamentare e' lenta.

La dittatura invece e' svelta come la polvere.

 

La democrazia parlamentare costa.

Il fascismo e' gratis.

 

Il senato e' roba vecchia.

La cocaina si' che e' giovane forever.

 

La sovranita' che appartiene al popolo?

Ma il sovrano su qualcuno dovra' pure sovrastare.

 

La divisione e il controllo dei poteri?

Ma che si vuole incatenare Superman?

 

La Costituzione di quando c'erano i comunisti?

Ma se siamo nella postmodernita'.

 

Chi vota si' vince un paio di scarpe.

Chi vota no merita un fracco di legnate.

 

A chi non piace il governo dei giovani?

Chi non vorrebbe far l'americano?

 

Il governo e' buono con i buoni

le classi pericolose stiano al posto loro.

 

Chi dice sempre no ha la zucca dura

chi dice sempre no e' un disfattista

vile seguace dell'empia congiura

negrogiudeoislamocomunista.

 

12. REPETITA IUVANT. SEI SPROLOQUI DI CAROGNO MOZZARECCHI

 

I.

 

L'hae visto 'r presidente der conzijo

co' la ministra fija der banchiere

tutti bellini, bianchi come 'n gijo

che cce voleveno fa' 'sto cristiere

 

che lloro giocheno a 'ndo tocco pijo

e tte se fregheno 'r cacio e le pere

e a tte te lasseno diggiuno, fijo,

che hae da 'nna' a ccattanno pe' mmestiere.

 

Eppoe le vegghi co' 'sta faccia tosta

che mmo' pe' rrubba' mejo cianno fretta

de faccese 'na legge fatta apposta.

 

Ma gguarda tu, mannaggia a la paletta,

che pe' nun famme metta 'sta supposta

me tocca a vvota' nno 'nziem'a Brunetta.

 

*

 

II.

 

Er president'ha ddetto: O ssi' o a ccasa,

o mme date raggione o mme ne vo.

Poi se n'e' 'ccorto 'r sor mastro cerasa

d'ave' convint'a tutte a vvota' nno.

 

E appresso la ministra ggiu' 'na spasa

de trombonate e 'nzurti e quipproquo

che a daje retta a uno je se 'ntasa

lo stommico e la zzucca doppo 'n po'.

 

E nnue poracce e ppure sempriciotte

emo capito solo che 'sta ggente

ce vonno bidona' pure stavorta

 

co' 'ste moine qui da gattamorta

e cco' la scusa che 'gni cosa e' urgente

a lloro la cuccagna e a nnue le bbotte.

 

*

 

III.

 

Famola corta, sori buggiaroni

e' vvero o nun e' vvero che 'l governo

ha ddetto ch'emo rotto li cojoni

a sta' a discute tutto 'n sempiterno?

 

E' vvero o nno che li sori padroni

se so' stufati a sopporta' 'st'inferno

'ndo' pure noi che semo pezzentoni

volemo da vota' pure d'inverno?

 

E allora se so' ffatte 'sta riforma

che ddice che comanneno esse sole

e ppe' cchi nun ce sta' ciade' la norma

 

de stasse zitte pure se je dole

e 'gni cinqu'anni tanto pe' la forma

d'anna' a vvota' che artro nun ze pole.

 

*

 

IV.

 

Viva 'r governo de la ggioventu'!

La legge nova e' que': che pe' 'r senato

nun s'ha da vota' piu', e che 'r deputato

se lo sceje er capoccia, mica tu.

 

Che cchi ggoverna nu' la regge ppiu'

'sta pigareccia, 'sto spreco de fiato

'ndo vole mette becco 'gni screanzato

che 'r posto suo e' dde fa' la servitu'.

 

Chi sta ar governo e ha ffatto bazzicotto

je va da governa' come je pare

che d'essa controllato mo' ss'e' rrotto.

 

Macche' elezzioni, e' rrobba da somare.

Macche' democrazzia, ch'ade' 'n pancotto.

Smettete da scocciacce e annate ar mare!

 

*

 

V.

 

Mo' tte lo vojo di': a pparla' pulito

se de tutti i ministri ce fae 'n mazzo

se chiama gabbinetto, e 'n der palazzo

se sa che 'r gabinetto ade' quer sito

 

che nun po' mae manca', e cchi c'e' ito

te dice ch'ade' propio 'n ber sollazzo

che sse sta mmejo lli' che sur terrazzo

e cce se gode da leccasse er dito.

 

E quello che ccia' avuto 'sta fortuna

d'aritrovasse ma 'sto gabbinetto

nun vole scegne ppiu' da la tribbuna

 

che nun ze stacca manco cor raschietto

manco si j'arigaleno la luna.

Avoja a di' "ssi pperdo me dimetto".

 

*

 

VI.

 

Stamm'a ssenti', che tte la spiego io

'sta gran riforma costituzzionale.

Primo: 'r zenato adera annato a mmale

cosi' ll'hanno levato e vae co' ddio.

 

Ar posto suo tanto pe' ffa' pio pio

ce vanno du' farlocchi ch'ade' ugguale.

Seconno, la riforma elettorale

ar parlamento ch'era 'n ciancichio

 

je ficca su' 'na bbella muserola

cosi' ss'azzitta e 'mpara a ddi' dde si'

quanno 'r governo je da' la parola.

 

Pe' tterzo: er popolaccio ha da obbedi'.

E mmo' che tt'ho spiegata 'sta tajola

decide tu ssi tte sta bbe' cosi'.

 

13. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"

[Riproponiamo ancora una volta]

 

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.

- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.

- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.

- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.

- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.

- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.

- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.

- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.

- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.

- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.

- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.

- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.

- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.

- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.

- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.

- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.

- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.

- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.

- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.

- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.

- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.

- Francesco Gesualdi, Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015.

*

Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:

- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.

- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 182 del 18 ottobre 2016