[Nonviolenza] Telegrammi. 2505



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2505 del 18 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Un appello nonviolento per il 4 dicembre: Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

2. Movimento Nonviolento: 4 dicembre, referendum costituzionale: le ragioni del Movimento Nonviolento

3. Due libri da leggere su Costituzione e referendum

4. Alcuni testi del mese di gennaio 2014 (parte quarta e conclusiva)

5. Pete Seeger

6. Ricordati i viterbesi vittime della Shoah. Ancora un appello affinche' cessi la persecuzione dei migranti

7. L'associazione "Respirare" augura buon compleanno al professor Osvaldo Ercoli

8. Ricordato a Viterbo il martire antifascista Mariano Buratti a settanta anni dall'uccisione

9. Ricordati a Viterbo Carlo Cassola e Mohandas Gandhi

10. Un messaggio di saluto al XXIV congresso del Movimento Nonviolento

11. Claudio Abbado

12. Amiri Baraka

13. Arnoldo Foa'

14. Juan Gelman

15. Carlo Mazzacurati

16. Jose' Emilio Pacheco

17. Carla Ravaioli

18. Segnalazioni librarie

19. La "Carta" del Movimento Nonviolento

20. Per saperne di piu'

 

1. REPETITA IUVANT. UN APPELLO NONVIOLENTO PER Il 4 DICEMBRE: UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

*

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

2. RIFLESSIONE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 4 DICEMBRE, REFERENDUM COSTITUZIONALE: LE RAGIONI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e volentieri diffondiamo]

 

Alle tifoserie preferiamo il ragionamento.

In questa nota, redatta dal Movimento Nonviolento, ci soffermiamo su alcune idee che afferiscono ai contenuti, alle modalita', alla legittimita' delle modifiche proposte dalla riforma costituzionale.

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Siamo per la democrazia aperta, contro la riduzione della rappresentanza democratica

Il Movimento Nonviolento ha l'orizzonte della capitiniana omnicrazia (il potere di tutti) tra i suoi valori fondanti: per questo ritieniamo che la governabilita' sia importante, ma ancor piu' importanti siano la rappresentanza e la partecipazione. Non abbiamo il culto assoluto della rappresentanza parlamentare, perche' nella nostra esperienza abbiamo verificato che molta della migliore politica si svolge nei movimenti che crescono dal basso e che i cambiamenti reali avvengano all'esterno delle aule istituzionali. Ma, proprio per questo, noi siamo per l'apertura delle sedi parlamentari, non per una loro ulteriore chiusura. La cosidetta "riforma costituzionale" ha, invece, tra i suoi obiettivi la sottrazione di una camera parlamentare, il Senato della Repubblica, alla libera elezione dei cittadini, consegnandola a rappresentanti nominati dai consigli regionali, che gia' rivestono un ruolo di rappresentanza politica (consiglieri regionali e sindaci). E' l'introduzione - anziche' di un elemento di democrazia diretta, come noi auspichiamo - di una superfetazione di un ceto politico, che non risponde piu' direttamente ai cittadini elettori. Inoltre la diminuzione del numero di eletti direttamente dal popolo (presentata come necessita' di diminuire i costi della politica) di fatto toglie rappresentanza e quindi potere agli elettori, scavando un ulteriore solco tra corpo elettorale e istituzioni democratiche.

La democrazia, come la liberta' e la giustizia, essendo valori preziosi, hanno giustamente dei costi che vanno giustificati e sostenuti per il bene di tutti. La politica a "basso costo" rischia anche di diventare una politica di "bassa qualita'".

La contemporanea sottrazione al Senato di alcuni compiti costituzionali, determina inoltre - tra le molte conseguenze messe in evidenza - la possibilita' di "dichiarare guerra" alla sola Camera dei deputati che - eletta con il sistema maggioritario con premio di maggioranza - consegnerebbe questa pesante e grave possibilita' alla decisione di una minoranza politica.

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Una minoranza politica non puo' modificare il patto repubblicano che riguarda tutti

Il Movimento Nonviolento - riformatore per definizione, fin dalla sua Carta programmatica - non ritiene immutabile la Costituzione della Repubblica italiana, perche' e' convinto che diversi aspetti possano essere migliorati, in un'ottica di maggiore apertura federalista, disarmista, ecologista e nonviolenta. Prima di modificarla, pero', andrebbe pienamente applicata e attuata, pensiamo in particolare agli articoli 11 e 52, il ripudio della guerra  e degli strumenti che la rendono possibile e l'istituzione di una Difesa che contempli anche forme civili, non armate e nonviolente.

La Costituzione vigente e' stata scritta da un'Assemblea costituente eletta con metodo rigorosamente proporzionale, in modo che tutte le componeneti politiche - espressione della societa' civile - potessero essere rappresentate. La cosiddetta "riforma costituzionale" oggetto del referendum e' stata realizzata invece da un Parlamento eletto con il piu' antidemocratico e discriminatorio dei sistemi elettorali che la storia della Repubblica ricordi, dichiarato incostituzionale dalla stessa Corte costituzionale.

Come se non bastasse, la riforma e' stata fortissimamente voluta dal governo in carica contro tutte le opposizioni - parlamentari e non - contravvenendo anche al principio della separazione dei poteri, cosi' enunciato dal padre costituente Piero Calamandrei, fin dal 1947: "Quando l'Assemblea discutera' pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti; estraneo del pari deve rimanere il governo alla formulazione del progetto, se si vuole che questo scaturisca interamente dalla libera determinazione dell'Assemblea sovrana".

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I cosidetti "riformatori" della Costituzione non hanno legittimita', ne' politica ne' morale

La democrazia e' una cosa seria, e dunque riteniamo che un Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale - perche' antidemocratica - avrebbe dovuto trovare velocemente un accordo su una nuova legge elettorale rispettosa delle indicazioni offerte dalla Corte costituzionale, con la quale andare, il piu' presto possibile, a nuove elezioni: e' un principio basilare di democrazia. Un Parlamento azzoppato, costituito prevalentemente da nominati, non puo' fare la piu' importante "riforma costituzionale" della storia della Repubblica italiana: e' un principio di legittimita'.

Accanto a questa evidente illegittimita' politica esiste un altrettanto importante problema di illegittimita' morale. La maggioranza parlamentare che ha prodotto la cosiddetta "riforma costituzionale" e' la stessa che ha approvato in questi anni il continuo aumento delle spese militari italiane - giunte all'incredibile cifra di 80 milioni al giorno - in spregio ai "Principi fondamentali" della stessa Costituzione che vuole riformare: la pace, la giustizia, l'equita'. Il governo che promuove la riforma e' lo stesso che agevola il commercio di armi italiane con paesi belligeranti, come l'Arabia Saudita, in palese violazione della legge 185/90, come denunciato, anche alla magistratura, dal Movimento Nonviolento; ed e' lo stesso governo che, in obbedienza alla politica aggressiva della Nato e senza dibattito parlamentare, ha deciso di inviare soldati italiani in Lettonia. Come si puo' affidare a questo Governo e a questo Parlamento la riforma della Costituzione italiana?

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La voglia di "cambiamento" sostenuta dai fautori della riforma e' in astratto condivisibile, ma con le proposte concrete sottoposte a referendum il rischio di cambiare in peggio ci appare forte e irreversibile.  Noi continuiamo a coltivare il dubbio, ma il Referendum e' cosi', o bianco o nero, le sfumature di grigio non sono contemplate nella scelta finale. Le riflessioni ampie, articolate e complesse (che sono l'aria necessaria al respiro della politica) alla fine devono avere una risposta secca, che ognuno trovera' in coscienza.

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Sono queste le ragioni - di contenuto, di metodo, di legittimita' - che il Movimento Nonviolento offre al dibattito in corso sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it

 

3. PER APPROFONDIRE. DUE LIBRI DA LEGGERE SU COSTITUZIONE E REFERENDUM

 

- Salvatore Settis, Costituzione! Perche' attuarla e' meglio che cambiarla, Einaudi, Torino 2016, pp. XII + 320, euro 19.

- Gustavo Zagrebelsky, con Francesco Pallante, Loro diranno, noi diciamo. Vademecum sulle riforme istituzionali, Laterza, Roma-Bari 2016, pp. IV + 148, euro 10.

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2014 (PARTE QUARTA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2014.

 

5. PETE SEEGER

 

E' scomparso l'autore di canzoni che tutti abbiamo cantato, che ci hanno aiutato nelle lotte necessarie, che nell'ora piu' buia ci hanno confortato.

Una persona buona. Un maestro e un compagno.

 

6. RICORDATI I VITERBESI VITTIME DELLA SHOAH. ANCORA UN APPELLO AFFINCHE' CESSI LA PERSECUZIONE DEI MIGRANTI

 

Nell'ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria, la mattina di martedi' 28 gennaio 2014 a Viterbo una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha reso omaggio alla memoria di Vittorio Emanuele Anticoli, sua figlia Letizia Anticoli e il marito di lei Angelo Di Porto, ebrei viterbesi vittime della Shoah.

In via della Verita', dinanzi alla lapide che ricorda la famiglia viterbese deportata ad Auschwitz, e' stato osservato un minuto di silenzio; successivamente sono state effettuate alcune letture; la commemorazione e' stata conclusa da una meditazione del responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che nel ricordo delle vittime della Shoah ha invitato ancora una volta a lottare oggi contro il razzismo e il totalitarismo, contro tutte le uccisioni e le persecuzioni, ed in particolare affinche' cessi immediatamente la persecuzione razzista dei migranti, siano aboliti i campi di concentramento, cessino le deportazioni, cessi il favoreggiamento della schiavitu', siano accolte ed assistite le persone che giungono in Italia in fuga da guerre, dittature e fame, siano rispettati i diritti di tutti gli esseri umani.

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L'iniziativa faceva parte di una serie di iniziative commemorative e di incontri di studio, riflessione e mobilitazione contro il razzismo in relazione alla celebrazione del Giorno della Memoria della Shoah.

Per iniziativa della struttura nonviolenta viterbese nei dieci giorni tra il 17 gennaio e il 26 gennaio 2014 si sono svolti altrettanti incontri di studio nel corso dei quali sono stati letti e commentati testi di Theodor W. Adorno, Jean Amery, Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Edith Bruck, Margarete Buber Neumann, Albert Camus, Elias Canetti, Rene' Cassin, Andre' Chouraqui, Norbert Elias, Anne Frank, Stephane Hessel, Raul Hilberg, Etty Hillesum, Vladimir Jankelevitch, Milena Jesenska', Hans Jonas, Janusz Korczak, Primo Levi, Emmanuel Levinas, George L. Mosse, Leon Poliakov, i martiri della "Rosa Bianca", Jorge Semprun, Edith Stein, Tzvetan Todorov, Elie Wiesel, Annette Wieviorka, Michel Wieviorka; il 27 gennaio e' stata commemorata la figura di Vittorio Emanuele Giuntella; nei prossimi giorni sono previste ulteriori iniziative.

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La vicenda di Vittorio Emanuele Anticoli, di Letizia Anticoli e di Angelo Di Porto e' stata ricostruita grazie ad una ricerca condotta da Giovanni Battista Sguario, (cfr. "Viterbo-Auschwitz solo andata. La triste storia di tre ebrei viterbesi", testo pubblicato nel 1999 nella rivista "Biblioteca e societa'" e per estratto in opuscolo); a seguito e su impulso del benemerito lavoro del dottor Sguario e' stata collocata sul muro della casa in cui abitarono le tre vittime viterbesi della deportazione, in via della Verita', la lapide che le ricorda.

 

7. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" AUGURA BUON COMPLEANNO AL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI

 

Ricorre il 30 gennaio il compleanno del professor Osvaldo Ercoli, per tutti i viterbesi persona simbolo di impegno educativo, di rigore intellettuale e morale, di passione civile per il bene comune, di inesauribile generosita'.

In questa felice ricorrenza gli formuliamo i nostri piu' fervidi auguri, ed una volta ancora gli attestiamo la nostra profonda gratitudine.

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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli

Osvaldo Ercoli, nato a Vallerano (Vt) il 30 gennaio 1930, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si e' opposto vittoriosamente al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera".

 

8. RICORDATO A VITERBO IL MARTIRE ANTIFASCISTA MARIANO BURATTI A SETTANTA ANNI DALL'UCCISIONE

 

Nell'ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria, mercoledi' 29 gennaio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un incontro di commemorazione del martire antifascista Mariano Buratti, di cui ricorre il 31 gennaio il settantesimo anniversario dell'uccisione.

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Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ricordato la figura e l'opera del martire rievocando anche i ricordi che di lui ricevette da alcuni di coloro che erano stati suoi allievi al liceo, suoi sostenitori e compagni nella lotta antifascista, prosecutori della sua azione nell'ambito dell'impegno civile e pedagogico: per tutti il ricordo di Mariano Buratti fu un esempio cui ispirarsi, e questa fedelta' al suo nome e al suo ricordo ha ispirato altresi' anche nei decenni successivi gli allievi migliori del liceo di Viterbo che reca il suo nome.

Rievocando anche le liriche di "Focolare spento", la raccolta in cui Buratti aveva composto in nobili forme le dolorose tracce della sua vicenda familiare funestata dai lutti, anche in esse come nella pratica educativa, come nelle altre sue esperienze intellettuali e vicende esistenziali, e' stato colto ancora una volta l'afflato e l'impegno di solidarieta', la cognizione del dolore e la pietas, i sentimenti e le ragioni che hanno avuto sbocco, e sono per cosi' dire pienamente sbocciati - maturati e fioriti -, nella scelta resistenziale, nella lotta contro l'orrore nazifascista.

Ricordare Mariano Buratti significa proseguire la lotta di Mariano Buratti contro la barbarie, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano. Una memoria che non accolga questo legato, che non assuma questo impegno, non sarebbe che una tragica menzogna, un vile tradimento. La memoria di Mariano Buratti ci convoca all'impegno morale e civile oggi, ci convoca alla responsabilita' dinanzi alle iniquita' presenti, ci convoca a proseguire la lotta contro il razzismo e contro il totalitarismo, contro i poteri criminali e la violenza persecutrice e assassina.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo contro la persecuzione dei migranti.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo per l'immediata abrogazione delle antileggi hitleriane che governi golpisti hanno imposto nel nostro paese negli ultimi decenni: antileggi hitleriane che hanno provocato sofferenze indicibili e finanche la morte ad innumerevoli esseri umani che speravano di trovare in Italia democrazia, accoglienza e solidarieta', che speravano di trovare in Italia il rispetto sincero e coerente della legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica Italiana che riconosce e difende i diritti di tutti gli esseri umani.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo per l'abolizione immediata dei campi di concentramento in cui persone che non hanno commesso nulla di male sono detenute fino a 18 mesi in condizioni disumane.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo per l'abolizione immediata della scellerata pratica della deportazione; affinche' mai piu' le vittime di guerre e dittature giunte fortunosamente in Italia, sperando cosi' di esser scampate alla morte, siano riconsegnate ai loro carnefici.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo affinche' cessi il favoreggiamento da parte delle istituzioni e delle normative italiane della riduzione in schiavitu' di tante vittime innocenti che vengono gettate nelle grinfie delle mafie schiaviste.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo per il riconoscimento del diritto di tutti gli esseri umani a muoversi liberamente sul pianeta per trovare un luogo in cui convivere in pace e serenita', in questa Terra che e' la casa comune dell'umanita' intera.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo per far cessare le guerre e le dittature; attraverso il disarmo, la cooperazione tra i popoli, la difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo batterci in primo luogo affinche' in Italia cessi la persecuzione razzista dei migranti, ed affinche' l'Italia cessi di partecipare alle guerre assassine.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui dobbiamo continuare la lotta che fu la sua: contro la barbarie nazista che torna, contro la violenza assassina, contro la disumanizzazione dell'umanita'.

Nel nome e nel ricordo di Mariano Buratti oggi e qui noi chiediamo ancora una volta al governo e al parlamento del nostro paese l'abrogazione immediata di tutte le misure, le strutture e le pratiche razziste, la cessazione immediata della scellerata persecuzione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle migranti, la cessazione immediata della partecipazione alle guerre, la cessazione immediata della produzione e del traffico di armi, la cessazione immediata della complicita' con i poteri criminali e stragisti.

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Una breve notizia su Mariano Buratti

Mariano Buratti nacque a Bassano di Sutri (ora Bassano Romano) il 15 gennaio 1902 e mori' fucilato dai nazisti a Forte Bravetta a Roma il 31 gennaio 1944. Insegnante e poeta, dopo l'8 settembre 1943 organizzo' una delle prime bande partigiane. Catturato dai nazifascisti nel dicembre 1943 a Roma, fu detenuto in via Tasso dove per settimane fu ripetutamente torturato (sopportando le torture "con la fierezza dei forti e col silenzio dei martiri"), per essere infine fucilato a Forte Bravetta insieme ad altri antifascisti. Medaglia d'oro della Resistenza, Il liceo di Viterbo in cui aveva insegnato e' intitolato al suo nome.

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La memoria della Shoah, la memoria della Resistenza

La commemorazione di Mariano Buratti faceva parte di una serie di iniziative commemorative e di incontri di studio, riflessione e mobilitazione contro il razzismo in relazione alla celebrazione del Giorno della Memoria della Shoah.

Nei dieci giorni tra il 17 gennaio e il 26 gennaio 2014 si sono svolti altrettanti incontri di studio nel corso dei quali sono stati letti e commentati testi di Theodor W. Adorno, Jean Amery, Guenther Anders, Hannah Arendt, Zygmunt Bauman, Edith Bruck, Margarete Buber Neumann, Albert Camus, Elias Canetti, Rene' Cassin, Andre' Chouraqui, Norbert Elias, Anne Frank, Stephane Hessel, Raul Hilberg, Etty Hillesum, Vladimir Jankelevitch, Milena Jesenska', Hans Jonas, Janusz Korczak, Primo Levi, Emmanuel Levinas, George L. Mosse, Leon Poliakov, i martiri della "Rosa Bianca", Jorge Semprun, Edith Stein, Tzvetan Todorov, Elie Wiesel, Annette Wieviorka, Michel Wieviorka; il 27 gennaio e' stata commemorata la figura di Vittorio Emanuele Giuntella; il 28 gennaio sono state commemorate le figure di Vittorio Emanuele Anticoli, Letizia Anticoli e Angelo Di Porto; nei prossimi giorni sono previste ulteriori iniziative.

 

9. RICORDATI A VITERBO CARLO CASSOLA E MOHANDAS GANDHI

 

La mattina di giovedi' 30 gennaio 2014 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolta una commemorazione di Carlo Cassola e di Mohandas Gandhi.

Di Carlo Cassola ricorreva il 29 gennaio l'anniversario della scomparsa; quella di Mohandas Gandhi il 30 gennaio.

Tutti sanno che Gandhi e' stato il principale promotore della nonviolenza nel XX secolo; forse non tutti ricordano che Cassola, oltre ad essere stato impegnato nella Resistenza contro il nazifascismo, particolarmente nell'ultima fase della sua vita si impegno' tenacemente per il disarmo.

Ricordarli insieme significa evidenziare ancora una volta il fondamentale legame tra Resistenza e nonviolenza; tra lotta contro il totalitarismo e lotta per la pace; tra impegno per la pace e necessita' del disarmo; tra la lotta per la democrazia, la giustizia sociale, i diritti umani e la scelta della nonviolenza.

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Una breve notizia su Carlo Cassola

Dicevamo di lui commemorandolo nel 2013: "Carlo Cassola e' stato non solo il romanziere che cosi' acutamente ha indagato ed espresso i piu' profondi e delicati sentimenti umani e descritto con finissima sensibilita' esistenze dolorose e carsiche, ed illuminato con la sua arte e la sua moralita' esperienze interiori e collettive, condizioni sociali e vicende storiche, luoghi fisici e metafisici altrimenti destinati ad essere logorati ed infine annientati dall'offuscamento che tutto travolge; ma e' stato anche un nitido antifascista che nell'ora della prova seppe fare la scelta della Resistenza, un intellettuale impegnato altresi' nella ricerca sociale e nella lotta degli oppressi, e uno straordinario fautore del disarmo, ovvero della lotta piu' decisiva, piu' necessaria, piu' urgente: e proprio alla lotta per il disarmo dedico' tanta parte delle sue energie negli ultimi anni di vita, facendo di questo impegno il suo piu' memorabile lascito all'umanita'".

E dicevamo di lui commemorandolo nel 2012: "Il 29 gennaio 1987 moriva Carlo Cassola. Era nato nel 1917. Aveva partecipato alla Resistenza. Scrisse romanzi e racconti che hanno dato a tante persone un sorso di appassionata felicita', di amore per la vita, anche quando narrava, lievemente e sobriamente, con un pudore che ancora mi commuove, storie meste, opache, sovente di vite scialbe e spente, di sconfitte e disillusioni. Dedico' gli ultimi anni della sua vita alla lotta che gli parve allora (e che ci sembra ancora oggi, ancor piu' oggi) necessaria, fondamentale, imprescindibile: la lotta contro la guerra, contro gli eserciti, contro le armi. La lotta per il disarmo. La lotta perche' l'umanita' non sia annientata dalle armi di distruzione di massa e dalla criminale follia di coloro che nulla hanno appreso dall'orrore di Auschwitz, dall'orrore di Hiroshima. Crediamo che anche di questo suo strenuo, magnanimo, profetico impegno civile tutti dovremmo essergli grati. Serbarne memoria ed assumerlo come un'eredita' impegnativa ed ineludibile. L'impegno contro la guerra, l'impegno contro le uccisioni, l'impegno per il disarmo e' il primo dovere di ogni persona decente. La guerra e' nemica dell'umanita'. Solo la pace salva le vite".

Riproponiamo ancora infine la seguente scheda di diversi anni fa: "Carlo Cassola e' nato a Roma nel 1917 dove visse fino al '40. Dal '50 visse a Grosseto. E' scomparso nel 1987. Laureato in legge, prese parte alla Resistenza, fu poi giornalista, insegnante di liceo e scrittore. Narratore fecondo, tra i piu' visibili e letti della letteratura italiana del Novecento. Dalla meta' degli anni Settanta si impegna in una intensa campagna per il disarmo unilaterale. Dall'utilissimo sito di "Nonluoghi" (www.nonluoghi.org) riprendiamo il seguente ricordo di Cassola risalente ad alcuni anni fa: "Quindici anni fa moriva Carlo Cassola (Roma, 17 marzo 1917 - Lucca, 29 gennaio 1987). Scrittore di primo piano, ricordato tra l'altro per il romanzo La ragazza di Bube, premio Strega 1960 (e film girato da Comencini), Cassola fu anche un intellettuale di forte impegno sociale, antimilitarista ed ecologista. Gia' partigiano contro nazisti e fascisti, dedico' in particolare l'ultima stagione della sua vita alle iniziative contro il militarismo e per la pace. Numerosi i suoi scritti contro gli eserciti e gli armamenti, di grande rilevanza per il mondo del pacifismo italiano il suo contributo sfociato nella nascita, nel 1977, della Lega per il disarmo dell'Italia che due anni piu' tardi sarebbe diventata - con la prima manifestazione contro gli euromissili e l'unione con la Lega socialista per il disarmo unilaterale dell'Italia - la Lega per il disarmo unilaterale. Quest'ultima sara' uno dei principali movimenti promotori della campagna di obiezione fiscale alle spese militari... Carlo Cassola riteneva che il rischio totale per l'umanita' fosse direttamente connesso alla sua organizzazione militarista e per questo metteva in cima alla scala delle priorita' la battaglia per la demilitarizzazione sociale. "Noi disarmisti - scriveva -  siamo accusati di essere sognatori fuori della realta'. Invece siamo i soli realisti. Gli altri, i sedicenti realisti, sono solo struzzi che hanno nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere le conseguenze scellerate della loro politica: l'imminente fine del mondo e l'attuale miseria del mondo". La sua non era una utopica proposta diretta di societa' nuova, era piuttosto il grido disperato dell'uomo che vede la comunita' sull'orlo del baratro. Era un grido per invertire la rotta, evitare il disastro e da li' creare le condizioni per ragionare sull'utopia ecopacifista. Insomma, uno strappo, il disarmo unilaterale, per creare le condizioni del cammino. Scrive Cassola nel suo saggio La rivoluzione disarmista (Rizzoli): "L'utopia puo' diventare realta' solo mediante la rivoluzione. Un'evoluzione graduale e pacifica e' impensabile: come puo' il male evolvere verso il bene?". E ancora: "Sono queste vecchie, stupide e malvagie istituzioni che ci portano alla rovina. Dobbiamo distruggerle prima che sia troppo tardi. Non bisogna distruggerle gradualmente (non ne avremmo il tempo) ma tutte d'un colpo. Occorre un taglio netto col passato. Questo taglio netto e' appunto cio' che chiamiamo rivoluzione". In altre parole, la prima utopia e' la pace e da qui si potra' costruire il resto del percorso utopico. Vengono in mente - per contrasto - i discorsi moralisti che su vari temi (poverta', razzismo, pace, memoria) politici e pseudointellettuali ci propinano sorvolando sulla questione di fondo: mettere in discussione le istituzioni che nel loro grembo serbano l'embrione del mostro. Non basta, per esempio, denunciare l'Olocausto e ripetere "mai piu'"; bisogna piuttosto sforzarsi di vivisezionare il magma istituzionale (i meccanismi di delega politica; di manipolazione sociale; di deresponsabilizzazione a catena, individuale e di gruppo; di annullamento burocratico dei sentimenti umani eccetera) che ha reso possibile questo orrore e che puo' ancora partorire altre vergogne, altra sofferenza, altra oscurita'". Opere di Carlo Cassola: per quanto piu' specificamente qui ci interessa si vedano i racconti di ambientazione resistenziale, ma soprattutto gli opuscoli dedicati all'impegno per il disarmo unilaterale: Ultima frontiera, Rizzoli, Milano 1976; Il gigante cieco, Rizzoli, Milano 1976; La lezione della storia, Rizzoli, Milano 1978 (poi ristampati con in copertina solo il titolo del primo saggio, con una introduzione di Ernesto Balducci, a un anno dalla morte di Cassola, sempre presso Rizzoli, Milano 1988); La rivoluzione disarmista, Rizzoli, Milano 1983. Cfr. anche il libro-intervista a cura di Domenico Tarizzo, Carlo Cassola: letteratura e disarmo, Mondadori, Milano 1978. Opere su Carlo Cassola: un utile libro specifico: Carlo Alberto Madrignani, L'ultimo Cassola. Letteratura e pacifismo, Editori Riuniti, Roma 1991; tra le monografie generali: Giuliano Manacorda, Invito alla lettura di Cassola, Mursia, Milano 1973, 1991; Rodolfo Macchino Jodi, Cassola, La Nuova Italia, Firenze 1977; sull'opera letteraria di Cassola fondamentali anche Gian Carlo Ferretti, Letteratura e ideologia, Editori Riuniti, Roma 1964, 1976; Alberto Asor Rosa, Scrittori e popolo, Samona' e Savelli, Roma 1965, Einaudi, Torino 1988".

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Una breve notizia su Mohandas Gandhi

Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera.

Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996).

Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recente libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999. Tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006.

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Concludendo l'incontro

Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ancora una volta sottolineato la necessita' e l'urgenza dell'impegno contro la persecuzione razzista dei migranti: porsi all'ascolto di Cassola, porsi all'ascolto di Gandhi, porsi alla scuola della Resistenza antifascista, porsi alla scuola della nonviolenza che a tutte le violenze si oppone, implica l'assunzione del dovere morale e politico di lottare contro tutte le uccisioni e tutte le persecuzioni; implica la scelta persuasa ed ineludibile di lottare contro il razzismo ed ogni altra forma di discriminazione, di segregazione, di oppressione. Oggi in Italia tragicamente illegali norme, strutture e pratiche razziste provocano quotidianamente sofferenze immani e finanche la morte di tante persone innocenti; queste illegali norme, strutture e pratiche razziste devono essere immediatamente abolite. Occorre ripristinare la piena vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana che riconosce e difende la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e stabilisce che "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Sia abolita la schiavitu'. Sia abolita la scellerata persecuzione di tante persone innocenti. Torni l'Italia ad essere un paese civile, un ordinamento democratico, un luogo di convivenza e di solidarieta'. Siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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Auguri al professor Ercoli

I partecipanti all'incontro hanno unanimemente rivolto vivissimi auguri al professor Osvaldo Ercoli per la ricorrenza oggi del suo ottantaquattresimo compleanno.

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Una breve notizia su Osvaldo Ercoli

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Sostegno a tre appelli contro il razzismo

Le persone partecipanti all'incontro hanno infine espresso una volta ancora il loro sostegno ai tre recenti appelli contro il razzismo rivolti a governo e parlamento affinche' in Italia cessi la scellerata persecuzione razzista dei migranti e siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Di seguito i testi dei tre appelli...

 

10. UN MESSAGGIO DI SALUTO AL XXIV CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Carissime amiche e carissimi amici del Movimento Nonviolento,

a nome del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo rivolgo il piu' fervido augurio di buon lavoro al vostro XXIV congresso che si svolge a Torino dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014.

Auspico che il congresso trovi modo di esprimere esplicitamente la sua ovvia netta opposizione alla persistente scellerata persecuzione razzista dei migranti, e quindi chieda al parlamento l'immediata abrogazione delle norme, delle strutture e delle pratiche che - in flagrante contrasto con quanto stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea - violano i piu' elementari ed inalienabili diritti umani.

Da Mohandas Gandhi a Martin Luther King, l'impegno contro il razzismo e' centrale e costitutivo della storia della nonviolenza.

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Cessino tutte le uccisioni e tutte le persecuzioni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. CLAUDIO ABBADO

 

E' deceduto il 20 gennaio 2014 Claudio Abbado, direttore d'orchestra tra i sommi, ma anche grande promotore della cultura musicale e particolarmente impegnato a recare la grande cultura musicale tra le classi sfruttate ed oppresse affinche' fosse ancora una volta esperienza di liberazione, appello alla lotta contro ogni ingiustizia, messaggio di verita' ed esortazione a difendere e promuovere la dignita' di tutti gli esseri umani, di ogni essere umano.

Anche chi come noi condivide le opinioni di Adorno sul ruolo sociale del direttore d'orchestra espresse nella sua Introduzione alla sociologia della musica, e proprio perche' quelle opinioni condivide, a Claudio Abbado sente di recare profonda e autentica gratitudine ed in questa ora di lutto si associa al generale cordoglio. Fu davvero un maestro, e un compagno.

 

12. AMIRI BARAKA

 

E' deceduto il 9 gennaio 2014 a Newark (dove era nato il 7 ottobre 1934) Amiri Baraka / LeRoi Jones, poeta e drammaturgo, saggista e narratore, regista e performer, intellettuale tra i maggiori della cultura americana, generosissimo militante antirazzista ed antimperialista.

E' stato un acuto pensatore marxista e un valoroso compagno di lotte per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

 

13. ARNOLDO FOA'

 

E' deceduto l'11 gennaio 2014 Arnoldo Foa', attore perfetto e dicitore ineguagliabile sia in teatro, che al cinema, alla radio, alla televisione, nei dischi; ma anche regista e scrittore. Perseguitato dal fascismo, dal 1943 voce della radio alleata del Pwb che chiamava alla lotta per la liberta', altri hanno detto dei suoi molti meriti. Qui ricordiamo in particolare il suo impegno per la democrazia, costante e generoso.

 

14. JUAN GELMAN

 

E' deceduto il 14 gennaio 2014 a Citta' del Messico Juan Gelman, illustre poeta e combattente antifascista; era nato a Buenos Aires nel 1930 ed aveva militato nelle organizzazioni del movimento operaio e nelle lotte antimperialiste; la dittatura militare argentina assassino' suo figlio e sua nuora entrambi "desaparecidos", e solo nel 1999 Gelman riusci' a ritrovare la loro figlia - e quindi sua nipote - che dal regime era stata data in adozione. Si e' impegnato strenuamento per i diritti delle famiglie dei "desaparecidos". Ha scritto poesie indimenticabili, ha combattuto la buona battaglia per la causa dell'umanita'.

 

15. CARLO MAZZACURATI

 

E' deceduto il 22 gennaio 2014 il regista e sceneggiatore cinematografico Carlo Mazzacurati. Era nato nel 1956. Autore di forte impegno civile, di dolente umanita', di profonda empatia. Una persona degna.

 

16. JOSE' EMILIO PACHECO

 

E' deceduto il 26 gennaio 2014 il poeta messicano Jose' Emilio Pacheco. Era nato nel 1939 ed era stato insignito del Premio Cervantes nel 2009.

 

17. CARLA RAVAIOLI

 

E' deceduta il 16 gennaio 2014 Carla Ravaioli, giornalista e saggista, senatrice della sinistra indipendente.

Femminista, ecologista, pacifista, militante del movimento delle oppresse e degli oppressi, compagna di lotte e maestra di saggezza, amica della nonviolenza in cammino.

La ricordiamo con gratitudine che non si estingue.

 

18. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Massimo Zaccaria (a cura di), Guerre coloniali, Rcs, Milano 2016, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

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Riletture

- Giovanni Arpino, Avventure di corte e di cortile, Garzanti, Milano 1990, 1996, pp. 102.

- Giovanni Arpino, Il buio e il miele, Rizzoli, Milano 1969, 1974, pp. X + 180.

- Giovanni Arpino, La trappola amorosa, Rusconi, Milano 1988, 1990, pp. 160.

- Giovanni Arpino, L'ombra delle colline, Mondadori, Milano 1964, Il sole 24 ore, Milano 2012, pp. XXII + 282.

- Giovanni Arpino, Un delitto d'onore, Mondadori, Milano 1961, 1965, pp. 192.

 

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

20. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2505 del 18 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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