[Nonviolenza] Telegrammi. 2495



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2495 dell'8 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Il 9 ottobre la marcia Perugia-Assisi

2. Alcuni testi del mese di novembre 2015 (parte seconda e conclusiva)

3. Un grido necrofilo e insensato

4. Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre

5. Il medesimo crimine

6. Fermare la guerra, fermare il terrorismo. Un discorso in piazza a Viterbo

7. Adesione alla manifestazione nazionale promossa dai musulmani d'Italia contro il terrorismo

8. Fermare le stragi, salvare le vite

9. Oggi a Roma

10. Un messaggio oggi da Roma

11. Dalla parte delle vittime, dalla parte dell'umanita'

12. Da Roma un messaggio di pace, di solidarieta', di nonviolenza

13. La prima radice di ogni violenza

14. Fermare la guerra, fermare le stragi, realizzare un'operazione di polizia internazionale contro il terrorismo

15. Oggi

16. Contro la guerra, contro il razzismo, contro il maschilismo. Una conversazione a Viterbo

17. Fermare la guerra e le stragi

18. Nell'indifferenza generale

19. Dalle parole ai fatti. Una lettera al Presidente della Repubblica

20. Contro la guerra e le stragi, la scelta della nonviolenza

21. "Due o tre cose che so sul clima". Un incontro di riflessione a Viterbo

22. Il primo passo

23. Segnalazioni librarie

24. La "Carta" del Movimento Nonviolento

25. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. IL 9 OTTOBRE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI

 

Il 9 ottobre si svolgera' la marcia della pace Perugia-Assisi, la piu' importante iniziativa di pace nel nostro paese ideata da Aldo Capitini, l'apostolo della nonviolenza in Italia.

Occorre che le istituzioni, le associazioni, i movimenti, le persone che vogliono contribuire a fermare l'orrore della "terza guerra mondiale a pezzi" in corso, che vogliono salvare le vite, che vogliono costruire la pace, si adoperino a promuovere la partecipazione piu' ampia e piu' consapevole possibile.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo rinnova l'invito a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione repubblicana che ripudia la guerra, ad un impegno immediato e comune contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Facciamo del 9 ottobre un'occasione corale e persuasa d'impegno comune per la salvezza dell'umanita'.

E fin d'ora adoperiamoci ovunque, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione; per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2015 (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2015.

 

3. UN GRIDO NECROFILO E INSENSATO

 

La truculenta "dichiarazione di guerra" pronunciata dinanzi al parlamento dal presidente francese Hollande, infarcita di una retorica sciovinista e razzista che conferma la pochezza dell'uomo e l'estrema pericolosita' dello statista, e' la confessione, ovvero la formalizzazione, dell'irresponsabile politica degli interventi armati, e soprattutto dei bombardamenti a tappeto, che la Francia attua da anni in Africa e nel Medio Oriente, politica che ha contribuito enormemente a generare, rafforzare ed estendere le organizzazioni terroriste, ed in particolare l'Isis: una politica stragista e generatrice di stragi.

*

A questa insensata politica assassina occorre opporre la legalita', la ragionevolezza, il realismo politico, la riflessione logica e morale, il senso di umanita'.

E valga il vero.

1. Il terrorismo non si contrasta con la guerra, lo si contrasta e lo si sconfigge con il rispetto dei diritti umani e con un'azione di polizia. Ma un'azione di polizia nei luoghi di insediamento dell'Isis e' resa ora impossibile proprio dalla guerra scatenata da alcuni paesi occidentali (col sostegno di alcune dittature regionali) in tutto il vicino e medio Oriente. Far cessare la guerra e ripristinare su tutto il territorio attualmente eslege dalla Libia alla Siria un ordinamento giuridico statuale - e che sia vincolato a forme organizzative e procedurali democratiche, a criteri valoriali rispettosi della vita, della dignita' e dei diritti umani -, e' la premessa indispensabile per l'azione di polizia necessaria e urgente per liberare i territori attualmente sotto il disumano dominio dell'Isis ed arrestare tutti i membri dell'organizzazione criminale.

2. Non solo quello compiuto da gruppi criminali come l'Isis e' terrorismo; sono stati e sono terrorismo anche le guerre scatenate dagli Usa e da alcuni paesi europei dagli anni '90 in qua; se non si contrasta anche quel terrorismo, il terrorismo ha comunque vinto, l'imbarbarimento proseguira', il pericolo per l'intera umanita' restera' enorme: solo una politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione, una politica nonviolenta, promuove la sicurezza, la democrazia, il benessere comune.

3. Una strage e' una strage chiunque la commetta. Ogni vittima ha il volto di Abele.

4. Quello che occorre e' il disarmo, il disarmo e ancora il disarmo. Dove si disarma, li' nasce la civilta'; dove si disarma, li' si salvano le vite; dove si disarma, li' si afferma il diritto ed il bene comune dell'umanita'; dove si disarma - e solo dove si disarma - puo' nascere la democrazia.

*

Vi e' un solo modo per far cessare le stragi: cessare di commetterle.

Per fermare le uccisioni occorre cessare di uccidere.

Per abolire la guerra e le stragi occorre abolire gli eserciti e le armi: e' il compito attuale dell'umanita'.

Pace, legalita', giustizia, solidarieta': sono un solo e medesimo impegno.

La liberazione dell'umanita', la sopravvivenza dell'umanita', richiede la scelta della nonviolenza.

La nonviolenza e' la politica dell'umanita' adeguata ai compiti dell'ora.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

4. CONTRO TUTTI I TERRORISMI, CONTRO TUTTE LE GUERRE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni uccisione e' un crimine.

Non si puo' contrastare una strage commettendo un'altra strage.

Non si puo' contrastare il terrorismo con atti di terrorismo.

A tutti i terrorismi occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La guerra e' il terrorismo portato all'estremo.

Ogni guerra consiste di innumerevoli uccisioni.

La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Con la guerra gli stati divengono organizzazioni terroriste.

Con la guerra gli stati fanno nascere e crescere le organizzazioni terroriste.

A tutte le guerre occorre opporsi.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Un'organizzazione criminale va contrastata con un'azione di polizia da parte di ordinamenti giuridici legittimi.

La guerra impedisce l'azione di polizia necessaria.

Occorre dunque avviare un immediato processo di pace nel Vicino e nel Medio Oriente che consenta la realizzazione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali, democratici, rispettosi dei diritti umani.

Occorre dunque che l'Europa dismetta ogni politica di guerra, di imperialismo, di colonialismo, di rapina, di razzismo, di negazione della dignita' umana di innumerevoli persone e di interi popoli.

Occorre dunque una politica europea di soccorso umanitario, di pace con mezzi di pace: la politica della nonviolenza che sola riconosce e promuove e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

La violenza assassina si contrasta salvando le vite.

La pace si costruisce abolendo la guerra.

La politica della nonviolenza richiede il disarmo e la smilitarizzazione.

La politica nonviolenta richiede la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Si coalizzino tutti gli stati democratici contro il terrorismo proprio ed altrui, contro il terrorismo delle organizzazioni criminali e degli stati.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per l'indispensabile aiuto umanitario a tutte le persone ed i popoli che ne hanno urgente bisogno.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per contrastare le organizzazioni criminali con azioni di polizia adeguate, mirate a salvare le vite e alla sicurezza comune.

Si coalizzino tutti gli stati democratici per la civile convivenza di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Cominci l'Italia.

Cominci l'Italia soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone in fuga dalla fame e dall'orrore, dalle dittature e dalla guerra.

Cominci l'Italia cessando di partecipare alle guerre.

Cominci l'Italia uscendo da alleanze militari terroriste e stragiste come la Nato.

Cominci l'Italia cessando di produrre  armi e di rifornirne regimi e poteri dittatoriali e belligeranti.

Cominci l'Italia abrogando tutte le infami misure razziste ancora vigenti nel nostro paese.

Cominci l'Italia con un'azione diplomatica, politica ed economica, e con aiuti umanitari adeguati a promuovere la costruzione di ordinamenti giuridici legittimi, costituzionali e democratici dalla Libia alla Siria.

Cominci l'Italia destinando a interventi di pace con mezzi di pace, ad azioni umanitarie nonviolente, i 72 milioni di euro del bilancio dello stato che attualmente ogni giorno sciaguratamente, scelleratamente destina all'apparato militare, alle armi, alla guerra.

Cominci l'Italia a promuovere una politica della sicurezza comune e del bene comune centrata sulla difesa popolare nonviolenta, sui corpi civili di pace, sulla legalita' che salva le vite.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Ogni vittima ha il voto di Abele.

Alla barbarie occorre opporre la civilta'.

Alla violenza occorre opporre il diritto.

Alla distruzione occorre opporre la convivenza.

Al male occorre opporre il bene.

Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

5. IL MEDESIMO CRIMINE

 

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Tutte le uccisioni sono il medesimo crimine: il singolo assassinio, la strage terrorista, la guerra che di innumerevoli uccisioni consiste.

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Rispettare, difendere, salvare tutte le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

6. FERMARE LA GUERRA, FERMARE IL TERRORISMO. UN DISCORSO IN PIAZZA A VITERBO

 

Giovedi' 19 novembre 2015 a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto un discorso in piazza nel quale ha riaffermato alcune elementari evidenze, alcuni ineludibili doveri: che occorre far cessare tutte le guerre e le uccisioni; che occorre recare soccorso a tutte le persone in pericolo e in fuga dall'orrore; che occorre un'azione di polizia e giudiziaria adeguata per arrestare e processare tutti i responsabili delle stragi: dai singoli assassini, ai gruppi criminali, alle organizzazioni terroriste, ai governanti che violando le leggi dei loro stessi paesi ed ogni piu' elementare principio di umanita' da decenni stanno facendo - direttamente con gli eserciti dei loro paesi o attraverso loro complici - guerre mostruose che hanno provocato innumerevoli morti e costretto alla fuga e a una vita di stenti e paura milioni di profughi, guerre mostruose che sono terrorismo e stragismo in atto, ed altro terrorismo e stragismo alimentano. Occorre fermare tutte le uccisioni, cominciando col cessare di fare le guerre, cominciando col disarmo, cominciando con la smilitarizzazione dei conflitti. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Alcune parole dette in piazza

Ripetiamo una volta di piu' il nostro dolore per tutte le vittime di tutte le uccisioni.

Ripetiamo una volta di piu' che ogni vittima ha il volto di Abele; che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che il primo dovere e' salvare le vite.

Ripetiamo una volta di piu' che occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Ripetiamo una volta di piu' che democrazia, giustizia e rispetto dei diritti umani richiedono pace, disarmo e smilitarizzazione dei conflitti.

Le guerre che gli eserciti regolari di importanti stati (e con essi le milizie irregolari e fin i gruppi terroristi da quegli ed altri stati finanziati, addestrati, armati) stanno combattendo nel mondo - ed in alcune aree ininterrottamente da decenni - provocano giorno dopo giorno innumerevoli vittime: morti, feriti, persone private di ogni protezione e di ogni sostentamento, profughi in fuga a milioni e milioni. Queste guerre sono un crimine contro l'umanita', costituiscono un unico immane atto di terrorismo contro l'umanita' intera.

Per salvare le vite, per promuovere la democrazia, per riconoscere i diritti umani di tutti gli esseri umani occorre abolire le guerre, gli eserciti, le armi.

Occorre abolire le guerre, che sempre e solo consistono di stragi e terrore.

Occorre abolire le armi, che sempre e solo servono a uccidere.

Occorre abolire gli eserciti, il cui fine ultimo e sostanziale e' fare le guerre, usare le armi, uccidere gli esseri umani.

Ed occorre che tutti i terroristi, compresi i capi di governo responsabili delle stragi provocate dalle guerre da essi decise, siano perseguiti secondo legalita' (l'autentica legalita' che riconosce e difende la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, non la sua oscena, scellerata caricatura che sempre pretende legittimare tutti i crimini dei potenti assassini) con adeguate azioni di polizia anche necessariamente internazionale, siano tratti in giudizio dinanzi a corti di giustizia, e siano condannati secondo gli standard legali e nel rispetto delle guarentigie del diritto penale condivisi a livello internazionale.

Fermare la guerra.

Fermare il terrorismo.

Salvare le vite.

La necessaria e urgente azione di polizia internazionale per fermare tutti i terroristi e stragisti e' possibile solo se si cessa di fare la guerra, se si ripristinano ovvero promuovono ordinamenti giuridici democratici, e se tra i responsabili di crimini contro l'umanita' si includono tutti i mandanti oltre che gli esecutori del terrore e delle stragi, di tutte le guerre e di tutte le uccisioni.

Vi e' una sola umanita'.

*

Due appelli condivisi

Nel corso dell'iniziativa la struttura nonviolenta viterbese ha diffuso ancora una volta due appelli, uno redatto dopo le stragi di Parigi, "Contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre", e l'altro, "Hic et nunc. Quid agendum", di solidarieta' con le persone migranti redatto tempo addietro a seguito di una delle tante stragi nel Mediterraneo.

 

7. ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PROMOSSA DAI MUSULMANI D'ITALIA CONTRO IL TERRORISMO

 

Domani, sabato 21 novembre, saro' anch'io a Roma, in piazza Santi Apostoli, alla manifestazione nazionale "Not in my name" promossa dalle musulmane e dai musulmani d'Italia di condanna della strage di Parigi, di solidarieta' con il popolo francese, contro il terrorismo.

Non sono un credente, ma in questi giorni di dolore le parole piu' profonde e veritiere di condanna della violenza mi sembra siano state pronunciate da figure religiose, in primo luogo il pontefice cattolico.

Sono una persona amica della nonviolenza e credo che ogni essere umano abbia diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; credo quindi che sia dovere di ogni persona di volonta' buona come di ogni istituzione legittima e democratica opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

*

Serbando memoria di altre stagioni di stragi e terrorismo - politico e mafioso - che funestarono il nostro paese, so che il terrorismo si contrasta e si sconfigge con la legalita' che salva le vite, con la democrazia che rispetta e promuove i diritti, con la civile convivenza, con l'impegno di solidarieta' che aiuta tutte le persone bisognose di aiuto.

E so che mai il terrorismo puo' essere contrastato e sconfitto con la guerra, poiche' la guerra e' essa stessa terrorismo consistendo della massiva distruzione di vite umane: la guerra genera ed alimenta il terrorismo; per contrastare il terrorismo occorre abolire la guerra.

E poiche' le stragi si realizzano attraverso le armi, so che per contrastare e impedire le stragi occorre il disarmo a tutti i livelli.

Solo il bene puo' sconfiggere il male.

Solo la nonviolenza si oppone alla violenza.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

Sono grato ai fratelli ed alle sorelle musulmane e musulmani d'Italia per aver promosso questa manifestazione nazionale di lutto e di impegno contro la violenza ed aver invitato a partecipare ad essa tutte le persone di volonta' buona. Sara' un onore essere tra voi, essere umano tra esseri umani.

 

8. FERMARE LE STRAGI, SALVARE LE VITE

 

La strage di Bamako, che si aggiunge a quelle di Parigi, di Beirut, di Ankara, a quelle nel Mediterraneo, a tutte le stragi commesse non solo da organizzazioni terroriste e bande criminali, ma anche da eserciti regolari in Africa, in Asia, in Europa...

Tutte le vittime di tutte le stragi sono nostre sorelle e nostri fratelli, esseri umani.

Fermare le stragi, salvare le vite: e' il primo dovere.

Pace, disarmo, smilitarizzazione: questo occorre.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

9. OGGI A ROMA

 

Oggi a Roma, in piazza Santi Apostoli, con inizio alle ore 15, si svolge la manifestazione nazionale promossa dalle musulmane e dai musulmani d'Italia di condanna della strage di Parigi, di solidarieta' con il popolo francese, contro il terrorismo, in difesa del diritto alla vita di tutti gli esseri umani.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo aderisce e partecipa.

Il primo dovere e' salvare le vite.

La nonviolenza e' in cammino.

 

10. UN MESSAGGIO OGGI DA ROMA

 

Che tutte e tutti siamo esseri umani.

Che tutte e tutti abbiamo diritto a vivere.

Che salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Vi e' una sola umanita'.

Occorre un impegno comune contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. DALLA PARTE DELLE VITTIME, DALLA PARTE DELL'UMANITA'

 

La manifestazione nazionale contro il terrorismo che si e' svolta sabato 21 novembre a Roma in piazza Santi Apostoli promossa dalle musulmane e dai musulmani d'Italia e' stata un evento di straordinario valore.

Ne siamo grati alle sorelle e ai fratelli musulmane e musulmani che l'hanno organizzata, ne siamo grati a tutte le persone che hanno partecipato e che hanno inviato messaggi di sostegno (in primo luogo il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, la Presidente della Camera dei Deputati, ovvero le persone che ricoprono le tre piu' alte cariche della repubblica italiana).

La nonviolenza e' in cammino.

*

Vi e' una sola umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere e' salvare le vite.

Occorre opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Democrazia, giustizia sociale, rispetto dei diritti umani.

Liberta', uguaglianza, fraternita'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

12. DA ROMA UN MESSAGGIO DI PACE, DI SOLIDARIETA', DI NONVIOLENZA

 

La manifestazione contro il terrorismo e di solidarieta' con tutte le vittime che si e' svolta ieri a Roma promossa dalle musulmane e dal musulmani d'Italia mi e' sembrata la piu' importante, la piu' limpida e la piu' necessaria iniziativa che si sia fin qui svolta nel nostro paese in questi ultimi tempi in opposizione al terrorismo ed a tutte le uccisioni, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

"La pace sia con voi" e' stata la formula di saluto, il filo conduttore e la proposta di condotta (e quindi anche il programma d'impegno morale e civile) che tutte le persone presenti in piazza Santi Apostoli hanno condiviso.

"La pace sia con voi" e' l'augurio e la speranza, il fondamento relazionale del legame tra gli esseri umani, la sostanza empatica e cognitiva che unisce tutte le persone senzienti e pensanti, il messaggio che accomuna tutte le tradizioni culturali dell'umanita'.

E questo messaggio che le sorelle e i fratelli musulmane e musulmani d'Italia hanno recato a nome di tutto il popolo italiano, di tutte le persone che in Italia convivono, e' stato colto nel suo profondo valore da chi rappresenta la repubblica nelle funzioni istituzionali piu' autorevoli: il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, la Presidente della Camera dei Deputati hanno infatti inviato interventi di saluto e adesione all'iniziativa, interventi che sono stati letti in piazza con commozione vivissima.

*

Grazie alle sorelle e ai fratelli di fede islamica che ieri ci hanno convocato a Roma, tutte e tutti, consapevoli di interpretare il sentire comune di ogni italiano, di ogni europeo, di ogni abitante dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita', quindi di tutti gli esseri umani, abbiamo condiviso le parole e i pensieri necessari: che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che il primo dovere di ogni persona, di ogni aggregazione sociale, di ogni ordinamento giuridico e' rispettare, difendere, salvare le vite, riconoscere, promuovere, proteggere la dignita' e i diritti di ogni essere umano, soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Tutte e tutti, in quanto esseri umani, condividiamo il compito di agire insieme per la convivenza e il benessere dell'umanita' intera: senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Per questo occorre agire insieme contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, per la salvezza comune dell'umanita' e della biosfera.

Per questo occorre contrastare e sconfiggere la violenza nell'unico modo in cui contrastarla e sconfiggerla e' possibile: con la nonviolenza.

Per questo occorre opporsi al male nell'unico modo in cui opporvisi e' possibile: facendo il bene.

Rispettare la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano significa impegnarsi contro tutte le uccisioni, contro tutte le violenze.

E quindi operare sempre e comunque per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione dei conflitti.

E quindi operare sempre e comunque per recare soccorso a chi e' nel bisogno, nella paura, nella sofferenza.

Ogni vittima ha il volto di Abele, vi e' una sola umanita'.

*

Ieri a Roma in piazza Santi Apostoli, sotto la pioggia battente, con il professor Alessandro Pizzi, il compagno di sempre di tante e tante azioni nonviolente per la pace, la dignita' umana e la difesa del mondo vivente, questo abbiamo letto sui volti e nelle voci delle donne e degli uomini li' convenuti "per dignita' non per odio / decisi a riscattare / la vergogna e il terrore del mondo"; ieri a Roma la Resistenza dell'umanita' contro tutte le violenze ha offerto una testimonianza alta e profonda, ieri a Roma un passo e' stato compiuto sul cammino della nonviolenza.

La barbarie non vincera'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

13. LA PRIMA RADICE DI OGNI VIOLENZA

 

L'oppressione maschilista e patriarcale e' la prima radice di ogni violenza.

E' la prima radice delle guerre e di tutte le uccisioni.

E' la prima radice del razzismo e di tutte le persecuzioni.

E' la prima radice dell'oppressione economica, sociale, politica.

E' la prima radice dell'oppressione ideologica.

E' la prima radice dell'organizzazione gerarchica, del sistema dello sfruttamento, del militarismo come metodo e come sistema.

*

E' la prima radice perche' e' la violenza la piu' intima e la piu' contagiosa, la piu' elaborata e la piu' distruttiva, la piu' primordiale e la piu' celebrata, la piu' diretta e la piu' organizzata, la piu' vile e la piu' feroce.

E' la prima radice perche' e' la prima violenza concretamente agita.

E' la prima radice perche' e' la prima violenza strutturalmente imposta.

E' la prima radice perche' e' l'esperienza e il modello di riferimento per ogni altro rapporto sociale basato sull'ineguaglianza e la subordinazione, l'asservimento e la negazione dell'altrui dignita'.

E' la prima radice perche' e' fatta propria, propagandata e fin esaltata da tradizioni di pensiero e di azione cosi' antiche e pervasive da esser divenuta abito mentale per innumerevoli persone e popoli, culture e societa'.

E' la prima radice perche' e' cosi' violenta che gia' il solo denunciarla suscita sovente reazioni brutali e fin assassine.

L'oppressione maschilista e patriarcale e' la prima radice di ogni violenza.

*

Come e' possibile che l'umanita' si liberi dalla violenza se non si libera innanzitutto da questa prima violenza?

E come e' possibile ritenere che siano vie alla liberazione dell'umanita' ideologie e pratiche che mantengono questa prima violenza?

E come e' possibile lottare per la liberazione propria e comune se non si lotta innanzitutto contro questa violenza prima e fondante ogni altra?

Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare per la pace e i diritti umani.

Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare contro il razzismo ed ogni persecuzione.

Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare contro tutti i poteri criminali.

Solo se si lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale si puo' lottare in difesa della biosfera.

*

Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, l'umanita' spaccando in due, rendendone meta' vittima e meta' carnefice.

Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice che una persona sia innanzitutto una persona, ed in quanto tale portatrice di diritti come ogni altra persona.

Poiche' l'oppressione maschilista e patriarcale nega alla radice che la societa' sia alleanza tra pari, nega alla radice che persone diverse siano eguali in diritti e doveri, nega alla radice la pluralita' degli esseri umani ed il loro medesimo esser parte dell'unica umanita', nega alla radice la giustizia e la solidarieta' universale.

*

Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta il principio che fonda ogni ingiustizia, ogni oppressione, ogni violenza.

Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta l'ordine che impone insieme il privilegio e l'esclusione, il rapporto servo-padrone, la configurazione di ogni legame sociale nella forma della relazione tra dominanti e dominati, la negazione della piena dignita' umana delle persone che il potere opprime.

Se si accetta l'oppressione maschilista e patriarcale si accetta la perdita della pienezza dell'umanita' propria e dell'altrui.

*

La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo dovere di ogni essere umano sollecito del pubblico bene.

La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo diritto di ogni essere umano sollecito della propria e comune dignita'.

La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' quindi il primo passo per contrastare la guerra, il razzismo, il fascismo. Il primo passo per la liberazione dell'umanita'.

La lotta contro l'oppressione maschilista e patriarcale e' il primo compito a cui la nonviolenza ti chiama.

*

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Una sola umanita', di persone tutte diverse l'una dall'altra e tutte eguali in diritti e dignita'.

Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, ci richiama a questa consapevolezza, a questo impegno, a questa urgente necessita': opporsi all'oppressione maschilista e patriarcale, e cosi' difendere i diritti di tutti gli esseri umani, e cosi' costruire la pace e la convivenza, la giustizia e la liberazione.

Con volto e con voce di donna, la nonviolenza e' in cammino.

 

14. FERMARE LA GUERRA, FERMARE LE STRAGI, REALIZZARE UN'OPERAZIONE DI POLIZIA INTERNAZIONALE CONTRO IL TERRORISMO

 

L'abbattimento di un aereo russo da parte della Turchia e' un ulteriore passo verso l'abisso.

Occorre fermare subito la guerra.

Solo la cessazione della guerra e un accordo tra tutti i governi legittimi puo' dare inizio all'urgente operazione di polizia internazionale contro il terrorismo, che deve essere guidata dall'Onu col consenso e il sostegno del mondo intero.

La guerra e' il trionfo del terrorismo; con la guerra gli stati stessi si rendono dittature terroriste e stragiste. La guerra non contrasta il terrorismo, ma lo estende. La guerra sempre e solo consiste di stragi ed e' quindi la forma piu' estrema di terrorismo.

Il terrorismo si puo' contrastare solo con la legalita' e la democrazia, salvando le vite invece di sopprimerle.

Occorre fermare la guerra e contrastare il terrorismo con strumenti adeguati: e per fermare la guerra e contrastare il terrorismo occorrono iniziative drastiche di disarmo e di smilitarizzazione, occorrono iniziative diplomatiche e di aiuto umanitario, occorrono dialogo costruttivo ed accordi leali - e non patti leonini - tra tutti i poteri legittimi, occorre l'intervento dell'Onu.

No alla guerra, no al terrorismo.

Solo la pace salva le vite.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza.

 

15. OGGI

 

Oggi e' il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Oggi e' il 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani.

Oggi e' il 14 febbraio, Giornata in cui un miliardo di donne insorgono contro la violenza.

Oggi e' l'8 marzo, Giornata internazionale per la liberazione delle donne.

Oggi e' il 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza.

Ogni giorno e' il giorno in cui devi lottare contro la violenza maschilista, per la liberazione dell'umanita'.

Ogni giorno la nonviolenza lotta contro tutte le violenze.

Ogni giorno la nonviolenza e' in cammino, con voce e con volto di donna.

 

16. CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL MASCHILISMO. UNA CONVERSAZIONE A VITERBO

 

Si e' svolto mercoledi' 25 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutte le persone, la civilta' umana, la biosfera: occorre la scelta della nonviolenza".

L'incontro e' stato coordinato dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.

*

Le persone partecipanti alla  conversazione hanno ancora una volta riaffermato che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta', e che pertanto il primo dovere di ogni essere umano, come di ogni aggregazione sociale, come di ogni ordinamento giuridico, e' rispettare, difendere, salvare le vite.

Ne consegue che nella drammatica situazione internazionale attuale occorre che gli stati attuino una politica di disarmo a tutti i livelli; di smilitarizzazione dei conflitti; di aiuto umanitario alle persone e le popolazioni sofferenti; di rigoroso rispetto della legalita', della democrazia e dei diritti umani; di adeguato contrasto ad ogni organizzazione criminale e terrorista con interventi di polizia - anche internazionale, guidati dall'Onu -; una politica di pace con mezzi di pace; adottando gli unici strumenti efficaci contro la violenza: le risorse, le tecniche e le strategie della nonviolenza.

Occorre cessare di uccidere se si vuole ottenere la fine delle uccisioni.

Occorre abolire la guerra se si vuole abolire il terrorismo.

Occorre soccorrere, accogliere ed assistere tutti gli esseri umani se si vuole porre fine all'orrore.

Solo facendo il bene si puo' abolire il male.

Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza.

 

17. FERMARE LA GUERRA E LE STRAGI

 

La guerra e' terrorismo e genera terrorismo.

Occorre fermare la guerra e le stragi di cui essa consiste.

Solo dopo aver fermato la guerra si puo' iniziare la necessaria e urgente operazione di polizia internazionale per contrastare le organizzazioni criminali terroriste e i loro complici.

Solo dopo aver cessato di commettere stragi si puo' iniziare a contrastare chi altre stragi commette.

E per fermare la guerra occorre la smilitarizzazione.

E per fermare la guerra occorre il disarmo.

Il disarmo a tutti i livelli.

La smilitarizzazione a tutti i livelli.

L'unica risorsa per fermare la barbarie e' la civilta', che si fonda sul rispettare e salvare le vite.

L'unica risorsa per fermare le stragi e' la pace, che si fonda sul rispettare e salvare le vite.

L'unica risorsa per fermare la violenza e' la nonviolenza, che si fonda sul rispettare e salvare le vite.

L'unica risorsa per contrastare il male e' fare il bene, che si fonda sul rispettare e salvare le vite.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il primo dovere e' salvare le vite.

 

18. NELL'INDIFFERENZA GENERALE

 

Nell'indifferenza generale continuano a morire i migranti nel Mediterraneo.

Nell'indifferenza generale continua la persecuzione razzista in Italia.

Nell'indifferenza generale l'Italia continua a partecipare alle guerre nel mondo.

Nell'indifferenza generale l'Italia continua a produrre armi e a venderle a regimi e poteri assassini.

Nell'indifferenza generale la nostra violenza miete vittime ogni giorno.

*

Opporsi occorre alla guerra e a tutte le uccisioni.

Opporsi occorre al razzismo e a tutte le persecuzioni.

Opporsi occorre al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

19. DALLE PAROLE AI FATTI. UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

 

Egregio Presidente della Repubblica,

in questi giorni lei ha saputo dire in piu' di un'occasione le parole di pace che era necessario dire.

E proprio perche' quelle giuste parole non restino inascoltate, occorre chiarirne le ineludibili conseguenze e chiamare le altre istituzioni dello stato ad un agire coerente con esse e con la legge fondamentale dell'ordinamento giuridico italiano, la Costituzione della Repubblica.

Mi sembra che lei abbia inequivocabilmente convocato il nostro paese a un impegno concreto e coerente in difesa della pace e della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

La pace e' infatti l'indispensabile prerequisito per poter sconfiggere il terrorismo ed inverare il rispetto, la difesa, la promozione dei diritti umani.

Ebbene, questo impegno richiede una politica adeguata, una politica che attualmente chi governa l'Italia purtroppo, al di la' delle enunciazioni di principio talvolta lodevoli, effettualmente non svolge.

E valga il vero:

- l'Italia sta partecipando alle guerre in corso sia rifornendo di armi e cooperando con regimi e poteri assassini, sia con la presenza diretta delle proprie forze armate;

- l'Italia e' tragica protagonista del mercato di morte piu' scellerato: con la produzione e il commercio di armi poi utilizzate per menar strage nel mondo;

- l'Italia continua a far parte di inammissibili alleanze militari con soggetti che hanno commesso crimini di guerra e contro l'umanita';

- l'Italia persevera nella complicita' con regimi violatori dei diritti umani;

- l'Italia sperpera enormi risorse del pubblico erario per immani e insensate spese militari (72 milioni di euro al giorno), commettendo un duplice male: sottraendo di fatto questi ingentissimi fondi ad opere civili e di pace, e destinandoli de facto a fini di guerra e di morte (poiche' le armi e le forze armate a questo sono costitutivamente intese: alle uccisioni e alla guerra, che sempre e solo consiste nella strage di esseri umani);

- l'Italia non ha ancora abrogato le tante infernali misure razziste che radicalmente violano la dignita' e i diritti di tante persone innocenti nel nostro paese: dai campi di concentramento alle deportazioni, ad innumerevoli altre vessazioni, fino all'effettuale favoreggiamento da parte delle istituzioni dell'economia illecita e dei poteri criminali che organizzano e praticano il barbaro sfruttamento schiavista di tante vittime innocenti;

- l'Italia reca insieme agli altri paesi dell'Unione Europea (e piu' di altri, essendo un paese di primo arrivo) una gravissima responsabilita' nel provocare la morte di innumerevoli migranti in fuga dalla fame e dalle guerre, persone la cui vita sarebbe salva se fosse loro consentito di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese, e che invece si vedono costrette ad affidarsi agli scellerati trafficanti mafiosi per sfuggire all'orrore in un nuovo orrore precipitando.

*

Egregio Presidente della Repubblica,

occorre che alle sue nobili parole - che peraltro invitano a realizzare semplicemente quanto previsto e disposto dalla Costituzione italiana, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani - seguano da parte del Governo, del Parlamento, delle articolazioni tutte della pubblica amministrazione per quanto di loro competenza, atti ad esse coerenti, atti che inverino l'appello a salvare le vite e a rispettare la dignita' umana, appello che lei ha autorevolmente, reiteratamente, nitidamente espresso a nome dell'intero popolo italiano.

Non restino mera retorica le sue parole di pace e di amore all'umanita'; diventino reale politica dello stato italiano: una politica nonviolenta, la politica nonviolenta necessaria e urgente, la politica nonviolenta che sola puo' salvare il nostro paese e l'umanita' intera dalla catastrofe della guerra e della barbarie.

Voglia gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene.

 

20. CONTRO LA GUERRA E LE STRAGI, LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA

 

Occorre opporsi al terrorismo. E la guerra cos'altro e' se non il terrorismo alla sua massima potenza?

La guerra infinita che gli eserciti regolari d'America e d'Europa da decenni continuano a condurre ed alimentare nei continenti rapinati in combutta con poteri mafiosi e regimi dittatoriali, non e' terrorismo che altro terrorismo semina e alimenta?

Cosa aspetta l'Italia a promuovere iniziative nonviolente di pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti, promozione concreta dei diritti umani?

Solo nella pace e nella cooperazione internazionale e' possibile avviare le necessarie operazioni di polizia (anche internazionale, sotto la guida dell'Onu) adeguate a contrastare e sconfiggere il terrorismo, con la forza della legalita' e della democrazia.

Abolire le guerre salva le vite.

Abolire gli eserciti salva le vite.

Abolire le armi salva le vite.

*

Il feroce razzismo che connota la retorica, l'ideologia e la prassi delle attuali guerre euroamericane nei continenti lungamente colonizzati e rapinati, non e' forse un crimine contro l'umanita'? Il feroce razzismo che ancora sussiste anche nel nostro stesso paese (fino all'infamia della schiavitu', fino all'infamia dei campi di concentramento, fino all'infamia delle deportazioni), non e' forse un crimine contro l'umanita'? Non e' violenza e violenza che altra violenza genera?

Non e' razzista la nostra cecita' per le innumerevoli vittime delle guerre (e delle dittature, e del terrorismo) che il governo statunitense e molti governi europei hanno portato e sostenuto in tanti paesi d'Africa e d'Asia? Non e' razzista la nostra cecita' per la persecuzione dei migranti? Non e' razzista la nostra cecita' per l'oppressione schiavista imposta dai poteri politici ed economici dominanti a continenti interi?

Cosa aspetta l'Italia ad abrogare tutte le infami misure razziste che ci rendono complici dell'orrore?

Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

*

E la ferocia maschilista che ogni giorno fa strage di donne nel mondo ed impone e mantiene ovunque un potere che nega la dignita' umana e l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani; la ferocia maschilista che insanguina il nostro stesso paese con uno stillicidio la cui frequenza configura una strage di immani dimensioni; la violenza maschilista non e' anch'essa un crimine contro l'umanita'?

E non e' evidente che occorre contrastarla rompendo ogni complicita' con tutti i poteri - politici, ideologici, economici - che la sostengono?

Cosa aspetta l'Italia a promuovere iniziative internazionali umanitarie che inverino ovunque gli impegni da ultimo ribaditi nella convenzione di Istanbul, che e' anche legge del nostro stato?

La violenza maschilista e patriarcale e' la prima radice di tutte le altre violenze.

*

Il primo dovere di ogni ordinamento giuridico democratico e' salvare le vite.

Per salvare le vite occorre innanzitutto abolire le guerre, e gli apparati delle guerre, e gli strumenti delle guerre.

Occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.

Il disarmo a tutti i livelli: delle persone come degli stati.

La smilitarizzazione di tutti i conflitti: gestendoli e risolvendoli con le risorse civili. Promuovendo subito ovunque la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, l'aiuto umanitario, il dialogo e la legalita' che rispetta e salva le vite.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

 

21. "DUE O TRE COSE CHE SO SUL CLIMA". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

 

Si e' svolto domenica 29 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema "Due o tre cose che so sul clima. Alcune elementari considerazioni in vista dell'incontro a Parigi degli inquinatori globali".

*

L'incontro e' stato aperto con un ricordo di Laura Conti, di Ivan Illich, di Alexander Langer e di Carla Ravaioli.

Alle persone partecipanti e' stato messo a disposizione un breve testo programmatico di Vandana Shiva, "Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena".

Nel suo intervento introduttivo il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha ricostruito attraverso la propria testimonianza personale la lunga vicenda di alcune delle principali lotte ambientali nell'Alto Lazio a cominciare dall'opposizione al nucleare, all'opposizione alla Supercassia, all'opposizione al mega-aeroporto, fino alle attuali lotte per l'acqua, ed ha proposto alla discussione in forma di tesi alcuni dei ragionamenti che hanno caratterizzato dagli anni '70 ad oggi le esperienze di lotta pacifiste, ambientali, antimafia e di solidarieta' nel viterbese, lotte di cui il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" e' stato uno dei principali animatori e memoria storica.

*

E' stata riproposta l'analisi della situazione dell'Alto Lazio come caratterizzata dall'intreccio tra regime della corruzione, modello di sviluppo di servitu' e penetrazione dei poteri criminali; e su scala globale e' stata riproposta l'analisi macrosistemica che individua come principale responsabile della catastrofe ambientale il modo di produzione fondato sulla massimizzazione del profitto, sull'espansione illimitata della produzione e dei consumi, sull'asservimento dell'intera umanita' ai poteri economici dominanti e sullo sfruttamento fino all'esaurimento di tutte le risorse disponibili: un modo di produzione palesemente incompatibile con i limiti della biosfera e con i diritti della persona umana.

Particolarmente nel passaggio epocale dal capitalismo manifatturiero a quello finanziario, e dalla mobilitazione sociale totale come forza-lavoro industriale all'attuale riduzione di quote crescenti dell'umanita' nelle due classi dei consumatori eterodiretti e delle vite scartate ed escluse da ogni ripartizione della ricchezza (e quindi condannate a vite di stenti e alla morte per fame) la contraddizione fondamentale tra oppressori sempre piu' ricchi ed oppressi sempre piu' impoveriti si e' fatta sempre piu' evidente, insostenibile, tragica; cosicche' per perseverare nella rapina di diritti e risorse e nella distruzione dei beni naturali fondamentali i poteri dominanti non esitano ad usare contro il resto dell'umanita' - presente e futura - gli strumenti piu' barbari: dall'organizzazione mafiosa alla dittatura, dal terrorismo alla guerra, la guerra onnicida.

Difendere l'umanita' e difendere la biosfera sono ormai un unico compito che coinvolge tutti i popoli oppressi, tutte le classi sfruttate ed escluse, tutte le persone di volonta' buona. E' necessaria e urgente un'alternativa: economica, sociale, politica; un'alternativa di cui siano protagoniste tutte le culture umane e tutte le persone oppresse; un'alternativa ad un tempo pacifista, ecologista, femminista; un'alternativa solidale, liberatrice, nonviolenta. L'alternativa di Rosa Luxemburg e di Mohandas Gandhi.

Dal vertice di Parigi dei massimi inquinatori non e' ragionevole aspettarsi nulla di piu' di quello che la mobilitazione nonviolenta dei popoli sapra' imporre ai propri governi. Questo chiediamo, per questo lottiamo: pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti; giustizia sociale e rispetto degli esseri umani e della natura; legalita', democrazia, civilta'; consapevolezza che un destino comune unisce l'umanita' intera.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso le proposte formulate in tante piazze del mondo in questa stessa giornata, per difendere ad un tempo la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e la biosfera.

Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso la propria persuasa opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Tutti gli esseri umani sono eguali in diritti; vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. La nonviolenza e' la politica necessaria.

 

22. IL PRIMO PASSO

 

Il primo passo per difendere la biosfera e' cessare di uccidere e distruggere.

Cominciare occorre con l'abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Cominciare occorre con la scelta della nonviolenza.

Il resto verra' da se'.

*

Salvare le vite e' il primo dovere, e sola la pace salva le vite.

Non si puo' abolire la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

Non si puo' costruire la pace nella giustizia e la convivenza nella solidarieta' senza la scelta della nonviolenza.

La nonviolenza e' l'umanita' autocosciente in cammino.

La nonviolenza e' la civilta' umana - l'impresa comune dell'umanita' - che adempie al senso, alla norma, alla funzione e allo scopo suoi propri: sostenere ogni essere umano nel suo diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; rispettare e difendere il mondo vivente tutto; progredire in scienza e coscienza; opporsi alla violenza, al dolore, alla morte.

 

23. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Ulrich Beck, Potere e contropotere nell'eta' globale, Laterza, Roma-Bari 2010, 2014, pp. XVI + 456.

 

24. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

25. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2495 dell'8 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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