[Nonviolenza] Senza odio, senza violenza, senza paura. 23



 

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SENZA ODIO, SENZA VIOLENZA, SENZA PAURA

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Al referendum votiamo No alla riforma costituzionale golpista

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 23 del 7 ottobre 2016

 

In questo numero:

1. Peppe Sini: Una spina e una talpa. Alcune parole a proposito della marcia Perugia-Assisi che si svolgera' domenica 9 ottobre

2. Un parlamento eletto dal popolo, uno stato di diritto, una democrazia costituzionale. Al referendum votiamo No al golpe

 

1. LE ULTIME COSE. PEPPE SINI: UNA SPINA E UNA TALPA. ALCUNE PAROLE A PROPOSITO DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI CHE SI SVOLGERA' DOMENICA 9 OTTOBRE

 

E' in corso la "terza guerra mondiale a pezzi" ed ogni giorno dal Medio Oriente al Mediterraneo si susseguono le stragi. Ogni iniziativa che si opponga alla guerra e alle uccisioni e' cosa buona e necessaria e urgente. Il primo dovere di ogni persona decente come di ogni umano istituto e' fermare la guerra e salvare le vite.

Domenica 9 ottobre si svolge di nuovo la marcia per la pace da Perugia ad Assisi, che fu ideata da Aldo Capitini e realizzata per la prima volta nel 1961: e' nel nostro paese la piu' importante, la piu' partecipata, ed anche la piu' commovente iniziativa per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione.

La marcia Perugia-Assisi convoca ogni persona di volonta' buona, ogni associazione civile ed ogni istituzione democratica a ripudiare la guerra (cosi' come vuole la Costituzione della Repubblica italiana), a costruire la pace, a salvare le vite, a scegliere la nonviolenza.

La marcia Perugia-Assisi e' profonda un'esperienza di consapevolezza, nitida un'ora di verita' e ineludibile un appello alla responsabilita'.

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La marcia, secondo una bella espressione capitiniana, e' una "assemblea itinerante", ed il suo significato primario e' proprio nell'esperienza del camminare assieme, ascoltando e parlando. E non vi e' speranza di agire per la pace se non si e' capaci di camminare assieme, ascoltando e parlando.

Personalmente non attribuisco grande importanza ne' alle piattaforme di convocazione, ne' ai piu' o meno pomposi e fioriti discorsi conclusivi: non e' li' la marcia. Ne' sto a cavillare sulla coerenza, i limiti, le contraddizioni o l'ipocrisia di chi vi prende parte: se non e' solo una comparsata ad uso delle telecamere, esserci fa comunque bene a chiunque.

Perche' quali che siano i difetti e gli errori e gli orrori e i deliri di chi vi prende parte, la marcia ha la sua ragione e la sua forza. E la sua ragione e' l'affermazione del primario diritto di ogni essere umano a non essere ucciso, del primario diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; e quindi del primario dovere di ogni essere umano a non uccidere, del primario dovere di ogni essere umano a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. E la sua forza e' nell'evidenza del vero e profondo e concreto legame che essa istituisce tra le persone e tra le persone e la natura lungo il cammino che tra la citta' di Aldo Capitini e quella di Francesco di Bernardone squaderna la bellezza del paesaggio umbro e della storica presenza umana li' testimoniata in colture e monumenti di sublime civilta', prova provata di autentica convivenza: tu cammini e respiri, e respiri la natura che vive, il vento della storia, la preziosa presenza umana di coloro che furono e di coloro che sono - e il presagio di coloro che saranno, se la guerra non ci spazzera' via tutti -; tu cammini e senti e sai come l'umanita' potrebbe essere, come l'umanita' dovrebbe essere: lo sai perche' in quel camminare ascoltando e parlando, nel silenzio e nelle parole, nei pensieri e nei sentimenti condivisi, tu stesso gia' sei quell'umanita' avvenire finalmente riconciliata, qui ed ora trovandoti e percependoti - con la mente e col cuore - persona umana tra persone umane, nella bellezza del mondo.

L'umanita' come potrebbe essere, l'umanita' come dovrebbe essere: l'umanita' in cammino, fraterna e sororale, di persone libere e responsabili, tutte irriducibilmente diverse e tutte eguali in diritti; l'umanita' plurale di ogni diversita' ed una nel suo vero essere, nella piu' intima sua coscienza.

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Poi, certo, so bene che gia' sugli autobus del ritorno tornera' a prevalere l'atmosfera della gita scolastica o della trasferta del tifoso o della missione compiuta del militante. E so anche che molti (che non sanno che dalla televisione parlano sempre e solo gli assassini e i loro complici) delegheranno poi ai mass-media, o ai prominenti che dai mass-media parlano, i pensieri sulla marcia che da se' dovrebbero pensare, poiche' la marcia non e' altra cosa che le persone che hanno marciato e col loro camminare l'hanno fatta esistere, poiche' il cammino e' il camminare e non altro (come scrisse Antonio Machado: "Caminante, no hay camino,/ se hace camino al andar"). E so che dal lunedi' per molti restera' solo il ricordo della scampagnata, e che addirittura vi sara' chi pensera' che fatta la buona azione - una volta all'anno - si e' pagato dazio alla civilta' e si puo' tornare alla quotidiana barbarie.

Ma la marcia e' una spina nel fianco e una talpa che scava.

Ma la marcia ti interroga ancora, se vuoi, se sai ascoltarla: e ti chiama al pensiero che si oppone alla menzogna e alla violenza, e ti chiama alla lotta che al male si oppone. Ti chiama a non fermarti piu', a voler proseguire il cammino della nonviolenza, che e' il cammino della liberazione dell'umanita', che e' il cammino della civile convivenza, della compassione e della lotta contro ogni ingiustizia, contro ogni oppressione, contro ogni vilta', contro ogni rassegnazione al male.

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Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Difendere il mondo vivente casa comune dell'umanita' che e' una.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

2. REPETITA IUVANT. UN PARLAMENTO ELETTO DAL POPOLO, UNO STATO DI DIRITTO, UNA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE. AL REFERENDUM VOTIAMO NO AL GOLPE

 

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

*

Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale.

Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il "combinato disposto" della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto.

Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto.

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Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo votiamo No.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

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SENZA ODIO, SENZA VIOLENZA, SENZA PAURA

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Al referendum votiamo No alla riforma costituzionale golpista

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Numero 23 del 7 ottobre 2016