[Nonviolenza] Telegrammi. 2494



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2494 del 7 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Il 9 ottobre la marcia Perugia-Assisi

2. Alcuni testi del mese di novembre 2015 (parte prima)

3. La scelta

4. Ricordate a Viterbo le vittime di tutte le guerre

5. In quattro luoghi-simbolo della citta' commemorate a Viterbo le vittime della violenza bellica e stragista

6. A Viterbo la mattina del 4 novembre 2015

7. Una breve riflessione su questo 4 novembre

8. E adesso, pover'uomo?

9. Adele Cambria

10. Daci Stefancich

11. Luciano Gallino

12. Viterbo condivide la gioia per la vittoria di Aung San Suu Kyi

13. La sinistra necessaria

14. Rileggendo Natalino Sapegno nell'anniversario della nascita

15. Un incontro a Viterbo a sostegno dell'iniziativa per il disarmo nucleare promossa da movimenti pacifisti e nonviolenti

16. Mentre sfila il baccanale

17. Reperti da nuovi bestiari

18. Il dolore, l'orrore

19. A Viterbo un incontro di commemorazione delle vittime delle stragi di Parigi

20. "Scenari e dinamiche della terza guerra mondiale a pezzi". Un incontro di studio a Viterbo

21. Tre cose che non possiamo tacere

22. Fermare subito l'escalation dell'orrore. Cessare di uccidere

23. Sull'orlo dell'abisso. Una lettera aperta al presidente del Consiglio dei ministri

24. Segnalazioni librarie

25. La "Carta" del Movimento Nonviolento

26. Per saperne di piu'

 

1. INIZIATIVE. IL 9 OTTOBRE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI

 

Il 9 ottobre si svolgera' la marcia della pace Perugia-Assisi, la piu' importante iniziativa di pace nel nostro paese ideata da Aldo Capitini, l'apostolo della nonviolenza in Italia.

Occorre che le istituzioni, le associazioni, i movimenti, le persone che vogliono contribuire a fermare l'orrore della "terza guerra mondiale a pezzi" in corso, che vogliono salvare le vite, che vogliono costruire la pace, si adoperino a promuovere la partecipazione piu' ampia e piu' consapevole possibile.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo rinnova l'invito a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione repubblicana che ripudia la guerra, ad un impegno immediato e comune contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Facciamo del 9 ottobre un'occasione corale e persuasa d'impegno comune per la salvezza dell'umanita'.

E fin d'ora adoperiamoci ovunque, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione; per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Vi e' una sola umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2015 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2015.

 

3. LA SCELTA

 

Impegnarsi per abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

O lasciare che la strage continui.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

4. RICORDATE A VITERBO LE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE

 

Lunedi' 2 novembre 2015 una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo si e' recata presso il cimitero cittadino ed ha reso omaggio alle vittime della guerra sostando in silenziosa meditazione dinanzi alle tombe e alle lapidi che ricordano alcune delle molte vittime della guerra li' sepolte.

*

Successivamente, conclusa la visita ai sepolcri e lasciata l'area cimiteriale, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha dato lettura dell'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" promosso dal Movimento Nonviolento, da Peacelink, dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani e dall'Associazione Antimafie Rita Atria, appello che propone che "il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni".

*

Dopo la lettura dell'appello il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha letto anche un documento di solidarieta' con le persone migranti, "Hic et nunc, quid agendum", recante tra le altre le richieste al parlamento italiano di "riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese", di "abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'", di "riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti".

*

Concludendo l'iniziativa il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha riaffermato che il primo e fondamentale diritto di ogni essere umano e' il diritto alla vita; la guerra che sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani viola quel primo e fondamentale diritto; la guerra e' quindi un crimine contro l'umanita'; abolire la guerra e' il primo dovere dell'umanita' intera. E poiche' la guerra si realizza attraverso gli eserciti e le armi, occorre abolire gli eserciti e le armi. L'umanita' ha bisogno della pace, e la pace ha bisogno della smilitarizzazione e del disarmo. Solo nella pace e' possibile realizzare pienamente giustizia e solidarieta', civile convivenza e adeguata condivisione dei beni; solo nella pace e' possibile il bene comune, la comune liberazione, l'eguaglianza dei diritti, il pieno dispiegarsi dell'aiuto reciproco. Oggi piu' che mai e' necessario il ripudio della violenza. Oggi piu' che mai e' necessario opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe. Salvare le vite e' il primo dovere. Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

Ulteriori iniziative nonviolente di commemorazione delle vittime di tutte le guerre e di impegno per la pace e i diritti umani si svolgeranno a Viterbo ed in varie altre citta' italiane anche il 3 e il 4 novembre. A Viterbo in particolare le commemorazioni nonviolente promosse con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" in occasione del 4 novembre sono ormai una tradizione che si ripete dal 2002.

 

5. IN QUATTRO LUOGHI-SIMBOLO DELLA CITTA' COMMEMORATE OGGI A VITERBO LE VITTIME DELLA VIOLENZA BELLICA E STRAGISTA

 

La mattina di martedi' 3 novembre 2015 una rappresentanza del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha attraversato la citta' di Viterbo, idealmente tutta abbracciandola, sostando in silenziosa meditazione in quattro luoghi in cui sono ricordate alcune vittime della violenza bellica e stragista: dapprima in piazzale Gramsci dinanzi alla lapide che ricorda tre persone in quel luogo uccise dai nazisti; poi in piazza del Sacrario dinanzi ai monumenti e alle lapidi che ricordano altre persone dalla guerra assassinate; successivamente dinanzi alla lapide che ricorda Mariano Buratti, assassinato dai nazifascisti; infine in via della verita' dinanzi alla lapide e alle "pietre d'inciampo" che ricordano alcune vittime viterbesi della Shoah.

*

Al termine del periplo il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha letto alcuni brevi testi di Rosa Luxemburg, di Virginia Woolf, di Simone Weil, di Hannah Arendt, di Vandana Shiva e di Eve Ensler, e successivamente l'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" e il documento di solidarieta' con i migranti "Hic et nunc, quid agendum".

*

Ulteriori iniziative nonviolente di commemorazione delle vittime di tutte le guerre e di impegno concreto e coerente per la pace e i diritti umani si svolgeranno a Viterbo ed in altre citta' italiane anche domani, 4 novembre. A Viterbo in particolare le commemorazioni nonviolente promosse con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" in occasione del 4 novembre sono una tradizione che si ripete dal 2002.

Contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Nel ricordo delle persone dalla guerra assassinate riaffermiamo l'impegno dell'umanita' ad abolire le guerre, gli eserciti, le armi. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Vi e' una sola umanita'.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera dalla catastrofe.

 

6. A VITERBO LA MATTINA DEL 4 NOVEMBRE 2015

 

Nella prima mattina del 4 novembre 2015 a Viterbo si e' svolta l'iniziativa promossa dai movimenti nonviolenti di ricordo delle vittime delle guerre, in orario distinto e distante dalla cerimonia istituzionale della scandalosa "Festa dell'unita' nazionale e delle forze armate".

Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo nel piu' rigoroso silenzio ha reso omaggio alle persone dalla guerra uccise e nel loro ricordo ha confermato l'impegno ad opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni.

*

Conclusa l'iniziativa dinanzi al monumento in ricordo delle vittime della guerra, e' stata successivamente data lettura dell'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" e del documento di solidarieta' con i migranti "Hic et nunc, quid agendum".

Al termine dell'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, ha tenuto un breve discorso.

*

L'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele"

4 novembre 2015: non festa, ma lutto.

Cento anni dopo: basta guerre. Un'altra difesa e' possibile.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Il Movimento Nonviolento, PeaceLink, il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo e l'Associazione Antimafie Rita Atria lanciano per il 4 novembre l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele", affinche' in ogni citta' si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente. Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire. Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio. Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

In particolare vogliamo sostenere la Campagna "Un'altra difesa e' possibile" che ha depositato in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta. Un Dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l'Istituto di ricerche sulla pace e il disarmo e che abbia forme di interazione e collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventu' e del Servizio Civile Nazionale. Si tratta di dare finalmente concretezza a cio' che prefiguravano i costituenti con il ripudio della guerra, e che gia' oggi e' previsto dalla legge e confermato dalla Corte costituzionale, cioe' la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

Obiettivo della Campagna e' quello di organizzare la difesa civile, non armata e nonviolenta - ossia la difesa della  Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; la preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; la difesa dell'integrita' della vita, dei beni e dell'ambiente dai danni che derivano dalle calamita' naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni - anziche' finanziare cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra, che lasciano il Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono e lo rendono invece minaccioso agli occhi del mondo. La Campagna vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralita' alla Costituzione che "ripudia la guerra" (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il "dovere della difesa della patria" (art. 52).

Per informazioni sulla Campagna "Un'altra difesa e' possibile" si veda al sito www.difesacivilenonviolenta.org La segreteria della Campagna e' presso il Movimento Nonviolento.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni. Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto  di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, PeaceLink, Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, Associazione Antimafie Rita Atria

*

Il documento di solidarieta' con i migranti "Hic et nunc, quid agendum"

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

Una sintesi del discorso conclusivo dell'iniziativa nonviolenta del 4 novembre 2015 a Viterbo

Siamo qui nell'anniversario della conclusione della prima guerra mondiale, di quella mostruosa strage che genero' il secolo breve dei totalitarismi e dei genocidi, della proliferazione di armamenti onnicidi, del disprezzo assoluto della vita e della dignita' umana, di Auschwitz e di Hiroshima.

Siamo qui per ricordare tutte, tutte le vittime di quella guerra; e siamo qui per ricordare tutte, tutte le vittime di tutte le guerre.

Siamo qui per testimoniare un impegno, un dovere che ancora una volta vogliamo affermare serbando memoria di quelle innumerevoli vittime: l'impegno ad opporci a tutte le guerre; l'impegno ad agire con tutte le nostre forze affinche' cessino per sempre le guerre, affinche' a quelle vittime non se ne aggiungano altre.

Poiche' le guerre sempre e solo consistono dell'uccisione di esseri umani. E la guerra e' quindi sempre e solo nemica dell'umanita'. Ed e' pertanto compito comune di tutti gli esseri umani, dell'umanita' intera, abolire la guerra.

E per abolire la guerra occorre abolire innanzitutto i suoi strumenti: gli eserciti e le armi.

Ed occorre altresi' una scelta nitida e coerente, una scelta impegnativa e rigorosa: la scelta di opporsi a tutte le violenze, la scelta di agire in difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, la scelta di contrastare la violenza senza riprodurla: occorre la scelta della nonviolenza.

Ricordare le vittime delle guerre e' un necessario dovere. E questo ricordo deve tradursi nell'impegno nonviolento ad opporsi a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, a tutte le armi.

Quei poteri che pretendono di mescolare al lutto per le persone uccise gli orridi e infami festeggiamenti per la macchina che le persone uccide, che pretendono di festeggiare lo strumento assassino che quelle vite ha soppresso, con cio' stesso oltraggiano una volta ancora quelle vittime. La "festa delle forze armate" e' incompatibile con il lutto per le vittime delle forze armate.

Il 4 novembre non e' un giorno di festa, e' un giorno di lutto. E dal lutto scaturisce la consapevolezza del primo dovere che fonda la civilta' umana: non uccidere.

L'unico modo adeguato di ricordare le vittime della guerra e' impegnarsi affinche' mai piu' vi siano altre vittime della guerra.

In questo giorno di dolore, in questo luogo di memoria, ricordando le vite atrocemente estinte, noi affermiamo il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'. Noi affermiamo il dovere di ogni essere umano e quindi di ogni umano istituto a rispettare, difendere, salvare le vite. Noi affermiamo la nostra opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, la nostra opposizione al razzismo e a tutte le persecuzioni, la nostra opposizione al maschilismo e a tutte le oppressioni. Noi affermiamo il ripudio della violenza e la scelta della nonviolenza. Noi affermiamo che la nonviolenza e' la civilta' umana, la convivenza e la condivisione necessarie, la coscienza di essere un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. Noi affermiamo che giustizia e pace sono due nomi della medesima cosa. Noi affermiamo che liberta', uguaglianza e fraternita' possono darsi solo nella pace che salva le vite.

Noi affermiamo che e' l'ora di abolire la guerra, e per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi. E' scritto nella Costituzione della Repubblica che "l'Italia ripudia la guerra". Inveriamo questo impegno.

Al Parlamento italiano chiediamo di far cessare immediatamente la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Al Parlamento italiano chiediamo di ridurre immediatamente e drasticamente le ingentissime risorse attualmente destinate alle guerra, all'esercito e alle armi e di trasferire quelle risorse ad interventi civili di pace e di solidarieta' necessari e urgenti.

Al Parlamento italiano chiediamo di impegnarsi affinche' l'Italia esca dalla Nato, organizzazione terrorista e stragista.

Al Parlamento italiano chiediamo di abrogare tutte le scellerate ed incostituzionali misure razziste che precedenti governi hanno imposto nel nostro paese.

Al Parlamento italiano chiediamo di riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla guerra il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro e di trovarvi accoglienza e assistenza adeguate.

Al Parlamento italiano chiediamo di promuovere adeguati e coerenti interventi umanitari che rechino aiuto nelle aree del mondo in cui essere umani sono in grave pericolo.

Al Parlamento italiano chiediamo di legiferare la piena realizzazione della Difesa civile non armata e nonviolenta e l'istituzione e la piena realizzazione dei Corpi civili di pace.

Al Parlamento italiano chiediamo di impegnare l'Italia ad operare per la pace con mezzi di pace.

Questo impegno di pace e di solidarieta' con l'intera umanita', con l'intero mondo vivente, e' anche il nostro impegno. E' il nostro impegno nel giorno del ricordo delle vittime della guerra. Sia il nostro impegno tutti i giorni della nostra vita.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

7. UNA BREVE RIFLESSIONE SU QUESTO 4 NOVEMBRE

 

Anche questo 4 novembre si e' rinnovata l'orgia dell'ipocrisia.

Dinanzi ai monumenti alle vittime della guerra e' stata ancora una volta propalata l'infame menzogna orwelliana che "guerra e' pace", che le macchine assassine beneficano il mondo, che gli eserciti portano la civilta'.

Grande e' la desolazione.

*

Le iniziative nonviolente che hanno tentato di contrastare questa menzogna sono state poche e disperse.

Fra quelle a nostra conoscenza, l'appello del sindaco di Messina, la lapide a Monteleone, l'iniziativa di Verona, poche altre.

*

Anche a Viterbo non molto e' stato fatto.

Abbiamo ovviamente realizzato anche quest'anno le iniziative che come "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" svolgiamo da diversi anni (in particolare la presentazione dell'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" il 31 ottobre, l'incontro di studio su "Pensare la nonviolenza" il primo novembre, l'omaggio alle vittime della guerra al cimitero di Viterbo il 2 novembre, la marcia silenziosa attraverso la citta' a quattro luoghi-simbolo in cui sono ricordate alcune vittime della violenza bellica e stragista il 3 novembre, la commemorazione dinanzi al sacello delle vittime della guerra il 4 novembre), ma oltre ad esse - per quanto ne sappiamo - non c'e' stato altro, ad eccezione dell'incontro nel pomeriggio del 4 novembre con i volontari in servizio civile presso la Caritas diocesana (ed a quelle giovani donne ed a quei giovani uomini esprimiamo qui ancora una volta la nostra gratitudine).

*

Speravamo anni fa che l'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele" promosso con noi dal Movimento Nonviolento e da altri soggetti potesse contribuire a far opera di chiarificazione e persuasione tra i movimenti che in vario modo e a vario titolo si dichiarano contro la guerra. Prendiamo atto che cosi' non e' stato, forse anche per l'insufficienza del nostro lavoro.

Resta una testimonianza. Meglio che niente.

E resta un programma d'azione: contrastare la guerra in tutti gli ambiti, evidenziando che vi e' una sola scelta adeguata a promuovere la pace: la proposta della nonviolenza.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. E ADESSO, POVER'UOMO?

 

Facile e' proclamare di volere la pace. Ma un'azione di pace, una politica di pace, ha bisogno di atti concreti. Alcuni abbiamo provato a indicarli ancora una volta ieri al termine dell'iniziativa viterbese di commemorazione delle vittime della guerra.

Ci si perdoni l'ineleganza di questa trascrizione, di questa insistenza:

"Al Parlamento italiano chiediamo di far cessare immediatamente la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Al Parlamento italiano chiediamo di ridurre immediatamente e drasticamente le ingentissime risorse attualmente destinate alle guerra, all'esercito e alle armi e di trasferire quelle risorse ad interventi civili di pace e di solidarieta' necessari e urgenti.

Al Parlamento italiano chiediamo di impegnarsi affinche' l'Italia esca dalla Nato, organizzazione terrorista e stragista.

Al Parlamento italiano chiediamo di abrogare tutte le scellerate ed incostituzionali misure razziste che precedenti governi hanno imposto nel nostro paese.

Al Parlamento italiano chiediamo di riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalla guerra il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro e di trovarvi accoglienza e assistenza adeguate.

Al Parlamento italiano chiediamo di promuovere adeguati e coerenti interventi umanitari che rechino aiuto nelle aree del mondo in cui esseri umani sono in grave pericolo.

Al Parlamento italiano chiediamo di legiferare la piena realizzazione della Difesa civile non armata e nonviolenta e l'istituzione e la piena realizzazione dei Corpi civili di pace.

Al Parlamento italiano chiediamo di impegnare l'Italia ad operare per la pace con mezzi di pace".

*

Il 4 novembre e' trascorso. Le guerre, e le stragi di cui esse consistono, continuano. Deve continuare ed intensificarsi il nostro impegno contro tutte le guerre e le uccisioni.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Abolire la guerra, abolire gli eserciti, abolire le armi.

 

9. ADELE CAMBRIA

 

E' deceduta Adele Cambria.

La ricordiamo con profonda commozione.

 

10. DACI STEFANCICH

 

E' deceduta Daci Stefancich.

Ci associamo al cordoglio e siamo vicini a suo marito Nanni Salio.

Per chi voglia ricordarla, per suo esplicito desiderio non fiori ma contributi per il Centro studi Sereno Regis di Torino.

 

11. LUCIANO GALLINO

 

E' deceduto Luciano Gallino, a cui tutti molto dobbiamo.

Lo ricordiamo come un saggio e sapiente maestro e un generoso compagno di lotte.

 

12. VITERBO CONDIVIDE LA GIOIA PER LA VITTORIA DI AUNG SAN SUU KYI

 

Si e' svolto lunedi' 9 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di condivisione della gioia per la vittoria nelle elezioni in Myanmar del movimento di Aung San Suu Kyi, una delle piu' luminose figure della nonviolenza nel mondo.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni scritti e discorsi della leader nonviolenta, premio Nobel per la pace.

*

Aung San Suu Kyi, nata a Yangon il 19 giugno 1945, figlia di Aung San (il leader indipendentista birmano assassinato a 32 anni), e' la leader nonviolenta del movimento democratico in Myanmar (Birmania) ed ha subito una durissima persecuzione da parte della dittatura militare; nel 1991 le e' stato conferito il premio Nobel per la pace; e' stata liberata nel 2010 dopo una lunghissima detenzione ed e' attualmente parlamentare; il suo movimento ha vinto le elezioni tenute l'8 novembre 2015. Opere di Aung San Suu Kyi: Libera dalla paura, Sperling & Kupfer, Milano 1996, 2005; Lettere dalla mia Birmania, Sperling & Kupfer, Milano 2007; La mia Birmania, Corbaccio, Milano 2008, Tea, Milano 2010. Cfr. anche i testi ne "La nonviolenza e' in cammino", nn. 968 e 1228; nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" nn. 38, 115, 261, 400; in "Coi piedi per terra", n. 417; nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 515,  529, 1443; in "Nonviolenza. Femminile plurale", nn. 17, 114 (monografico); in "Voci e volti della nonviolenza", n. 78 (monografico).

*

La vittoria di Aung San Suu Kyi e' la vittoria della democrazia, dei diritti umani, della pace; e' la vittoria dell'intera umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

13. LA SINISTRA NECESSARIA

 

La sinistra necessaria e' quella che si oppone alla guerra, agli eserciti, alle armi.

La sinistra necessaria e' quella che si oppone al razzismo, allo schiavismo, alle dittature, a tutte le persecuzioni.

La sinistra necessaria e' quella che si oppone al maschilismo e al patriarcato, prima radice di tutte le altre violenze.

La sinistra necessaria e' quella che si oppone alla distruzione della biosfera.

La sinistra necessaria e' quella che si oppone al modo di produzione fondato sullo sfruttamento e sul consumismo, sul primato della massimizzazione del profitto, della rapina e dell'esaurimento dei beni, sull'alienazione delle persone ridotte a mera forza-lavoro, a esercito di riserva del capitale, a scarto, a polvere, a nuvola, a nulla.

La sinistra necessaria e' il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.

La sinistra necessaria e' quella che sceglie la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

14. RILEGGENDO NATALINO SAPEGNO NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

 

Si e' svolto nel pomeriggio di martedi' 10 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio, di riflessione e di commemorazione dedicato a Natalino Sapegno nell'anniversario della nascita dell'illustre studioso (Aosta, 10 novembre 1901 - Roma, 11 aprile 1990).

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Muovendo dalla rimeditazione delle sue opere maggiori, e ricostruito cursoriamente il tragitto esistenziale e intellettuale di Sapegno non solo come storico e critico della letteratura e studioso insigne e profondo interprete dei classici (Dante in primis), ma anche come grande, esemplare educatore al rigore scientifico e morale e all'impegno civile, nel corso dell'incontro si e' reso omaggio a Sapegno anche con la viva commozione di persone consapevoli che negli anni giovanili degli studi sulle opere di Sapegno sono maturate e cresciute, hanno trovato strumenti e occasioni di chiarificazione interiore, di comprensione del bene e del bello, di persuasione all'amore per la verita' e la giustizia.

*

La nonviolenza e' la civilta' umana in cammino.

La nonviolenza e' l'impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

 

15. UN INCONTRO A VITERBO A SOSTEGNO DELL'INIZIATIVA PER IL DISARMO NUCLEARE PROMOSSA DA MOVIMENTI PACIFISTI E NONVIOLENTI

 

Si e' svolto mercoledi' 11 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro a sostegno dell'impegno per il disarmo nucleare.

Come e' noto la posizione della struttura nonviolenta viterbese e' rigorosamente disarmista, antimilitarista ed antinucleare; solo l'opposizione nitida e intransigente alla guerra, agli eserciti, alle armi, alle tecnologie incontrollabili e distruttive, e' adeguata a difendere la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la biosfera.

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Nel corso dell'incontro si e' altresi' fatta memoria dell'impegno per la pace e i diritti umani di Guenther Anders, di Bertrand Russell, di Kurt Vonnegut (di quest'ultimo ricorreva oggi l'anniversario della nascita), ripercorrendone cursoriamente le iniziative e le opere.

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Al termine le persone partecipanti all'incontro hanno espresso il proprio sostegno all'iniziativa "Mobilitiamoci per il disarmo nucleare: tre richieste per il governo italiano" promossa dalla "Rete italiana per il disarmo", da "Beati i costruttori di pace" e da altri movimenti pacifisti e nonviolenti.

L'appello recita: "Sono passati 70 anni dalle bombe atomiche che distrussero Hiroshima e Nagasaki. Fare memoria in modo sincero e serio per noi significa impegnarci perche' riguardo alle atomiche vengano prese dagli Stati decisioni concrete, non solo firmati documenti. I fatti nel presente non sono incoraggianti. Per quanto concerne l'Italia siamo sconcertati per le notizie riguardo l'ammodernamento delle bombe atomiche B-61 di proprieta' statunitense, dislocate in due basi sul territorio italiano, Ghedi (Bs) e Aviano (Pn). Sappiamo della loro presenza da alcuni anni, ma solo negli ultimi tempi e' diventato sempre piu' certo il progetto per ammodernarle, trasformandole da bombe a gravita', in bombe con un sistema autonomo di guida direzionale. E cio' che piu' sgomenta e' la spiegazione che ci viene dai portavoce militari Usa: l'ammodernamento delle bombe nucleari B-61 e' necessario affinche' possano essere caricate sui nuovi F-35 Joint Strike Fighter. Proprio in questo settantesimo anniversario vogliamo dire con forza che l'Italia non puo' dotarsi di armi nucleari. Non puo' perche' la sua vocazione alla pace e i principi sanciti dalla Costituzione le impediscono di armarsi per atti di guerra di aggressione; e le bombe nucleari non servono per la difesa. Tanto piu' che l'Italia ha sottoscritto impegni internazionali, quali il Trattato di Non Proliferazione, che le vietano, in modo assoluto, di dotarsi di bombe atomiche.

Sosteniamo le seguenti tre richieste al Governo italiano:

1) chiediamo al Governo Italiano di escludere con chiarezza l'acquisizione di aerei F-35 con capacita' nucleare;

2) chiediamo al Governo italiano di riflettere sul grande movimento che sta nascendo attorno alla Solenne Promessa del Governo dell'Austria e di aderirvi. Un'iniziativa che e' pienamente in sintonia con la vocazione multilaterale e con l'ideale etico del nostro Paese. Chiediamo all'Italia di unirsi agli ormai 117 Stati (al 16 settembre) che lo hanno sottoscritto, cioe' circa il 60% dei membri dell'Onu;

3) chiediamo al Governo Italiano un atto di solidarieta' nei confronti della Repubblica delle Isole Marshall che ha presentato un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia contro le nove potenze dotate di armi nucleari. Le Isole Marshall, un piccolo Stato con 70.000 abitanti, furono usate per dodici anni dagli Stati Uniti come un poligono militare dove sperimentare le loro bombe atomiche sempre piu' grandi e potenti. Rivolgendosi alla Corte Internazionale, le Isole Marshall hanno dimostrato di credere nella forza del diritto: non per ottenerne qualche risarcimento, ma per il bene dell'umanita', chiedono alla Corte di giudicare se le potenze nucleari abbiano ottemperato agli obblighi di negoziare in buona fede un accordo che porti rapidamente al disarmo nucleare totale".

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso altresi' l'appello "Hic et nunc, quid agendum" di solidarieta' con le persone migranti...

 

16. MENTRE SFILA IL BACCANALE

 

Tu non dici cio' che pensi

lui non pensa cio' che dice

nella piazza del mercato

nuovi schiavi vanno all'asta

nuovi schiavi provenienti

dalle guerre di conquista

dalle terre devastate

dalle nostre, nostre armi.

 

Gli assassini e i cortigiani

fanno festa al mattatoio

chi sa tace e tace e tace

non ha pace

e sempre brama

chi proclama clama clama

carne umana si manduca

ride il boia e gode il duca.

 

Dell'impero provo orrore

questo orrore mi denuncia

quale suddito infedele

meglio stare zitti zitti

sotto il fischio della frusta

mente sfila il baccanale

tu non pensi cio' che dici

io non dico cio' che so.

 

Si fa tardi, di tornare

scocca l'ora alla latrina

chi sa tace e tace e tace

ha paura e non ha pace

mentre sempre arraffia e brama

chi proclama clama clama

si fa sera e poi mattina

terra cielo fuoco mare.

 

Di chi e' colpa non lo so

so che canta l'assassino

lo strozzato invece no

gia' si gonfia quel meschino

so che strilla come un gallo

l'uomo posto alla tortura

sara' un vizio di natura

sara' un gioco lungo un ballo.

 

Io non dico cio' che penso

tu non pensi cio' che dici

specchi specchi specchi specchi

senza lingua e senza orecchi.

 

17. REPERTI DA NUOVI BESTIARI

 

L'odontosauro

Il sarcomante

Lo scricchiolo delle paludi e della tundra

Il sussurriere

Il vilventoso

La lepre ghigliottina

Le truppe di terra giadiste della Nato

L'orcomanno

Il mammacrucco

Il cavolfante

Il cicatrolo

Il pappamentare di centro sinist dest

Il lacrimevole assassino

Le vittime taciturne in fondo al mare

 

18. IL DOLORE, L'ORRORE

 

Il dolore e l'orrore per le stragi di Parigi, e il dolore per tutte le vittime di tutte le uccisioni, l'orrore per tutte le guerre e le stragi che quotidianamente insanguinano il mondo.

Occorre fermare questo massacro.

E per fermarlo occorre la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.

Il terrorismo si puo' contrastare soltanto con una politica di pace, di giustizia, di democrazia, di riconoscimento e promozione dei diritti di tutti gli esseri umani.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

19. A VITERBO UN INCONTRO DI COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELLE STRAGI DI PARIGI

 

Si e' svolto nel pomeriggio di sabato 14 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione delle vittime delle stragi di Parigi.

Nel ricordo di queste vittime, che si aggiungono alle innumerevoli altre provocate dalla guerra e dal terrorismo in tante parti del mondo, e' stato ancora una volta espresso un persuaso appello ad ogni persona di volonta' buona e ad ogni democratica istituzione ad impegnarsi contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Il primo dovere di ogni essere umano e di ogni civile istituto e' rispettare e salvare le vite.

A tutte le violenze occorre opporsi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

20. "SCENARI E DINAMICHE DELLA TERZA GUERRA MONDIALE A PEZZI". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la mattina di domenica 15 novembre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema "Scenari e dinamiche della terza guerra mondiale a pezzi".

*

La conversazione e' stata coordinata dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.

L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio per le vittime delle recenti stragi di Parigi e per tutte le vittime della guerra e del terrorismo.

Riprendendo la nozione di "terza guerra mondiale a pezzi" proposta da papa Bergoglio per descrivere l'attuale situazione internazionale, sono stati analizzati particolarmente gli svolgimenti storici degli ultimi decenni nelle aree di piu' grave conflitto ed il ruolo svolto dai principali potentati globali e locali - politici, economici, ideologici, militari - nel programmare, promuovere, eseguire o favoreggiare guerre e stragi, nel sostenere dittature ed organizzazioni criminali e terroriste, nell'istigare, imporre, commettere o consentire abominevoli crimini contro l'umanita'.

*

Concludendo l'incontro il responsabile della struttura pacifista viterbese ha ancora una volta confermato come ponendosi dal punto di vista del bene comune dell'umanita' e' assolutamente evidente l'urgente necessita' della pace, del disarmo, della smilitarizzazione dei conflitti, della promozione della legalita' e del rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani. La guerra si contrasta promuovendo la pace e la giustizia; il terrorismo si contrasta promuovendo la democrazia e il rispetto dei diritti umani; la violenza globale si contrasta promuovendo la solidarieta' e la legalita' che salva le vite e reca aiuto alle persone oppresse e sofferenti.

E' indispensabile il disarmo a tutti i livelli: meno armi sono disponibili, piu' vite umane si salvano.

E' indispensabile la smilitarizzazione a tutti i livelli: meno ideologie, organizzazioni e persone disposte ad uccidere vi sono, piu' vite umane si salvano.

La sola politica adeguata alla presente distretta, la sola politica efficace al fine della salvezza comune dell'umanita', la sola politica adeguata a fronteggiare le ineludibili questioni globali (la difesa della biosfera, la lotta alla fame, l'abolizione della schiavitu', la cessazione dell'oppressione maschilista e patriarcale che e' la prima radice di ogni altra violenza, il pieno e universale riconoscimento e l'effettiva efficace protezione dei diritti inalienabili di ogni essere umano) e' nella scelta della nonviolenza: come principio giuriscostituente, come modo di risoluzione dei conflitti e come criterio di riorganizzazione tanto delle relazioni internazionali quanto delle relazioni sociali.

E' primo dovere di ogni persona di volonta' buona come di ogni civile istituzione impegnarsi contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

E' primo dovere di ogni persona di volonta' buona come di ogni civile istituzione rispettare, difendere, salvare le vite.

E' primo dovere di ogni persona di volonta' buona come di ogni civile istituzione soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto.

*

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

21. TRE COSE CHE NON POSSIAMO TACERE

 

A tutte le stragi occorre opporsi, e quindi a tutte le guerre che sempre e solo di stragi consistono.

Per fermare le stragi occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.

Occorre impedire agli assassini di continuare a uccidere: a tutti gli assassini; ai gruppi terroristi, alle organizzazioni mafiose, ai regimi totalitari, ai governi belligeranti, ai poteri economici che si arricchiscono grazie ai massacri.

*

E' la nonviolenza la politica necessaria.

Una politica che proibisca la produzione, il commercio e quindi l'uso delle armi; che legiferi e realizzi il sequestro e la distruzione di tutte le armi in circolazione; che smantelli tutti gli arsenali.

Una politica che abolisca gli eserciti e li sostituisca con i corpi civili di pace, con la difesa popolare nonviolenta, con una polizia formata alla nonviolenza, con l'aiuto umanitario agli esseri umani bisognosi di aiuto.

Una politica che salvi le vite invece di sopprimerle.

Una politica sollecita della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, del bene comune, della biosfera casa comune dell'umanita'.

*

Nessuna illusione. Nessun attendismo. Nessuna subalternita'. Lottiamo ogni giorno contro tutti i poteri assassini, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza, da ogni menzogna, da ogni oppressione. Lottiamo ogni giorno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Lottiamo ogni giorno per salvare le vite.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

La nonviolenza e' in cammino.

La nonviolenza e' il cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

22. FERMARE SUBITO L'ESCALATION DELL'ORRORE. CESSARE DI UCCIDERE

 

Mentre sono ancora insepolte le vittime innocenti delle efferate stragi di Parigi, il governo francese gia' ha ordinato - e la sua aviazione militare eseguito - nuovi bombardamenti sulla citta' di Raqqa, sulla popolazione di Raqqa, che e' gia' vittima della dittatura terrorista, sanguinaria e schiavista dell'Isis, e vittima anche dei ciechi bombardamenti stragisti che mai potranno essere efficaci contro il terrorismo, essendo peraltro terrorismo anch'essi.

Cosi' le stragi si aggiungono alle stragi, le vittime si aggiungono alle vittime.

*

E del resto come ha potuto imporre il suo feroce potere assassino su un vasto territorio un'organizzazione criminale di bestiale ferocia come l'Isis se non grazie alla destrutturazione di interi stati provocata dalle scellerate guerre volute, eseguite o sostenute dall'alleanza dei terroristi di stato americani ed europei, e dei loro complici terroristi di stato del medio e del vicino Oriente?

Se le guerre decise ed eseguite o fomentate e sostenute dall'alleanza terrorista e stragista degli Usa e dei principali stati europei non avessero gravemente vulnerato ovvero effettualmente distrutto gli ordinamenti giuridici statuali e le elementari strutture della civile convivenza - la pubblica amministrazione, le infrastrutture dei servizi pubblici -, dall'Iraq alla Siria alla Libia, e non avessero lasciato quindi ampie aree e tanta parte della popolazione di quei territori alla merce' delle bande armate, il terrorismo non avrebbe assunto queste proporzioni.

*

I crimini commessi dalle organizzazioni terroriste non giustificano altri crimini da parte degli stati.

Per fermare l'escalation terrorista occorre innanzitutto fermare la guerra, che e' il terrorismo sulla scala piu' vasta.

E' compito delle popolazioni dei paesi democratici fermare il terrorismo dei propri governi; e' compito delle popolazioni dei paesi democratici costringere i propri governi a cessare di fare la guerra ed impegnarsi per la pace; un comune impegno di pace che ripristini un ordinamento giuridico dove e' stato follemente disgregato e' il primo indispensabile passo per realizzare successivamente un'adeguata operazione di polizia - necessariamente internazionale - che contrasti l'Isis arrestando e processando tutti i membri dell'organizzazione criminale.

*

Cessare di uccidere. Salvare le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Democrazia, legalita', giustizia sociale.

Riconoscimento, difesa e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

23. SULL'ORLO DELL'ABISSO. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

il moltiplicarsi e l'estendersi delle abominevoli stragi compiute dalle organizzazioni terroriste tragicamente dimostra l'assoluta necessita' ed urgenza di strategie di contrasto adeguate ed efficaci. Strategie di contrasto che non ripetano gli sciagurati errori che hanno consentito e fin favoreggiato la nascita e la crescita delle organizzazioni terroriste.

*

Alcuni dati di fatto

Credo che alcuni dati di fatto siano ormai evidenti a chiunque:

- le guerre che hanno devastato e destrutturato alcuni stati - dalla prima guerra del Golfo ad oggi - hanno creato le condizioni per l'affermarsi, l'estendersi e il radicarsi di organizzazioni criminali di inaudita ferocia;

- i bombardamenti a tappeto che diversi stati eseguono da anni senza soluzione di continuita' sui territori e sulle popolazioni cui l'Isis ha imposto la sua dominazione schiavista, terrorista e genocida non solo non hanno sconfitto l'organizzazione criminale, ma ne hanno rafforzato la propaganda;

- i governi di alcuni paesi democratici continuano sciaguratamente ad essere complici e protettori di regimi e potentati che in vario modo sostengono - finanziandole ed armandole, e finanche fiancheggiandole militarmente - le organizzazioni terroriste;

- pensare di contrastare il terrorismo con la guerra e' una triplice assurdita': in primo luogo perche' la guerra e' essa stessa terrorismo e stragismo portati all'estremo; in secondo luogo perche' aggiungendo stragi a stragi essa favorisce la propaganda e il reclutamento da parte delle organizzazioni terroriste; in terzo luogo perche' con essa gli stati stessi divengono organizzazioni terroriste e stragiste.

*

Alcune cose che occorre fare

Che fare dunque per far cessare i massacri, per recare soccorso agli innocenti, per arrestare i criminali?

Alcune cose sono talmente evidenti che e' fin troppo facile elencarle:

- occorre far cessare la guerra in Siria, ed a tal fine occorre promuovere un accordo tra il governo di Damasco e tutte le opposizioni - civili e militari - disponibili a una trattativa che miri a ripristinare un ordinamento giuridico statuale sull'intero territorio ed a realizzare uno stato di diritto, democratico e rispettoso dei diritti umani;

- occorre far cessare il caos negli altri paesi in cui regimi e milizie si fronteggiano nella destrutturazione degli ordinamenti giuridici inabissandosi nella barbarie, ed a tal fine occorrono adeguati interventi diplomatici, politici ed economici, forti azioni umanitarie di soccorso alle popolazioni e di ricostruzione delle infrastrutture civili, rilevante presenza di corpi civili di pace, un'opera di disarmo generalizzato;

- occorre far cessare il traffico di armi: meno armi sono disponibili, piu' vite umane si salvano; meno armi sono disponibili, piu' i conflitti si smilitarizzano e si civilizzano; meno armi sono disponibili, piu' cresce il rispetto della dignita' umana, la fiducia nei rapporti sociali, la democrazia;

- occorre far cessare tutti gli interventi di carattere bellico per poter avviare un'azione di polizia contro i criminali assassini: guerra ed azione di polizia (anche internazionale) sono incompatibili;

- occorre che i criminali assassini appartenenti alle organizzazioni terroriste siano catturati, processati e condannati secondo gli standard legali internazionalmente accettati, nel rispetto dei diritti umani inerenti ad ogni essere umano.

Non sono cose facili, la situazione e' complessa e resa assai instabile da molti fattori e molte dinamiche, non esistono soluzioni semplici ed immediate, ma proprio per questo occorre iniziare subito ad operare nella giusta direzione: la direzione della pace e dei diritti umani, del salvare le vite come primo dovere comune dell'umanita' intera.

*

La scelta di fondo

Non mi nascondo e non le nascondo che in queste proposte e in questo ragionamento sono implicate scelte etiche e politiche, necessariamente concrete e coerenti, assai impegnative, ed a mio parere assolutamente ineludibili: in primo luogo l'urgente necessita' del disarmo e della smilitarizzazione dei conflitti e delle relazioni a livello globale (con le sue ovvie conseguenze: lo scioglimento delle alleanze militari belligene; la progressiva e drastica riduzione delle spese militari ed il connesso trasferimento delle risorse verso strutture e interventi di pace e di solidarieta' - la difesa civile non armata e nonviolenta, i corpi civili di pace, l'azione umanitaria, la cooperazione internazionale...).

Per dirla in breve: scegliere la nonviolenza come unica politica adeguata.

Alla nonviolenza infatti ci invitano le menti e le esperienze piu' luminoso del nostro tempo.

Ed alla nonviolenza ci invita il filo conduttore, la "corrente calda", della Costituzione della Repubblica Italiana quando nei suoi "principii fondamentali" vincola lo stato italiano alla difesa dei diritti umani, all'accoglienza delle persone oppresse, al ripudio della guerra.

Lei che ha studiato la figura e l'opera di Giorgio La Pira, che proviene da quella Firenze in cui assai vivo e' tuttora il magistero di Ernesto Balducci e di Lorenzo Milani e di tante altre insigni figure di educatori alla pace, e che ha espresso vivo consenso all'impegno di pace dell'attuale pontefice cattolico, ha l'opportunita' in virtu' del suo rilevante incarico pubblico - ed alla luce di un profondo esame di coscienza - di dare una svolta alla politica italiana nello scenario internazionale scegliendo finalmente la pace e la nonviolenza, adoperandosi quindi per il bene comune dell'umanita' in un mondo ormai unificato.

*

Egregio presidente del Consiglio dei ministri,

e' evidente che non e' possibile nelle poche righe di una lettera aperta svolgere le articolate argomentazioni che alle brevi conclusioni sopra esposte mettono capo.

E tuttavia mi sembrava utile proporle queste essenziali riflessioni e - se me lo consente - questi sinceri consigli.

Come molte persone (e vorrei dire, se non suonasse retorico: come tutte le persone coscienti della gravita' della situazione in cui oggi si trova l'umanita') sono assai preoccupato delle scelte e dei proclami di alcuni ministri italiani che in questi giorni e mesi hanno detto cose davvero non meditate ed in flagrante conflitto con la legge fondamentale del nostro stato; e sono ancor piu' angustiato dal fatto che il nostro paese continua a partecipare a inammissibili guerre, continua a rifornire di armi regimi belligeranti e violatori dei diritti umani, continua a far parte di alleanze militari responsabili di crimini gravissimi; continua a sperperare risorse ingentissime a fini di morte (in ultima analisi a questo servono le spese militari: ad alimentare un apparato il cui fine ultimo e' fare la guerra, che sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani).

L'Italia e' una democrazia. Esiste lo strumento del voto. Ed esiste anche lo strumento della franca parola, della libera discussione, dell'azione civile, del buon esempio.

Glielo dico sinceramente: ben poco, o quasi nulla, di cio' che sta facendo il suo governo condivido; ma se il suo governo decidesse finalmente di inaugurare una politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione, di nonviolenza, una politica concretamente e coerentemente orientata a salvare le vite invece di sopprimerle, ebbene, apprezzerei e sosterrei queste iniziative nonviolente di pace con tutto il cuore.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite e' il primo dovere.

La civilta' umana e' sull'orlo dell'abisso. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"

Viterbo, 16 novembre 2015

 

24. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Ulrich Beck, Conditio humana. Il rischio nell'eta' globale, Laterza, Roma-Bari 2008, 2011, pp. XII + 402.

*

Riedizioni

- Max Deauville, Il fango delle Fiandre, Rcs, Milano 2016, pp. 224, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

 

25. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

26. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2494 del 7 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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