Archivi. 173



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 173 del 19 aprile 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di ottobre 2007 (parte quinta e conclusiva)

2. L'attimo fuggente, ovvero una parola rivolta al congresso delle amiche e degli amici del Movimento Nonviolento

3. Da una lettera di Malvolio all'amico suo Benigno

4. Franz Jaegerstaetter

5. Il momento e' ora. Una proposta alle persone amiche della nonviolenza

6. Una mozione per la riduzione del trasporto aereo al congresso nazionale del Movimento Nonviolento

7. Un messaggio ai promotori di un convegno

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2007 (PARTE QUINTA E CONCLUSIVA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2007.

 

2. L'ATTIMO FUGGENTE, OVVERO UNA PAROLA RIVOLTA AL CONGRESSO DELLE AMICHE E DEGLI AMICI DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il XXII congresso del Movimento Nonviolento, che si terra' a Verona dal primo al 4 novembre, cade in un momento cruciale della vicenda civile e vorremmo dire morale del nostro paese.

Il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, che dell'area culturale e politica delle persone amiche della nonviolenza e' in Italia la piu' importante espressione per storia ed impegno, se non per consistenza numerica e visibilita' mediatica (queste ultime in effetti ridotte), puo' con il suo congresso dare un segnale significativo, rivolgere un appello persuaso, promuovere una mobilitazione necessaria.

*

Quali le emergenze cui ci pare si sia di fronte qui e adesso?

A volerle riassumere fin troppo schematicamente diremmo:

a) Una grave emergenza civile nazionale

- il vulnus alla Costituzione con la reiterazione e prosecuzione della scelta della partecipazione alla guerra in Afghanistan, una guerra terrorista e stragista, una guerra illegale e criminale, inammissibile tanto alla luce dei fondamenti stessi del diritto internazionale quanto per l'inequivocabile articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana;

- la rinuncia del blocco antiberlusconiano vincitore delle elezioni del 2006 a fare un politica non berlusconiana, e quindi il suo effettuale cooperare alla vittoria culturale e sociale oggi e conseguentemente elettorale e politica domani della destra anomica, razzista, rapinatrice ed eversiva, della mafia, del fascismo;

- nella catastrofe politica e morale della cultura e delle organizzazioni di quella che fu la sinistra italiana, si manifesta una corruzione dilagante, abissale una crisi della democrazia, una crisi di civilta'.

b) Una grave emergenza ambientale globale

Dalla Conferenza nazionale sui mutamenti climatici all'attribuzione del Nobel ad Al Gore e all'Ipcc, alle esplicite ammissioni finanche dei capi di stato e di governo piu' avvertiti, tutto evidenzia come il surriscaldamento del clima sia un'emergenza che occorre affrontare con drastici ed immediati provvedimenti di riduzione delle emissioni che provocano l'effetto serra, con scelte di modello di sviluppo ecologicamente sostenibili, con politiche ecoequosolidali che difendano la biosfera e il diritto delle generazioni presenti e future ad un mondo vivibile.

c) Una grave emergenza di esplosiva emersione della violenza di genere

Se non si contrasta con la massima determinazione ed energia la violenza maschile, l'ideologia maschilista, le strutture del patriarcato, non solo non si fermera' il dilagante femminicidio, ma non si potra' contrastare adeguatamente ne' sfruttamento, ne' inquinamento, ne' guerra, che nell'oppressione di genere trovano una radice e un paradigma decisivo.

d) Una grave emergenza bellica e terroristica, connessa a tutti i precedenti aspetti

Opporsi alla guerra, al terrore, alle uccisioni, e' la condizione minima indispensabile per poter sperare di difendere e salvare non solo la civilta' umana, ma le nostre stesse vite qui e adesso. Ma opporsi alla guerra, al terrore, alle uccisioni e' possibile solo se si fa la scelta nitida ed intransigente di opporsi alla violenza flagrante ed occulta, dispiegata e cristallizzata, dei singoli, dei gruppi, delle organizzazioni e delle istituzioni. E' possibile solo se si fa la scelta della nonviolenza, della nonviolenza non solo nella condotta personale, nn solo nella trama relazionale della vita quotidiana, non solo nei rapporti sociali piu' ravvicinati; no, non basta: occorre la scelta della nonviolenza politica, della nonviolenza giuriscostituente, della nonviolenza come inveramento della promessa dei grandi codici giuridici e delle grandi tavole morali, della nonviolenza come criterio della civile convivenza, della nonviolenza come rivoluzione e conservazione dell'umanita', come mutamento e mantenimento dell'unico mondo storico-sociale che abbiamo.

*

La nonviolenza puo' e deve proporre, qui e adesso, un progetto politico e costruire un movimento politico di massa che ne sia la concrezione effettuale. La nonviolenza deve farsi non solo criterio e programma, ma soggetto politico, blocco storico: e forza trainante, cultura condivisa e - nel vivo di una riflessione la piu' ampia e profonda e dialettica possibile - cammino di autonomia e proposta di egemonia del e nel movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la biosfera e la civilta', per il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

La nonviolenza deve fare questo non nel mondo delle astrazioni, ma nel mondo reale dei conflitti e degli orrori.

La nonviolenza puo' e deve ereditare, inverare, portare a coscienza l'intera storia delle lotte di liberazione, l'intera storia della civilta' e della solidarieta', l'intera storia del rapporto finalmente cosciente tra tempi storici e tempi biologici, del rapporto tra umanita' e natura.

Deve essere scienza della complessita' e della responsabilita', gestione del conflitto e della cura, proposta della contemplazione attiva e dell'azione autocosciente, incontro infinito dell'altro e apertura oltre ogni pretesa di totalita'. Ricerca come azione, educazione nel fare. La politica come luogo e come qualita' degli esseri umani animali sociali, la politica di Hannah Arendt.

La nonviolenza deve cessare di essere invocazione e farsi prassi. Prassi: come e' stata nelle esperienze e nelle riflessioni di Gandhi. Prassi: come e' stata nelle esperienze e nelle riflessioni migliori del movimento reale di liberazione delle opprese e degli oppressi che ad un tempo abolisce e conserva, traduce la natura in coscienza e rivela la materialita' delle cose spirituali, che e' permanente contraddizione e reca il conflitto a gestione sempre piu' consapevole e limpida, sempre piu' umana, sempre piu' benigna. La nonviolenza in cammino.

*

La nonviolenza puo' e deve proporre qui e adesso un programma politico per la crisi italiana, che e' crisi politica ed economica, sociale ed istituzionale, di strutture e di prospettive, di fondamenti e di dinamiche.

E fondanti elementi di questo progetto nonviolento debbono essere quindi:

1. la lotta alla violenza di genere;

2. la difesa dell'ambiente locale e globale;

3. l'opposizione alla guerra, al terrorismo, alle uccisioni, ed ai loro strumenti ed apparati e strutture e sovrastrutture;

4. il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani;

5. la traduzione legislativa, giuridica ed amministrativa delle scelte morali e politiche che la nonviolenza formula ed implica, in ogni campo della societa'.

Non sara' un pranzo di gala. E' un conflitto non piu' eludibile.

*

Come i movimenti nonviolenti piu' o meno organizzati e piu' o meno consapevoli potrebbero avviare l'azione che inveri cio' a cui col solo proclamarsi movimenti nonviolenti si sono impegnati?

Dal congresso del Movimento Nonviolento potrebbe venire un segnale, un appello, una proposta.

- Potrebbe venire il segnale, l'appello, la proposta di porre la scelta della nonviolenza alla base delle mobilitazioni sociali e politiche in corso in difesa dei beni comuni, della legalita' costituzionale, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

- Potrebbe venire il segnale, l'appello, la proposta di porre la lotta alla violenza di genere come priorita' dell'azione politica, istituzionale, amministrativa, legislativa.

- Potrebbe venire il segnale, l'appello, la proposta di porre le politiche ambientali sotto il segno della priorita' assoluta di fermare il collasso della biosfera, ridisegnando le scelte economiche, energetiche, insediative, di mobilita' avendo come fondamento la coerenza e l'efficacia rispetto a questa primaria emergenza.

- Potrebbe venire il segnale, l'appello, la proposta di fare dell'articolo 11 della Costituzione il baluardo della difesa del diritto alla vita di ogni essere umano e la chiave di volta dell'azione internazionale, e di impostare quindi una politica di smilitarizzione e disarmo, di gestione e risoluzione nonviolenta dei conflitti, scelta che non puo' piu' tardare, pena il precipitare di tutti nella barbarie e nella catastrofe.

- Potrebbe venire il segnale, l'appello, la proposta di ricostruire una sinistra - una sinistra indipendente - in Italia ereditando quanto di perennemente valido vi e' nelle esperienze del passato ed aggiungendovi come criterio esplicitato e fondante la nonviolenza, la nonviolenza senza aggettivi, la nonviolenza come cammino di liberazione e di conservazione dell'umanita' e dell'unica Terra che abbiamo.

- Potrebbe venire il segnale, l'appello, la proposta di quella "democrazia della Terra" che e' la formula con cui Vandana Shiva ci esorta alla nonviolenza come fondamento della civilta' planetaria, come progetto comune di impegno politico e sociale, riforma intellettuale e morale, pensiero e azione che inveri nella prassi storico-sociale quel "principio responsabilita'" in cui Hans Jonas ha sintetizzato alcune decisive lezioni della vicenda del "secolo breve" e dei suoi orrori.

*

Potra' il congresso del Movimento Nonviolento essere il luogo e la leva di questa svolta?

Potra' essere la voce capace di levare un appello in tal direzione, raggiungendo quelle tante e quei tanti che tale appello attendono e intendono poiche' esso e' gia' inscritto nelle loro pratiche, nelle loro ricerche, nelle loro esperienze e riflessioni, nel cuore dei bisogni e delle attese e degli intendimenti e delle sollecitudini loro?

Non lo sappiamo.

Non lo sappiamo, ma per parte nostra invitiamo con tutto il cuore le amiche e gli amici del Movimento Nonviolento a proporsi questo compito, ed invitiamo tutte le persone che in questi anni sono state - col loro concreto appassionato sentire, col loro concreto generoso agire - nonviolenza in cammino, ovvero hanno animato le lotte e le ricerche, le azioni e l'ascolto, il lavoro di cura e l'opera di suscitamento e disvelamento del conflitto e dell'incontro, a partcipare a questo congresso, a fare di esso quel luogo e quella leva.

E se ne nascera' qualcosa di buono, finora ne ringraziamo tutte e tutti coloro che saranno a Verona tra pochi giorni, cui affidiamo questa nostra inquieta speranza, espressa in queste lacunose e tumultuose parole.

*

Questa non e' l'ora del silenzio, ma delle scelte.

Non e' l'ora della subalternita', ma delle rotture.

Non e' l'ora della rassegnazione, ma della lotta.

Solo la scelta della nonviolenza puo' fermare il fascismo.

Solo la scelta della nonviolenza puo' contrastare la guerra.

Solo la scelta della nonviolenza puo' impedire il collasso della biosfera.

Solo la scelta della nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

3. DA UNA LETTERA DI MALVOLIO ALL'AMICO SUO BENIGNO

 

... Ed anzi a dirla tutta in due parole servirebbero due cose, io credo: la prima, una presenza nonviolenta autonoma e organizzata nelle istituzioni - di persone elette non per gentile concessione di questo o quel partito ma con liste che abbiano la scelta e la proposta della nonviolenza come identita' e programma -; la seconda, il giornale.

Entrambe le cose mi sembrano hic et nunc di un'urgenza estrema: nella catastrofe morale e intellettuale - e quindi politica - della cultura e delle organizzazioni di quella che fu la sinistra (almeno relativamente) democratica e (almeno relativamente) ecopacifista, mi sembra davvero che solo la proposta nitida e rigorosa della nonviolenza possa essere la via di un rinnovato impegno comune - anche nelle istituzioni della democrazia rappresentativa, anche sul versante strettamente giuridico e legislativo, e per questo insisto tanto sul fatto che occorre che la nonviolenza sia giuriscostituente, cioe' inveri codificazione giuridica che altrimenti resta astratta, rigorizzi e rivitalizzi il mandato di istituzioni altrimenti offuscate e corrotte, e si traduca anche (e direi soprattutto, nell'ora presente) in codificazione giuridica, azione istituzionale, opera legislativa, programmi amministrativi - per contrastare in modo adeguato la barbarie della guerra, il collasso della biosfera, il crollo della civilta'.

 

4. FRANZ JAEGERSTAETTER

 

Se dovessi dire in poche parole i sentimenti che evoca in me la figura, la vicenda, il messaggio di Franz Jaegerstaetter, direi che di gran lunga prevalenti sono il dolore e l'angoscia.

L'angoscia per la mia inadeguatezza di fronte al suo appello: perche' leggendo e rileggendo le sue parole e la ricostruzione della sua vita non posso non pormi questa ineludibile domanda: ed io cosa sto facendo per contrastare la guerra in corso, cosa sto facendo per contrastare il fascismo oggi trionfante, cosa sto facendo per negare la mia complicita' all'orrore dispiegato? E sento una stretta al cuore. Sento che all'appello di Franz Jaegerstaetter non ho saputo ancora rispondere. E in mancanza di questo nulla mi autorizza a dire parole in sua memoria ed elogio.

E il dolore, il dolore immedicabile.

Ma anche intensa, profonda, inestinguibile la gratitudine - e in guisa di fiammella, flebile e piccina e tuttavia luminosa, fervida la speranza -: questo contadino di limpido sguardo, chiara parola e ferma postura che seppe pensare e dire e fare cio' che e' giusto e vero sempre, con la semplicita' e la nettezza richieste dall'ora, dalla tragica ora, reca viva una speranza, folgorante un kairos, e' fraterna una voce e una guida: tutta l'umanita' racchiude e protegge e disvela e salva. Tutta la trae con se' al di la' del baratro della resa al male. Tutta la convoca ancora al cielo stellato e alla legge morale.

Tu non uccidere, ci dice ancora Franz Jaegerstaetter, tu non cedere al male: e questa parola da' luce ai miei giorni; questa parola, nella sua vita e nella sua morte incarnata, riscatta, risana, redime, resuscita il mondo.

 

5. IL MOMENTO E' ORA. UNA PROPOSTA ALLE PERSONE AMICHE DELLA NONVIOLENZA

 

E' necessario che le persone amiche della nonviolenza ed i movimenti nonviolenti organizzati prendano atto della catastrofe della ex-sinistra italiana giunta al governo.

E si assumano la responsabilita' di essere l'argine che possa contrastare la vittoria culturale e politica della destra eversiva.

E' necessario rompere ogni attendismo, ogni subalternita', ogni collusione col partito della guerra e del razzismo, della corruzione e dell'omerta'.

E' necessario costruire un referente politico ed elettorale, culturale ed istituzionale, per le tante ed i tanti che non hanno ceduto al regime mondiale della corruzione, al partito planetario delle stragi e del saccheggio.

E' necessario che in tutte le prossime scadenze elettorali in Italia vi siano liste che abbiano come proposta teorica e pratica la scelta concreta e cogente della nonviolenza: liste cioe' ad un tempo femministe, ecopacifiste, equosolidali, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, socialiste e libertarie nel senso forte e autentico di questi due storici termini; liste che propongano la scelta nonviolenta in tutta la sua complessita' e radicalita'.

*

Solo a partire dalla scelta della nonviolenza e' possibile oggi una politica democratica adeguata, antifascista ed antirazzista, di disarmo e smilitarizzazione dei conflitti, nitidamente ed intransigentemente antimafiosa, di responsabilita' per la biosfera, capace di una proposta complessiva che erediti ed inveri le proposte ecologiche, economiche, sociali ed istituzionali che la nonviolenza in cammino ha elaborato nel corso del "secolo breve" come unica effettuale alternativa ai totalitarismi comunque mascherati.

Le proposte di Hannah Arendt e di Simone Weil, di Virginia Woolf e di Vandana Shiva, di Rigoberta Menchu'. Le proposte di Mohandas Gandhi, di Danilo Dolci, di Murray Bookchin. Esperienze come la Commissione per la verita' e la riconciliazione sudafricana, come la rete del commercio equo e solidale, come il microcredito, come i corpi civili di pace. La nonviolenza in cammino ha pensato e messo in atto innumerevoli proposte e iniziative. E' tempo che esse divengano azione politica comune, cultura condivisa, coerente e concreta ipotesi di governo, di autogoverno, di estensione della democrazia a raggiungere tutti.

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Una politica internazionale di disarmo, di smilitarizzazione dei conflitti, di intervento umanitario positivo attraverso corpi civili di pace; sostenuta dalla smilitarizzazione della difesa, dalla riconversione ad usi civili dell'industria bellica e armiera, dalla proibizione della produzione e del commercio delle armi; con la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine e una politica penale che valorizzi forme riparative e riconciliative; con una politica della sicurezza fondata sulla solidarieta', sul riconoscimento del diritto all'accoglienza e all'assistenza per ogni essere umano; sulla lotta politica, sociale e culturale alla violenza, in primis alla violenza maschile sulle donne; una politica ecocompatibile, della sobrieta' e della condivisione.

Sono molte le proposte concrete e praticabili, gli elementi di un programma politico ed amministrativo semplici e chiari, facilmente traducibili in atti legislativi ed amministrativi.

*

Occorre solo decidersi. Ad uscire dalla rassegnazione, dalla subalternita', dalla complicita' col disordine costituito. Il momento e' ora.

 

6. UNA MOZIONE PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO AL CONGRESSO NAZIONALE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

[Riportiamo il seguente comunicato del 29 ottobre 2007, dal titolo "Da Viterbo il professor Alessandro Pizzi partecipera' al congresso nazionale del Movimento Nonviolento dal primo al 4 novembre a Verona. Una mozione per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente locale e globale, della legalita' e dei diritti umani"...]

 

Si terra' a Verona dal primo al 4 novembre 2007 il XXII congresso del Movimento Nonviolento, la storica associazione fondata da Aldo Capitini (1899-1968), l'illustre filosofo e resistente antifascista, ideatore della marcia Perugia-Assisi.

Da Viterbo partecipera' al congresso di Verona il professor Alessandro Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, autorevole rappresentante del comitato che si oppone al terzo polo aeroportuale nel Lazio e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.

*

Il professor Pizzi presentera' al congresso una mozione per la riduzione del trasporto aereo, di cui alleghiamo il testo.

Proposta di mozione al XXII congresso del Movimento Nonviolento (Verona, 1-4 novembre 2007)

Il Congresso del Movimento Nonviolento

- impegnato nella difesa della biosfera fortemente minacciata dal surriscaldamento del clima;

- consapevole del pesante contributo che al surriscaldamento del clima da' il trasporto aereo;

- cosciente altresi' che il trasporto aereo costituisce una forma di mobilita' altamente inquinante e devastante per l'ambiente e dannosa per la salute e il benessere delle persone, fortemente energivora, interna ad un modello di sviluppo ecologicamente insostenibile, assai costosa per l'intera collettivita' locale e l'intera umanita' vivente che in larghissima parte neppure ne fruisce;

esprime sostegno ai movimenti che si impegnano per la drastica riduzione del trasporto aereo;

ed in tal ambito sostiene i movimenti e le iniziative che con la scelta della nonviolenza e la forza della democrazia, in difesa della legalita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani:

a) si oppongono alla realizzazione di nuovi aeroporti (e all'ampliamento degli aeroporti esistenti) laddove non ve ne sia una vera necessita' ma essi siano realizzati per promuovere forme di turismo "mordi e fuggi" legate a una fruizione consumista, alienata, usurante e mercificata dei beni ambientali e culturali, e ad un'esperienza del viaggiare che non sia arricchimento di conoscenza ma asservimento agli imperativi delle agenzie della narcosi pubblicitaria;

b) si impegnano per la riduzione drastica ed immediata del carico di voli dei sedimi aeroportuali collocati a ridosso di centri abitati gia' pesantemente gravati e fin soffocati dall'attivita' aeroportuale;

c) chiedono la cessazione dello sperpero di pubblico denaro per finanziare le compagnie aeree;

d) chiedono che cessino le agevolazioni e le esenzioni fiscali alle compagnie aeree;

e) si oppongono alle condotte gravemente antisindacali e violatrici dei diritti dei lavoratori messe in atto da eminenti compagnie aeree;

f) difendono il diritto alla salute, i beni culturali e ambientali, gli ecosistemi locali e l'ecosistema planetario, i diritti dell'umanita' presente e delle generazioni future, minacciati dal dissennato incremento del trasporto aereo;

g) si impegnano per il rigoroso rispetto della legislazione in materia di difesa dell'ambiente, della salute, dei beni comuni;

h) chiedono che tutte le strutture aeroportuali realizzate e realizzande siano sottoposte senza eccezioni alla dirimente verifica della compatibilita' con quanto disposto dalla vigente legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale (Via) e di Valutazione ambientale strategica (Vas);

i) si oppongono alle attivita' militari che violano l'art. 11 della Costituzione e ad ogni ampliamento delle basi aeronautiche militari, e particolarmente alla presenza e all'ampliamento di basi aeronautiche militari di stati stranieri e di coalizioni intese a, o impegnate in, attivita' belliche che la Costituzione ripudia;

l) promuovono forme di mobilita' sostenibile, modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie appropriate, scelte economiche ecocompatibili, eque e solidali;

m) promuovono una cultura della mobilita' e del viaggio sostenibile, conviviale, solidale, aperta all'incontro e all'ascolto reciproco, rispettosa delle persone e dell'ambiente;

n) si impegnano per la riduzione del surriscaldamento climatico e per la difesa della biosfera.

 

7. UN MESSAGGIO AI PROMOTORI DI UN CONVEGNO

[Riproduciamo il seguente messaggio del 7 ottobre 2007 ai promotori di un convegno per la riduzione del trasporto aereo e contro la realizzazione del terzo polo aeroportuale nel Lazio, in difesa di salute, ambiente, legalita']

 

Carissime e carissimi,

naturalmente parteciperemo come comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo al convegno da voi promosso.

Come sapete siamo impegnati non solo contro lo scellerato e dissennato progetto di un mega-aeroporto pe voli low cost a Viterbo che devastarebbe beni ambientali, storico-culturali, sociali ed economici rilevantissimi, e che danneggerebbe enormemente la salute e il benessere di migliaia e migliaia di persone; siamo impegnati altresi' perche' la popolazione di Ciampino sia al piu' presto liberata dal carico insostenibile di traffico aereo che tuttora la vessa ed opprime; e siamo impegnati anche tout court contro la realizzazione del terzo polo aeroportuale nel Lazio.

Crediamo infatti necessario ed urgente ridurre drasticamente il trasporto aereo: sia per difendere la salute e i diritti delle persone, sia per difendere gli ecosistemi locali, sia per difendere la biosfera nel suo complesso, dal momento che il trasporto aereo e' fortemente corresponsabile del surriscaldamento del clima, ovvero della piu' drammatica emergenza ambientale planetaria odierna.

Crediamo anche che debba cessare lo sperpero delle pubbliche risorse per opere, imprese ed interessi che danneggiano gravemente tutti i cittadini, le comunita', i territori.

A questo breve messaggio di sostegno e saluto alleghiamo il testo del nostro appello di alcune settimane fa, la lettera al Ministro dei Trasporti dell'8 settembre scorso, e quella ai Presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato del 6 ottobre, testi che crediamo possano recare alcuni ulteriori elementi di riflessione utili al comune impegno.

Un cordiale saluto,

Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

Viterbo, 9 ottobre 2007

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 173 del 19 aprile 2013

 

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