Archivi. 165



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 165 dell'11 aprile 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di settembre 2007 (parte prima)

2. L'assalto dei barbari

3. Un aeroporto a Viterbo? No, grazie

4. Uscire subito dalla guerra illegale e criminale, riportare a casa vivi i soldati italiani in Afghanistan

5. Uscire dalla guerra, costruire la pace

6. Tre dimenticanze

7. Dagli ogm alla creatura del dottor Frankenstein

8. Montalto, Vicenza, Viterbo

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2007 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2007.

 

2. L'ASSALTO DEI BARBARI

 

La proposta di realizzare a Viterbo il terzo polo aeroportuale del Lazio per destinarvi i voli low cost del turismo "mordi e fuggi" diretto a Roma e' un'assurdita' e uno scandalo.

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L'area in cui si vorrebbe realizzare la struttura e' nel cuore della zona termale di Viterbo. La realizzazione dell'opera danneggerebbe per sempre uno dei principali beni ambientali e culturali di Viterbo, distruggerebbe per sempre fondamentali prospettive occupazionali, ferirebbe e mutilerebbe per sempre la popolazione viterbese nella sua storia e nel suo futuro.

L'inquinamento provocato dall'atterraggio e dal decollo degli aerei dell'aeroporto di voli low cost colpirebbe l'intera citta' e renderebbe invivibili interi popolosi quartieri. Invivibili, dico: l'inquinamento acustico sarebbe tale che interi quartieri ne subirebbero un impatto tale da devastare la possibilita' di riposo, di scambi verbali normali, di godimento del silenzio e della musica fin dentro la propria casa, per migliaia e migliaia di persone.

L'opera e' interna allo stesso modello di sviluppo di servitu' che ha gia' ampiamente devastato l'alto Lazio con servitu' militari, energetiche, speculative; quel modello di sviluppo di servitu' che ha impedito fin qui un'adeguata valorizzazione dei beni culturali e ambientali e ha danneggiato enormemente le fondamentali vocazioni produttive del territorio, che risiedono nell'agricoltura di qualita' e nel turismo di qualita'; quel modello di sviluppo di servitu' al quale l'impegno della parte piu' consapevole della popolazione altolaziale si contrappone da decenni, pienamente cosciente nelle sue esperienze maggiori del nesso che lega modello di sviluppo di servitu', penetrazione dei poteri criminali, regime della corruzione. So bene di cosa sto parlando: di queste esperienze di lotta io che scrivo queste righe sono la memoria storica, essendone stato uno dei principali animatori ed essendo la persona che piu' ha contribuito all'elaborazione analitica e progettuale ad esse connessa.

*

E' quindi certo che il terzo polo aeroportuale del Lazio destinato ai voli low cost danneggerebbe irreversibilmente la salute e la qualita' della vita della popolazione altolaziale.

E' quindi certo che il terzo polo aeroportuale del Lazio destinato ai voli low cost danneggerebbe irreversibilmente beni culturali e ambientali che sono l'unica preziosa ricchezza del viterbese.

E' quindi certo che il terzo polo aeroportuale del Lazio destinato ai voli low cost danneggerebbe irreversibilmente le potenzialita' economiche ed occupazionali di Viterbo e del viterbese, che sono nell'agricoltura, nel turismo di qualita', nel termalismo, nell'alta formazione.

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Ed e' certo che l'opera e' insensata anche alla luce del fatto che i collegamenti di Viterbo con Roma sono tali che per poche decine di chilometri attualmente il viaggio in treno richiede quasi due ore.

Lo stesso ceto politico che ha lasciato distruggere e non piu' ripristinare la linea Civitavecchia-Capranica-Orte, che non ha saputo o voluto battersi per il potenziamento della linea Viterbo-Roma e della Viterbo-Orte, cerca di mascherare il suo fallimento e la sua irresponsabilita' proponendo mirabolanti grandi opere, devastanti e servili, continuando a lasciare i molti pendolari viterbesi nel disagio.

Viterbo ha bisogno di adeguati collegamenti ferroviari con Civitavecchia, con Orte, con Roma. Ma il ceto politico dominante lascia andare in malora le ferrovie. Perche?

*

Ed e' sintomatico che a promuovere l'aeroporto per i voli low cost del turismo "mordi e fuggi" diretto a Roma sia da anni la martellante propaganda gestita pressoche' interamente dai dirigenti di un solo partito politico, Alleanza Nazionale, che ha dallo scorso decennio il governo del Comune di Viterbo in continuita' e in alleanza coi prominenti del sistema di potere andreottiano che per decenni ha dominato e devastato il viterbese; e  che altre forze politiche si siano stoltamente accodate a questa sciagurata propaganda talora per effettuale complicita', e talora per ignoranza, per incapacita', per pusillanimita', per subalternita', per sfiducia nell'intelligenza della popolazione, per abitudine alla menzogna e all'irresponsabilita', ad essere miopi e corrivi.

Ed e' sintomatico che nella propaganda pro aeroporto si taccia sulla gravita' delle conseguenze negative per la salute della popolazione viterbese; si taccia sulla gravita' della devastazione dei beni ambientali e culturali; si taccia sulla gravita' dell'effettivo danno economico e sociale per l'alto Lazio.

Per non dire del versante militare della questione, di cui avremo modo di parlare piu' approfonditamente (a Viterbo l'Aeronautica militare gestiva una base che ospitava migliaia di ragazzi di leva: sara' o no il caso di porre la questione dell'uso sociale di tantissimi posti-letto inutilizzati mentre gli studenti universitari fuori sede vengono sovente vampirizzati da affittacamere senza scrupoli? Sara' o no il caso che quei beni immobili passino dalle mani militari a quelle civili e divengano ostello della gioventu'? Sara' o no il caso di far cessare una servitu' militare che non ha piu' ragione di essere?).

E per non dire del versante piu' strettamente affaristico della vicenda, del quale pure avremo modo di parlare piu' ampiamente in prosieguo di tempo - e carte alla mano.

*

Nel promuovere il comitato che si oppone al terzo polo aeroportuale del Lazio (sia a Viterbo che altrove) e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, abbiamo teso a mettere in rilievo le questioni generali che fondano la nostra riflessione e il nostro impegno, memori della necessita' di tenere insieme l'"agire localmente" e il "pensare globalmente".

Ed abbiamo evidenziato come l'incremento dissennato del trasporto aereo danneggi gravemente la biosfera contribuendo enormemente al surriscaldamento del clima, abbiamo evidenziato l'inquinamento degli ecosistemi locali e il danno per la salute delle popolazioni che vivono nei pressi delle strutture aeroportuali, abbiamo evidenziato l'antieconomicita' del trasporto aereo e come le compagnie aeree divorino immense risorse pubbliche che dovrebbero essere invece destinate a beneficio di tutti, abbiamo evidenziato l'intrinseca antidemocraticita' di scelte di mobilita' a vantaggio di una ristrettissima oligarchia e a danno dell'umanita' intera e delle generazioni future.

Cosi' come abbiamo evidenziato la possibilita' concreta di scelte (sia di modello di mobilita', sia di modello di sviluppo) alternative: limpide, coerenti, adeguate.

Ed abbiamo richiesto che vi sia una adeguata informazione che tutti raggiunga affinche' tutti possano consapevolmente esprimere la propria opinione: su cio' che tutti riguarda tutti hanno diritto a contribuire alle scelte.

E' ora che cessi il dominio della propaganda sulla realta', dell'ideologia sulla verita', dell'affarismo sul pubblico bene. E' ora che si dispieghi una coscientizzazione che dia luogo a un processo democratico che consenta a tutti di valutare pro e contro delle scelte da compiere, e di contribuire a decidere per il meglio. E' necessario e urgente riconoscere tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, inverare la democrazia nella sua pienezza e profondita', difendere la biosfera e la civilta' umana minacciate dalle politiche divoratrici e dissennate di poteri barbari e onnicidi.

E' per tutte queste ragioni che stiamo lottando.

E' per tutte queste ragioni che chiediamo a tutte le persone di volonta' buona un aiuto, un aiuto urgente.

*

Scrivo queste parole con gli stessi sentimenti di estrema preoccupazione e di persuasa fiducia, con lo stesso pessimismo dell'intelligenza ed ottimismo della volonta', con cui negli anni Settanta avviammo la lotta contro la centrale nucleare di Montalto e contro il piano energetico nazionale che se realizzato avrebbe dislocato decine di centrali nucleari per l'Italia.

Scrivo queste parole con gli stessi sentimenti di estrema preoccupazione e di persuasa fiducia, con lo stesso pessimismo dell'intelligenza ed ottimismo della volonta', con cui negli anni Ottanta avviammo la lotta contro il progetto autostradale Supercassia che avrebbe distrutto per sempre una parte cospicua del tesoro forestale di cui siamo custodi.

Scrivo queste parole con gli stessi sentimenti di estrema preoccupazione e di persuasa fiducia, con lo stesso pessimismo dell'intelligenza ed ottimismo della volonta', con cui negli anni Novanta avviammo la lotta contro la concessione del nuovo porto di Civitavecchia a un consorzio d'imprese capeggiato da una delle imprese dei "cavalieri dell'apocalisse mafiosa" di Catania.

Erano tutte lotte che all'inizio sembravano impossibili da vincere, tanto era forte la concrezione di poteri e di interessi che quelle opere scellerate voleva realizzare, tanto grandi erano le complicita' politiche, economiche, istituzionali.

Erano tutte lotte in cui molti ci dicevano - con le buone  e con le cattive, ne so qualcosa sulla mia pelle - che avremmo fatto meglio a lasciar perdere poiche' c'era da rischiare molto, troppo, e dalla parte del grande affare c'erano poteri che era pericoloso contrastare.

Erano tutte lotte in cui all'inizio la grandissima parte del ceto politico e finanche della popolazione era ipnotizzata dalla propaganda (e dalla disponibilita' di capitali) del potere affaristico che quelle grandi opere promuoveva.

Erano tutte lotte che iniziammo in poche persone ed in cui passammo per le fasi tipiche di ogni lotta nonviolenta: lo scherno, l'indifferenza, il contrasto piu' veemente.

Le abbiamo vinte tutte.

All'inizio sembrava impossibile, sembrava incredibile gia' solo pensare di condurle quelle lotte: le abbiamo vinte tutte.

Le abbiamo vinte tutte. Forse nessuno meglio di me sa quanto sia stato duro, quanta fatica e quanto dolore e' costato condurle, quali prezzi - ferite che non si rimarginano - abbiamo pagato sul piano personale: ma quelle lotte le abbiamo vinte tutte.

Le abbiamo vinte tutte. E possiamo vincere anche questa. Dobbiamo vincere anche questa.

E' l'unica terra che abbiamo, e vi e' una sola umanita'.

 

3. UN AEROPORTO A VITERBO? NO, GRAZIE

[Riproponiamo una volta ancora questo documento di riflessione da cui e' stato estratto l'appello del Comitato di Viterbo che si oppone alla realizzazione del terzo polo aeroportuale laziale e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa dell'ambiente, del diritto alla salute, del diritto al lavoro, della democrazia, dei diritti umani di tutti gli esseri umani comprese le generazioni future]

 

Un aeroporto a Viterbo? No, grazie.

E' necessario invece ridurre il trasporto aereo.

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Diciamo alcune semplici verita' fin qui sottovalutate o tenute nascoste:

1. Un aeroporto provoca gravi danni alla salute della popolazione che vive nei dintorni

- sia attraverso l'inquinamento dell'aria, che causa gravi patologie;

- sia attraverso l'inquinamento acustico.

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2. Il trasporto aereo provoca gravissimi danni al clima

- contribuisce enormemente al surriscaldamento del clima del pianeta.

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3. Il trasporto aereo danneggia gravemente l'ambiente

- sia a livello globale;

- sia a livello locale.

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4. Il trasporto aereo e' antieconomico

- consuma piu' energia di ogni altro mezzo di trasporto;

- danneggia gravemente la biosfera;

- costa molto alla comunita' poiche' e' fortemente sovvenzionato sia da da finanziamenti pubblici sia da esenzioni ed agevolazioni fiscali (mentre si effettuano sciagurati tagli di bilancio per sanita' ed assistenza): paradossalmente la maggior parte dei costi del trasporto aereo li pagano i cittadini che non lo usano;

- danneggiando l'ambiente e sottraendo risorse pubbliche non aiuta le economie locali ma le impoverisce;

- l'occupazione nel settore e' limitata, spesso precaria, e le compagnie hanno spesso condotte gravemente antisindacali.

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5. Il trasporto aereo e' iniquo

- statisticamente e' dimostrato che e' soprattutto un privilegio dei ricchi;

- ma i costi li pagano soprattutto i bilanci pubblici, usando i fondi della fiscalita' generale ricavati cioe' dalla tassazione di tutti i cittadini: chi paga le tasse e' costretto, a sua insaputa e contro la sua volonta', a finanziare le compagnie aeree (le quali invece le tasse le pagano ben poco, godendo di agevolazioni e addirittura di esenzioni incredibili);

- le nocive conseguenze del trasporto aereo le pagano innanzitutto i poveri.

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6. Il trasporto aereo non e' sicuro

- di tutte le modalita' di trasporto e' la piu' pericolosa, per i viaggiatori e per chi vive nelle aree sorvolate.

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7. Nel caso specifico dell'aeroporto a Viterbo manca completamente la Valutazione d'impatto ambientale

- Come si puo' decidere di realizzare un'opera pubblica di tali dimensioni ed impatto senza rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente?

- Come si puo' decidere di realizzare un'opera pubblica di tali dimensioni ed impatto senza neppure uno straccio di studio sulle conseguenze ambientali, sanitarie, sociali e sul modello di sviluppo del territorio?

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8. Non solo non e' affatto certo che l'aeroporto avra' un benefico effetto sull'economia viterbese, ma anzi e' piu' che lecito dubitarne

- il turismo low cost (cui l'aeroporto sarebbe destinato) e' un turismo "mordi e fuggi" che in grandissima parte atterrerebbe a Viterbo solo per arrivare al piu' presto a Roma (come gia' accade a Ciampino e a Fiumicino);

- se si investiranno ingenti risorse statali e regionali nell'Alto Lazio per realizzarvi un aeroporto, e' evidente che - per un ovvio ragionamento di ripartizione delle risorse tra le diverse realta' territoriali - non potranno essere assegnate alla stessa zona ulteriori risorse statali e regionali per altre strutture ed attivita', ovvero per opportunita' di sviluppo esse si' utili e coerenti con la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e con le vocazioni produttive della nostra terra (beni e vocazioni che l'impatto dell'aeroporto puo' pesantemente danneggiare, rivelandosi per quello che e': un'ennesima gravosa servitu');

- Viterbo nell'ambito della mobilita' ha bisogno innanzitutto di migliorare la rete ferroviaria ed i collegamenti con Roma, con Orte e con Civitavecchia.

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9. La popolazione viterbese non e' stata fin qui informata sui danni certi e sui pericoli probabili

- gli enti locali hanno fatto molta pessima propaganda (sperperando a tal fine tempo e risorse che potevano e dovevano essere diversamente utilizzati) ed hanno scandalosamente taciuto su tutte le questioni sopra indicate;

- le cittadine e i cittadini sono stai ingannati da una propaganda da parte di pubblici amministratori poco cauti e poco scrupolosi fatta di false alternative, di esasperato campanilismo con punte di xenofobia, di grottesche baruffe, di ultimatum costantemente smentiti dai fatti.

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E' ora che tutte le cittadine e tutti i cittadini siano onestamente informati, perche' una decisione cosi' grave e dagli effetti cosi' irreversibili non puo' essere presa da pochi rappresentanti di enti ed imprese che peraltro avendo degli interessi economici direttamente implicati sono parte in causa e non super partes.

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Chiediamo che tutte le persone che vivono nell'Alto Lazio conoscano la verita', che tutte le persone possano esprimere la loro opinione, che l'intera popolazione sia coinvolta in un processo decisionale onesto, partecipato, informato su basi rigorosamente scientifiche, in un autentico esercizio di sovranita' popolare e di democrazia.

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Chiediamo che sia rispettato il diritto alla salute.

Chiediamo che sia rispettato il diritto alla sicurezza.

Chiediamo che sia rispettato il diritto a un ambiente vivibile.

Chiediamo che sia rispettato il diritto a un lavoro dignitoso e sicuro.

Chiediamo che sia rispettato il diritto alla mobilita' per tutti e non solo per pochi privilegiati.

Chiediamo che decisioni che riguardano tutti siano discusse da tutti e prese in modo democratico.

Chiediamo che prevalga la responsabilita', la solidarieta', la democrazia.

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Siamo solidali con i cittadini di Ciampino, vittime dell'estrema nocivita' dell'aeroporto.

Siamo solidali con tutti gli esseri umani che subiscono le conseguenze dell'effetto serra cui il trasporto aereo contribuisce in misura cosi' rilevante.

 

4. USCIRE SUBITO DALLA GUERRA ILLEGALE E CRIMINALE, RIPORTARE A CASA VIVI I SOLDATI ITALIANI IN AFGHANISTAN

 

Uscire subito dalla guerra illegale e criminale, riportare a casa vivi i soldati italiani in Afghanistan.

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Uscire subito dalla guerra illegale e criminale: la guerra in corso in Afghanistan, la stessa che continua dai tempi dell'invasione dell'Armata rossa dell'allora Urss, e' una guerra terrorista e stragista, una guerra atroce che ormai da decenni sta martoriando la popolazione afgana.

Una guerra alla quale l'Italia sta scelleratamente partecipando in violazione del diritto internazionale e della stessa Costituzione della Repubblica Italiana.

Una guerra abominevole che non restera' circoscritta a quell'area ma dilaghera' in tutto il mondo. Una guerra razzista e onnicida. Una guerra che alimenta il terrorismo internazionale. Una guerra che serve agli interessi delle mafie che gestiscono il narcotraffico a livello mondiale.

Una guerra assurda, insensata, sciagurata, apocalittica. Una guerra che da quel cratere puo' espandersi fino a  minacciare l'intera civilta' umana. Come si puo' essere cosi' ciechi da non vederlo?

E dire che vi sono italiani che proprio nella fornace afgana hanno dimostrato cio' che invece occorre fare: assistere tutte le vittime, salvare tutte le vite, intervenire in modo non armato e nonviolento a recare cure, a recare solidarieta' concreta: l'esperienza luminosa di Emergency.

Perche' governo e parlamento non riconoscono la realta'? Perche' non rispettano la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico cui pure hanno giurato fedelta'? Perche' non accettano quella regola aurea che fonda la convivenza umana, secondo cui non si devono uccidere bensi' salvare le vite umane?

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Riportare a casa vivi i soldati italiani attualmente in Afghanistan: perche' e' insensato che siano li' come complici e corresponsabili di una guerra barbara e feroce, illogica e inumana, illegale e criminale; perche' e' insensato che le loro vite siano esposte al rischio della morte in una guerra il cui unico senso ed esito e' incrementare il terrorismo nel mondo, incrementare i proventi dei signori della guerra e della droga, incrementare il dolore, la miseria, la paura, incrementare le stragi - e l'odio dei superstiti.

Riportiamoli vivi a casa i soldati italiani. Impediamo che si trasformino in assassini o assassinati. Se il governo e il parlamento italiano sono cosi' ignobilmente e totalitariamente razzisti da non provare alcun sentimento di umana solidarieta', di umana misericordia, di umana affinita' con gli esseri umani afgani, abbiano almeno pieta' e cura della vita e dell'integrita' fisica e psichica degli italiani cola' mandati oscenamente, delittuosamente, a uccidere e morire. Se non altro per salvare vite di italiani - oggi la', e domani e' da temere anche qui: poiche' chi semina vento raccoglie tempesta, e chi scatena il male da quel male verra' colpito - l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra, si impegni per la sua cessazione, intervenga in modo nonarmato e nonviolento per soccorrere tutte le vittime, faccia finalmente una politica internazionale di pace, di disarmo, di smilitarizzazione dei conflitti, di riconoscimento di umanita': una politica di civilta', semplicemente.

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L'unica politica di sicurezza e' quella che promuove la sicurezza comune, la convivenza e la dignita' di tutti i popoli e tutte le persone, i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Vi e' una sola umanita': solo insieme possiamo salvarci.

Non vi e' alcuna giustificazione per l'omicidio, e la guerra consiste di un cumulo di omicidi. La guerra deve essere bandita dalla storia affinche' possa esservi ancora una storia.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

5. USCIRE DALLA GUERRA, COSTRUIRE LA PACE

 

Per costruire la pace e' necessario cessare di fare la guerra.

L'Italia sta ancora assurdamente e scelleratamente partecipando alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

L'Italia cosi' pratica e alimenta il terrorismo e il fascismo nel mondo.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra illegale e criminale. Torni l'Italia nell'alveo del diritto internazionale e della legalita' costituzionale. Avvii l'Italia un ampio, persuaso, coerente intervento di pace con mezzi di pace, nonarmato e nonviolento, potenziando e moltiplicando le esperienze come quella condotta da Emergency, promuovendo i Corpi civili di pace, scegliendo una politica internazionale di sicurezza comune fondata sulla cooperazione, sulla solidarieta', sull'aiuto umanitario, sul riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, una politica internazionale fondata sulla scelta della nonviolenza, la nonviolenza giuriscostituente, la nonviolenza inveratrice degli impegni sanciti ed assunti nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

Cessi l'Italia di fare la guerra, inizi a costruire la pace.

 

6. TRE DIMENTICANZE

 

Gli afgani assassinati dalla guerra terrorista e stragista cui l'esercito italiano partecipa, al fianco del primo terrorista planetario (per sventura del mondo presidente della prima superpotenza mondiale) e dei signori della guerra, e a vantaggio dei signori dell'eroina e del terrorismo internazionale.

La guerra terrorista e stragista che si prolunga da decenni; la guerra terrorista e stragista che viola tutti i diritti umani, che viola i fondamenti stessi del diritto internazionale, che viola la Costituzione della Repubblica Italiana.

Cosa si aspetta ad imporre che l'Italia cessi di partecipare alla guerra e s'mpegni finalmente per salvare le vite e costruire la pace?

Cosa si aspetta ad imporre che i soldati italiani tornino a casa, vivi, ed integri nel corpo e nell'anima?

Cosa si aspetta ad imporre che governo e parlamento, cessata la scellerata cupio dissolvi, cessata la criminale ubriacatura guerriera e assassina, cessata la follia totalitaria, deliberino il rientro nell'alveo della legalita' costituzionale e del diritto internazionale, cessino di essere terroristi e stragisti?

Si vuole sicurezza? Un governo e un parlamento che fanno una politica stragista e terrorista in Afghanistan non creano sicurezza, ma il suo esatto contrario. Non la povera gente che chiede un obolo all'angolo delle vie minaccia la sicurezza, ma chi dispone, ordina, commette, favoreggia stragi, e col suo sciagurato agire nuove stragi richiama. Il sangue sparso in Afghanistan anche con la complicita' dello stato italiano ricadra' sulle nostre teste, tutti lo sentiamo nel profondo del nostro cuore lacerato.

La sola politica della sicurezza e' quella che rispetta e promuove i diritti umani di tutti gli esseri umani, e' quella che promuove solidarieta', e' quella che salva le vite, e' quella che nessun essere umano abbandona alla miseria, alla sofferenza, all'oppressione, alla morte. La sola politica della sicurezza e' la politica della nonviolenza attiva e operante.

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I migranti che in fuga da carestie, guerre, dittature cercano di venire in Europa per trovar scampo da sofferenze e persecuzioni inenarrabili.

Quei migranti che la Costituzione della Repubblica italiana (nata dalla Resistenza antifascista e dalla sconfitta dell'ordine hitleriano) dispone che hanno diritto di venire nel nostro paese a trovare salvezza, e dispone che il nostro paese ha il dovere di accoglierli e salvarli, affinche' trovino qui quei diritti e quelle liberta' che il nostro ordinamento giuridico riconosce a tutti gli esseri umani e che nei loro paesi sono proditoriamente, barbaramente negati.

Questi migranti che una politica anticostituzionale e disumana invece di salvare condanna alla sofferenza e alla morte, abbandona nelle mani dei poteri criminali schiavisti, riconsegna ai loro persecutori, reclude in infami campi di concentramento, usa come corpi mercificati come i nazisti usavano i corpi delle loro vittime, fa morire soffocati nei Tir e annegati tra le onde, sui cigli delle strade seviziati e dilaniati.

Questi crimini contro l'umanita' non potranno mai essere perdonati, condonati, dimenticati. Di questi crimini contro l'umanita' sono responsabili, e ne dovranno pur rispondere - dinanzi a quel tribunale dell'umanita' che e' la memoria storica di coloro che verranno, e la coscienza di coloro che oggi non son ciechi - non solo quei politicanti fascistizzati che tali feroci situazioni e anomiche norme ed aberranti consuetudini hanno creato o non hanno contrastato e abolito avendone il potere, non solo i funzionari prestatisi ad agire con logiche da Terzo Reich, ma anche tutte le persone che non si sono opposte, che non si sono ribellate, che non hanno levato la loro voce, le loro braccia, a difesa della vita e della dignita' di tanti fratelli e tante sorelle che speravano di trovare in noi Abele e non Caino. E' del mio dolore, e' della mia vergogna che parlo.

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Se il cuore non mi sanguinasse ed avessi ancora la capacita' di Swift o almeno quella di Voltaire o se non altro quella di Wilde, agli eccellentissimi signori legislatori e signori pubblici amministratori questa esperienza proporrei di fare: andassero un pomeriggio in strada, in abiti dimessi e non lavati ed affamati davvero dopo un lungo digiuno, a chiedere un soldino per poter mangiare. Capirebbero tante cose.

Se il cuore non mi sanguinasse e potessi usare qui la lingua di Aristofane o di Plauto o di Moliere, agli eccellentissimi signori legislatori e signori pubblici amministratori questa esperienza proporrei di fare: si fermassero una mezz'ora a ragionare, e si chiedessero perche' vi sono persone nel nostro paese che nell'estate piu' torrida soffrono sotto il sole ai semafori avvelenandosi degli scarichi delle automobili dei ricchi per poter avere una misera, misera moneta da tanti, tanti insulti accompagnata.

Se il cuore non mi sanguinasse e potessi qui pacatamente argomentare sul senso e sui fini dell'ordinamento giuridico, sul diritto all'assistenza, sui doveri dei pubblici ufficiali, su cosa sia pubblica amministrazione, cosa bene pubblica, e cosi' via (e saprei ben farlo, e' stato per tanti anni il mio mestiere quando sedevo sui banchi in cui si rappresenta la volonta' popolare e si serve il pubblico bene e si reca aiuto a chi e' nel bisogno - che  a questo sarebbero intese le pubbliche funzioni, e gia' solo ricordarlo suscita risa inestinguibili e non gia' tra gli dei beati ma nella bolgia dell'infima canaglia), agli eccellentissimi signori legislatori e signori pubblici amministratori questa esperienza proporrei di fare: di ricordarsi di quanto le leggi vigenti dispongono in materia di pubblica assistenza, di aiuto alle vere vittime del crimine vero, di rispetto dell'umana dignita', ed anche di quanto le leggi dispongono in materia di omissione di soccorso, di abuso, di violazione dei diritti personali, di lesione della dignita' della persona: e se di quanto le leggi dispongono a loro protezione i poveri avessero contezza, quanti processi penali e quante cause civili migliaia e migliaia di persone potrebbero e dovrebbero oggi intentare contro sindaci, assessori, parlamentari e ministri che con le loro crudelta' e barbarie insozzano il nostro paese, con i loro atti amministrativi e le loro esternazioni deliranti violano leggi e leggi e leggi, e l'umanita' di ogni essere umano feriscono, e l'umanita' intera.

Se il cuore non mi sanguinasse: ma invece il cuore mi sanguina, e solo in urlo mi prorompono dal petto le parole: come potete, voi investiti di pubbliche funzioni, perseguitare vieppiu' i poveri invece di aiutarli? come potete perseguitare gli oppressi invece di sostenerli? come potete tradire cosi' ogni legge umana, ogni umano valore? Cosi' agendo da criminali agite, e da fascisti. E proprio questo penso. E proprio questo dico.

 

7. DAGLI OGM ALLA CREATURA DEL DOTTOR FRANKENSTEIN

 

Non tutto quello che si puo' fare si deve fare.

Dei parti dei dottori Frankenstein e Stranamore possiamo benissimo farne a meno.

Il sogno di generare mostri e' antico, un antico incubo. Che resti un incubo, che non divenga una realta'.

L'idea di produrre una subumanita' da adibire a funzioni servili e' un antico delirio di lugubri dittatori. Come e' un antico progetto e una politica sempre ritornante l'animalizzazione di esseri umani. Come e' un intento ben noto quello di ridurre esseri umani a serbatoi di "pezzi di ricambio": sappiamo che esistono gia' poteri criminali di questo infernale traffico abominevoli gerenti. E sappiamo che non manca mai chi e' disponibile a forzare i limiti della natura con esperimenti i cui esiti possono essere catastrofici: ed e' per questo che esiste e sempre deve valere quel principio di precauzione che vuole che "in dubio contra projectum".

A chi opera nella direzione di creare le premesse perche' siano consentiti palesi, apcalittici crimini contro l'umanita' occorre porre un veto, nitido, argomentato, razionale e coerente, persuasivo per ogni persona di retto sentire e volonta' buona.

Dei parti dei dottori Frankenstein e Stranamore possiamo benissimo farne a meno.

Non tutto quello che si puo' fare si deve fare.

 

8. MONTALTO, VICENZA, VITERBO

 

Ero a Pian dei Cangani (il sito designato per la costruzione della centrale nucleare) nella campagna di Montalto di Castro nel giorno di quella "festa della primavera" nel 1977 che fu il primo grande incontro del nascente movimento antinucleare: il governo di allora nel Piano energetico nazionale prevedeve di costruire decine di centrali nucleari lungo la penisola assicurando che "il nucleare e' sicuro" (con tanto di patinatissime ricerche tecniche pretesamente indiscutibili) e che "senza il nucleare si torna alla candela" (con tanto di patinatissime dimostrazioni tecniche anch'esse pretesamente indiscutibili); ne iniziarono solo una e non fu mai una centrale nucleare funzionante: perche' subito li' inizio' la lotta in difesa dell'unica Terra che abbiamo, del diritto alla salute, del diritto alla sicurezza, del diritto delle generazioni future a un pianeta vivibile.

Ero ancora davanti ai cancelli del cantiere della centrale nucleare dieci anni dopo, quando dopo la sciagura di Cernobyl indicemmo e vincemmo il referendum: e in quella che fu l'ultima delle grandi manifestazioni per ottenere il rispetto dell'esito del voto referendario ebbi la mia razione dell'ultima insensata carica dei ragazzini in divisa che - certo sedotti dal mio barbone all'epoca ancora non incanutito e mentre invano un vicequestore gridava loro di star fermi che ero un pubblico amministratore - mi fecero a brandelli la giacchetta mia bella e mi fecero altresi' omaggio di una comparsa sui telegiornali della sera mentre venivo, diciamo cosi', travolto.

Ma il nucleare venne fermato, e la centrale - monumento all'idiozia che prepara disastri, allo sperpero dei soldi pubblici, alla corruzione che tutto devasta, alla criminalita' dei potentati - fu almeno riconvertita.

Davanti ai cancelli di Montalto lungo un decennio si saldarono tante amicizie (un fossile come me, restio ad andare in qualunque posto non possa raggiungere con una camminata, fu li' che conobbe persone che venivano da ogni parte d'Italia; fu li', e con molti ci rincontrammo a Comiso, ma questa e' un'altra storia) e si prese coscienza che si poteva sconfiggere il Moloch che si pretendeva invincibile.

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Ripenso sovente alla vicenda di Montalto quando c'e' da rimboccarsi le maniche.

E penso che come bloccammo il Piano energetico nazionale che voleva farci ingoiare decine di centrali nucleari sparse per l'Italia, cosi' oggi dobbiamo e possiamo vincere a Vicenza - con la forza della nonviolenza - contro la criminale follia della nuova base di guerra, della guerra che puo' segnare la fine dell'umanita'.

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Ed ugualmente penso che oggi possiamo e dobbiamo vincere a Viterbo - con la forza della nonviolenza - contro l'aeroporto del turismo "mordi e fuggi" che affaristi sciagurati e prominenti irresponsabili o corrotti intendono realizzare nel cuore della zona termale devastando l'area del Bulicame che e' il massimo bene ambientale, storico, culturale ed economico della citta' (cosi' come Omero e' il primo e il principe dei poeti, teste Leopardi) e rendendo invivibili col frastuono infernale degli aerei interi quartieri in cui abitano decine di migliaia di persone, e aggredendo ambiente e salute con l'inquinamento atmosferico ai voli connesso.

Possiamo e dobbiamo vincere contro l'incremento scellerato e dissennato del trasporto aereo che contribuisce in misura enorme al surriscaldamento del clima che e' la massima emergenza planetaria, la piu' grande minaccia per la biosfera e per la civilta' umana - di cui troppi sembrano non rendersi conto, quando ormai drammaticamente tutto e' evidente a chiunque non abbia gli occhi occlusi dalle scaglie dell'ideologia degli onnicidi, dalla cecita' imposta coi ferri arroventati della narcotica pubblicita' dei barbari al potere.

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Dinanzi all'inumano, dinanzi alla catastrofe, ancora e sempre e' l'ora della resistenza.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

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Numero 165 dell'11 aprile 2013

 

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