Telegrammi. 1241



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1241 dell'11 aprile 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Giobbe Santabarbara: Mentre infuriano guerra e razzismo, mentre continua la devastazione della biosfera

2. "La riflessione, le ricerche, l'impegno di Michel Foucault". Un incontro di studio a Viterbo

3. A Viterbo la lobby di estrema destra del mega-aeroporto ci riprova

4. Alcuni testi del mese di novembre 2003 (parte prima)

5. Un maestro

6. Un quattro novembre dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre

7. L'8 novembre a Verona, con Lidia Menapace

8. L'8 novembre a Roma, contro il muro della segregazione

9. Il 4 novembre a Viterbo

10. Ancora sulla proposta di Lidia Menapace

11. Se

12. 4 novembre: uscire dalla subalternita' al potere militare

13. Il 4 novembre a Viterbo: "ogni vittima ha il volto di Abele"

14. Sulla proposta di Lidia Menapace

15. Mai piu' guerre

16. Un attentato

17. Da Viterbo un quattro novembre per la pace e la nonviolenza

18. Di attentati e di omerta'. Ed altre cose di cui non si ama parlare

19. La "Carta" del Movimento Nonviolento

20. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: MENTRE INFURIANO GUERRA E RAZZISMO, MENTRE CONTINUA LA DEVASTAZIONE DELLA BIOSFERA

 

Mentre infuriano guerra e razzismo, mentre continua la devastazione della biosfera, mentre violenze inaudite vengono ovunque perpetrate contro gli esseri umani ed il mondo vivente, in Italia prosegue la danza immobile del ceto politico (quello vecchio e quello novissimo), che sembra non accorgersi che la casa brucia.

Al governo del paese c'e' ancora il vampiresco governo Monti, le cui politiche economiche sono state una colossale rapina contro le classi popolari, una selvaggia violenza contro i poveri a vantaggio dei piu' ricchi; un governo scellerato contro cui ha votato il 90 per cento dell'elettorato italiano. Ebbene, in assoluto contrasto con ogni criterio democratico, del tutto irragionevolmente, del tutto immoralmente, per responsabilita' infame del ceto politicante, quel governo continua a governare contro il popolo italiano.

Al quirinale c'e' ancora - sia pure ormai per pochi giorni - quel presidente della Repubblica che avallo' la guerra e il colpo di stato razzista, crimini entrambi tuttora in corso, in flagrante violazione della legalita' costituzionale, in flagrante violazione della Dichiarazione universale dei diritti umani.

In parlamento ci sono tre partiti/coalizioni di estrema destra (berlusconiana, montiana, grillina - per fortuna in conflitto tra loro) e una coalizione cosiddetta di centrosinistra (che per fortuna ha pur vinto le elezioni, ed ha la maggioranza assoluta alla camera - ma purtroppo non al senato) dentro la quale peraltro personaggi inquietanti e tendenze destrorse si agitano altresi' con virulenza.

Stando cosi' le cose, a un mese e mezzo dal voto di febbraio, la cosa piu' probabile e' che subito dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica si torni alle urne, inevitabilmente affrontando il tremendo rischio di una nuova vittoria berlusconiana.

E nella prospettiva che si torni alle urne, occorre lavorare fin d'ora a costruire un ampio fronte democratico ovvero antifascista, che si opponga alle tre destre estremiste e golpiste che oggi impediscono di liberarci del governo Monti, che cooperano alla prosecuzione di sciagurate politiche antipopolari ed antidemocratiche.

In questo ampio fronte democratico ovvero antifascista che e' necessario costruire, e di cui devono far parte tutte le forze della sinistra oltre che del cosiddetto centrosinistra, deve essere presente - e caratterizzante - anche una lista delle persone amiche della nonviolenza, poiche' l'alternativa necessaria e urgente e' possibile solo se sara' nonviolenta.

Una politica contro la guerra sara' possibile solo se sara' nonviolenta.

Una politica contro il razzismo sara' possibile solo se sara' nonviolenta.

Una politica contro il maschilismo e il patriarcato sara' possibile solo se sara' nonviolenta.

Una politica contro l'ecocidio sara' possibile solo se sara' nonviolenta.

Una politica contro la violenza capitalistica onnidistruttiva sara' possibile solo se sara' nonviolenta.

Una politica socialista e libertaria sara' possibile solo se sara' nonviolenta.

Una politica che difenda e promuova la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani sara' possibile solo se sara' nonviolenta.

 

2. INCONTRI. "LA RIFLESSIONE, LE RICERCHE, L'IMPEGNO DI MICHEL FOUCAULT". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto mercoledi' 10 aprile 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su "La riflessione, le ricerche, l'impegno di Michel Foucault".

Nel corso dell'incontro sono state presentate la figura, le opere ed i seminari, le ricerche e le elaborazioni teoriche e critiche del pensatore francese (1926-1984), e sono stati letti e commentati brani da vari suoi testi e da registrazioni di suoi corsi.

 

3. ULTIMORA. A VITERBO LA LOBBY DI ESTREMA DESTRA DEL MEGA-AEROPORTO CI RIPROVA

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Mentre ripetutamente le ultime sedute del consiglio comunale di Viterbo sono saltate per il venir meno del numero legale quando si trattava di votare sul cosiddetto "piano di rischio dell'aeroporto" (formula dietro cui si celano ed al contempo si appalesano interessi speculativi e scontri tra gruppi di potere), e' tuttora all'ordine del giorno del consiglio la proposta grottesca e scellerata del senatore Sposetti (che e' anche consigliere comunale) di chiedere alla Conferenza Stato-Regioni di esprimersi di nuovo a favore del mega-aeroporto a Viterbo, ovvero di un'opera nociva, distruttiva, illegale e insensata che finalmente anche il Ministro dei Trasporti, nell'Atto di indirizzo per la definizione del piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale emanato il 29 gennaio 2013, ha dovuto riconoscere essere irrealizzabile. Ma il senatore insiste, e da parte sua il sindaco berlusconiano (che del mega-aeroporto e' stato sostenitore fino alla follia di nominare un assessore al mega-aeroporto restato in carica per anni fino a pochi mesi fa sebbene il mega-aeroporto non esistesse) ha ripetutamente annunciato nuove dispendiose e sciagurate iniziative in pro di quell'atto vandalico. Congratulazioni vivissime.

*

E non finisce qui.

Tra le innumerevoli liste elettorali quasi tutte neofasciste che si presenteranno al voto di maggio per il rinnovo dell'amministrazione comunale di Viterbo spicca quella che candida a sindaco un personaggio rampante gia' giornalista della stampa neofascista e pupillo di Fini (ma anche aggredito un anno fa dal capo degli squadristi di Casapound) recentemente riciclatosi come giovanilista operatore culturale (della cultura consumista della societa' dello spettacolo, naturalmente), che pensa bene di proporre come "vicesindaco e assessore alla Crescita economica" (maiuscola inclusa, riferisce la stampa) quel Claudio Margottini che a Viterbo e' noto, piu' che per il suo rutilante curriculum accademico e professionale, soprattutto come uno dei principali sostenitori della lobby di estrema destra che voleva devastare irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame realizzando nel suo cuore il nocivo, distruttivo, illegale e insensato mega-aeroporto.

E del resto le parole tradiscono il pensiero: proporre un assessore alla "Crescita" quando in tutto il mondo tutte le persone ragionevoli sanno che occorre invece orientarsi verso la decrescita (e ci sia consentito rinviare alle opere di Serge Latouche e di Vandana Shiva, di Ivan Illich e di Mohandas Gandhi, di Guenther Anders e di Murray Bookchin, di Lester Brown e del gruppo di lavoro che redasse il rapporto su "I limiti dello sviluppo" ed i successivi aggiornamenti), ebbene, la dice lunga sull'ideologia di cui certi personaggi e certi gruppi sono portatori: ovvero l'ideologia della massimizzazione del profitto, dello sfruttamento e del consumismo onnidistruttivi; scilicet: la "Crescita" capitalistica che violenta, schiavizza e distrugge vite umane e natura, e sta provocando il collasso della biosfera e negando un mondo vivibile per le generazioni future. Vivissime congratulazioni.

*

Ancora una volta quindi dobbiamo tornare a ripetere quanto gia' innumerevoli volte abbiamo ripetuto, ovvero che "la realizzazione del mega-aeroporto nel cuore della preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame, di cui fece memoria Dante nella Divina Commedia, avrebbe come inevitabili immediate e disastrose conseguenze: lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.  L'area del Bullicame va invece tutelata nel modo piu' adeguato: istituendovi un parco naturalistico, archeologico e termale; e fin d'ora respingendo ogni operazione speculativa, inquinante, devastatrice, illecita. E nell'ambito della mobilita' la provincia di Viterbo ha bisogno piuttosto di migliorare la rete ferroviaria ed i collegamenti con Roma, Orte e Civitavecchia; una mobilita' adeguata e coerente con la difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive dell'Alto Lazio".

*

Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Viterbo, 10 aprile 2013

 

4. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2003 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2003.

 

5. UN MAESTRO

 

Dei piu' grandi maestri di vita civile che l'Italia abbia avuto, Alessandro Galante Garrone era uno dei piu' grandi.

Uomo della Resistenza, magistrato, storico, legislatore, limpido e strenuo difensore dei valori della civilta', del rigore morale e intellettuale, della dignita' umana, del buono e del vero cultore, sollecito sempre del pubblico bene, fraterno con tutti e generoso sempre. Ed avversario sempre alla menzogna e alla sopraffazione, nemico sempre e per sempre di ogni violenza ed oltraggio e degradazione.

Una persona civile, una persona buona, un nostro maestro.

 

6. UN QUATTRO NOVEMBRE DALLA PARTE DELLE VITTIME, CONTRO TUTTE LE GUERRE

[Riproduciamo ancora una volta un estratto da un comunicato del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo di un anno fa. E' nostra intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti; la nostra iniziativa nonviolenta consiste in una cerimonia silenziosa di deposizione di un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime della guerra, in orario diverso e distante dai chiassosi ed offensivi "festeggiamenti" delle forze armate]

 

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha formulato la proposta che il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni e delle persone impegnate per la pace; la legalita', la democrazia e la nonviolenza.

Cerimonie semplici e silenziose, austere e rispettose del sentire di tutti, di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di tutti gli esseri umani.

Di solidarieta' con l'umanita' intera: contro la violenza e la morte; in applicazione non solo del dettato della coscienza illuminata dalla ragione, ma anche dei principi giuridici e morali espressi nella Carta delle Nazioni Unite, nella Costiuzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

E quindi di opposizione nitida ed intransigente all'uccidere, al terrorismo, alle dittature, alla guerra e ai loro strumenti e apparati.

La proposta ha ottenuto gia' apprezzamenti e sostegni significativi; confidiamo che altri apprezzamenti ed altre adesioni si aggiungano di qui a quel giorno. Poi ogni istituzione, associazione, persona, trovera' secondo la sua sensibilita' e il modo di agire ad essa conforme, come appropriatamente manifestare in modo rigorosamente rispettoso di tutti, sobrio, leale, democratico e nonviolento, il suo cordoglio per le vittime, il suo amore per l'umanita' e il suo impegno contro tutte le violenze.

*

Il 4 novembre e' l'anniversario della conclusione per l'Italia della prima guerra mondiale, l'orribile "inutile strage" che fu non solo ecatombe di tanti innocenti, ma altresi' seminagione di nuovo odio e nuove crudelta' che ebbero come esito dittature disumane e una seconda immane conflagrazione mondiale.

Che il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le violenze e contro tutti gli strumenti e gli apparati di morte.

Questa data non deve piu' essere strumentalizzata dai comandi militari che con il loro festeggiare se stessi e le macchine belliche - potere e apparato inteso ad addestrare a uccidere, a preparare la guerra, ed in guerra ad irrogare la morte ad altri esseri umani - offendono le vittime delle guerre nel modo piu' tragico e osceno.

Questa data deve divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di guerre, e quindi affinche' mai piu' si facciano guerre.

Il 4 novembre non si facciano sciocche esibizioni, gesti inappropriati, strumentalizzazioni provocatorie. Da parte di nessuno. Si abbia rispetto per la memoria delle vittime, si abbia rispetto per il lutto.

*

Il 4 novembre, in silenzio e dignita', le istituzioni democratiche, le associazioni e i movimenti umanitari, le persone di volonta' buona, vadano a meditare in silenzio e a deporre un fiore dinanzi alle lapidi che ricordano coloro che furono assassinati, ne rimemorino i nomi e l'umanita', le vite assurdamente orribilmente estinte, e ci si impegni tutti a contrastare le guerre presenti e future.

E sia infine cancellata la vergogna della macabra festa degli apparati di morte; si affermi il diritto alla vita per l'umanita' intera.

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

 

7. L'8 NOVEMBRE A VERONA, CON LIDIA MENAPACE

 

Si svolgera' l'8 novembre a Verona, su invito di autorevoli personalita' come Lidia Menapace, Mao Valpiana e Giovanni Benzoni, un incontro a cui sono invitate caldamente a partecipare tutte le persone di volonta' buona per dare una piu' precisa definizione alla proposta promossa da Lidia Menapace e dalla Convenzione permanente di donne contro le guerre "per un'Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta" e tradurla in un appello e un'iniziativa, la cui necessita' e urgenza e' a tutti evidente.

Quella formulata da Lidia Menapace e' - come e' stato gia' scritto - una proposta aperta e inclusiva, che vuol essere occasione d'incontro di diverse esperienze e culture, di sinergia di pratiche e progetti diversi, di riconoscimento e condivisione in un comune impegno, necessario e urgente, per costruire un'Europa di pace che assuma la nonviolenza come criterio e come impegno. Senza presunzioni, senza rivendicazioni di primogeniture, valorizzando il contributo, le esperienze e le riflessioni di tutte e tutti coloro che vorranno impegnarsi insieme nel rispetto della soggettivita' di ciascuna e ciascuno, in corale colloquio...

 

8. L'8 NOVEMBRE A ROMA, CONTRO IL MURO DELLA SEGREGAZIONE

 

Si svolgera' l'8 novembre a Roma una manifestazione indetta da un vasto arco di forze per chiedere la cessazione della costruzione del muro della segregazione voluto dal governo Sharon e l'abbattimento dei tratti di esso gia' costruiti.

Esprimiamo ancora una volta l'auspicio che questa importante manifestazione abbia limpidezza di contenuti e di comportamenti; sia una manifestazione di solidarieta' e di pace, ed adotti quindi coerenti modalita' espressive di solidarieta' e di pace, sia una manifestazione rigorosamente pacifica e democratica, rigorosamente antirazzista, rigorosamente nonviolenta; sia nitida e ferma nel sostenere il diritto del popolo palestinese a un proprio stato, sia nitida e ferma nel sostenere il diritto alla vita, alla dignita', al benessere, alla pace e alla sicurezza per il popolo palestinese e per il popolo israeliano, sia nitida e ferma nell'opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi e a tutti i terrorismi: di stato, di gruppo o individuali; sia nitida e ferma nel sostenere la scelta della nonviolenza, del dialogo, della convivenza, che sono la base di ogni liberazione autentica.

 

9. IL 4 NOVEMBRE A VITERBO

[Riproduciamo ancora una volta un estratto da un nostro comunicato di un anno fa. Anche quest'anno realizzeremo l'iniziativa del 4 novembre di pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti]

 

Il 4 novembre il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, in dolore e silenzio, commemora tutte le vittime di tutte le guerre, dichiara il diritto e il dovere di ogni essere umano come delle istituzioni di operare affinche' mai piu' si facciano guerre, denuncia l'oscenita' dei festeggiamenti della guerra e dei suoi apparati da parte dei poteri militari e politici che nuove guerre e nuove stragi preparano.

*

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana).

Il 4 novembre, anniversario della conclusione per l'Italia della "inutile strage" della prima guerra mondiale, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo commemorera' tutte le vittime di tutte le guerre a Viterbo, in piazza del sacrario.

La cerimonia sara' austera, composta, meditativa, silenziosa: come e' giusto quando si rivolge il pensiero ad esseri umani defunti, e massime quando si rivolge il pensiero ad esseri umani assassinati.

Essa consistera' nella deposizione di un omaggio floreale e in una meditazione silenziosa.

Essa attestera' l'impegno morale e civile di opporsi a tutte le guerre, che - come disse con espressione indimenticabile Mohandas Gandhi - sono sempre omicidi di massa.

La cerimonia si svolgera' in un orario scelto anche per demarcare la distanza temporale e morale dalla oscena festa di esaltazione della guerra e dei suoi apparati che alcune ore dopo, in guisa di effettuale profanazione del riposo delle vittime, si terra' da parte dei comandi militari e politici.

La cerimonia austera e silenziosa delle persone amanti della pace e addolorate per tutte le vittime delle guerre, contrapporra' visibilmente il silenzio del lutto e della fraternita' e sororita' umana, alla retorica e al frastuono degli osceni festeggiamenti "necrofili e insensati" (per usare le parole di Miguel de Unamuno) che poche ore dopo saranno esibiti da quegli stessi comandi politici e militari che la morte delle vittime di tutte le guerre festeggiano con l'esaltare la guerra ed i suoi esiti e i suoi apparati, e che prolungano il  crimine della guerra preparando, promuovendo, avallando ed eseguendo nuove guerre omicide e onnicide.

Il Centro di ricerca per la pace non partecipera' ai cinici ed offensivi festeggiamenti della morte e delle stragi organizzati dai comandi militari e politici, e denuncia con cio' come quelle lugubri e irresponsabili parate siano scherno malvagio e orribile umiliazione per le vittime della guerra, simbolico ucciderle ancora una volta.

Il Centro di ricerca per la pace chiama tutte le persone di volonta' buona ad essere costruttrici di pace, ed in particolare chiama tutti i cittadini italiani, e quindi anche tutte le istituzioni italiane, al rispetto piu' rigoroso della legalita' costituzionale, fondamento del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta' e dei diritti di tutti quanti nel nostro territorio si trovino. E' la Costituzione della Repubblica Italiana che reca all'art. 11 il principio fondamentale, e il valore supremo, espresso con le lapidarie parole "L'Italia ripudia la guerra".

"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

"L'Italia ripudia la guerra" (art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana).

*

Mai piu' si faccia guerra: solo questo impegno rende lecito accostarsi alle vittime delle guerre in dolore e in solidarieta'. Chi ancora la guerra permette, promuove e propugna, le vittime offende e schernisce, ed aggredisce e disonora l'umanita' intera.

 

10. ANCORA SULLA PROPOSTA DI LIDIA MENAPACE

 

Aggiungo appena due note a margine, ma che proprio marginali non credo che siano, per insistere ancora su due persuasioni e un invito.

La prima: uno dei meriti della proposta di Lidia Menapace a me pare che sia che essa muova da una consapevolezza che tanta parte del movimento per la pace non ha ancora raggiunto: che la nonviolenza e' maggioritaria. Che l'esigenza della nonviolenza, la preferenza per la nonviolenza, l'accostamento alla nonviolenza sono ormai sentimento e scelta condivisi non solo dalla gran parte degli operatori sociali, ma dell'intera famiglia umana. Forse e' sempre stato cosi', ma certo dopo Auschwitz ed Hiroshima tutto e' divenuto piu' chiaro, e in questi ultimi anni poi le ultime confusioni e ambiguita' sono cadute: solo la scelta della nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe, solo la scelta della nonviolenza puo' garantire la liberazione e promuovere la convivenza nel riconoscimento pieno della dignita' di ogni essere umano, solo la scelta della nonviolenza puo' inverare  nella storia e nella societa' quanto di luminoso e di esatto vi e' nell'esistenza umana.

La seconda: la nonviolenza e' quindi divenuta non piu' solo scelta di coscienza, testimonianza individuale, valore e criterio epistemologico ed assiologico, insieme di tecniche di gestione del conflitto, ermeneutica dell'ascolto dell'alterita', principio speranza e ortopedia del camminare eretti, fondazione dell'eguaglianza nel riconoscimento delle differenze, metodologia deliberativa ed operativa rigorosa e degnificante, proposta di azione sociale e politica, principio speranza concretamente agito nella coerenza tra mezzi e fini e nell'orientamento al riconoscimento e al rispetto dell'umanita' come valore incarnato in ogni essere umano; essa e' divenuta altresi' principio giuriscostituente: con sempre piu' autocoscienza le legislazioni future su essa si fonderanno, su essa le istituzioni future troveranno l'unica legittimita' ammissibile, su essa le politiche e l'amministrazione della cosa pubblica dovranno incardinare il loro statuto, la loro funzione, la loro organizzazione ed articolazione, i loro moventi, modi ed esiti.

E quindi e' questa l'ora di una proposta nitida e forte per l'Europa: affinche' l'Europa scelga la nonviolenza e diventi operatrice di nonviolenza; affinche' il processo di unificazione europea ed i correlati processi legislativo, istituzionale ed organizzativo-amministrativo siano chiamati a svilupparsi su questa scelta.

Cosicche' la proposta avanzata da Lidia Menapace e dalla Convenzione permanente di donne contro le guerre - proposta sulla quale si e' costruito nel tempo un confronto e una convergenza di tante diverse soggettivita' e tradizioni, riflessioni ed esperienze - di un'Europa "neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e nonviolenta" e' qui e oggi ineludibile un riferimento e un appello, di cui vorremmo che l'intero movimento per la pace cogliesse la crucialita', e la cogenza.

L'incontro dell'8 novembre a Verona (dalle ore 11 alle ore 16, presso la Casa per la nonviolenza, in via Spagna 8 - e Lidia Menapace sara' li' fin dalle 10 per quante e quanti volessero anche fare con lei una chiacchierata informale su altri argomenti ancora) sara' una tappa importante di un percorso che puo' dar esiti di decisiva rilevanza: vivamente rivolgiamo anche noi un invito a tutte le persone amiche della nonviolenza affinche' la partecipazione sia la piu' ampia, profonda e vivace possibile; affinche' dall'incontro dell'8 novembre a Verona emerga un appello e un programma di lavoro, di cui avvertiamo la necessita' e l'urgenza, che articoli, arricchisca ed inveri la proposta di Lidia e la consolidi ed estrinsechi in iniziativa politica e culturale, in progetto legislativo, istituzionale, amministrativo ed organizzativo, in campagna di mobilitazione dal basso del "potere di tutti" partecipata ed efficace.

 

11. SE

 

Se in Italia ci fosse un movimento per la pace, giorno e notte non si darebbe requie per cercar di far cessare la partecipazione italiana alla guerra in Iraq.

Ma in italia ovviamente non c'e' un movimento per la pace.

Se in Italia ci fossero delle istituzioni sollecite della legalita' costituzionale e dello stato di diritto, non si darebbero requie mane e sera per cercar di far cessare la violazione dell'articolo 11 della Costituzione, violazione che ci redne complici della perdurante guerra terrorista e stragista e della sciagurata occupazione militare colonialista e criminale dell'Iraq.

Ma in Italia evidentemente non ci sono istituzioni sollecite della legalita' costituzionale e dello stato di diritto.

 

12. 4 NOVEMBRE: USCIRE DALLA SUBALTERNITA' AL POTERE MILITARE

[Riproponiamo il seguente articolo gia' apparso nel n. 648 di questo foglio]

 

La proposta che il 4 novembre le persone di volonta' buona impegnate per la pace promuovano iniziative pubbliche di ricordo delle vittime delle guerre, e commemorazioni dinanzi ai sacrari e ai monumenti ai caduti, in cui quegli esseri umani assassinati siano onorati con l'impegno solonne ad opporsi alle guerre ed ai loro strumenti e apparati; e in silenzio reverente e solenne, e severo ed austero, con la mera presenza ed ascolto, si smascheri l'ipocrisia e l'infamia del chiassoso e cialtrone festeggiare le strutture che quelle persone hanno assassinato; e' proposta che chiama quanti hanno orecchie per ascoltare a un gesto limpido e corale, di impegno e di esame di coscienza.

Vorremmo venisse ripresa e riproposta ovunque in Italia l'iniziativa gia' realizzata lo scorso anno a Viterbo di una cerimonia pubblica il 4 novembre di deposizione di un omaggio floreale e di un recarsi e sostare in meditazione composta e silente dinanzi a lapidi e sacelli delle vittime delle guerre, cola' rinnovando un impegno di pace perche' mai pu' nessuno quell'atroce sorte debba subire, celebrazione in tutto alternativa alle fanfare e alle menzogne che connotano le cerimonie in quella data promosse in complicita' alle strutture che quelle vittime hanno assassinato.

Si puo' e si deve uscire dalla subaternita' al potere militare e promuovere una coscienza di pace che si traduca - come peraltro gia' previsto nel corpus legislativo italiano - nella promozione di un modello di difesa - la difesa popolare nonviolenta - che inveri il dettato costituzionale che "ripudia la guerra"; e che si traduca altresi' nella decisione del disarmo e della smilitarizzazione, poiche' le armi servono a uccidere, gli eserciti servono a uccidere, e uccidere esseri umani e' il crimine piu' grande ed occorre che si cessi di commetterlo e di permettere che commesso sia; e che si traduca ancora e infine in aiuto a chi di guerre e violenze e' vittima presente ancora in vita (o potenziale e di gia' nel terrore) - un aiuto necessario e urgente affinche' la morte e la sofferenza non lo divori, e con lui l'umanita' intera.

Si puo' e si deve far cessare l'ignobile festaggiamento delle "forze armate" che offende le vittime dalle forze armate assassinate; si puo' e si deve cominciare ad agire, anche con gesti simbolici e memoriali, di coscientizzazione propria ed altrui, di presa in carico e testimonianza personale - come appunto anche la realizzazione da parte dei movimenti di pace, umanitari e per la nonviolenza della commemorazione pubblica delle vittime delle guerre -  l'idea che il quattro novembre, ricordo che non cicatrizza della "inutile strage", cessi di essere per i pubblici uffici e nel comune sentire occasione per una vile idolatria dei poteri uccisori e delle ideologie della morte, e diventi piuttosto la cerimonia dell'impegno contro le guerre e contro gli strumenti e apparati alle guerre intesi; la festa dell'abolizione delle forze armate.

Poiche' - come ha scritto una volta Heinrich Boell - ogni vittima ha il volto di Abele; e solo costruendo la pace si ricordano e si onorano in commozione e devozione filiale, fraterna e sororale, le vittime di tutte le guerre; e solo impedendo nuove guerre si adempie al messaggio che dai luoghi al ricordo di quelle vittime deputati promana: la voce del coro degli assassinati, che chiede ancora e ancora pace, e luce, e vita.

 

13. IL 4 NOVEMBRE A VITERBO: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

 

Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo il 4 novembre 2003, anniversario della conclusione della prima guerra mondiale, si rechera' alle ore 8 a deporre un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime di guerra in piazza del Sacrario a Viterbo.

Tale iniziativa, consistente nella deposizione dell'omaggio floreale e in un minuto di meditazione silenziosa, intende essere momento di memoria e pieta' verso le vittime di tutte le guerre e di affermazione del dovere di opporsi a tutte le uccisioni e a tutte le guerre, nell'inveramento di quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all'art. 11 laddove si afferma nitidamente che "L'Italia ripudia la guerra".

Quanti - istituzioni, associazioni, persone - vorranno associarsi a tale iniziativa saranno i benvenuti purche' si attengano ai seguenti criteri: l'assoluta assenza di simboli di parte e di messaggi estranei all'intento di memoria e pieta' per le vittime, la compostezza e il silenzio piu' rigorosi.

 

14. SULLA PROPOSTA DI LIDIA MENAPACE

 

Questo tengo per certo nei pensamenti miei: che o l'Europa scegliera' la nonviolenza, o si ridurra' a un'appendice degradata della parte peggiore dell'America.

E questo tengo per certo ancora: che o l'umanita' rinuncera' alla guerra, o la guerra estinguera' l'umanita'.

E questo infine: che o il movimento per la pace sapra' scegliere e proporre la nonviolenza, e l'opinione pubblica accoglierla, e le istituzioni assumerla, e le legislazioni inverarla; o tanto cianciar di pace sara' solo l'abbaiar di cani mentre la carovana dell'apocalisse passa e tutto a deserto riduce.

 

15. MAI PIU' GUERRE

 

Giorno verra' che quel patto giurato dai vivi emersi dall'orrore della guerra e posto come legge a fondamento dell'Italia risorta con la liberazione dei popoli avra' adempimento, sara' non piu' solo speranza, parola che chiama a un adempimento, ma effettuale verita', stoffa dei giorni, sale della convivenza civile: "L'Italia ripudia la guerra". Quanto tarda a venire quel giorno: e tu di buona lena ad avvicinarlo coopera.

Il 4 novembre cessera' di essere stolto festeggiamento degli apparati di morte e indecente esaltazione di un'identita' fondata sull'uccisione dell'altro.

Diventera' memoria addolorata e sincera di tutte le vittime di tutte le guerre, diventera' cerimonia solenne di impegno affinche' mai piu' guerre si diano. Che e' il voto del coro dei morti, che e' il voto dell'umanita' intera.

Oggi le persone amiche della nonviolenza a Viterbo per il secondo anno consecutivo con una cerimonia pubblica silenziosa, austera, rigorosa, rendono omaggio a tutti gli uccisi, e ricordano quella verita' che Heinrich Boell espresse lapidariamente: "ogni vittima ha il volto di Abele".

E senza parole, con il nudo gesto della pieta' verso i defunti, testimoniano altresi' quanto crudele, e crassa e lugubre a un tempo, e ripugnante alla coscienza e alla ragione, sia la festa che poche ore dopo nella stessa piazza terranno i poteri militari per celebrare tronfi se stessi la memoria ingiuriando di coloro che trucidarono.

Mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' eserciti, mai piu' armi.

 

16. UN ATTENTATO

 

Appena poche righe, che scriviamo poco prima di chiudere questo numero del nostro giornale.

E' gia' notte quando mi giunge la notizia di un pacco bomba arrivato alla questura di Viterbo e fortunatamente disinnescato prima che potesse far male a qualcuno. Apprendo dai mezzi d'informazione radiotelevisivi che un altro pacco bomba ha invece ferito un appartenente alle forze dell'ordine a Roma.

Prima di ogni altra cosa voglio esprimere la solidarieta' mia e di questo foglio alle vittime di questi attentati; ed in particolare agli amici molto cari che lavorano presso la questura di Viterbo vorrei dichiarare la vicinanza mia e nostra in questo momento che immagino possa essere di sbigottimento, di tensione e paura.

Nel notiziario di domani aggiungeremo qualche riflessione.

 

17. DA VITERBO UN QUATTRO NOVEMBRE PER LA PACE E LA NONVIOLENZA

 

Come gia' lo scorso anno, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo la mattina del 4 novembre alle ore 8 (in orario distinto e distante dalle chiassose esibizioni di chi in questo giorno oscenamente festeggia gli apparati assassini della guerra, nuovamente offendendo fin la memoria delle persone dalla guerra uccise) ha realizzato una essenziale, austera, silenziosa cerimonia che ha recato un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime di guerra in piazza del Sacrario a Viterbo.

Con tale iniziativa si e' realizzato un momento di memoria e pieta' verso le vittime di tutte le guerre e di affermazione del dovere di opporsi a tutte le uccisioni e alle guerre tutte, nell'inveramento di quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all'art. 11, laddove si afferma nitidamente che "L'Italia ripudia la guerra".

*

Dopo la conclusione della cerimonia il responsabile del Centro ha dichiarato: "Abbiamo voluto ancora una volta ricordare questa decisiva verita': che 'ogni vittima ha il volto di Abele' (Heinrich Boell), e che un sentimento di solidarieta' unisce tra loro tutti gli esseri umani poiche' tutti fanno parte di una medesima famiglia, condividono una medesima storia, sperimentano una medesima vicenda, e sono tutti ugualmente preziosi. Abbiamo voluto ancora una volta ricordare questa decisiva verita': che tutte le grandi tradizioni di pensiero, come il piu' intimo sentire di ciascuna persona, affermano che ogni essere umano ha diritto di vivere, che nessuno deve essere ucciso.

Ricordare e onorare degnamente le persone uccise dalle guerre esige ed afferma l'impegno ad opporsi a nuove guerre, a salvare altre possibili vittime. Tutti siamo chiamati a impegnarci a costruire la pace, condizione necessaria per la civile convivenza, per il riconoscimento della dignita' umana di tutti gli esseri umani.

La guerra e' nemica dell'umanita', e dopo Auschwitz ed Hiroshima tutti sappiamo che qualunque guerra puo' provocare la distruzione della civilta' umana. E quindi tutti siamo chiamati ad opporci ad ogni omicidio, e a quel cumulo di omicidi di cui la guerra consiste, e agli strumenti di morte e agli apparati assasssini ad essa ordinati.

Mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' eserciti, mai piu' armi: ogni vittima ha il volto di Abele".

 

18. DI ATTENTATI E DI OMERTA'. ED ALTRE COSE DI CUI NON SI AMA PARLARE

 

Sappiamo che scrivendo queste parole qualche lettore storcera' il naso: ma cosi' come siamo stati nitidi nel denunciare le violenze compiute da alcuni sciagurati alle forze dell'ordine appartenenti, ed alle loro vittime abbiamo espresso solidarieta' - non solo a chiacchiere, ma talvolta riuscendo a intervenire di persona per impedire che si dessero o si protraessero umiliazioni e violenze (chi conosce la nostra attivita' da trent'anni a questa parte sa di cosa parliamo) -, ugualmente vogliamo essere nitidi nel denunciare le violenze compiute non solo dai criminali come tali riconosciuti, ma anche da quei criminali che ai loro delitti aggiungono l'aggettivo "politico", come se il dichiararsi "politici" (e tutti gli esseri umani lo sono, come spiegava Aristotele) esimesse dal dovere di rispettare la vita, l'integrita' e la dignita' degli altri esseri umani.

*

Alle persone delle forze dell'ordine vittime in questi giorni di gravi attentati va tutta la nostra solidarieta'.

Noi sappiamo che i nostri concittadini in divisa tutti rischiano tutti i giorni la propria vita per difendere la nostra. E chi dimentica questo fatto elementare ha smarrito il ben dell'intelletto.

Poi, certo, possiamo e dobbiamo discutere di stato e potere, di istituzioni e societa', di controllo sociale e di repressione, e di tante altre cose: ma nessuno dimentichi che c'e' gente che ogni giorno rischia la vita per permettere proprio a te di vivere sicuro, ed a queste persone in primo luogo dobbiamo gratitudine, e solidarieta'. "Senza se e senza ma", come si usa dire oggi.

*

Queste cose vanno dette perche' purtroppo anche nel cosiddetto movimento per la pace ci sono persone (e spesso sono persone ricche e privilegiate, di buoni studi e facile eloquio) che ad esempio dimenticano che un tentativo di linciaggio e' un tentativo di linciaggio anche quando a realizzarlo sono alcuni dei manifestanti di Genova; che ad esempio dimenticano che un'aggressione squadrista e' un'aggressione squadrista anche quando a commetterla sono alcuni dei manifestanti di Roma; che ad esempio dimenticano che colpire la testa delle persone significa rischiare di uccidere quelle persone, anche quando a scagliare "i nostri sassolini" - come ebbe a dire ineffabile una angelicata fanciulla intervistata qualche anno fa in televisione - sono i ragazzi del movimento che afferma che "un altro mondo e' possibile" (e lugubre viene un dubbio su quale sia l'"altro mondo" di cui si parla).

*

Vi e' in questi giorni una discussione che personalmente trovo per certi versi banale e per altri peggio che ipocrita, sulla contiguita' tra aree estremiste del "movimento dei movimenti" e persone legate a quella pratica estrema della violenza che e' il terrorismo.

Che le contiguita' (ideologiche e di prossimita' personale) vi siano e' un fatto dimostrato, sul quale solo degli ingenui irresponsabili o dei furbi mascalzoni possono cercare di cavillare.

E che sia necessario ed urgente che il movimento che si vuole impegnare per la pace e la giustizia faccia la scelta della nonviolenza, e quindi si opponga esplicitamente e nitidamente all'uso della violenza come strumento di lotta politica, e' cosa che chiunque non abbia perduto il lume della ragione dovrebbe aver capito da un pezzo; e per quanto personalmente mi riguarda e' la premessa muovendo dalla quale ho piu' volte trovato spregevoli - chiedo venia per il termine, ma e' proprio cosi' che sento - certe dichiarazioni e certi atteggiamenti ambigui di persone anche egregie che fanno da complici agli stolti e ai mascalzoni che la violenza predicano e praticano senza rendersi conto che i mezzi pregiudicano i fini, e che la vita umana e' cosi' fragile e cosi' preziosa.

*

Trovo scandaloso ad esempio che molti illustri amici pacifisti che pure amano dirsi amici della nonviolenza continuino ad essere subalterni, a far da spalla e fin a reggere il sacco a personaggi ignobili, autentici irresponsabili provocatori, come taluni militaristici leader di gruppuscoli non solo irrazionalisti ed estremisti ma piu' volte esibitisi in grottesche parate paramilitari e in effettuali aggressioni squadriste, personaggi che gia' hanno provocato catastrofi inenarrabili col loro dire e col loro agire, personaggi di pressoche' nulla rappresentativi se non della tracotanza e della barbarie, ma naturalmente molto visibili perche' i mass-media dominanti della societa' dello spettacolo proprio costoro cercano per farne degli aberranti eroi e dei grotteschi facitori d'opinione alla stregua di calciapalloni, spogliarellisti e manutengoli d'ogni sorta.

Trovo scandaloso che tante persone del movimento per la pace letteralmente pendano dalle labbra e reggano la coda a siffatti individui, invece di prendere nettamente le distanze dalle loro proclamazioni, dai loro atteggiamenti, dalle loro intraprese. Una volta di piu' voglio scriverlo chiaro: non sono nostri compagni di lotta, sono nostri avversari, e col loro agire sono i complici piu' utili del regime della corruzione, dell'ideologia della guerra, della prassi del dominio.

Sono parole gravi, ma occorre dirle, ed occorre dirle oggi prima che sia troppo tardi.

*

In questa discussione le biografie contano: personalmente sono trent'anni che dedico la mia vita alla lotta contro lo sfruttamento, l'ingiustizia, la violenza; sono stato un militante (e un dirigente, ed un funzionario e segretario di federazione di partito) della nuova sinistra negli anni '70, e le cose che penso e dico e faccio oggi sono - forse con maggior chiarezza e precisione anche linguistica, e liberate di tante scorie e fantasmi - le stesse essenziali di allora (chi cerca di far credere che allora a sinistra si fosse tutti degli imbecilli e degli assassini o e' uno sciocco o e' un malandrino; la grandissima parte di noi eravamo ben altro); non ho fatto carriere, per le scelte di verita' e giustizia compiute ho pagato, come molti, prezzi che per tanti pontificatori odierni sarebbero inimmaginabili.

Mi era chiaro gia' allora che quando si fanno pessime chiacchiere sulla "violenza giusta" poi c'e' sempre quello piu' rozzo degli altri che passa dalle parole ai fatti: ogni Ivan Karamazov trova prima o poi il suo Smerdjakov.

E mi e' chiaro ancora oggi.

Ed e' per questo che credo necessario ed urgente che quelli che se non altro per ragioni anagrafiche non hanno dimenticato cosa accadde trenta, venticinque anni fa, si impegnino nel promuovere maggior consapevolezza e maggior rigore nel movimento per la pace e contro le ingiustizie globali; si impegnino a promuovere la scelta della nonviolenza come passaggio teorico e pratico semplicemente indispensabile.

Si sono gia' dette da parte di troppi fin troppe idiozie, si e' gia' stati da parte di troppi fin troppo corrivi a posizioni e atteggiamenti che sappiamo gia' dove portano: sono inferni che abbiamo gia' conosciuto e quindi sappiamo riconoscere anche i piani inclinati che ad essi precipitano.

*

Gli amici che in relativa buona fede si sbracciano a negare l'esistenza di zone d'ombra nei movimenti contro la guerra e lo sfruttamento, farebbero meglio ad essere meno ingenui o meno ipocriti, e ad impegnarsi di piu' affinche' quei movimenti maturassero la scelta - che, lo ripeto ancora una volta, a me sembra indispensabile per uscire dall'ambiguita' e dalla subalternita' - della nonviolenza.

Finche' continueranno a chiudere un occhio, o tutti e due, non rendono un buon servizio alla lotta dell'umanita' per uscire da questa tregenda di guerre e torture ed infamie.

E fa parte di questo dovere di rigore intellettuale e morale che chiamiamo nonviolenza anche, ad esempio, l'impegno ad opporsi all'antisemitismo che cerca di infiltrarsi nell'impegno doveroso e necessario di solidarieta' con il popolo palestinese, solidarieta' che per essere autentica e concreta ed efficace deve essere anche solidarieta' con il popolo di Israele, ed opposizione a tutti i terrorismi.

Fa parte di questo dovere di rigore intellettuale e morale che chiamiamo nonviolenza anche, ad esempio, l'impegno ad opporsi al maschilismo autoritario e militarista che ancora e' egemone nelle ideologie e negli atteggiamenti delle autoproclamate e non di rado ipocrite e irresponsabili leadership dei movimenti che in Europa affermano si battersi contro le ingiustizie globali.

Fa parte di questo dovere di rigore intellettuale e morale che chiamiamo nonviolenza anche, ad esempio, l'impegno ad opporsi al totalitarismo e all'integralismo che ancora sono presenti, e virulenti, nelle scelte ideologiche e pratiche di tanti settori del movimento per la pace e la giustizia.

Fa parte di questo dovere di rigore intellettuale e morale che chiamiamo nonviolenza anche, ad esempio, l'impegno ad opporsi alla menzogna e all'omerta' che ancora sono atteggiamenti condivisi da tanti, da troppi di quelli che dicono di impegnarsi per la giustizia e per la liberta'.

*

Non riusciremo ad aiutare gli oppressi del sud del mondo se la nostra condotta di pace, di solidarieta' e di condivisione non diventera' limpida e rigorosa.

Non riusciremo a sconfiggere guerre e terrorismi se la nostra condotta non sara' pienamente costruttrice di pace.

Non riusciremo a fronteggiare e sconfiggere i poteri violenti che dominano sul mondo se non faremo la scelta della nonviolenza, che e' la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente per affermare integralmente la dignita' umana di tutti gli esseri umani.

Non riusciremo a costruire una societa' socialista e libertaria, di persone libere ed eguali, fraterne e sororali, diverse e solidali, se non faremo qui e adesso la scelta della nonviolenza.

 

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

20. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1241 dell'11 aprile 2013

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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