Archivi. 162



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 162 dell'8 aprile 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di agosto 2007 (parte prima)

2. Tutte le alture

3. Anche per oggi non si vola (parte prima)

4. Una seduta del Consiglio provinciale

5. Comitato di opposizione all'aeroporto di Viterbo: Alcune proposte di riflessione

6. Anche per oggi non si vola (parte seconda)

7. Una lettera dalla santabarbara

8. Anche per oggi non si vola (parte terza)

9. Ieri a Viterbo

10. Contro l'aeroporto. Una lettera aperta del 3 luglio 2007

11. Anche per oggi non si vola (parte quarta)

12. Volare fa male alla salute

13. 6 agosto

14. Coi piedi per terra

15. Afghanistan

16. Ne' a Viterbo ne' altrove

17. Un vademecum per saperne di piu'

18. Il caso di Ciampino

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2007 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2007.

 

2. TUTTE LE ALTURE

 

La guerra terrorista e stragista in Afghanistan, la guerra cui l'Italia partecipa, la guerra assurda e mostruosa che sta sterminando da decenni un popolo e sta aprendo un crepaccio che puo' raggiungere ogni paese, ogni popolazione, e tutti ingoiare nell'abisso.

La guerra terrorista e stragista che anche il nostro paese sta conducendo, avendo mandato in frantumi il diritto internazionale e la legalita' costituzionale, riducendoci tutti schiavi della menzogna e del crimine; anche le mie mani del sangue afgano imbrattate, anche le mie mani.

La guerra terrorista e stragista che e' altresi' silenzioso un colpo di stato nel nostro paese. E tu vedi, e sai, e taci.

La guerra. Terrorista  e stragista. La guerra. Nemica dell'umanita'.

 

3. ANCHE PER OGGI NON SI VOLA (PARTE PRIMA)

 

Dedichiamo il fascicolo di oggi e quello di domani del nostro notiziario all'iniziativa che si oppone non solo alla costruzione di un nuovo aeroporto nel Lazio, ma che chiede una drastica riduzione del trasporto aereo, estremamente inquinante e pericoloso, punta di lancia di un modello di sviluppo, di un modello di mobilita', di una visione dell'essere umano e della natura i cui esiti pratici nelle concrete realizzazioni sono catastrofici ed incompatibili con i limiti della biosfera e mettono a rischio la stessa civilta' umana.

Usiamo espressioni forti, ne abbiamo piena contezza.

Pubblicheremo domani e nei prossimi giorni le risultanze di studi scientifici e di inchieste documentarie che rivelano la drammaticita' della situazione e la necessita' di un impegno urgente, persuaso, nonviolento.

Dal profondo del cuore chiediamo a chi ci legge di aiutarci in questa lotta.

 

4. UNA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE

 

Si e' svolta il 30 luglio 2007 una seduta ad hoc del Consiglio provinciale di Viterbo sul tema della realizzazione del terzo polo aeroportuale del Lazio a Viterbo, seduta aperta alla partecipazione di enti locali, associazioni e cittadini.

La seduta e' iniziata nel pomeriggio di lunedi' 30 luglio 2007, dopo l'intervento introduttivo del presidente della Provincia Alessandro Mazzoli e' intervenuto brevemente un rappresentante del comitato a favore dell'aeroporto e subito dopo e' intervenuta la dottoressa Antonella Litta, portavoce del comitato che si oppone all'aeroporto.

La dottoressa Litta ha svolto quella che a parere di molti intervenuti e' stata la vera e propria relazione introduttiva dell'incontro, ed infatti pressoche' tutti gli interventi successivi ad essa hanno fatto riferimento.

Si e' poi avviato un vivace dibattito in cui sono intervenuti sia fautori che oppositori del progetto. Tra gli interventi piu' rilevanti quello del professor Mauro Sarnari e quello dell'architetto Giuseppe Tacconi, che hanno ripreso, illustrato ed argomentato i principali e piu' forti motivi di opposizione al'opera.

Molti gli interventi di amministratori comunali e provinciali, vari sindaci del viterbese - tra cui quello di Viterbo -, alcuni parlamentari.

L'incontro e' terminato con gli interventi conclusivi di Peppe Sini (che ha ribadito le ragioni dell'opposizione all'aeroporto), dell'assessore provinciale ai trasporti, del presidente della Provincia.

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Quella che era stata forse prevista dai promotori come una sorta di parata in favore dell'aeroporto e' divenuta invece la prima vera occasione di confronto pubblico in sede istituzionale a Viterbo in cui le posizioni e le argomentazioni degli oppositori al progetto sono emerse in tutta la loro nettezza ed efficacia.

La relazione della dottoressa Litta, che ha esposto con precisione, chiarezza ed energia le profonde preoccupazioni per le drammatiche conseguenze sanitarie ed amobientali di una eventuale realizzazione dell'opera, ha costretto tutti gli intervenuti ad una riflessione ineludibile.

Nella delegazione del comitato che si oppone all'aeroporto vi era inoltre una presenza illustre nella storia della cultura civile e dell'ambientalismo viterbese: il professor Osvaldo Ercoli, gia consigliere comunale e provinciale e simbolo indiscusso per tutti i viterbesi di rigore morale e intellettuale.

Va segnalato che alcune forze politiche che in passato avevano espresso una posizione subalterna e non meditata nei confronti dell'opera, sembra che ora stiano rivedendo le posizioni. Nel corso del dibattito nel Consiglio provinciale di lunedi' 30 luglio diversi pubblici amministratori hanno riconosciuto la rilevanza e l'ineludibilita' delle questioni poste dal comitato che si oppone all'aeroporto.

Si apre a Viterbo finalmente una fase di dibattito anche nelle sedi e nelle rappresentanze istituzionali in cui la forza delle argomentazioni del comitato che si oppone all'aeroporto avra' modo di dispiegarsi pienamente.

 

5. COMITATO DI OPPOSIZIONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO: ALCUNE PROPOSTE DI RIFLESSIONE

 

Il 24 luglio 2007 si e' costituito a Viterbo un comitato di opposizione al progetto di costruzione del nuovo aeroporto.

Il comitato e' promosso da persone da anni impegnate in varie esperienze di solidarieta', per i diritti umani e la pace, per l'ambiente e il diritto alla salute, per un modello di sviluppo non distruttivo.

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Proponiamo alla riflessione pubblica le seguenti preoccupazioni:

a) La realizzazione dell'aeroporto rappresenta un reale pericolo di devastazione ambientale, di inquinamento della qualita' dell'aria e acustico, con i conseguenti gravi danni per la salute, il benessere e la sicurezza delle persone. Contribuisce a stravolgere la naturale vocazione agricola e turistica di qualita' del territorio viterbese. Aggiunge una nuova pressione su un'area gia' sottoposta, in gran parte, a servitu' energetiche, militari e speculative - in particolare edilizia, che continua la cementificazione di vaste aree dei comuni viterbesi.

b) Il modello di mobilita' cui questo progetto e' interno e' vecchio, superato e pericoloso come dimostrano gli studi scientifici piu' recenti. Dovrebbe essere invece incrementato e migliorato il trasporto su rotaia anche per le grandi distanze in quanto piu' sicuro e meno inquinante, cosi' come, prima di tutto, dovrebbe essere fortemente potenziato il trasporto ferroviario del viterbese.

c) La costruzione dell'aeroporto non rappresenta un'occasione di effettivo sviluppo per la citta' di Viterbo poiche' essa diverrebbe per i viaggiatori semplicemente un'area di transito per altre destinazioni, come avviene gia' per le piccole citta' sedi di scali aerei, e la valorizzazione delle preziose risorse culturali e ambientali della citta' di Viterbo passerebbe in secondo piano rispetto a tale funzione di scalo aereo, il che potrebbe implicare in prospettiva un possibile danno anche per il turismo e gli ambiti occupazionali ad esso collegati.

d) Le ragioni che giustificano la necessita' di un terzo scalo aereo nella Regione Lazio non sono ragionevoli ne' condivisibili poiche' ripropongono ed amplificano un modello di mobilita', e particolarmente di viaggio e di viaggiatore, in cui si privilegia unicamente la velocita' degli spostamenti e il guadagno delle compagnie aeree a scapito della salute, della salvaguardia ambientale e del viaggio inteso come esperienza e conoscenza dei luoghi e delle persone.

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Il comitato espone queste prime sommarie ragioni di preoccupazione che motivano la sua opposizione al progetto aeroportuale, ad esse se ne aggiungono altre legate a considerazioni piu' generali sulla necessita' di un impegno urgente in difesa del clima e della biosfera: il trasporto aereo e' fortemente inquinante; e piu' in generale e' necessario ed urgente muovere verso scelte di modelli di sviluppo ecologicamente sostenibili, autocentrati e con tecnologie appropriate, che si basino su criteri di sobrieta' e condivisione responsabile, di primato della persona umana e di rispetto della natura, rispetto a scelte distruttive e finalizzate prevalentemente se non unicamente alla massimizzazione del profitto e ad uno sfrenato consumismo incompatibile con i limiti della natura.

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Il comitato intende promuovere un'ampia ed attenta discussione su questo progetto in tutti i suoi aspetti, con particolar riferimento anche al modello di mobilita' e al modello di sviluppo cui esso e' di fatto collegato, ed alle sue decisive implicazioni economiche, ambientali, tecnologiche, sociali e culturali.

Il comitato intende sollecitare una riflessione che coinvolga tutti i cittadini, le comunita' locali, le esperienze associative e le istituzioni, affinche' con l'esercizio della partecipazione democratica tutte le persone possano essere protagoniste consapevoli di una scelta che in questa fase si presenta  complessa, con molti aspetti da chiarire, e che richiede una discussione ampia, approfondita, informata e consapevole, rispettosa delle opinioni di tutti, democratica nel senso pieno del termine.

Una scelta che a nostro avviso richiede di attenersi a quel "principio di precauzione" secondo il quale prima di prendere una decisione che puo' essere irreversibile e che puo' avere effetti gravemente negativi nel lungo periodo e in una logica sistemica, occorre una valutazione per quanto possibile completa e obiettiva delle sue conseguenze, e qualora emerga che vi siano esiti nocivi, o anche soltanto che restino delle zone d'ombra o vi siano fondati motivi di preoccupazione, allora e' doveroso astenersi dalla realizzazione di quel progetto.

Nell'Alto Lazio tutti ricordiamo le conseguenze nefaste di decisioni passate che all'epoca venivano presentate come positive e dai benefici effetti, e che invece hanno gravemente danneggiato la popolazione, aggredito il territorio e sovente inibito la possibilita' di uno sviluppo corretto e adeguato.

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Il comitato si propone di promuovere anche un'attivita' di studio, di documentazione e di sensibilizzazione sui temi sopra indicati.

Non abbiamo la pretesa di offrire delle risposte preconfezionate, ma intendiamo formulare delle domande ed esporre delle preoccupazioni alle quali e' interesse di tutti cercare insieme delle risposte nel confronto pubblico, con il conforto della piu' rigorosa ed aggiornata riflessione scientifica, e nella comune assunzione di responsabilita' in difesa della biosfera e del diritto a una vita degna e sicura delle persone presenti e delle generazioni future.

 

6. ANCHE PER OGGI NON SI VOLA (PARTE SECONDA)

 

Il trasporto aereo e' altamente inquinante e pericoloso; contribuisce in misura abnorme al surriscaldamento del clima; e' interno a una modalita' di fruizione dei beni consumistica, alienante e devastante; e' interno a un modello di mobilita' iniquo, nocivo, fortemente antidemocratico e strutturalmente insostenibile; e' fortemente energivoro, e' antieconomico ed antiecologico.

La riflessione scientifica internazionale e la riflessione filosofica e morale contemporanea, nel segnalare le grandi emergenze globali e nel formulare proposte adeguate affinche' la civilta' umana e la biosfera non subiscano irreversibili devastazioni, forniscono una univoca indicazione: occorre andare subito a una drastica riduzione del trasporto aereo.

E' evidente che questo da solo non basta, ma e' un passo nella giusta direzione, da accompagnare con altri passi anch'essi indicati ormai unanimemente dalla comunita' scientifica internazionale e dalla riflessione particolarmente bioetica, sociologica dei sistemi complessi, macreconomica ed antropologica contemporanea: principio responsabilita', coscienza del limite, interazione sistemica, scelta di stili di sobrieta' ed equita', consapevolezza dell'impronta ecologica, diritti delle generazioni future, cura della biosfera, "decrescita" come alternativa adeguata e avanzata, e quindi riduzione dei rifiuti, riduzione dell'automobilismo privato, riduzione delle emissioni inquinanti, rigorose procedure di valutazione d'impatto ambientale, etc.

Anche questo fascicolo del nostro foglio e' dedicato interamente a documentare le irrefutabili ragioni dell'opposizione al trasporto aereo e quindi alla costruzione di nuovi aeroporti.

 

7. UNA LETTERA DALLA SANTABARBARA

 

Cari amici ed egregi signori,

vorrei esprimere il mio apprezzamento per il comunicato diffuso dai promotori del comitato di opposizione al progetto di costruzione del nuovo aeroporto a Viterbo, amici tra cui sono lieto di trovarmi, con i quali ho condiviso molte esperienze e riflessioni, che stimo ed a cui voglio bene.

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1. Domande e preoccupazioni

In particolare vorrei segnalare come esso proponga non risposte ma domande, non dogmi ma preoccupazioni, ed inviti tutte le persone e le istituzioni a riflettere insieme su cosa sia meglio fare e come.

Mi sembra che esso proponga alla pubblica attenzione le seguenti principali preoccupazioni che voglio sperare siano condivise da tutti:

a) che prima di decidere si valutino i prevedibili effetti della realizzazione dell'opera aeroportuale sulla salute delle persone, e si privilegi la difesa del diritto alla salute (diritto costituzionalmente sancito);

b) che prima di decidere si valutino i prevedibili effetti della realizzazione dell'opera aeroportuale sull'ambiente, e quindi anche sulla qualita' della vita, sui beni naturalistici e culturali, sulle vocazioni produttive del territorio;

c) che prima di decidere si valutino i prevedibili effetti della realizzazione dell'opera aeroportuale e li si confronti con progetti alternativi nell'ambito sia del modello di mobilita', sia del sistema infrastrutturale, sia del modello di sviluppo;

d) che prima di decidere si acquisiscano tutti i dati scientifici utili all'assunzione di una decisione informata, consapevole, responsabile;

e) che la decisione sia assunta in modo democratico.

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2. Una proposta civile, uno stile sobrio e dialogico

Trovo particolarmente apprezzabile che si proponga una riflessione comune, senza ambiguita', senza reticenze, senza pressappochismi propagandistici, e nel pieno rispetto dell'opinione di tutti.

Trovo inoltre apprezzabile che non ci si lasci irretire in una logica campanilistica, in atteggiamenti ipocriti e strumentali, ma si ponga la questione in una prospettiva non di corto respiro, o di posticcia ipersemplificazione, o di inconsapevole subalternita', ma di modello di sviluppo complessivo, e quindi di approfondita comprensione e disamina accurata della vastita', della complessita' e del peso delle tutt'altro che semplici ed univoche implicazioni.

Trovo infine apprezzabile il tono sobrio, misurato, dialogico e rispettoso delle opinioni altrui con cui si propone il confronto. Lo stile, se mi e' concesso dirlo, di persone che da molti anni si sono poste alla scuola della nonviolenza (da Mohandas Gandhi ad Aldo Capitini, da Luce Fabbri a Danilo Dolci...) e del pensiero delle donne e dell'etica della cura (da Hannah Arendt a Simone Weil, da Virginia Woolf a Edith Stein, da Rigoberta Menchu' a Vandana Shiva).

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3. Non incrementare, bensi' ridurre il trasporto aereo in quanto altamente inquinante

Personalmente ritengo, e mi scuso se ripeto questa semplice opinione, che il nocciolo della questione sia il seguente: se si deve proseguire lungo la rotta di un modello di mobilita' insostenibile per l'ecosistema planetario come quello attuale, o se occorre cambiar direzione, riconoscere l'obsolescenza e la fallimentarita' di un modello di mobilita' predatorio e consumista, patogeno e devastante, e scegliere invece - valorizzando le conoscenze scientifiche e le risorse tecnologiche che ormai lo consentono - la costruzione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie appropriate.

Modelli di mobilita' ispirati a una cultura della sobrieta', a una coscienza dei limiti della natura, alla scelta di privilegiare i diritti umani di tutti gli esseri umani e di costruire quella civilta' planetaria della solidarieta' e del rispetto reciproco che gia' molti anni fa ci indicavano menti illuminate come come padre Ernesto Balducci o Alexander Langer, maestri ed amici il cui ricordo e' sempre vivo nel mio cuore.

Da questo punto di vista bastera' ricordare che il trasporto aereo contribuisce in misura abnorme all'inquinamento dell'atmosfera e al surriscaldamento del clima, per cogliere la necessita' e l'urgenza di procedere a un suo rapido ridimensionamento.

Come ebbero a nitidamente enunciare Bertrand Russell e Albert Einstein nel loro indimenticabile appello ai potenti della terra in favore del disarmo, ricordiamoci della nostra umanita', si pensi a garantire un presente e un futuro all'umanita', un presente e un futuro di benessere, rispetto, solidarieta', condivisione; e tutto il resto sia ordinato a questo fine supremo.

Anche uomini di governo ed assai ascoltati intellettuali che in anni passati sottovalutarono i pericoli per la biosfera, oggi riconoscono la necessita' di difenderla con la massima tempestivita' e determinazione da un inquinamento crescente ed apocalittico; riconoscono che se vogliamo garantire una vita degna all'umanita' presente ed alle generazioni future occorre ridurre drasticamente l'inquinamento e scegliere un modello di sviluppo sostenibile.

Ispirati da questa consapevolezza, la riduzione del trasporto aereo (come anche quella dell'automobilismo privato) e' una priorita', cosi' come, naturalmente, molte altre azioni costruttive che difendendo l'ambiente di vita difendano e promuovano la vita umana e l'umana civilta'.

Su questi temi esiste ormai una immensa e specifica letteratura scientifica, e da decenni essa interagisce con una riflessione filosofica, epistemologica e delle scienze umane di grande valore: da Guenther Anders a Ivan Illich ad Hans Jonas nell'ambito della filosofia fondamentale, da Barry Commoner a Lester Brown nell'ambito dell'ambientalismo scientifico, da Jeremy Rifkin a Guido Viale nel campo dell'analisi sistemica dell'impatto dei modelli di sviluppo e di mobilita', da Marc Auge' a Serge Latouche nell'ambito della riflessione antropologica ed economica, da Giulio A. Maccacaro nel campo della medicina a Tzvetan Todorov nel campo della storia delle idee, a Stefano Rodota' nel campo del diritto, senza dimenticare il contributo straordinario di Rachel Carson e di Susan George, di Carol Gilligan e di Martha Nussbaum, solo per segnalare alcune delle studiose ed alcuni degli studiosi che hanno apportato contributi rigorosi e illuminanti per un dibattito che voglia interrogarsi sulle questioni decisive e non restare subalterno alla piu' stolta propaganda delle agenzie pubblicitarie (delle macchine ideologiche del consenso a quelle strutturali ingiustizie e flagranti irrazionalita' che Mounier chiamava "il disordine costituito") che cercano di indurre a un narcotico consumismo complice della devastazione della biosfera e della riduzione dell'essere umano a bruto irresponsabile ed eterodiretto come gia' denunciava la scuola di Francoforte illo tempore.

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4. Sull'orlo dell'abisso, die Antiquiertheit des Menschen und das Prinzip Verantwortung

Ho intitolato questa lettera, con un piccolo calembour, "dalla santabarbara", che e' il nome della strada in cui abito, ma e' anche sinonimo di deposito di esplosivi, quindi di luogo che puo' esplodere distruggendoci tutti: e' una metafora per indicare il mondo di oggi; e riconoscere la drammaticita' della situazione implica un'assunzione di responsabilita' personale e collettiva: a tutte le donne e a tutti gli uomini di volonta' buona il compito di fare quanto in proprio potere per fermare devastazione, barbarie, onnicidio.

Mi sembra che le amiche e gli amici - tra i quali mi e' grato trovarmi - che pongono oggi l'esigenza di scelte di sviluppo che rispettino al contempo la salute delle persone, l'ambiente di vita, il diritto alla sicurezza e al benessere (e quindi anche a un lavoro dignitoso, onesto, certo e gratificante), la civilta' umana, e quindi il principio di legalita' e quel "principio responsabilita'" fondativo di un'etica all'altezza delle sfide della societa' tecnologica e di un pianeta interconnesso, abbiano ragione, e che tutte le persone ragionevoli non possano che essere grate per questo invito a riflettere insieme ed insieme deliberare per il bene comune.

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5. Kantianamente

Credo che molte di queste riflessioni siano condivise anche dagli amici che attualmente propugnano la realizzazione dell'opera alla quale io personalmente ritengo di dovermi opporre.

Discutiamone nel modo piu' limpido, piu' informato, piu' partecipato: nell'interesse dell'intera popolazione, quella presente e locale innanzitutto, ma anche nell'interesse delle generazioni future e dell'umanita' intera.

Kantianamente, se per una volta e' lecito evocare il grande pensatore di Koenigsberg: facciamo in modo che la massima delle nostre azioni possa valere come principio istitutivo di una legge universale; e consideriamo sempre tutti gli esseri umani come fini in se' e mai come meri strumenti. Con tutta l'umilta' possibile, cerchiamo di fare la cosa giusta.

E quindi prima di prendere una decisione irreversibile pensiamoci bene, la fretta - come l'ignoranza - e' sempre una pessima consigliera.

Grazie per l'attenzione e un cordiale saluto dal vostro...

 

8. ANCHE PER OGGI NON SI VOLA (PARTE TERZA)

 

Da Norberto Bobbio e da Ernesto Balducci apprendemmo che talvolta un granello di sabbia puo' fermare una immensa macchina di devastazione. Ed e' un'idea fondamentale della nonviolenza quella che al male bisogna opporsi sempre, anche quando esso sembrasse soverchiante e l'opposizione ad esso sembrasse inane: l'azione buona non e' mai inane.

A chi ci dicesse che contrastare la crescita del trasporto aereo (che per unanime ammissione sta contribuendo in misura abnorme al surriscaldamento del clima, una delle piu' drammatiche emergenze planetarie; che per unanime ammissione provoca gravi danni all'ambiente e alla salute delle persone; che per unanime ammissione e' una delle modalita' di trasporto piu' energivore, antiecologiche ed antieconomiche, ed infine persino antipolitiche - tema quest'ultimo su cui ci riserviamo di argomentare in altra occasione alla luce della piu' adeguata, aggiornata ed aggettante riflessione politica e morale, giuridica, filosofica e delle scienze umane), ed anzi agire per ottenere una drastica riduzione di esso, e' impegno di lunga lena e di gran pondo, diciamo in semplicita' e franchezza: ebbene, e' una buona ragione per cominciare subito.

Difendiamo l'ambiente bene comune, difendiamo la salute diritto di tutte le persone, difendiamo la democrazia che ogni essere umano convoca e raggiunge e rispetta e degnifica. Facciamolo qui, facciamolo adesso.

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Informiamo tutte le persone del vero e proprio disastro ambientale provocato dal trasporto aereo; informiamo tutte le persone della elevata pericolosita' del trasporto aereo; informiamo tutte le persone che vi sono alternative in termini di scelte di mobilita' di gran lunga migliori, preferibili sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ecologico, che da quello sociale e politico (intendendo per politica l'azione ordinata al bene dell'umanita'); promuoviamo una presa di coscienza e un dibattito che si traducano in un necessario ed urgente esercizio di democrazia, con la forza della partecipazione, della condivisione, della responsabilita'.

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Fermiamo la costruzione di nuovi aeroporti nel nostro paese.

Impegnamoci per la riduzione dei voli.

Ed opponiamoci altresi' allo scandalo - denunciato da tutti i piu' autorevoli studi italiani ed internazionali - dell'immenso sperpero di pubblico denaro sottratto a reali esigenze umane e dissipato a favore di una modalita' di trasporto (ovvero dei rapaci oligarchici interessi speculativi connessi) dalle conseguenze cosi' palesemente nocive per la collettivita'.

Anche questo fascicolo del nostro notiziario dedichiamo interamente alla riflessione e alla documentazione, alla promozione dell'impegno civile, ragionevole, nonviolento, per la riduzione del trasporto aereo, come necessario contributo all'impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la difesa della biosfera dell'unico mondo che abbiamo.

 

9. IERI A VITERBO

 

Si e' svolta venerdi' 3 agosto 2007 a Viterbo la conferenza stampa del comitato che si oppone alla realizzazione del terzo polo aeroportuale del Lazio e chiede un ridimensionamento del trasporto aereo in quanto altamente inquinante e pericoloso per l'ambiente e la salute dei cittadini.

L'incontro e' stato aperto dalla dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato, che ha riassunto i temi gia' svolti nella sua apprezzata relazione tenuta al Consiglio Provinciale di Viterbo del 30 luglio.

E' poi intervenuta la dottoressa Marinella Correggia, saggista scientifica, autrice di molte pubblicazioni e referente italiano della rete internazionale dei comitati che denunciano il grave impatto ambientale del trasporto aereo con particolar riferimento all'emergenza globale del surriscaldamento del clima.

L'incontro e' stato moderato da Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo.

Sono intervenuti tra gli altri il dottor Walter Mancini, l'architetto e gia' docente universitario Giuseppe Tacconi, il professor Mauro Sarnari, il professor Alessandro Pizzi gia' sindaco di Soriano nel Cimino, il professor Osvaldo Ercoli gia' consigliere comunale e provinciale, che hanno esposto le ragioni dell'opposizione all'opera.

Erano presenti persone rappresentative di varie esperienze di impegno civile e di impegno culturale nella citta' e nella provincia.

Naturalmente vi e' stato anche lo spazio per l'espressione di voci favorevoli all'opera (a conferma di uno stile di comunicazione aperto all'ascolto delle opinioni altrui).

Un contributo cospicuo e' stato dato dai giornalisti, con molte domande tutte pertinenti ed impegnative, che hanno dato luogo ad una riflessione vivace, polifonica ed appassionante. A tutti loro va il piu' vivo ringraziamento del Comitato.

La conferenza stampa si e' prolungata per oltre due ore, a conferma dell'importanza di una disamina pubblica adeguata dei temi in discussione...

 

10. CONTRO L'AEROPORTO. UNA LETTERA APERTA DEL 3 LUGLIO 2007

[Riproponiamo nuovamente la lettera inviata dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo il 3 luglio 2007 ai mezzi d'informazione del viterbese, che ha dato avvio al processo di messa in discussione a Viterbo del progetto di realizzazione del terzo polo aeroportuale laziale]

 

Vorrei esprimere la mia contrarieta' al progetto dell'aeroporto a Viterbo.

Occorrerebbe ridurre il trasporto aereo, non incrementarlo.

Occorrerebbe diminuire i voli e rendere piu' sicuri gli aeroporti, non aumentarli.

L'umanita' ha bisogno di piu' lentezza, non di piu' velocita'; di maggior sicurezza, non di maggior rischio.

Il pianeta ha bisogno di rispetto e risanamento dell'ambiente, non di ulteriore inquinamento.

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Porre la questione in termini di concorrenza campanilistica tra tre citta' (naturalmente ho letto l'interessante studio del Comitato per l'aeroporto di Viterbo, che presuppone la positivita' della scelta di incrementare il trasporto aereo e si concentra sull'argomentare in favore della localizzazione del terzo polo aeroportuale laziale a Viterbo rispetto a Frosinone e Latina) e' un modo per non porre il vero problema: servono davvero nuovi aeroporti? Non servirebbe invece piu' sicurezza, piu' qualita' dell'ambiente, un'economia piu' rispettosa della natura e delle persone?

Il territorio viterbese ha bisogno di migliore mobilita' ferroviaria, di maggiori e migliori servizi sanitari e sociali, di una edilizia non speculativa e non devastante che garantisca una casa a tutti, della difesa dell'ambiente e dei beni naturali e culturali, del sostegno alle reali vocazioni produttive centrate sull'agricoltura, sull'artigianato, sui beni ambientali e culturali e quindi anche sull'ospitalita' che sono peculiari dell'Alto Lazio.

Vale per il viterbese quello che vale ovunque: occorre un modello di sviluppo autocentrato con tecnologie appropriate.

E vale per il mondo intero l'esigenza gia' segnalata da anni sia dagli studiosi che dalle conferenze istituzionali internazionali e dai protocolli in quelle sedi elaborati: l'esigenza di passare a un modello di mobilita' sostenibile, l'esigenza di ridurre le emissioni inquinanti, l'esigenza di una mobilita' che privilegi la sicurezza degli esseri umani e la difesa della biosfera. Il trasporto aereo, come quello automobilistico privato, va drasticamente ridotto, e non incentivato.

Continuo a trovare assai persuasive le analisi di Ivan Illich e di Murray Bookchin, di Mohandas Gandhi e di Vandana Shiva, di Alexander Langer e di Guido Viale; ed alcune idee che in forma forse un po' semplificata propone da anni Serge Latouche (e con lui la scuola di pensiero del Movimento antiutilitarista nelle scienze sociali e della "teoria della decrescita" - che su questioni cruciali non e' poi cosi' lontana da alcune intuizioni formulate alcuni decenni fa anche dagli studi promossi dal Club di Roma di Aurelio Peccei).

In anni che sembrano assai lontani solo perche' rapidamente dimenticati, molte persone di questa provincia si opposero a devastanti progetti e a umilianti servitu'. Di quelle esperienze di cui ebbi l'onore di essere uno degli animatori e' erede oggi ad esempio la lotta contro le centrali a carbone e quelle sui rifiuti in difesa del diritto alla salute e della legalita', quelle per difendere l'acqua come bene comune, ed altre esperienze ancora di limpido impegno civile.

All'epoca argomentai in un'infinita' di articoli, relazioni, opuscoli, bibliografie ragionate le ragioni forti dell'opposizione alla devastazione dell'ambiente e come esse si intrecciassero all'impegno per la legalita' e contro i poteri criminali, e come esse si fondassero su un'analisi non campanilistica ma globale e solidale, fondata su quel "principio responsabilita'" acutamente tematizzato da Hans Jonas.

*

Last, but not least: da dieci anni non ho piu' incarichi pubblici e ho concentrato il mio impegno civile sulla questione che mi sembra decisiva nel tempo presente: l'opposizione alla guerra e la proposizione di una politica di pace con mezzi di pace, ovvero attraverso la scelta della nonviolenza. Se oggi torno ad occuparmi di una questione che potrebbe sembrare "locale" e' perche' in essa invece vedo implicate questioni generali, e mi sembra - ma posso sbagliarmi, da anni non seguo con adeguata attenzione le vicende locali - che non si siano levate fin qui altre voci a dichiarare con chiarezza una decisa opposizione esplicita ed argomentata alla proposta dell'aeroporto a Viterbo.

Grazie per l'attenzione, cordialmente...

 

11. ANCHE PER OGGI NON SI VOLA (PARTE QUARTA)

 

Anche questo fascicolo del nostro notiziario dedichiamo integralmente alle ragioni della lotta contro l'incremento del trasporto aereo, contro la costruzione del terzo polo aeroportuale nel Lazio, in difesa del diritto alla salute, in difesa dell'ambiente, in difesa di un uso corretto delle risorse pubbliche, per un modello di mobilita' sostenibile, per il diritto di tutti a sapere e decidere insieme su questioni che tutti riguardano.

*

Occorre contrastare l'attuale perniciosissima crescita esponenziale del trasporto aereo: una crescita insostenibile sotto ogni punto di vista, ed in primo luogo alla luce dell'abnorme contributo che il trasporto aereo da' al surriscaldamento del clima.

Occorre un'azione consapevole, persuasa, diffusa e coordinata per una drastica riduzione del trasporto aereo. Un'azione immediata, urgente.

Occorre difendere la biosfera, la salute e i diritti delle persone, la democrazia.

Occorre diffondere una adeguata sensibilizzazione, sostenuta da una informazione accurata, scientificamente fondata e che raggiunga ogni persona.

*

Nessuno pensi di poter eludere le vere questioni con sofismi addirittura ripugnanti.

La realta' e' che l'Alto Lazio e' un'area gia' pesantemente gravata di servitu' di ogni genere: militari, energetiche, speculative, e solo il dispiegarsi di grandi lotte sociali ha impedito che la situazione fosse ancora peggiore: se non avessimo sfidato e sconfitto la lobby nucleare, se non avessimo sfidato e sconfitto la lobby della Supercassia devastatrice dei nostri cospicui beni ambientali, oggi il quadro sarebbe ancora piu' tragico.

Chi sperasse di metterci a tacere dicendoci ancora una volta (ce lo dicevano ai tempi del nucleare, ce lo dicevano ai tempi della Supercassia) che tutto e' gia' deciso, che tutti i prominenti sono gia' stati acquisiti (e sappiamo come si acquisisce il consenso dei prominenti) alla causa dell'ennesima grande opera, che schiacceranno facilmente la nostra opposizione, si inganna ancora una volta.

Perche' noi conosciamo questo piccolo segreto: che finche' tu resisti i devastatori non hanno ancora vinto; che finche' tu resisti gli speculatori non hanno ancora vinto; che finche' tu resisti nulla e' definitivamente perduto: ed anche le piu' forti e proterve concrezioni di potere affaristiche e devastatrici possono essere fermate.

Posso ben dirlo io, che della storia della resistenza nel viterbese al modello di sviluppo di servitu', della storia della resistenza nel viterbese alla penetrazione dei poteri criminali, della storia della resistenza nel viterbese al regime della coruzione, reco nitida e profonda la memoria, perche' quelle lotte - condivise con tante e tanti altri, e tra essi alcuni buoni e grandi maestri che da anni ci hanno lasciato per sempre - sono parte della mia vita.

*

E vorrei far chiarezza su un punto di metodo una volta di piu'.

Tra coloro che in piena buona fede si impegnano per la realizzazione del terzo polo aeroportuale del Lazio, e per la sua localizzazione a Viterbo, vi sono molte brave persone ed alcuni amici assai cari. Con loro vogliamo continuare ad interloquire, sappiamo che condividono tanta parte delle nostre reali e non sminuibili preoccupazioni per l'ambiente, per la salute delle persone, per i rischi riferiti al modello di mobilita' e di sviluppo che da una eventuale realizzazione dell'opera inevitabilmente deriveranno.

Ma cio' che conta e' che vogliamo che la popolazione tutta sia informata seriamente, sulla base di dati scientifici e documentari certi ed incontrovertibili, sulle conseguenze della eventuale realizzazione della sciagurata opera.

Poiche' nessuno ha potuto negare che gli effetti ambientali, sanitari e di sistema saranno pesantissimi.

E non potendo negare questo fatto, fin qui amministratori poco scrupolosi e forse loro stessi poco informati e poco disposti all'ascolto e allo studio hanno preferito la retorica piu' becera e la propaganda piu' greve, nell'intento di tenere la popolazione dell'Alto Lazio all'oscuro dei forti argomenti in base a cui e' ben ragionevole opporsi all'opera proposta.

Non solo: e' ragionevole valutare che l'allocazione di risorse pubbliche per l'aeroporto non fungera' affatto da volano per un'economia coerente con le vocazioni produttive del territorio, ma deprimera' ed impoverira' ancor piu' l'Alto Lazio e la sua popolazione, dirottando disponibilita' altrimenti valorizzabili.

E questo mentre ancora attendono realizzazione interventi infrastrutturali adeguati e necessari come quelli per la ferrovia, che potrebbe divenire - nella provincia in cui si trova il fondamentale nodo di Orte - il cuore pulsante dell'economia altolaziale. Sono cose che quelli con la barba bianca come me sanno bene, mentre gli amministratori piu' giovani sembrano ignorarle del tutto: a loro consiglierei di leggere le migliaia di pagine (tra cui non poche scritte di mio pugno) della Conferenza economica provinciale che alla meta' degli anni Novanta fu un'occasione di confronto e di progettualita' straordinaria e di cui si e' persa completamente la memoria (ahime', penso sovente che la parte piu' cospicua del mio lavoro di pubblico amministratore sui temi della programmazione territoriale sia destinata a restare una testimonianza a futura memoria - dopo tanti anni non e' piu' possibile coltivare illusioni).

*

Una notazione infine, col sorriso sulle labbra.

Mentre le persone che stanno dando vita nel viterbese ad un'azione d'informazione per tutelare l'ambiente bene comune e la salute diritto di tutti stanno finalmente ottenendo che si apra una discussione vera; e mentre anche alcuni pubblici amministratori - come il presidente della Provincia e il sindaco del Comune di Viterbo - pur avendo posizioni opposte alle nostre riconoscono pubblicamente la qualita', gravita' ed ineludibilita' delle preoccupazioni che il comitato che si oppone all'aeroporto sta ponendo; e mentre riconoscono la serieta' ed ineludibilita' delle preoccupazioni che stiamo ponendo anche molti amici del comitato pro aeroporto con i quali e' sempre utile, piacevole e fruttuoso confrontarsi sulla base del reciproco riconoscimento della bonta' dei rispettivi intenti; ebbene, mentre questo accade purtroppo non manca la solita sarabanda di coloro che - forse perche' intimamente dubbiosi delle proprie ragioni, e per questo pertanto esacerbati - nulla sanno fare di meglio che insultare gli altri con sconce e triste - triste, piu' che tristi - menzogne ed ingiurie. La propaganda e' davvero una brutta bestia. E' una brutta bestia sempre, e quando e' per una cattiva causa e' ancor peggio.

Ma sono cose che conosciamo gia'.

Ebbe a riflettere Gandhi che in ogni mobilitazione sociale e politica nonviolenta, dapprima si deve affrontare l'indifferenza, il tentativo di ammutolire la tua voce e di denegare l'esistenza stessa delle tue ragioni sotto una coltre di silenzio; quando questa forma di contrasto fallisce si passa allo scherno, all'offesa grossolana e volgare, al tentativo di trascinare nel ridicolo cio' che non si sa affrontare in serieta' e rigore. A Viterbo anche questa seconda fase va rapidamente esaurendosi (certo, resteranno gli attardati, i mentitori di professione e i giullari che ogni corte mantiene, ma e' gia' un fenomeno residuale). Ci attende la fase ulteriore. Di gran lunga piu' impegnativa, come tutte le persone amiche della nonviolenza sanno bene.

*

Difendiamo l'ambiente globale: ridurre il trasporto aereo e' una urgente necessita' se vogliamo evitare il disastro climatico.

E difendiamo il nostro territorio da un'opera che danneggia gravemente l'ambiente, che danneggia gravemente la salute delle persone, che danneggia gravemente la possibilita' stessa di uno sviluppo autocentrato che valorizzi e non distrugga le vocazioni produttive locali e gli straordinari beni ambientali e culturali che ancora abbiamo nell'Alto Lazio nonostante le tante offese che il nostro territorio ha gia' subito e ogni giorno subisce.

*

Difendere l'ambiente e la salute, promuovere i diritti umani e la democrazia, opporsi allo sperpero delle risorse pubbliche, impegnarsi per costruire opportunita' di lavoro sicuro e qualificato. Questo e' il nostro impegno.

Per questi motivi ci opponiamo al progetto del terzo polo aeroportuale.

Per questi motivi chiediamo la riduzione, drastica e immediata, dell'insostenibile trasporto aereo.

 

12. VOLARE FA MALE ALLA SALUTE

 

1. Volare fa male alla salute

E innanzitutto alla salute di chi non vola.

Fa male alla salute dell'intera umanita' che subisce gli effetti del surriscaldamento del clima - la principale emergenza globale odierna - cui il trasporto aereo contribuisce in misura rilevantissima.

Fa male alla salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli aeroporti che subiscono il pesantissimo inquinamento atmosferico e il non meno pesante inquinamento acustico.

Fa male alla salute dei cittadini dei Paesi come l'Italia (e come molti altri) che vedono lo Stato regalare immensi capitali alle compagnie aeree (sia elargendo giganteschi contributi diretti, sia concedendo scandalose ed incredibili esenzioni ed agevolazioni fiscali); lo stesso Stato che taglia spietatamente i servizi pubblici e il diritto alla salute e all'assistenza.

E fa male alla salute di chi vola, visto che e' una modalita'di trasporto non coerente con la stessa costituzione psicofisica ed esistenzial-culturale dell'essere umano.

Infine fa male anche alla salute degli altri animali: che anch'essi sono esseri viventi e provano sofferenza. Ma come volete che si preoccupino degli altri animali quei potenti rapinatori che non si preoccupano neppure delle sofferenze che - per arricchirsi e sperperare, per  appropriarsi privatamente ed egoisticamente consumare cio' che e' di tutti, a tutti rubandolo - infliggono tanti e tali danni agli altri esseri umani?

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2. Volare fa male all'ambiente

Il trasporto aereo danneggia enormemente l'ecosistema planetario nella sua globalita'.

Danneggia enormemente gli ecosistemi locali.

Impedisce la realizzazione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati, con tecnologie appropriate, ecologicamente sostenibili, economicamente adeguati ai bisogni e alle culture delle popolazioni, e democraticamente controllabili.

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3. Volare e' antieconomico

Perche' e' estremamente energivoro, mentre l'umanita' ha bisogno di un'economia della sobrieta' e della condivisione che consideri il dato di fatto dei limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse.

Perche' e' il modo di trasporto piu' costoso: non ve ne e' una adeguata percezione pubblica perche' i costi vengono esternalizzati: gli Stati sovvenzionano le compagnie aeree con fiumi di denaro ed agevolazioni; i costi ambientali e sociali vengono pagati dalle popolazioni; i lavoratori sono spesso precari e quindi costantemente sotto minaccia. La maggior parte della popolazione e' tenuta del tutto all'oscuro del fatto che ingenti risorse pubbliche che vengono sottratte ai diritti e al benessere delle persone, vengono sperperate a profitto delle compagnie aeree e dei prominenti che ruotano intorno al grande affare.

Perche' danneggia le economie locali, imponendo nocivita', costi, relazioni sociali insostenibili.

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4. Volare e' pericoloso

Il trasporto aereo e' pericoloso per il pianeta.

Il trasporto aereo e' pericoloso per l'ambiente naturale e per i beni storici e culturali.

Il trasporto aereo e' pericoloso per le persone: danni certi alla salute, estrema pericolosita' degli incidenti, degrado della qualita' della vita.

Il trasporto aereo e' pericoloso per le liberta' civili: specialmente dopo la tragedia dell'11 settembre 2001 esso implica un enorme incremento dei controlli e quindi una crescente militarizzazione degli impianti, sui territori, nei confronti delle comunita' locali e della vita quotidiana delle persone.

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5. Volare e' alienante

Volare fa male alla percezione di se' e del mondo.

Aeroporti ed aerei sono cio' che l'antropologia contemporanea chiama "nonluoghi": in cui  decisive esperienze umane, sia percettive che conoscitive nel senso piu' ampio e profondo, vengono inibite e represse; in cui vige e viene imposto un modello di presenza al mondo, di essere nel mondo (l'in-der-welt-sein di heideggeriana memoria) tendenzialmente dereistico, pesantemente deresponsabilizzante, fortemente eterodiretto.

Quell'esperienza decisiva della cultura umana che e' il viaggio, come iniziazione e scoperta, come ricerca di se' e dialogo con l'altro da se', qui si annienta nel vuoto di ambienti tutti uguali in una logica che si modella su schemi di condotta coatti e tendenzialmente totalitari.

*

6. Finanziare il trasporto aereo significa togliere risorse dove sono necessarie

Il trasporto aereo toglie risorse alla mobilita' sostenibile.

Il trasporto aereo toglie risorse al turismo responsabile.

Il trasporto aereo toglie risorse ai servizi pubblici a beneficio delle persone bisognose.

Il trasporto aereo toglie risorse a politiche di giustizia e di solidarieta'.

Il trasporto aereo toglie risorse alle possibilita' di un'occupazione sicura e dignitosa.

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7. Della virtu' del limite

Il volo lasciamolo agli uccelli.

Il cielo lasciamolo alle stelle.

Cessiamo di volere tutto e tutto distruggere.

E' l'unica Terra che abbiamo.

Vi e' una sola umanita'.

 

13. 6 AGOSTO

 

Dopo Hiroshima semplice e' la scelta.

La pace, o la fine della civilta'umana.

La nonviolenza, o la morte.

 

14. COI PIEDI PER TERRA

 

"Coi piedi per terra" (ma ci piaceva anche "Con la testa fra le nuvole", idea che doniamo ai nostri interlocutori) e' il titolo del supplemento che a partire da oggi dedicheremo all'impegno per la riduzione del trasporto aereo, i cui effetti nocivi per l'ambiente, la salute delle persone, l'economia, la societa', sono del tutto evidenti, sebbene astutamente occultati dai potentati affaristici che dall'incremento dei voli traggono lucrosi profitti in danno della biosfera e dell'umanita'.

 

15. AFGHANISTAN

 

Continuano le stragi.

Le stragi della guerra terrorista e stragista che si prolunga da decine di anni.

Le stragi della guerra terrorista e stragista cui l'Italia partecipa per scellerata, criminale, reiterata decisione del governo e del parlamento, in flagrante violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

Non dimenticare mai questo orrore.

Non dimenticare mai che ogni guerra e' contro l'umanita', che a morire sono sempre degli esseri umani, che ogni vittima ha il volto di Abele.

Non dimenticare mai che il principio che fonda la convivenza umana e' semplice e chiaro: tu non uccidere.

 

16. NE' A VITERBO NE' ALTROVE

 

Gravi danni per l'ambiente: a livello globale e a livello locale. Gravi danni per la salute delle persone. Il piu' antieconomico dei mezzi di trasporto (realta' occultata dal fatto che le compagnie aeree sono foraggiate da fiumi di soldi pubblici e da agevolazioni fiscali incredibili). Il piu' energivoro. Il piu' iniquo. Il piu' incompatibile con il principio responsabilita', il piu' incompatibile con il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. Il piu' insostenibile. Questa e' la realta' del trasporto aereo.

*

Ben altro occorre. Occorre una mobilita' responsabile, a misura di donna e di uomo, rispettosa della biosfera, coerente con modelli di sviluppo autocentrati, con tecnologie appropriate, sostenibili, che inverino una cultura e una prassi della responsabilita', della sobrieta', della condivisione. Ben altro occorre. Ed in primo luogo il trasporto ferroviario, l'uso intelligente delle tecnologie morbide e democraticamente gestibili dal basso, la consapevolezza che la lentezza e non la velocita' migliora la qualita' della vita, la coscienza che "ognuno e' responsabile di tutto", per dirla con le parole di don Milani: e quindi scelte di giustizia, stili di vita dall'impronta ecologica leggera, convivialita' delle differenze, uguaglianza di diritti per ogni essere umano.

*

Fermiamo il folle incremento degli aeroporti e dei voli.

La drastica riduzione del trasporto aereo e' un'urgente necessita'.

 

17. UN VADEMECUM PER SAPERNE DI PIU'

 

Stiamo elaborando una breve guida pratica per una adeguata informazione di base sulla grave questione del terzo polo aeroportuale del Lazio e per la riduzione del trasporto aereo.

Nei prossimi giorni su questo stesso foglio pubblicheremo via via i materiali preliminari dello studio.

 

18. IL CASO DI CIAMPINO

 

Dedichiamo un'ampia sezione di questo notiziario alla presentazione dell'insostenibile situazione di Ciampino.

I signori che vogliono costruire nuovi aeroporti, che vogliono incrementare il trasporto aereo con i suoi gravissimi effetti per l'ambiente, per la salute e per la sicurezza delle persone, farebbero bene a informarsi presso gli abitanti dei centri nei cui pressi aeroporti vi sono gia'. Scoprirebbero che l'insensato incremento del trasporto aereo e' un disastro ecologico, economico e sanitario. Scoprirebbero che l'insensato aumento del trasporto aereo e' nemico del pianeta, dell'umanita', della qualita' della vita delle persone che ne subiscono gli effetti.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 162 dell'8 aprile 2013

 

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