Telegrammi. 1092



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1092 del 13 novembre 2012

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Alcuni testi del mese di gennaio 2009 (parte seconda)

2. Ogni guerra

3. Una diffida al Ministro dei Trasporti

4. Poiche'

5. Frattanto in Afghanistan...

6. Il comizietto del ministro gastronomo (ed alcune semplici verita')

7. Dalla parte di tutte le vittime, contro tutte le uccisioni

8. 700 tesi sulla guerra e sul razzismo (ridotte a cinque per sollievo dei lettori impazienti)

9. Fermare l'orrore. E tre nodi, e una coda

10. Contro la guerra, contro il razzismo, per l'umanita'

11. Cessate il fuoco

12. Naturalmente

13. L'ora della nonviolenza

14. Mille cadaveri e di mosche un pugno

15. La "Carta" del Movimento Nonviolento

16. Per saperne di piu'

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2009 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2009.

 

2. OGNI GUERRA

 

Ogni guerra la stessa guerra.

Ogni uccisione la stessa uccisione.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

*

Non vi e' altra umanita' che l'umanita'.

Non vi e' altra politica che la nonviolenza.

 

3. UNA DIFFIDA AL MINISTRO DEI TRASPORTI

 

Al Ministro dei Trasporti

e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Presidente della Repubblica

Oggetto: Diffida

Signor Ministro,

la stampa locale riferisce che lei l'8 gennaio 2009, trovandosi a Viterbo per una iniziativa del suo partito, avrebbe affermato di voler imporre la realizzazione a Viterbo di un illegale e irrazionale mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, ignorando - o fingendo di ignorare - che la realizzazione dell'opera costituirebbe per Viterbo un gravissimo ambientale e sanitario, e che violerebbe vigenti leggi italiane ed europee.

Le segnaliamo per l'ennesima volta che la realizzazione nell'area termale del Bulicame di un nocivo e distruttivo mega-aeroporto provocherebbe inevitabilmente:

a) un grave ed irreversibile danno ad un'area di enorme valore naturalistico, storico-culturale, sociale, terapeutico ed economico;

b) un inquinamento che colpirebbe pesantemente il territorio ed i cittadini, provocando gravi danni alla salute, alla sicurezza e alla qualita' della vita dei viterbesi;

c) ulteriori gravi danni che abbiamo piu' volte segnalato, ad esempio nella nostra lettera al Presidente della Repubblica del 4 agosto 2008, lettera che gia' le inviammo per opportuna conoscenza.

Con la presente siamo pertanto a chiederle di volersi informare adeguatamente e conseguentemente di volersi finalmente opporre alla realizzazione di un'opera inquinante, nociva e distruttiva, un'opera contraria al pubblico interesse, un'opera che violerebbe le vigenti norme a tutela dei beni ambientali e culturali, della salute dei cittadini, dei diritti soggettivi e dei legittimi interessi della popolazione viterbese.

Qualora lei intendesse proseguire invece nel favoreggiamento della realizzazione di un'opera dagli esiti inammissibili, la presente valga come diffida.

Riservandoci di sollecitare l'intervento delle competenti istituzioni di controllo e particolarmente delle magistrature giurisdizionalmente preposte ad intervenire, voglia gradire distinti saluti,

Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 9 gennaio 2009

 

4. POICHE'

 

Poiche' i razzi e le bombe non crescono sugli alberi

qualcuno li produce e li fornisce

a chi li usa.

 

Poiche' aggiustare una macchina e' facile

ma riportare in vita gli ammazzati invece no

dovrebbe esser chiaro cio' che ne consegue.

 

Poiche' ogni persona a non essere uccisa ha diritto

ne deriva un reciproco dovere

e chiunque sa quale sia.

 

Nel frigorifero i teschi surgelati

dalla lattina aperta spuma sangue

e dalla televisione sempre e solo

parlano gli assassini.

 

Non affondarla tu la lama nella gola.

Non spingerlo tu il bottone del telecomando

che toglie il respiro.

Non dargli fuoco tu alla carne viva.

 

Tu opponiti a tutte le guerre

a tutti gli eserciti opponiti

tu opponiti a tutte le armi.

 

Vi e' una sola umanita'. E solo

la nonviolenza puo' tutti salvarci.

 

5. FRATTANTO IN AFGHANISTAN...

 

Frattanto in Afghanistan (e ormai sempre piu' intensamente anche in Pakistan) continua la guerra, continuano le stragi.

Ma in Italia non se ne parla.

*

E non se ne parla perche' quella e' la guerra cui anche l'Italia prende parte. La guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, mafiosa e totalitaria cui anche l'Italia partecipa. La guerra condotta anch'essa in evidente violazione del diritto internazionale e della nostra legalita' costituzionale. La guerra sterminista cui l'Italia non potrebbe prendere parte e cui invece partecipa. Nella complicita' e nell'omerta' pressoche' totale e totalitaria quasi dell'intero ceto politico e quasi dell'intera sedicente "societa' civile organizzata" e dell'intero pacifismo parastatale.

Lo stesso ceto politico, la stessa sedicente "societa' civile organizzata", lo stesso pacifismo parastatale che frattanto pretendono - con toni imperiosi e razzisti, tanto per farsi riconoscere una volta di piu' - di dare lezioni di pace e di democrazia ad altri, e trovano strano che nessuno - ne' le vittime ne' i carnefici - sia disposto ad ascoltarli, che la loro parola non abbia alcun valore, che i loro proclami siano destituiti di ogni rilevanza e credibilita'. Chissa' perche'.

*

O ti opponi a tutte le stragi o non ti opponi a nessuna.

O ti opponi a tutte le guerre o non ti opponi a nessuna.

O scegli la nonviolenza o sei complice dei massacri.

 

6. IL COMIZIETTO DEL MINISTRO GASTRONOMO (ED ALCUNE SEMPLICI VERITA')

 

Sorprende come un banale comizietto propagandistico del ministro dei trasporti venuto a Viterbo a partecipare a un incontro gastronomico coi sodali del suo partito (il partito degli alala') possa essere stato preso tanto sul serio dalla politicanteria locale. O forse non sorprende, e' un segno dei tempi.

*

Ma poiche' in quel comizietto a quanto pare si annunciava anche l'intenzione del ministro di voler proporre di sperperare il pubblico denaro per realizzare a Viterbo uno scempio ambientale, la devastazione di un bene prezioso ed insostituibile come l'area termale del Bulicame, e l'avvelenamento di tanti cittadini di Viterbo e dell'Alto Lazio, allora forse non e' stato inutile che il movimento che all'insensato ed illegale mega-aeroporto dei vandali e degli avvelenatori si oppone, abbia posto al ministro un "altola'" in forma di diffida.

*

Poiche' devastare l'area termale del Bulicame realizzandovi un nocivo e distruttivo mega-aeroporto e' un reato, previsto e punito dal codice.

Poiche' avvelenare i cittadini di Viterbo con l'immane inquinamento prodotto dal mega-aeroporto a ridosso della citta' e' un reato, previsto e punito dal codice.

Poiche' sperperare ingenti risorse finanziarie pubbliche per realizzare un'opera insensata e illegale come il mega-aeroporto e' un reato, previsto e punito dal codice.

Poiche' violare la vigente legislazione di tutela ambientale e sanitaria europea e italiana, come si intende fare con la realizzazione del mega-aeroporto, e' (ci si perdoni la tautologia) un reato, previsto e punito dal codice.

*

Non ci dovrebbe essere bisogno di ripeterlo, ma poiche' la lobby politico-affaristica che vuole devastare Viterbo ed avvelenare i viterbesi continua nella sua scellerata iniziativa godendo ancora della complicita' di tanti pubblici amministratori irresponsabili ed insipienti, forse non sara' stato inutile aver enunciato ancora una volta queste semplici verita'.

 

7. DALLA PARTE DI TUTTE LE VITTIME, CONTRO TUTTE LE UCCISIONI

 

1. Strange fruit

Quasi mille persone uccise, e forse di piu'. Innumerevoli i feriti. Un milione e mezzo di esseri umani traumatizzati per sempre. Sono i frutti della guerra voluta dai terroristi di Hamas e dai loro finanziatori nazisti, ed eseguita dai criminali di guerra del governo di Israele. La campagna elettorale al tempo degli ultimi giorni dell'umanita'. Il governo di Israele ha commesso questa ennesima criminale pazzia, sapendo benissimo che queste stragi nulla risolveranno, ma anzi aggraveranno il conflitto israelo-palestinese, il conflitto arabo-israeliano, il conflitto mediorientale, il conflitto fondamentalismi-stati, il conflitto e l'imbarbarimento globale che l'ipocrisia dominante chiama "nuovo ordine mondiale". Il fondamentalismo terrorista (di ogni religione e di ogni ideologia) ne sara' rafforzato. Il neonazismo in Europa e nel mondo anche. Si puo' dare crimine e follia piu' grande? Che cessi subito questa guerra insensata, che cessino subito questi insensati massacri. Che tutti i responsabili di questo assurdo crimine vengano messi in condizione di non piu' nuocere all'umanita'.

Ma, a proposito: quante sono le vittime della guerra in Afghanistan? E perche' in Italia nessuno ne parla? Forse perche' la' della coalizione militare occupante e stragista fa parte anche il nostro paese? E i tanti proclami che esortano alla pace, che dai ministri del governo eversivo berlusconiano fino all'ultimo funzionario del pacifismo parastatale gonfian le gote dell'italica nomenklatura, perche' son rivolti all'intero orbe terraqueo tranne che a noi stessi? Quando gli assassini siamo noi, l'assassinio torna ad essere una delle belle arti?

*

2. La solidarieta' strabica e' complicita' con gli assassini

Poiche' vi e' una sola umanita', e vale per tutti gli esseri umani il detto di John Donne.

Ci stanno ugualmente a cuore la popolazione di Israele e il popolo palestinese. Vittime ambedue di una storia tremenda di crudeli aggressioni, persecuzioni e massacri.

La sola soluzione possibile del conflitto israelo-palestinese e' quella in cui entrambi i popoli vincono insieme, ed insieme costruiscono due stati sovrani, democratici, sicuri, solidali.

La guerra e' nemica di tutti gli esseri umani. La pace non e' la meta, la pace e' la via.

*

3. Non equidistanti, ma equivicini ed equosolidali

E' evidente che non si puo' essere equidistanti tra le vittime e gli aggressori. Ma chi sono le vittime? Tutte le persone inermi che dalla guerra e dal terrorismo sono uccise o minacciate di morte. E chi sono gli aggressori? Tutti coloro che uccidono e di uccidere minacciano. Il popolo palestinese e' vittima o aggressore? E' vittima. La popolazione israeliana e' vittima o aggressore? E' vittima. Le due diaspore, quella ebraica e quella palestinese, sono vittime o aggressori? Sono vittime. Aggressore e' certo il governo di Israele responsabile di persecuzioni, omicidi, guerra, stragi, politiche razziste e crimini contro l'umanita'; aggressore e' certo Hamas, organizzazione responsabile di terrorismo e dichiaratamente genocidaria, e con essa chi la finanzia e la arma; aggressori sono i regimi che promuovono il pregiudizio e la persecuzione razzista; aggressori sono i poteri che promuovono o permettono le stragi. Vittime sempre sono gli esseri umani nella loro nuda fragilita'.

*

4. Non bombardare Palermo

Quando ci si decidera' ad ammettere che per contrastare il terrorismo (degli stati, dei gruppi armati, dei singoli) lo strumento militare e' peggio che inutile? La guerra e' il trionfo del terrorismo. Il terrorismo si contrasta con la pace, col disarmo, con il dialogo e la cooperazione, promuovendo democrazia e legalita' e diritti umani per tutti gli esseri umani, salvando le vite.

Per contrastare la mafia si deve bombardare Palermo?

Per contrastare i golpisti e razzisti oggi al governo in Italia si deve bombardare Roma?

*

5. L'astuzia degli stragisti

E' di utilizzare un crimine per pretendere di giustificarne un altro.

L'ingenuita' degli antistragisti e' di credere che si possa opporsi ad un crimine senza opporsi a tutti.

Vi e' una sola umanita'. Ogni vittima ha il volto di Abele. Nessun crimine ne giustifica un altro. Chi si arrende a un'uccisione si arrende a tutte. Ogni umana vita e' un valore infinito. Scegliere occorre la nonviolenza. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

6. L'esatto contrario del boicottaggio

Qualche immemore (e qualche nipotino di Hitler) propone di boicottare uno dei popoli dell'area, riproducendo cosi' la medesima insensata logica di punire le vittime per i crimini dei carnefici.

Occorre invece l'esatto contrario del boicottaggio: occorre incrementare la cooperazione di pace, la solidarieta' con tutte le popolazioni, costruire ponti e legami, recare soccorsi e fiducia e sicurezza a tutti.

*

7. Quel che tutti sappiamo, e allora diciamolo

La guerra non risolvera' il conflitto israelo-palestinese ne' quello arabo-israeliano ne' quello mediorientale. La guerra non risolve nessun conflitto, sempre e solo lo riproduce e lo aggrava. Solo la pace, il dialogo, la convivenza, il rispetto reciproco, la crescita della fiducia, la democrazia costruita nella giustizia e nella solidarieta' potranno riuscirci. La guerra non salva: la guerra uccide. La guerra non libera: la guerra uccide. La guerra non apre vie: la guerra uccide. Se in altri tempi furono possibili guerre di liberazione, oggi non lo sono piu'. Se in altri tempi fu possibile una via militare alla conquista della sovranita' e dei diritti, oggi non lo e' piu'. Se in altri tempi allo scatenamento della guerra da parte dei poteri criminali fu possibile e necessario opporsi con le armi in pugno, oggi opporsi con le armi in pugno fa vincere quei poteri criminali. Fortunatamente l'umanita' gia' da un secolo ha scoperto, o inventato, un potere piu' forte: la nonviolenza.

La politica scellerata del governo di Israele aumenta il pericolo per la popolazione israeliana oltre ad essere un abominevole crimine nei confronti di quella palestinese: occorre sostenere le forze di pace in Israele.

Hamas e i suoi finanziatori sono criminali fascisti: occorre sostenere il campo democratico palestinese.

E' necessario che nasca immediatamente lo Stato di Palestina (uno stato sovrano dotato di continuita' territoriale, non un reticolo di bantustan; uno stato libero e democratico; uno stato di diritto); ed e' necessario che la comunita' internazionale lo sostenga e lo finanzi fortemente anche per un lungo periodo affinche' possa consolidarsi nel benessere.

Ed e' necessario garantire la sicurezza dello stato di Israele; e' quindi necessario che la comunita' internazionale si impegni anche per questo per un lungo periodo, finche' non vi siano piu' minacce di sorta.

E' necessario smilitarizzare e disarmare i conflitti.

E' necessario contrastare il razzismo e il militarismo ovunque.

Col popolo palestinese nel cuore.

Col popolo di Israele nel cuore.

Poiche' vi e' una sola umanita'.

*

8. Cessi ogni ambiguita'

In questi giorni in Italia assistiamo a lugubri proclami e macabri rituali che rivelano quanto a fondo abbia scavato la deumanizzazione imposta come pensiero unico dai poteri dominanti.

Tanti che proclamano di essere solidali con il popolo e lo stato di Israele riproducono nel loro stesso linguaggio formule che rivelano come tale solidarieta' sia tutt'altro che sincera, ma la maschera di un odio che oggi si dirige principalmente contro le culture e i popoli gia' vittime del colonialismo, e che appena ieri era anche pregiudizio e persecuzione antiebraica.

E tanti che proclamano di essere solidali con il popolo palestinese ripetono ossessivamente formule e retoriche identiche - non simili: identiche - a quelle naziste.

Occorre essere chiari: nessuna complicita' deve esservi con chi agisce politiche razziste, nessuna complicita' deve esservi con chi propala logiche totalitarie, nessuna complicita' deve esservi con chi del nazismo si e' messo alla scuola.

Ogni posizione e manifestazione che si spacci per solidale con questo o quel popolo, e che riproduca pregiudizio e disprezzo per un altro popolo, non e' una posizione o una manifestazione di solidarieta', e' una forma di complicita' con la violenza che nega l'umanita' di tutti gli esseri umani. E' una forma di complicita' con la guerra. E' una forma di perdita del ben dell'intelletto, di necrofilia, di resa al male.

Solidali occorre essere con l'umanita', con tutte le vittime, contro tutte le aggressioni.

*

9. Primo Levi, naturalmente

Ha scritto una volta Primo Levi: "di guerre e violenze non c'e' bisogno, in nessun caso. Non esistono problemi che non possano essere risolti intorno a un tavolo".

*

10. Dieci anni dopo

Nel 2000 con la marcia Perugia-Assisi specifica per la nonviolenza parve per un momento che i movimenti nonviolenti italiani volessero fare quel passo che a me sembra necessario e urgente dagli anni Settanta del secolo scorso: uscire dalla subalternita', rompere le complicita', proporre la nonviolenza come la politica adeguata ai compiti attuali dell'umanita'. A tal punto quella prospettiva mi sembrava e mi sembra decisiva, e quell'occasione di dieci anni fa un appello da sostenere, che in appoggio a quella marcia nacque questo foglio, cui ho dedicato tanta parte delle mie stanche energie lungo questo decennio.

Dieci anni dopo e' necessaria una verifica: onesta, rigorosa. Dolorosa, anche.

E riprendere quel cammino.

Non ve ne sono altri se vogliamo che l'umanita' abbia un futuro.

La nonviolenza e' il cammino.

La nonviolenza e' in cammino.

La nonviolenza e' hic et nunc l'unica politica in grado di contrastare la barbarie, la catastrofe della civilta' umana.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

8. 700 TESI SULLA GUERRA E SUL RAZZISMO (RIDOTTE A CINQUE PER SOLLIEVO DEI LETTORI IMPAZIENTI)

 

1. Non si oppone alla guerra chi non vuole salvare tutte le vite.

*

2. Non e' solidale con un popolo chi si augura la distruzione di un altro.

*

3. Raramente gli hitleriani oggi si dichiarano tali. Di questi tempi anche i nazisti si sono fatti furbi.

*

4. La nonviolenza o e' lotta contro la violenza, la lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro la violenza, o non e' nulla.

*

5. Vi e' una sola umanita'.

 

9. FERMARE L'ORRORE. E TRE NODI, E UNA CODA

 

I. La comunita' internazionale intervenga per fermare le uccisioni

Cessino le stragi a Gaza. E cessino gli attacchi missilistici nel territorio di Israele.

La comunita' internazionale metta immediatamente in campo un impegno non solo diplomatico per la cessazione delle stragi, degli attentati e delle minacce, ma economico - di consistenti risorse, immediato e di lungo periodo - per garantire soccorsi e ricostruzione, assistenza e benessere, a tutte le vittime superstiti; per assistere il popolo palestinese e la costruzione del suo stato che va proclamato e riconosciuto con la massima urgenza; per garantire alla popolazione di Israele la sicurezza nel e del suo stato.

Cessino le stragi a Gaza. E cessino gli attacchi missilistici nel territorio di Israele.

*

II. Alcuni compiti della societa' civile e della solidarieta' internazionale

Vi sono tre urgenze intrecciate.

1. L'urgenza della solidarieta' col popolo palestinese.

L'urgenza non solo che cessi il regime di occupazione, non solo che cessi ogni forma di aggressione e persecuzione da parte dello stato di Israele, ma che nasca subito lo stato di Palestina, sovrano e democratico, dotato di continuita' territoriale ed entro i confini precedenti alla guerra dei Sei giorni coi necessari eventuali aggiustamenti concordati tra le parti.

Ma fa parte integrante della solidarieta' col popolo palestinese anche l'opposizione ad Hamas ed a chi la finanzia e la arma. Il popolo palestinese non e' Hamas: Hamas e' (non solo, ma anche) un'organizzazione politico-militare fascista. A Gaza il popolo palestinese e' anche vittima e ostaggio di Hamas. Che certo ha anche un consenso, che certo ha anche vinto le elezioni: ma anche Hitler vinse le elezioni.

Occorre piena solidarieta' col popolo palestinese.

*

2. L'urgenza della solidarieta' con la popolazione di Israele.

L'urgenza non solo che cessino gli attentati, missilistici o in altre forme, ma che cessi la minaccia - e la propaganda della minaccia - alla sua stessa esistenza, minaccia sostenuta non solo da piccoli gruppi armati di persone disperate, ma da organizzazioni dotate di ingenti risorse e finanche da regimi che governano stati.

E fa parte di questa urgenza anche l'opposizione al governo di Israele, alle sue insensate e sciagurate politiche razziste e assassine, politiche criminali che non soltanto stanno massacrando il popolo palestinese ma mettono in crescente pericolo la popolazione di Israele la cui sicurezza richiede il progresso nell'area della Palestina storica e del Medio Oriente della pace e della democrazia, del dialogo e della convivenza, del riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

Occorre piena solidarieta' con la popolazione israeliana.

*

3. L'urgenza di contrastare il risorgente nazismo in Europa.

L'Europa e' il luogo di duemila anni di persecuzione antiebraica. L'Europa e' il luogo della Shoah.

Gran parte degli stati europei sono stati colonialisti ed imperialisti ed hanno sanguinosamente oppresso le popolazioni del Medio Oriente.

Scellerate politiche razziste sono tuttora presenti in Europa.

Se dai paesi europei come istituzioni e come societa' civile si vuole dare un contributo alla cessazione delle stragi e alla costruzione della pace e della convivenza in dignita' e sicurezza in Medio Oriente occorre in primo luogo riconoscere ed assumersi le proprie responsabilita'.

Come non e' ammissibile avallare i crimini di guerra e contro l'umanita' del governo di Israele, ugualmente non e' ammissibile avallare gli attentati terroristici e la propaganda genocidaria dei gruppi armati del fondamentalismo sedicente islamico. Occorre opporsi alla politica criminale del governo di Israele anche in nome della solidarieta' col popolo di Israele. Ed occorre opporsi alla politica criminale del fondamentalismo sedicente islamico anche in nome della solidarieta' col popolo palestinese.

E con particolar riferimento ad alcune iniziative di questi giorni in Europa e in Italia:

- non e' ammissibile manifestare contro Israele, occorre invece manifestare a favore del popolo di Israele e quindi contro il governo di Israele;

- non e' ammissibile manifestare a favore di Hamas, occorre invece manifestare a favore del popolo palestinese e quindi contro Hamas e chi la finanzia e la arma;

- non e' ammissibile proporre il boicottaggio dell'economia, della societa' e della cultura tanto israeliana quanto palestinese, occorre invece aumentare la cooperazione, il dialogo, la fiducia, la solidarieta' con la popolazione e la societa' israeliana cosi' come con la popolazione e la societa' palestinese;

- non e' ammissibile tacere sul razzismo oggi al governo in Italia; e non e' ammissibile tacere sulla guerra terrorista e stragista cui l'Italia sta partecipando in Afghanistan.

Occorre contrastare il risorgente nazismo in Europa.

*

III. De te fabula narratur

E venendo ai compiti delle persone amiche della nonviolenza che in questi giorni in Italia si stanno gia' impegnando o vogliono impegnarsi contro la guerra e contro il razzismo, perche' cessino le stragi, si soccorrano i superstiti e si arrivi alla pace in Palestina in giustizia, sicurezza e dignita' per tutti i popoli e per tutte le persone: manifestare e' giusto e necessario. Ma occorre manifestare per la pace con mezzi di pace: la nonviolenza e' una scelta rigorosa e impegnativa di lotta contro la violenza, contro tutte le uccisioni, per salvare tutte le persone.

- Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono amiche della nonviolenza e che non contrastano le flagranti, abominevoli pulsioni razziste e neonaziste che si vanno manifestando e dispiegando anche in Italia in questi giorni di dolore.

- Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono amiche della nonviolenza e che non dicono una sola parola per il diritto alla vita degli israeliani oltre che dei palestinesi, per il diritto alla vita dei palestinesi oltre che degli israeliani, ed anzi ammiccano - o peggio: aderiscono - alle piu' oscene ed orribili e infami retoriche del pregiudizio e della persecuzione antiebraica, o islamofobica, o globalmente razzista.

- Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono amiche della nonviolenza e che si prestano a sostenere l'azione scellerata del governo di Israele.

- Trovo scandaloso che ci siano persone ed organizzazioni che si dicono amiche della nonviolenza e che si prestano a sostenere l'azione scellerata di Hamas e del fondamentalismo armato che si ammanta di pretese religiose ma riproduce un'ideologia e una prassi nazista.

Son cose tristi, ma vanno pur dette.

A tutte le guerre e a tutte le uccisioni occorre opporsi.

La nonviolenza e' lotta contro la violenza, e' impegno per la giustizia che salva le vite e riconosce ed invera la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, e si prende anche cura dell'unico mondo vivibile che abbiamo; la nonviolenza o e' questa lotta, questo impegno, o non e' nulla. Nulla.

Vi e' una sola umanita', in un unico mondo che e' di tutte e tutti e cui tutte e tutti apparteniamo.

La nonviolenza e' la forza della verita'.

La nonviolenza e' opposizione a tutte le ingiustizie, a tutte le aggressioni, a tutte le sopraffazioni.

La nonviolenza e' la lotta piu' nitida e piu' intransigente contro tutte le violenze.

La nonviolenza e' solidarieta' con tutte le vittime e lotta di liberazione con e per tutte le vittime. La nonviolenza e' la scelta dell'umanita'.

La nonviolenza e' l'unica proposta politica adeguata a fronteggiare la tragica situazione presente.

La nonviolenza e' un arduo necessario cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

10. CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL RAZZISMO, PER L'UMANITA'

 

Questo nostro foglio ogni giorno esprime un impegno nitido e intransigente contro la guerra e contro il razzismo, pertanto certi appelli un po' rozzi ed imperiosi ad "uscire dal silenzio" non ci riguardano. Come non riguardano tutte le persone amiche della nonviolenza che ogni giorno proseguono la lotta contro tutte le uccisioni, per un'umanita' di persone libere e responsabili, eguali in diritti e solidarieta'. Dal silenzio devono uscire coloro che da anni sulla guerra (in primo luogo sulla guerra terrorista e stragista cui anche l'Italia sta partecipando in Afghanistan, in primo luogo sulla guerra razzista del governo italiano e dei suoi squadristi ai migranti e ai nomadi) tacciono. E tacciono perche' ne sono consapevoli complici. E talora costoro sono gli stessi che con toni rozzi e imperiosi poi lanciano quegli appelli di cui dicevamo all'inizio. Appelli sovente ambigui, appelli sovente ipocriti (ma ha scritto una volta La Rochefoucauld che l'ipocrisia e' l'omaggio che il vizio rende alla virtu').

*

Si svolgono oggi due manifestazioni per la cessazione della guerra e dei massacri a Gaza. A chi scrive queste righe nessuna delle due piattaforme su cui queste manifestazioni sono state convocate appare convincente: troppe reticenze, troppe ambiguita', alcune omissioni peggio che inquietanti; e quanto alla parte propositiva in verita' non si distinguono granche' da quello che dicono finanche i ministri del governo golpista berlusconiano.

E tuttavia e' bene che si possa manifestare anche da parte di tante persone di volonta' buona in forma pubblica, democratica, visibile, comprensibile, pacifica e sincera, l'opposizione almeno a quella guerra, almeno a quelle stragi. Che si manifesti per la pace con mezzi di pace, dalla parte di tutte le vittime e contro tutti i carnefici.

*

Ma qualcosa va aggiunto, ed a nostro modestissimo avviso almeno questo:

1. Non ci sono vittime di serie A e vittime di serie B. Ogni vittima ha il volto di Abele.

2. Cosi' come non si puo' essere complici dei crimini di guerra e contro l'umanita' del governo di Israele che opprime e massacra il popolo palestinese, non si puo' essere complici dei crimini di Hamas, inferiori a quelli del governo di Israele solo perche' i mezzi distruttivi di cui dispone sono inferiori, e che non nasconde che se ne avesse la forza vorrebbe realizzare una "soluzione finale" nazista.

3. A tutte le guerre e a tutte le uccisioni occorre opporsi. A tutte le persone certo riconoscendo il diritto alla legittima difesa. E sapendo che non esiste piu' "guerra giusta" (se mai in passato ne sono esistite), e che mai un omicidio e' ammissibile, mai.

4. Non basta opporsi alla guerra guerreggiata: occorre opporsi anche alle logiche, agli strumenti, agli apparati, alle ideologie e alle pratiche di oppressione e denegazione di umanita' che essa guerra preparano, consentono, eseguono e proseguono.

5. Se si e' solidali con i popoli oppressi, si deve essere solidali con tutti i popoli.

6. Se si rivendicano i diritti umani, essi devono essere rivendicati per tutti gli esseri umani.

7. Se si parla dall'Europa, affinche' la propria parola possa essere ascoltata dai popoli e dalle persone oggi viventi nella Palestina storica, occorre innanzitutto ricordare le responsabilita' europee per la bimillenaria persecuzione antiebraica culminata nella Shoah, le responsabilita' europee per l'imperialismo e il colonialismo, le responsabilita' europee per il razzismo che ancora perdura. Se non si lotta qui contro il razzismo e la guerra, come si puo' pensare che la propria voce possa essere ascoltata la'?

8. Stato di Palestina libero e democratico subito. Stato di Israele sicuro e democratico subito. Pienezza di diritti per tutte le donne e tutti gli uomini.

9. Solo la nonviolenza contrasta la guerra in modo coerente, pieno, adeguato. Solo la nonviolenza ha a cuore la salvezza di tutte le vite.

10. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. CESSATE IL FUOCO

 

Mentre scriviamo giunge l'annuncio del governo israeliano di un "cessate il fuoco" unilaterale. E' un primo necessario passo. Cessino le uccisioni, si soccorrano i superstiti, si avvii un percorso di pace, di ricostruzione, di riconoscimento della dignita' e dei diritti di tutte e tutti, che porti al piu' presto alla nascita dello stato di Palestina, sovrano e democratico, al fianco dello stato di Israele, sicuro e democratico; un percorso di pace fondato sul rispetto di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, una vita sicura, degna, solidale.

La nonviolenza e' la via.

 

12. NATURALMENTE

 

Ogni volta che occorre raccogliere le forze per contrastare il male, ogni volta che occorre riaffermare la dignita' umana, ogni volta che occorre lottare contro la violenza, naturalmente il pensiero va a Primo Levi, il miglior maestro.

Cosi' riproponiamo ancora una volta questa minima silloge da alcuni suoi scritti, con l'invito - ancora una volta - a leggerne tutte le opere.

 

13. L'ORA DELLA NONVIOLENZA

 

Occorre valorizzare il "cessate il fuoco" a Gaza per promuovere subito un'azione politica per la pace, la giustizia, la convivenza.

Ed occorre valorizzare l'insediamento di Obama alla presidenza deli Stati Uniti d'America per promuovere subito un'azione politica globale per il disarmo e il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

Nel conflitto israelo-palestinese ed in quello arabo-israeliano occorre subito la cessazione delle azioni belliche e terroristiche di ogni genere e la cessazione di tutte le propagande razziste e genocidarie; oltre a soccorrere tutte le vittime e ricostruire le strutture civili che sono state distrutte, occorre subito la proclamazione ed il riconoscimento internazionale dello stato di Palestina pienamente sovrano, libero e democratico, al fianco di uno stato di Israele finalmente non piu' minacciato di distruzione e sterminio; occorre subito un forte impegno economico internazionale a sostegno dei due popoli e dei due stati.

*

Come movimenti democratici oltre alla pressione sulle istituzioni - dal livello locale fino a quello sovranazionale - occorrono azioni costruttive in quattro ambiti.

1. Sostenere in Israele il campo della pace.

La popolazione di Israele (che non e' affatto la stessa cosa del suo governo stragista, come il popolo palestinese non e' affatto la stessa cosa dell'organizzazione fascista Hamas, come il popolo italiano non e' la stessa cosa del governo Berlusconi razzista ed eversivo) ha bisogno di solidarieta' concreta, di relazioni di fiducia e di cooperazione, di liberazione dalle minacce genocidarie.

Occorre sostenere le forze di pace in Israele.

2. Sostenere il campo democratico palestinese.

Il popolo palestinese ha bisogno della fine immediata dell'occupazione, di un proprio stato sovrano e democratico, di solidarieta' concreta, di relazioni di fiducia e di cooperazione.

Occorre sostenere le forze democratiche palestinesi.

3. Contrastare qui in Europa e in Italia il razzismo e la penetrazione di ideologie, retoriche e pratiche neonaziste nelle istituzioni e nella societa' civile.

E questo impegno, qui e adesso, ha un primo banco di prova nell'opposizione alle pratiche di persecuzione razzista di nomadi e migranti.

4. Riprendere l'impegno per la pace, il disarmo, il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, la nonviolenza.

E questo impegno, qui e adesso, ha un primo banco di prova nell'opposizione alla guerra afgana, una guerra terrorista e stragista cui l'Italia sta partecipando in flagrante violazione del dirito internazionale e della legalita' costituzionale.

*

E' l'ora della nonviolenza.

La nonviolenza e' l'unica proposta politica adeguata ai compiti attuali dell'umanita'.

 

14. MILLE CADAVERI E DI MOSCHE UN PUGNO

 

Un sangue nero fumigante scola

un volto nero e' come legno attorto

non esce dalla gola una parola

il vivo e' arrovesciato e fatto morto.

 

Qui mira la scintilla e qui la mola,

come dal cielo piovve giu' sull'orto

di bronzo e fiamma l'orrida carola,

qual bastimento giunse infine in porto.

 

Dall'alto della rocca catafratto

chi tesse questa trama si protende

a contemplar che resta di tal bugno

 

e calcolare il prezzo del misfatto

e compitar quali frutto' prebende:

mille cadaveri e di mosche un pugno.

 

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

16. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1092 del 13 novembre 2012

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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