Telegrammi. 1048



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1048 del 18 settembre 2012

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Lettera aperta al Ministro dell'Ambiente: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

2. Proposta di mozione per gli enti locali: "Non un giorno di piu'". Una mozione per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

3. Tre cose da fare per promuovere la campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'"

4. La "Carta" del Movimento Nonviolento

5. Per saperne di piu'

 

1. DOCUMENTAZIONE. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'AMBIENTE: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

 

Signor Ministro dell'Ambiente,

e' a lei ben noto che difendere l'ambiente richiede un approccio globale, consapevole dell'interdipendenza degli ecosistemi, dell'unita' della biosfera, del profondo impatto delle attivita' antropiche sull'habitat naturale, unica casa comune dell'umanita' intera.

Ebbene, la guerra e' sempre insieme distruzione di vite umane e devastazione ambientale.

La guerra e' sempre il piu' grande dei crimini contro l'umanita' e contro la biosfera.

Primo compito di un ordinamento giuridico democratico, di uno stato di diritto, e' difendere la vita e promuovere il benessere dell'umanita' e tutelare la casa comune di essa.

Primo compito di ogni civile ordinamento e' quindi impedire la guerra; impedire le uccisioni; impedire la devastazione della biosfera.

*

Lo stato italiano da oltre un decennio sta follemente e criminalmente partecipando alla guerra afgana.

Una guerra terrorista e stragista, una guerra onnidistruttiva. Una guerra che occorre far cessare al piu' presto.

E la prima azione da compiere per farla cessare e' cessare di parteciparvi.

Cessi quindi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana; e s'impegni finalmente l'Italia per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

Signor Ministro dell'Ambiente,

anche sulla base del suo specifico incarico e quindi delle sue specifiche competenze si impegni - d'intesa con gli altri suoi colleghi ministri - per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana: lo faccia per fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana - cui ha prestato giuramento all'atto di assumere il suo incarico - che all'articolo 11 esplicitamente proibisce al nostro paese di prender parte a una guerra come quella in corso in Afghanistan; lo faccia per salvare le vite umane che la guerra scelleratamente distrugge; lo faccia per difendere la biosfera che la guerra scelleratamente devasta; lo faccia per rispetto dell'umanita'.

*

Signor Ministro dell'Ambiente,

si adoperi affinche' l'orrore e l'infamia della partecipazione italiana alla guerra onnidistruttiva non continui un sol giorno di piu'.

Cessi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la pace salva le vite.

*

Distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 17 settembre 2012

 

2. MATERIALI. PROPOSTA DI MOZIONE PER GLI ENTI LOCALI: "NON UN GIORNO DI PIU'". UNA MOZIONE PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Al Sindaco di ...

Al Presidente del Consiglio Comunale di ...

Al Presidente della Provincia di ...

Al Presidente del Consiglio Provinciale di ...

Al Presidente della Regione di ...

Al Presidente del Consiglio Regionale di ...

Oggetto: Mozione "Non un giorno di piu'", per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale di ...

premesso che dopo oltre dieci anni la guerra afgana e' piu' virulenta che mai, e lungi dall'avviarsi a rapida conclusione essa continua a mietere innumerevoli vittime, a provocare devastazioni ed imbarbarimento sempre crescenti e ad estendersi oltre i confini di quel paese destabilizzando gravemente una vasta area territoriale e le stesse relazioni internazionali;

considerato che la foglia di fico di certe ipocrite finzioni verbali come "operazione di polizia internazionale" o "missione di pace" e' ormai definitivamente caduta e che nessuno puo' piu' ingannarsi sulla realta' della situazione sul terreno: si tratta di guerra, nient'altro che guerra, una guerra terrorista e stragista;

considerato che la Costituzione della Repubblica Italiana proibisce esplicitamente allo stato italiano di prendere parte a una guerra come quella in corso in Afghanistan;

dichiara la propria convinzione che sia diritto e dovere di ogni cittadino e di ogni istituzione democratica di impegnarsi per i seguenti fini: cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Richiede pertanto al Governo ed al Parlamento di tornare nell'alveo della legalita' costituzionale e quindi di legiferare la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra;

richiede altresi' al Governo ed al Parlamento di impegnarsi fattivamente per la pace, impegno possibile e credibile a condizione di cominciare dando il buon esempio: cessando di partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste; e quindi promuovendo pace, disarmo e smilitarizzazione; recando aiuti umanitari in modalita' inequivocabilmente nonviolente ed operando per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il testo di questa mozione verra' inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati; e verra' altresi' reso pubblico attraverso affissione all'albo pretorio dell'ente, pubblicazione sul proprio sito internet e sui propri altri strumenti di comunicazione, affissione di manifesti ed invio ai mezzi d'informazione.

*

Bozza di mozione predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 3 settembre 2012

 

3. REPETITA IUVANT. TRE COSE DA FARE PER PROMUOVERE LA CAMPAGNA NONVIOLENTA "NON UN GIORNO DI PIU'"

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Proponiamo a tutte le persone, i gruppi e le esperienze collettive interessati a promuovere una campagna nonviolenta per l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan, di intraprendere le seguenti iniziative:

1. iniziative locali (dal comunicato ai mezzi d'informazione agli incontri pubblici di informazione e sensibilizzazione);

2. richiedere ad altri soggetti sia individuali (in particolare personalita' autorevoli) che associativi che istituzionali - e soprattutto agli enti locali - di prendere posizione per la cessazione della partecipazione alla guerra;

3. scrivere in tal senso al Governo, al Parlamento ed al Presidente della Repubblica.

*

Proponiamo che il programma fondamentale che unifichi tutte le iniziative della campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana sia: "Cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".

*

Proponiamo che il ragionamento alla base dell'iniziativa sia quello dell'appello del 30 agosto che di seguito riportiamo:

Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan.

Ed a tal fine la prima e decisiva azione che come cittadini italiani possiamo e dobbiamo svolgere consiste nell'ottenere che l'Italia cessi di partecipare alla guerra.

Perche' l'Italia a quella guerra non avrebbe mai e poi mai dovuto prendere parte, proibendoglielo esplicitamente il dettato della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana.

Occorre quindi costringere governo e parlamento italiani a tornare nella sfera della legalita', a desistere dal crimine: occorre costringere lo Stato italiano a cessare di prendere parte alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.

Oltre un decennio di eccidi e barbarie dovrebbe aver aperto gli occhi a chiunque; e del resto ogni persona ragionevole sente e sa che la guerra e' nemica dell'umanita', che solo la pace salva le vite.

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan, cominciando con la cessazione della partecipazione italiana.

Dobbiamo far crescere dal basso una vera e propria insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro le uccisioni, per la legalita' costituzionale e per il primario diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.

Dobbiamo imporre al potere esecutivo e al potere legislativo del nostro paese l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra.

E dobbiamo farlo con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della dignita' e della solidarieta' umana, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza; dobbiamo farlo con una campagna nonviolenta di massa che faccia rinascere in Italia un movimento per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Una campagna nonviolenta per salvare le vite umane: che nasca dal basso in ogni citta' e in ogni paese, e che abbia questa semplice e chiara finalita': "cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".

*

Proponiamo di non costituire coordinamenti nazionali, portavoce et similia, ma che ogni persona ed ogni gruppo ed ogni esperienza collettiva si impegni sulla base delle proprie convinzioni senza deleghe di rappresentanza e senza burocratismi, favorendo la piu' ampia partecipazione nel rispetto delle differenti opinioni e collocazioni di ciascuno, mantenendo quindi le caratteristiche fondamentali della campagna nonviolenta: iniziativa dal basso, partecipazione su base locale, pluralita' ed apertura.

Chiediamo soltanto che quanti si vogliono impegnare in questa iniziativa utilizzandone la denominazione proposta ("Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana") si attengano rigorosamente al metodo nonviolento cosi' come definito da Aldo Capitini: "metodo nonviolento: che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica".

 

4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

5. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1048 del 18 settembre 2012

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