Coi piedi per terra. 690



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 690 del 17 settembre 2012

 

In questo numero:

1. Tre cose da fare per promuovere la campagna nonviolenta "Non un giorno di piu'"

2. Lettera aperta al Ministro degli Affari Esteri: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

3. Lettera aperta al Ministro della Difesa: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

4. Lettera aperta al Ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

5. Lettera aperta al Ministro dell'Economia e delle Finanze: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

6. Lettera aperta al Ministro della Salute: "Non un giorno di piu'". Appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

7. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

 

1. REPETITA IUVANT. TRE COSE DA FARE PER PROMUOVERE LA CAMPAGNA NONVIOLENTA "NON UN GIORNO DI PIU'"

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Proponiamo a tutte le persone, i gruppi e le esperienze collettive interessati a promuovere una campagna nonviolenta per l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan, di intraprendere le seguenti iniziative:

1. iniziative locali (dal comunicato ai mezzi d'informazione agli incontri pubblici di informazione e sensibilizzazione);

2. richiedere ad altri soggetti sia individuali (in particolare personalita' autorevoli) che associativi che istituzionali - e soprattutto agli enti locali - di prendere posizione per la cessazione della partecipazione alla guerra;

3. scrivere in tal senso al Governo, al Parlamento ed al Presidente della Repubblica.

*

Proponiamo che il programma fondamentale che unifichi tutte le iniziative della campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana sia: "Cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".

*

Proponiamo che il ragionamento alla base dell'iniziativa sia quello dell'appello del 30 agosto che di seguito riportiamo:

Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan.

Ed a tal fine la prima e decisiva azione che come cittadini italiani possiamo e dobbiamo svolgere consiste nell'ottenere che l'Italia cessi di partecipare alla guerra.

Perche' l'Italia a quella guerra non avrebbe mai e poi mai dovuto prendere parte, proibendoglielo esplicitamente il dettato della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana.

Occorre quindi costringere governo e parlamento italiani a tornare nella sfera della legalita', a desistere dal crimine: occorre costringere lo Stato italiano a cessare di prendere parte alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.

Oltre un decennio di eccidi e barbarie dovrebbe aver aperto gli occhi a chiunque; e del resto ogni persona ragionevole sente e sa che la guerra e' nemica dell'umanita', che solo la pace salva le vite.

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan, cominciando con la cessazione della partecipazione italiana.

Dobbiamo far crescere dal basso una vera e propria insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro le uccisioni, per la legalita' costituzionale e per il primario diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.

Dobbiamo imporre al potere esecutivo e al potere legislativo del nostro paese l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra.

E dobbiamo farlo con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della dignita' e della solidarieta' umana, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza; dobbiamo farlo con una campagna nonviolenta di massa che faccia rinascere in Italia un movimento per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Una campagna nonviolenta per salvare le vite umane: che nasca dal basso in ogni citta' e in ogni paese, e che abbia questa semplice e chiara finalita': "cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".

*

Proponiamo di non costituire coordinamenti nazionali, portavoce et similia, ma che ogni persona ed ogni gruppo ed ogni esperienza collettiva si impegni sulla base delle proprie convinzioni senza deleghe di rappresentanza e senza burocratismi, favorendo la piu' ampia partecipazione nel rispetto delle differenti opinioni e collocazioni di ciascuno, mantenendo quindi le caratteristiche fondamentali della campagna nonviolenta: iniziativa dal basso, partecipazione su base locale, pluralita' ed apertura.

Chiediamo soltanto che quanti si vogliono impegnare in questa iniziativa utilizzandone la denominazione proposta ("Non un giorno di piu'. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana") si attengano rigorosamente al metodo nonviolento cosi' come definito da Aldo Capitini: "metodo nonviolento: che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica".

 

2. MATERIALI. LETTERA APERTA AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Signor Ministro degli Affari Esteri,

ricorre oggi l'anniversario del massacro dell'11 settembre 2001. Ed a quel massacro un altro se ne e' aggiunto: la guerra afgana che tuttora perdura.

Se le vittime del terrorismo, di tutti gli atti di terrorismo, se le vittime della guerra, di tutte le guerre, potessero levare la loro voce, tonante quella voce direbbe: mai piu' massacri, mai piu' terrorismo, mai piu' guerre, mai piu' degli esseri umani uccidano degli esseri umani.

Quella voce chiederebbe pace, giustizia, solidarieta'.

Quella voce chiederebbe disarmo e smilitarizzazione.

Quella voce chiederebbe civile convivenza e reciproco aiuto.

Quella voce chiederebbe l'impegno comune dell'umanita' intera in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, e quindi dell'intera civilta' umana e quindi della biosfera casa comune dell'umanita' tutta.

*

Oltre un decennio di guerra in Afghanistan ha prodotto solo nuove stragi, nuove devastazioni, nuova barbarie, nuovo orrore. E un contagio crescente che desensibilizza le persone al dolore altrui, che narcotizza e deresponsabilizza l'umanita' dinanzi alla violenza che tutto devasta e tutto inabissa; un contagio che tutto il mondo infetta, che l'intera umanita' minaccia di irreversibile distruzione.

Occorre far cessare quella guerra.

Occorre che qualcuno cominci a costruire la pace che sola salva le vite.

*

Abbiamo gia' scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, abbiamo gia' scritto al Presidente della Repubblica, per chiedere che l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana, e cosi' inizi ad impegnarsi concretamente, coerentemente, autenticamente, per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Questo medesimo appello - fin qui inascoltato - rivolgiamo oggi a lei, signor Ministro degli Affari Esteri.

Prenda atto della realta': la guerra non risolve alcun problema internazionale, solo provoca la morte di innumerevoli esseri umani e nuove guerre e nuove stragi prepara.

Riconosca la verita': la partecipazione italiana alla guerra afgana e' stata fin dall'inizio un atto non solo insensato ed immorale, ma anche flagrantemente illegale, sciaguratamente criminale: poiche' viola l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Ammetta e dichiari l'errore - tragico, mostruoso errore - dall'Italia commesso partecipando alla guerra; e si adoperi per il ritorno alla legalita', alla civilta' giuridica, al dovere morale, al rispetto dell'umanita': si adoperi affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.

*

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Solo la pace salva le vite.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo cessando di uccidere comincia la civilta'.

La partecipazione italiana alla guerra afgana non continui un giorno di piu'.

*

Distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 11 settembre 2012

 

3. MATERIALI. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA DIFESA: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Signor Ministro della Difesa,

cosa ha a che vedere con la nozione di "difesa" la guerra che anche l'Italia conduce da oltre dieci anni in Afghanistan?

Le stragi li' commesse come possono "difendere" il nostro paese?

Non e' vero piuttosto il contrario? Cioe' che quella e' una guerra effettualmente imperialista e razzista, colonialista e mafiosa, terrorista e totalitaria, cui l'Italia assurdamente partecipa del tutto illegalmente, del tutto criminalmente, in flagrante violazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione; una guerra contro un intero popolo, una guerra che fomenta e favoreggia l'odio e il terrorismo su scala planetaria: come negare onestamente che di questo si tratti?

E di questo trattandosi, non e' allora vero anche che quella guerra mette in pericolo il nostro paese, e rende anche la nostra popolazione bersaglio di prevedibili azioni ritorsive?

Ed infine: come non vedere che ogni guerra e' guerra contro l'umanita', poiche' tutti gli esseri umani parimenti fanno parte dell'unica umana famiglia e quindi ogni uccisione replica il gesto di Caino contro Abele?

E nell'epoca tremenda inaugurata dalle due guerre mondiali, da Auschwitz e da Hiroshima, dai gulag e dai lager, dai genocidi e dall'atomica, dai totalitarismi onnicidi, non e' forse compito improcrastinabile dell'umanita' bandire la guerra, prima che la guerra annienti la civilta' umana?

*

Signor Ministro della Difesa,

da alcuni giorni abbiamo promosso un appello al Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo, affinche' si deliberi la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; ed attraverso questo preliminare e sostanziale atto di civilta' si possa avviare finalmente, credibilmente, adeguatamente un impegno concreto e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; un impegno autenticamente umanitario che per essere tale deve essere rigorosamente non armato e nonviolento.

Quell'appello rivolgiamo ora direttamente anche a lei.

*

Signor Ministro della Difesa,

Cessi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana.

E si impegni quindi l'Italia contro la guerra, contro le uccisioni, contro le persecuzioni: per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, dei territori e delle societa'; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Non si attenda un solo giorno di piu'. Solo la pace salva le vite.

*

Distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 12 settembre 2012

 

4. MATERIALI. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E DELL'INTEGRAZIONE: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Signor Ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione,

la cooperazione internazionale e l'integrazione sono possibili solo in una relazione di fiducia e di solidarieta', ma quando lo stato italiano illegalmente partecipa alla guerra afgana e con misure palesemente razziste aggredisce e imprigiona e deporta innocenti migranti, ebbene tale duplice criminale condotta quella relazione di fiducia e di solidarieta' denega, e denega il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni umana persona, e viola i fondamenti stessi di un ordinamento giuridico democratico, di uno stato di diritto che a suo tempo ha votato e fatto propria la Dichiarazione universale dei diritti umani.

*

Da anni chiediamo che l'Italia torni al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana e cessi quindi di partecipare alla scellerata guerra afgana: rinnoviamo anche a lei tale richiesta.

Da anni chiediamo l'abolizione delle misure razziste che da oltre un decennio governi golpisti hanno imposto nel nostro paese: rinnoviamo anche a lei tale richiesta.

*

In particolare da alcune settimane abbiamo promosso un appello al Presidente della Repubblica, al Governo, al Parlamento, formulando una richiesta semplice e chiara: che l'Italia cessi immediatamente di partecipare alla guerra afgana, e cosi' inizi ad impegnarsi concretamente, coerentemente, autenticamente, per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Questa richiesta, finora inascoltata, rivolgiamo ora specificamente anche a lei, in considerazione del suo specifico incarico nel governo ed altresi' della sua storia personale di impegno nella solidarieta'.

Si adoperi affinche' essa sia accolta, si adoperi affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la pace salva le vite.

*

Voglia gradire distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 13 settembre 2012

 

5. MATERIALI. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Signor Ministro dell'Economia e delle Finanze,

la partecipazione italiana alla guerra afgana oltre a costituire una flagrante violazione golpista dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, oltre a costituire una flagrante violazione del diritto internazionale, oltre a costituire un crimine contro l'umanita', e' anche un colossale sperpero di risorse pubbliche.

Un colossale sperpero di risorse pubbliche, di denaro dei cittadini italiani che invece di essere utilizzato per il benessere della nostra popolazione e' criminalmente usato a fini di male, di omicidio e distruzione, e' criminalmente usato per massacrare la popolazione afgana.

Quale indicibile orrore. E quale scellerata idiozia.

*

Un colossale sperpero di risorse pubbliche. Un crimine contro l'umanita'.

Abbiamo gia' chiesto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, un impegno per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Questo impegno ora chiediamo direttamente anche a lei.

*

Forse piu' dei suoi colleghi ministri lei, per l'incarico di cui e' investito, e' in condizione di valutare come i denari pubblici criminalmente sperperati nella guerra afgana potrebbero e dovrebbero piuttosto essere utilizzati per il benessere della popolazione italiana. Qualunque persona ragionevole lo capisce, ma da dieci anni i governi e il parlamento sembrano non volerlo riconoscere. Eppure e' cosi' semplice e cosi' evidente.

Lo spieghi ai suoi colleghi. Si impegni per salvare le vite umane che giorno dopo giorno la guerra afgana divora. Si impegni per il bene ad un tempo della popolazione afgana e di quella italiana, si impegni per il bene ad un tempo del nostro paese e dell'intera umanita'. Si impegni affinche' l'Italia receda da una guerra criminale e torni al rispetto della sua legge fondamentale.

Si adoperi senza ulteriori indugi per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Non attenda un giorno di piu' per fare una cosa buona e giusta, doverosa e necessaria.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Cessi immediata la partecipazione italiana alla guerra afgana.

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Distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 14 settembre 2012

 

6. MATERIALI. LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA SALUTE: "NON UN GIORNO DI PIU'". APPELLO PER LA CESSAZIONE IMMEDIATA DELLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Signor Ministro della Salute,

quante risorse finanziarie sono sottratte alla sanita' pubblica in Italia perche' sono criminalmente gettate nella fornace della guerra afgana?

Non e' mostruoso?

Lo stato italiano scelleratamente sperpera una montagna di soldi pubblici per fare la guerra in Afghanistan, ovvero per la morte della popolazione afgana (poiche' la guerra di questo consiste: dell'uccisione di esseri umani), e quelle risorse potrebbero e dovrebbero invece essere utilizzate per la vita della popolazione italiana.

Non e' abominevole?

Le chiediamo allora, signor ministro, di cessare di essere complice di questo crimine e di battersi nel consiglio dei ministri, affinche' cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra afgana; ed attraverso questo preliminare e sostanziale atto di civilta' si possa avviare finalmente, credibilmente, adeguatamente un impegno concreto e coerente del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione; per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; un impegno autenticamente umanitario che per essere tale deve essere rigorosamente non armato e nonviolento.

*

Solo la pace salva le vite.

E le ingentissime risorse pubbliche italiane risparmiate recedendo dalla guerra siano utilizzate come e' giusto per la vita e il benessere delle persone.

*

Distinti saluti,

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 15 settembre 2012

 

7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

 

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org

 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

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Numero 690 del 17 settembre 2012

 

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