Telegrammi. 727



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 727 del 2 novembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E,
01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it



Sommario di questo numero:

1. Il diritto e il dovere di ogni essere umano di opporsi alla guerra
e alla violenza

2. Un appello del Movimento Nonviolento, dell'Associazione per la
pace, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per
il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Il primo novembre si e' svolto a Viterbo un incontro di
testimonianza contro la guerra

4. Michele Boato: "Cimiteri della gioventu'"

5. Pilar Castel: Addio alle armi, con le parole di Ungaretti

6. Alfonso Liguori: Sulla guerra

7. Giuseppe Lumia: La pace e' un valore universale

8. Alessandro Marescotti: Ripudiare la guerra e la sua dannosa retorica

9. Carla Mariani: Non per amor di patria, ma per amor di umanita'

10. Pierluigi Vito: "La voce del sangue di tuo fratello"

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'



1. EDITORIALE. IL DIRITTO E IL DOVERE DI OGNI ESSERE UMANO DI OPPORSI
ALLA GUERRA E ALLA VIOLENZA



Solo le persone amiche della nonviolenza degnamente ricordano e
onorano le vittime delle guerre, non i poteri assassini che quelle
vittime uccisero.

E le persone amiche della nonviolenza ricordano e onorano le vittime
delle guerre con l'impegno nonviolento contro la guerra, contro gli
eserciti, contro le armi; con l'impegno nonviolento contro tutte le
uccisioni e le persecuzioni; con l'impegno nonviolento in difesa della
vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Per questo il 4 novembre e' giusto e necessario organizzare iniziative
nonviolente di commemorazione delle vittime, e non partecipare in
alcun modo alle manifestazioni dei poteri assassini.

E' assolutamente necessario non partecipare in alcun modo alle
manifestazioni dei poteri assassini che celebrano se stessi e di nuovo
offendono le loro vittime.

E' assolutamente necessario promuovere commemorazioni nonviolente in
cui con il semplice silenzioso ricordo ed omaggio alle vittime si
afferma il diritto e il dovere di ogni essere umano di opporsi alla
guerra e alla violenza.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.



2. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DELL'ASSOCIAZIONE
PER LA PACE, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI
VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]



Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni
vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia
commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre,
commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre
e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage"
della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri
assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui
nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri
umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non
ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile
devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad
equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo
ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti
o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime
della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere
le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente
distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri
che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne:
depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle
vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso
silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e
proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente
perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle
vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire
e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo
impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi.
Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria
delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il
diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di
ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le
vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri
umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere
questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax:
0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Associazione per la pace

per contatti: tel. (+39) 348392146, e-mail: luisamorgantini at gmail.com,
sito: www.assopace.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



3. INCONTRI. IL PRIMO NOVEMBRE SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO DI
TESTIMONIANZA CONTRO LA GUERRA



Il primo novembre 2011 si e' svolto a Viterbo per iniziativa del
"Centro di ricerca per la pace" un incontro di testimonianza contro la
guerra.

Sono state ascoltate le testimonianze di persone che hanno vissuto il
secondo conflitto mondiale e che hanno rievocato altresi' la memoria
della prima guerra mondiale cosi' come era tramandata nella loro
famiglia dalle persone della generazione precedente.

L'incontro faceva parte della settimana di iniziative al cui centro vi
sara' la commemorazione nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di
Abele" che si svolgera' il 4 novembre.

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ringrazia le persone
anziane che sono state generosamente disponibili a narrare ad
ascoltatori piu' giovani le memorie proprie e dei loro defunti
genitori relative alle dolorose vicende belliche del Novecento.

Dalle testimonianze degli anziani, dalla loro luminosa saggezza e
profonda pieta', ancora piu' forte si leva l'imperativo morale e
civile: mai piu' la guerra.



4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. MICHELE BOATO: "CIMITERI DELLA GIOVENTU'"

[Ringraziamo Michele Boato (per contatti: micheleboato at tin.it) per
questo intervento.

Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro
la nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e'
impegnato da sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti.
Animatore di numerose esperienze didattiche e di impegno civile,
direttore della storica rivista "Smog e dintorni", impegnato
nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander Langer", animatore del
bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera e Aqua". Ha
promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel 1987
(e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare
importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne
nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre,
contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella
campagna "Meno rifiuti". E' stato anche presidente della
FederConsumatori. Gia' apprezzato assessore regionale del Veneto. Con
Mao Valpiana e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi
politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici
della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2
marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per
l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' una delle figure piu'
significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che ha saputo
unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante
atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e
valorizzandone dignita' e sensibilita'. Tra le opere di Michele Boato:
ha curato diverse pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di
lavoro; cfr. ad esempio: Conserva la carta, puoi salvare un albero
(con Mario Breda); Ecologia a scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo
Fodde); Adriatico, una catastrofe annunciata; tutti nei "libri verdi",
Mestre; nella collana "tam tam libri" ha curato: Invece della tv
rinverdire la scuola (con Marco Scacchetti); Erre magica: riparare
riusare riciclare (con Angelo Favalli); In laguna (con Marina
Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con Giovanna Ricoveri).
Un'ampia intervista a Michele Boato curata da Diana Napoli e' apparsa
nei nn. 157-158 di "Voci e volti della nonviolenza", un'altra a cura
di Paolo Arena e Marco Graziotti e' apparsa nei "Telegrammi della
nonviolenza in cammino" n. 299]



La retorica del "milite ignoto" non riesce a farci dimenticare che il
fiume Piave, il monte Grappa, la citta' di Gorizia non sono stati
luoghi di gloria, ma, come risuona ancora nelle canzoni di quella
guerra, luoghi maledetti, "cimiteri della gioventu'".

L'inutile strage, ben spiegata nella Lettera ai cappellani militari di
don Milani, resta sulla coscienza di ufficiali assassini, come il
generale Cadorna (il cui nome incredibilmente sta ancora ad indicare
le strade di moltissime citta'), monarchi e politici conniventi (dai
Savoia ai Mussolini, fino ai liberali e socialisti interventisti),
industriali e agrari sempre a caccia di nuovi affari con le commesse
dell'esercito e intellettuali folli alla Marinetti. Ai morti il nostro
commosso ricordo, agli speculatori la condanna e il disprezzo della
storia.



5. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PILAR CASTEL: ADDIO ALLE ARMI,
CON LE PAROLE DI UNGARETTI

[Ringraziamo Pilar Castel (per contatti: pilarcastel at hotmail.it) per
questo intervento.

Pilar Castel e' autrice, attrice, artista multimediale, formatrice e
docente, da sempre impegnata per la pace e i diritti umani di tutti
gli esseri umani]



Giovedi' 3 novembre: Addio alle armi! Mettiamo alla finestra o sul
balcone la bandiera della pace e una bandiera bianca con su scritto
"Basta guerre!".

*

Laboratorio permanente di pace, creato da Pilar Castel, a Trevignano Romano.

Letture poesia arte incontri seminari teatro musica danza video
artigianato eventi feste per la ricerca e l'affermazione della cultura
della nonviolenza.

Ogni giovedi' dalle ore 20 presso la Sala Fontana (lungolago cinema Palma).

*

Giuseppe Ungaretti: Veglia

Cima Quattro il 23 dicembre 1915



Un'intera nottata

buttato vicino

a un compagno

massacrato

con la sua bocca

digrignata

volta al plenilunio

con la congestione

delle sue mani

penetrata

nel mio silenzio

ho scritto

lettere piene d'amore



Non sono mai stato

tanto

attaccato alla vita



6. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ALFONSO LIGUORI: SULLA GUERRA

[Ringraziamo Alfonso Liguori (per contatti: alfonso.liguori at alice.it)
per questo intervento.

Su Alfonso Liguori dal sito "Jura gentium" riprendiamo la seguente
scheda: "Alfonso Liguori (Mercato San Severino, 1973) si e' laureato
in Giurisprudenza presso l'Universita' degli Studi di Salerno (2001).
Si perfeziona, presso l'ateneo salernitano, in "Diritto e management
della new economy" (2002). Consegue il titolo di dottore di ricerca in
"Etica e filosofia politico-giuridica", con una tesi sul filosofo
Juergen Habermas (Universita' di Salerno, 2006). Esercita, dal 2007,
la professione di avvocato. E' autore di vari articoli di filosofia
politica e del diritto, recensioni e saggi. Tra le sue pubblicazioni,
sul 'Bollettino telematico di filosofia politica': La societa' civile
postnazionale; Realismo politico, democrazia, modernita'. Il
principato democratico di Danilo Zolo undici anni dopo; Teoria
critica, capitalismo, democrazia. Note su Habermas. Su 'Jura Gentium':
La teoria dei diritti fondamentali di Luigi Ferrajoli. Considerazioni
epistemologiche e politiche. I suoi interessi vertono su temi di
filosofia politica e del diritto"]



Nella ricorrenza della prima guerra mondiale - l'inutile strage, come
ebbe a definirla papa Benedetto XV nel 1917 - si ricordano, certo, le
virtu' di coloro che combatterono pro patria e per un'idea di liberta'
dallo "straniero"; ma dovremmo ricordare, soprattutto, la catastrofe
seguita a quella guerra ed allo stesso secondo conflitto mondiale.
Milioni di vittime, anche innocenti, ed immani distruzioni sconvolsero
l'Europa, e non solo. Ed oggi, a molta distanza temporale, dagli studi
storici sappiamo che non solo il nazionalismo e, poi, le ideologie
totalitarie spinsero i Paesi al conflitto, ma anche gli imponenti
interessi economici delle industrie belliche e del capitalismo
"espansivo".

Forse oggi, piu' di prima, emerge non solo l'inutilita' ma anche la
pericolosita' etica della guerra; nell'attuale periodo tardo-moderno
(o postmoderno) il conflitto militare perde ogni caratteristica
presuntivamente ideale ovvero, storicamente, di conquista: si spoglia
dei suoi aspetti tradizionali per assumere, violentemente, un
carattere ideologico e di legittimazione del capitalismo globale. Si
pensi alle cosiddette "guerre giuste" combattute - supremo paradosso -
nel nome dei "diritti umani" e per l'esportazione della liberta' e
della democrazia. E si pensi, altresi', alla "war on terrorism",
globale e ideologica per definizione, seguita agli attentati dell'11
settembre 2001, su cui ancora oggi stenta a definirsi la verita'.
Annoveriamo, cosi', la prima guerra del Golfo; l'intervento militare
nella ex-Jugoslavia; le guerre di Afghanistan e di Iraq motivate,
assurdamente, dalla provocazione terroristica e dalle fantomatiche
"armi di distruzione di massa" dei dittatori musulmani. Conflitti
illeciti, secondo ogni diritto internazionale e civilta' giuridica
degna di tale nome.

Le menzogne del potere rivelano, ormai, il carattere globale e
profondamente ideologico della guerra attuale; guerra solitamente
violenta e distruttrice, ma utile e funzionale al potere: al potere
neo-imperiale del capitalismo globale, agli interessi geo-economici
delle grandi potenze (soprattutto d'Occidente) e delle corporations
industriali e delle grandi banche. Nessuna virtu' nella guerra del
potere, che arruola persino mercenari e gente bisognosa di "lavoro";
ma solo espressione del carattere violento del capitale post-moderno.

A quella violenza va opposta la democrazia dei cittadini liberi, delle
moltitudini; di quelle moltitudini che oggi, seppure ancora soggette
al capitalismo predatorio, potrebbero, in prospettiva, dar luogo ad
una battaglia pacifica, ma decisa e conflittuale, per una possibile
"societa' umanistica", per la prevalenza dei migliori ideali
antropologici ed etici del genere umano.



7. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. GIUSEPPE LUMIA: LA PACE E' UN
VALORE UNIVERSALE

[Ringraziamo Giuseppe Lumia (per contatti:
ufficiostampa at giuseppelumia.it) per questo intervento.

Giuseppe Lumia, senatore, e' una delle figure di riferimento del
movimento antimafia. Dal sito www.giuseppelumia.it riprendiamo la
seguente scheda: "Giuseppe Lumia e' nato a Termini Imerese il 28
giugno 1960. Consulente di piccole e medie imprese, formatore manager
d'impresa, ha iniziato il suo impegno sociale con l'Azione Cattolica
Italiana dove ha ricoperto vari incarichi: responsabile del Movimento
Studenti della diocesi di Palermo, consigliere diocesano del settore
giovani, vice Presidente nazionale della Fuci (Federazione
Universitaria Cattolica Italiana). E' stato responsabile nazionale del
settore Cooperative sociali del Centro nazionale per lo sviluppo della
cooperazione e dell'autogestione (Cenasca nazionale), nonche'
consulente Formez per le politiche sociali del volontariato e per i
soggetti sociali non profit del Mezzogiorno. Per diversi anni ha
ricoperto l'incarico di Presidente nazionale del Movi (Movimento di
Volontariato Italiano), con il risultato di federare piu' di mille
gruppi di volontariato in Italia. E' tra i promotori del Terzo Settore
Sociale, che raccoglie in tutta Italia esponenti del volontariato,
dell'associazionismo, del lavoro e delle imprese: per coniugare
legalita' e sviluppo, contro la mafia e l'individualismo, per una
cultura di giustizia sociale, di pace, di salvaguardia dell'ambiente.
Ha promosso, inoltre, la 'Costituente della Strada' ed il Movimento
politico 'Agire solidale'. Nel 1990 partecipa da indipendente alla
fondazione del Partito Democratico della Sinistra, divenendo
componente del primo Comitato nazionale. Aderisce in seguito ai
Democratici di Sinistra, entrando a far parte della Direzione
nazionale. Il 13 aprile 2008 e' eletto Presidente dell'Assemblea
costituente del Pd siciliano. Attualmente e' senatore della
Repubblica. Membro della V Commissione permanente (Bilancio) e
componente della Commissione Parlamentare Antimafia, fa parte del
gruppo del Partito Democratico. Oltre alla lotta alla mafia, si e'
occupato in particolare della chiusura dei residui manicomiali
(relatore dell'indagine conoscitiva sulla chiusura degli ospedali
psichiatrici), della Croce Rossa (relatore dell'indagine conoscitiva
sulla Croce Rossa Italiana), della riforma dell'assistenza e del
settore delle tossicodipendenze, argomento di cui si occupa da diversi
anni (relatore della legge 45 del 9 febbraio 1999 sulle
tossicodipendenze). Numerose le iniziative intraprese e le proposte di
legge presentate come primo firmatario e cofirmatario in materia di:
promozione della piccola e media impresa nel settore dell'agricoltura,
dell'artigianato, del commercio, della pesca, dell'industria e del
turismo; assistenza dei servizi sociali a favore del singolo e del
nucleo familiare; innalzamento del limite d'eta' per l'accesso alla
Pubblica Amministrazione; interventi di prevenzione delle condizioni
di disagio e di poverta'; assistenza farmaceutica e sanita';
razionalizzazione della finanza pubblica; disposizioni per
l'attuazione del testo unico sulle tossicodipendenze; misure per il
risanamento e l'occupazione nelle aree depresse"]



Quasi un secolo fa, il 4 novembre 1918, si pose finalmente fine alla
cosiddetta Grande guerra: una follia imperialista degli Stati
nazionali, pagata da milioni di vittime e da immani distruzioni. I
decenni di pace che si sono susseguiti dalla seconda meta' del '900
fino ai giorni nostri hanno consentito all'Occidente di prosperare.

Eppure ancora oggi in molte parti del mondo si combattono guerre per
le quali continuano a morire milioni di persone e ad essere devastati
territori e citta'. Le cause sono sempre le stesse: gli interessi
economici delle grandi potenze e dei comitati di affari internazionali
proprio di quella parte del pianeta che vive nella pace e nel
benessere. Basta un pretesto, un casus belli, oppure una vera
emergenza umanitaria per giustificare l'intervento militare della
"comunita' internazionale", attenta e pronta ad agire in difesa della
democrazia guarda caso sempre nei confronti di quei Paesi ricchi di
petrolio e materie prime. Accanto a queste guerre dichiarate,
enfatizzate dai media, ci sono tanti altri conflitti dimenticati,
soprattutto in Africa, dove i Paesi industrializzati e le
multinazionali giocano ruoli sporchi e ambigui, per la posta in gioco.

In definitiva il cammino verso la pace e' ancora molto lungo e pieno
di insidie, soprattutto per gli inganni perpetrati nei confronti
dell'opinione pubbblica e le responsabilita' dell'Occidente. Ecco
perche' c'e' bisogno di un grande lavoro di controinformazione e di
educazione alla nonviolenza per promuovere una coscienza dei diritti e
delle liberta', capace di mobilitare un fronte civile per la pace.
L'anniversario della fine della prima guerra mondiale rappresenta
un'occasione per fare memoria di una tragedia che ha colpito il mondo
intero e imparare dalla storia che la pace e' un valore universale da
perseguire attraverso la giustizia e lo sviluppo in ogni angolo del
pianeta.



8. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ALESSANDRO MARESCOTTI: RIPUDIARE
LA GUERRA E LA SUA DANNOSA RETORICA

[Ringraziamo Alessandro Marescotti (per contatti:
a.marescotti at peacelink.it) per questo intervento.

Alessandro Marescotti e' nato nel 1958 e si e' laureato in Filosofia
nel 1980. Insegna Italiano e Storia nelle scuole medie superiori. Nel
1991 e' stato fra i fondatori di PeaceLink, rete telematica per la
pace, di cui e' attualmente presidente. Con Carlo Gubitosa ed Enrico
Marcandalli ha scritto "Telematica per la pace" (Apogeo, 1996). La
propria esperienza scolastica e' raccontata nel libro "Apri una
finestra sul mondo: telematica e scuola, un'esperienza di solidarieta'
con l'Africa" (Multimage, 1997). Ha inoltre scritto "Storia della pace
e dei diritti umani" (www.peacelink.it/storia/a/2707.html) e "Diario
di rete" (www.peacelink.it/peacelink/a/27503.html) entrambi
scaricabili sito di PeaceLink in formato elettronico. E' impegnato
anche sulle questioni ambientali e in particolare ha denunciato alla
magistratura l'inquinamento da diossina a Taranto]



La "festa" del 4 novembre fu una ricorrenza istituita dal fascismo per
trasformare le vittime di una spietata guerra - non voluta dalla gran
maggioranza degli italiani e che oggi non sarebbe consentita in quanto
non era difensiva - in eroi coraggiosi che si immolavano per la
Patria. Furono costruiti monumenti ai caduti e agli insegnanti fu
chiesto di celebrare le forze armate. Questa eredita' non e' stata
sufficientemente sottoposta a critica con l'avvento della Repubblica.
Ecco perche' un sano esercizio civile e' quello di riappropriarsi, ai
sensi dell'articolo 11 della Costituzione, della storia nazionale per
ripudiare la guerra e la sua dannosa retorica.

Per il 4 novembre chiunque puo' fare alcune cose semplici ed efficaci.
Ne segnalo quattro.

La prima e' semplicissima: esporre la bandiera della pace durante la
cerimonia ufficiale. E' stato gia' fatto e non e' rischioso. Basta
portarsi in tasca un foglietto con tutte le norme e dimostrare che non
si sta violando nessuna legge esponendo la bandiera arcobaleno. Le
norme si possono scaricare da PeaceLink cliccando su
www.peacelink.it/pace/a/2011.html L'importante e' esporre la bandiera
della pace in silenzio, senza recare alcun disturbo in modo da non
violare l'articolo 654 del Codice Penale: Art. 654 Grida e
manifestazioni sediziose: "Chiunque, in una riunione che non sia da
considerare privata a norma del n. 3 dell'art. 266, ovvero in un luogo
pubblico, aperto o esposto al pubblico, compie manifestazioni o emette
grida sediziose e' punito, se il fatto non costituisce un piu' grave
reato, con l'arresto fino a un anno".

La seconda cosa da fare e' quella di documentare l'azione nonviolenta.
Durante il gesto simbolico e' infatti importante essere filmati e
fotografati in modo da mettere sul web le immagini. Se si dispone di
uno smartphone le immagini possono finire in tempo reale su Facebook.

La terza cosa si scarica facilmente dal web e consiste nella
distribuzione di un volantino di informazione. Questo per diffondere
una corretta informazione storica. Chiunque puo' costruirsi un
volantino o un dossier cercandosi le informazioni ma se non si ha
tempo per confezionare un testo ve ne e' gia' uno pronto sul web, ben
impaginato e lo si trova a questo indirizzo:
www.peacelink.it/dossier/4novembre/4nov.pdf Nel volantino vi sono le
straordinarie parole di un soldato che, con linguaggio sgrammaticato
ma efficace, scrive al re esordendo cosi': "Maesta' inviamo a V.M.
questa lettera per dirvi che finite questo macello inutile. Avete ben
da dire voi, che e' glorioso il morire per la Patria. E a noi sembra
invece che siccome voi e i vostri porchi ministri che avete voluto la
guerra che in prima linea potevate andarci voi e loro. Ma invece voi e
i vostri mascalzoni ministri, restate indietro e ci mandate avanti noi
poveri diavoli...".

Infine la quarta cosa: organizzare a scuola un momento di riflessione
sulla guerra. Possibilmente all'interno di un percorso complessivo di
educazione alla pace. Ed e' quello che faro'. Su PeaceLink e'
disponibile una "Storia della pace" a questo indirizzo
www.peacelink.it/storia nella quale e' dedicato ampio spazio a quanto
e' accaduto durante la prima guerra mondiale. Per i 150 anni di Italia
unita un po' di controinformazione storica non guasta.



9. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. CARLA MARIANI: NON PER AMOR DI
PATRIA, MA PER AMOR DI UMANITA'

[Ringraziamo Carla Mariani (per contatti: carla.mariani1 at virgilio.it)
per questo intervento.

Da un'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonvioenza in
cammino" n. 312 del 13 settembre 2010 riprendiamo la seguente notizia
autobiografica: "Sono Carla Mariani, ho 58 anni, sono madre e nonna.
Sono in pensione dal lavoro retribuito. Penso di essere un'artigiana
della pace, cosi' come i miei compagni e compagne che in Colombia
stanno costruendo processi di pace e di resistenza civile nonviolenta.
Mi sento palestinese, curda, rom, sinta, zingara, indigena, ebrea,
musulmana, cristiana, omosessuale, povera, spero che tutti i popoli
che stanno lottando per la loro autodeterminazione e per
l'affermazione della vita sulla morte mi considerino loro compagna.
Sono comunista. Ho cercato di portare il mio contributo alla causa del
popolo palestinese e alla lotta di liberazione dei popoli indigeni,
contadini e afrodiscendenti della Colombia, ho cercato di  conoscere
la dimensione dei difensori dei diritti umani attraverso l'esperienza
nella Rete Italiana di Solidarieta' Colombia Vive! ed il mio lavoro
presso l'Ufficio per la pace del Comune di Narni, che ho fortemente
voluto. Faccio parte dell'Associazione per l'educazione permanente
alla giustizia e alla pace, di Narni per la Pace e della Rete italiana
di solidarieta' con le comunita' di pace e in resistenza civile
colombiane Colombia Vive! Onlus. Sono stata due volte in Palestina e
due volte in Colombia. Mi sento in cammino verso la nonviolenza. Ho
collaborato alla cura del libro Seminando vita e dignita'. La
comunita' di pace di San Jose' de Apartado': dieci anni di resistenza
nonviolenta alla guerra, pubblicato dalla casa editrice Gandhi
Edizioni di Pisa come n 13 dei "Quaderni Satyagraha", 2007(edizione
bilingue spagnolo-italiano); ho interamente curato la pubblicazione
Fischia il vento: Narni 8 settembre 1943 - 13 giugno 1944, edito dal
Comune di Narni, giugno 2008"]



Conficcati ancora dentro l'ennesima guerra di aggressione - illegale,
illegittima, vergognosa,  quella della Libia che rappresenta il nuovo
modello di colonizzazione -, ci troviamo impegnati a riflettere sul
concetto di guerra e di morte all'avvicinarsi del 4 novembre, giorno
in cui, nel 1918, si concluse la prima guerra mondiale: 650.000 morti
italiani.

Ancora oggi ci troviamo a contrastare la linea di indirizzo delle
celebrazioni ufficiali di questa  giornata che scelleratamente
continuano nel presentare la magnificenza delle Forze Armate, invece
di rendere il giusto omaggio di pietas e di amore fraterno alle
vittime. Tutto cio', nonostante la morte dei nostri cari a causa delle
guerre sia presente oggi nelle nostre vite con una ricorrenza quasi
quotidiana. Invece di opporci alla guerra siamo diventati indifferenti
alla guerra.

Probabilmente i messaggi forti e subdoli che ci arrivano dai mezzi di
comunicazione di massa ce la fanno accogliere come necessaria e
indispensabile per garantire il nostro standard di vita, facendoci
accettare un mondo rovesciato, dove impera il capitale e l'uomo e'
considerato un esubero. Dice Eduardo Galeano che oggi  quello che
avanza "sobra" sono gli uomini, e quindi il sistema non potendo
moltiplicare i pani sopprime  i commensali. Sette miliardi di persone,
troppe, troppe.

Tra le manifestazioni ufficiali organizzate dal Governo, Ministero
della Difesa in testa, mi ha colpito con grande amarezza e dolore
quella della presentazione di un libro avvenuta a Roma il 27 ottobre
2011 presso Palazzo Barberini, Sala del Trono. Il libro in  questione
si intitola Il vento negli occhi - Un libro sulle donne militari. E'
un libro fotografico sulle donne militari nato dalla collaborazione
con il periodico dello Stato Maggiore della Difesa "Informazioni della
Difesa". Non ho visto il libro, ne' letto, ne' sfogliato, so che
racconta delle donne soldato italiane impegnate in Afghanistan. Le
foto saranno oggetto di una mostra che sara' allestita al Circo
Massimo in occasione della Giornata delle Forze Armate il 4 novembre.
Noi donne utilizzate dal regime, ancora una volta, strumento leggero,
soave per ingentilire la  guerra. Quello che mi ha colpito sono le
parole del ministro della Difesa durante la presentazione del libro:
"Le donne rappresentano un'opportunita' di crescita per le Forze
Armate, anche perche' per determinati compiti sono piu' adatte degli
uomini. Purtroppo, pero', sono ancora troppo poche". Quindi una donna,
che di solito e' fonte di vita per il fatto di partorire figli e
figlie, diventa piu' adatta degli uomini per uccidere! Questi uomini
che vogliono lasciare alle donne i compiti piu' ingrati! E poi lo
stupore mi ha gelato quando ho letto nel comunicato del Ministero
della Difesa  che "nel libro appare evidente un comune denominatore:
la passione e l'amore per la Patria che... e' divenuto un sentimento
forte, preponderante e radicato".

Per favore, basta con l'Amor di Patria! Basta! La patria non e' un
valore da difendere, non si difende la patria, dobbiamo difendere
l'Umanita'. Diffido dei concetti di patria e nazione perche' troppo
imbevuti di sangue. E' l'Umanita' che ha bisogno di essere difesa in
questo preciso momento storico perche' e' essa che continuamente viene
vituperata, offesa, colpita, violata, uccisa. Dobbiamo lottare per
difendere le nostre coscienze dall'inaridimento, restiamo umani!

Non posso fare a meno a  questo punto di ricordare le provvidenziali,
divinatrici parole di Virginia Woolf: "in quanto donna non ho patria,
in quanto donna non voglio patria alcuna, in quanto donna la mia
patria e' il mondo intero". Condivido in pieno questa critica energica
alla societa' patriarcale basata sul militarismo, il dominio e lo
sterminio dell'altro, come Virginia rifiuto di sentirmi radicata in un
territorio, per non trovare un giorno giustificazione all'ennesimo
sterminio. Restiamo umani!



10. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PIERLUIGI VITO: "LA VOCE DEL
SANGUE DI TUO FRATELLO"

[Ringraziamo Pierluigi Vito (per contatti: vito at tv2000.it) per questo
intervento.

Pierluigi Vito (Viterbo, 1974), amico della nonviolenza, giornalista
televisivo, gia' obiettore di coscienza, e' impegnato nell'Azione
cattolica, ed e' persona di squisita gentilezza e straordinaria
generosita'. Giornalista professionista, e' redattore dell'area
cultura di TV2000 (ex Sat2000) impegnato in particolare nelle
trasmissioni "La compagnia del libro" e "Nel cuore dei giorni";
laureato in scienze politiche alla Sapienza di Roma, e' stato allievo
degli storici Pietro Scoppola ed Emilio Gentile; ha diretto dal 1999
al 2002 il mensile nazionale dei giovani di Azione Cattolica
"Graffiti". Tra le opere di Pierluigi Vito: Antenna proibita, Zona
2009. Il suo blog e' su http://pierluigivito.altervista.org]



Caino alzo' la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il
Signore disse a Caino: "Dov'e' Abele, tuo fratello?". Egli rispose:
"Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?". Riprese: "Che
hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!"
(Gn 4, 8-10).

Dov'e' tuo fratello? Quando tacciono le armi, le grida e il frastuono
della battaglia, la domanda risuona su un campo di cadaveri, sulle
macerie del mondo. Eccolo tuo fratello, straziato, fucilato,
decapitato, dilaniato. Puoi voltargli le spalle, ma e' li' che urla la
sua presenza.

L'altra domanda e' ancora piu' terribile: Che hai fatto? Chi ha il
coraggio di rispondere? Chi ha il coraggio di ammettere di aver ucciso
un uomo uguale a se'? Di aver posto fine ai suoi respiri, ai suoi
sogni, ai suoi amori, alle sue speranze, ai suoi desideri, alle sue
risate, alle sue lacrime, ai suoi affetti, alle sue parole, ai suoi
sguardi, in tutto identici al di qua e al di la' del mirino.

Non era compito mio custodirlo, dici. E sbagli. Perche' nella
fragilita' dell'esistenza, giorno per giorno, ci scopriamo bisognosi
gli uni degli altri. Affidati gli uni agli altri. Desiderosi gli uni
degli altri. Necessari gli uni per gli altri. E a cosa e' servito
uccidere tuo fratello, se non a renderti piu' povero e piu' solo, piu'
impaurito e piu' tormentato? Se non a innalzare, piu' forte a ogni
colpo, quella voce del sangue che ti insegue - che ci insegue - e che
i millenni non riescono a spegnere?



11. SEGNALAZIONI LIBRARIE



Riletture

- A. Virgilio Savona, Michele L. Straniero, Canti della Resistenza
italiana, Rizzoli, Milano 1985, pp. 558.

*

Riedizioni

- Sigmund Freud, Sessualita' e vita amorosa, Newton Compton, Roma
1989, 2011, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 312, euro 9,90 (in
supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

- Silvia Vegetti Finzi, Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei
figli, Mondadori, Milano 2005, Rcs, Milano 2011, pp. XXVIII + 376,
euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").



12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO



Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza
individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello
locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato
di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via
il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita'
mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in
armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e
di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla
provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola
cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la
diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso
come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che
sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui
distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza
dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il
rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della
menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di
informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio,
l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero,
la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la
formazione di organi di governo paralleli.



13. PER SAPERNE DI PIU'



Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 727 del 2 novembre 2011



Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E,
01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe



Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe



In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare
su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).



L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla
mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete
telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html



Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it