Coi piedi per terra. 141



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 141 dell'8 dicembre 2008

In questo numero:
1. Si e' svolta a Viterbo il 4 dicembre un'iniziativa di informazione contro
il mega-aeroporto fuorilegge
2. La dottoressa Antonella Litta relatrice al convegno nazionale di Genova
dell'International Society of Doctors for the Environment
3. Dodici domande ad Alessandro Pizzi sull'opposizione al nocivo e
distruttivo mega-aeroporto a Viterbo
4. Isde di Viterbo: Una lettera al prefetto
5. Angelo Baracca e Giorgio Ferrari: Opporsi al nucleare
6. Marinella Correggia: Opporsi al nucleare
7. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. INIZIATIVE. SI E' SVOLTA A VITERBO IL 4 DICEMBRE UN'INIZIATIVA DI
INFORMAZIONE CONTRO IL MEGA-AEROPORTO FUORILEGGE

Promossa dal "Centro di ricerca per la pace", si e' svolta a Viterbo nel
pomeriggio di giovedi' 4 dicembre 2008 un'iniziativa di informazione dei
cittadini sullo scandalo del mega-aeroporto nocivo e distruttivo, fuorilegge
e insensato.
*
Il mega-aeroporto devasterebbe la zona termale del Bulicame; provocherebbe
gravi danni alla salute e alla qualita' della vita di moltissimi cittadini
con l'enorme inquinamento - anche acustico - prodotto; costituirebbe un
immenso sperpero di fondi pubblici e danneggerebbe gravemente autentici beni
economici e sociali dell'Alto Lazio (ambiente e cultura, termalismo,
agricoltura, alta formazione, accoglienza e turismo di qualita' e
residenziale) e i legittimi interessi ed i diritti soggettivi dei cittadini
che vi risiedono.
Il mega-aeroporto e' del tutto privo di fondamentali requisiti stabiliti
dalla vigente legislazione italiana ed europea; confligge con le norme di
salvaguardia previste dal Piano territoriale paesaggistico regionale; l'iter
autorizzativo e' stato proceduralmente scorretto, carente e scandaloso,
fondato su dati non veritieri; sussistono precisi elementi che a rigor di
legge rendono irrealizzabile l'opera: non ha mai affrontato la procedura di
Valutazione d'impatto ambientale, ne' quella di Valutazione ambientale
strategica, ne' quella di Valutazione d'impatto sulla salute; inoltre la
mole dell'opera richiederebbe l'espletamento di una procedura autorizzativa
preliminare da parte dell'Unione Europea, che invece non vi e' mai stata.
Gli stessi fautori della dissennata opera hanno dovuto a piu' riprese
ammettere che l'opera e' di fatto irrealizzabile alla luce di rilevanti ed
ineludibili vigenti disposizioni normative e regolamentari.
*
Nel corso dell'iniziativa di informazione, svoltasi in viale Trento e in
viale Trieste (in cui si trovano stazioni ferroviarie e fermate degli
autobus), sono stati diffusi materiali di documentazione prodotti dal
movimento che si oppone al mega-aeroporto, e vi e' stata una efficace
interlocuzione con cittadini e pendolari.
*
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha
sottolineato come "il nocivo e distruttivo mega-aeroporto per voli low cost
del turismo 'mordi e fuggi' per Roma a Viterbo non puo' essere realizzato. E
la lobby che lo ha propagandato fin dall'inizio mentiva sapendo di mentire.
Ingannava sapendo di ingannare".
"Si e' trattato di una doppia truffa", ha dichiarato Peppe Sini, "una truffa
alla popolazione viterbese: ingannata facendole credere che fosse fattibile
e addirittura benefica un'opera che invece sarebbe un disastro per la
popolazione locale, un'opera nociva e distruttiva, un'opera fuorilegge. E
una truffa ancora piu' grave alla popolazione di Ciampino: ingannata
facendole credere che solo la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo -
realizzazione fraudolentemente spacciata per certa, e addirittura prossima -
avrebbe consentito di liberare Ciampino dall'ingente attivita' aeroportuale
che la avvelena; propalando questa menzogna si e' evitato di assumere i
provvedimenti li' necessari e urgenti: ovvero la drastica e immediata
riduzione dei voli a Ciampino, non delocalizzandoli ma abolendoli tout
court".
"Una doppia truffa", ha concluso il responsabile del centro pacifista (tra
gli animatori del movimento che si oppone al mega-aeroporto), "che
amministratori irresponsabili e affaristi senza scrupoli stanno cercando
tuttora di portare avanti nonostante sia stata ormai smascherata. Una doppia
truffa: della quale i responsabili devono essere chiamati a rispondere nelle
competenti sedi istituzionali. Una doppia truffa: sulla quale devono
intervenire le competenti magistrature".

2. INCONTRI. LA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA RELATRICE AL CONVEGNO NAZIONALE
DI GENOVA DELL'INTERNATIONAL SOCIETY OF DOCTORS FOR THE ENVIRONMENT
[Riproponiamo il seguente comunicato del comitato del 6 dicembre 2008 dal
titolo completo "La dottoressa Antonella Litta relatrice sull''Impatto
sanitario delle strutture aeroportuali' al convegno nazionale di Genova dei
Medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the
Environment - Italia)", gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza
in cammlino"]

La dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone al
mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,
sara' relatrice al convegno nazionale dell'International Society of Doctors
for the Environment che si terra' a Genova l'11 e 12 dicembre 2008.
La sua relazione vertera' sul tema dell'"Impatto sanitario delle strutture
aeroportuali".
*
Il prestigioso convegno nazionale delle "Giornate italiane mediche per
l'ambiente" sull'inquinamento delle catene alimentari, che si terra'
giovedi' 11 e venerdi' 12 dicembre a Genova, costituisce l'appuntamento
scientifico di maggior rilevanza promosso dai Medici per l'ambiente nel
2008.
*
Breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta
Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente.

3. RIFLESSIONE. DODICI DOMANDE AD ALESSANDRO PIZZI SULL'OPPOSIZIONE AL
NOCIVO E DISTRUTTIVO MEGA-AEROPORTO A VITERBO
[Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per
questa intervista, gia' apparsa nelle "Notizie minime della nonviolenza in
cammino".
Alessandro Pizzi, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt),
citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono
diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel
volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta',
ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione
diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha
promosso il corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di
Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei
principali animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto
aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e
sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti
umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio]

- "Minime": In questi giorni e' divenuto di conoscenza comune che ai tanti
piu' noti ed evidenti si somma un altro insormontabile impedimento alla
realizzazione del nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo: la pista e
il suo orientamento; cosicche' l'opera si rivela ancora una volta del tutto
irrealizzabile e diviene manifesto che la scelta ministeriale del sedime di
Viterbo per realizzare il mega-aeroporto per voli low cost del turismo
"mordi e fuggi" per Roma si basava su una grave mistificazione e fin
esplicita falsificazione della realta' effettuale. Ancora una volta oggi le
istituzioni sono costrette a darvi ragione...
- Alessandro Pizzi: La questione della pista e del suo orientamento e' cosa
risaputa da tempo, tanto e' vero che noi l'inserimmo nella lettera che
inviammo al Presidente della Repubblica il 4 agosto 2008. Stanno emergendo
tanti altri impedimenti, ammessi dalle stesse istituzioni: ad esempio il
Comune di Viterbo con la delibera n. 92 del 25 luglio 2008, da noi chiamata
"delibera della vergogna", e' costretto a chiedere alla Regione Lazio di
togliere i vincoli paesistici alla zona interessata dal mega-aeroporto,
altrimenti la struttura non puo' essere costruita; altro esempio, i
propagandisti del mega-aeroporto sono stati piu' volte costretti ad
ammettere l'inadeguatezza dei collegamenti tra Viterbo e Roma. Recentemente
sulla stampa locale e' stata pubblicata la notizia che sta per essere
ultimata una grande clinica privata poco distante la zona dove dovrebbe
essere costruito il mega-aeroporto. Voglio ricordare che Giorgio Bocca su
"L'Espresso" di qualche  settimana fa riportava la notizia che a suo tempo
Berlusconi, per evitare che gli abitanti di Milano 2 subissero il fastidio
dovuto al passaggio degli aerei, fece costruire un ospedale. E le rotte
aeree furono spostate.
*
- "Minime": Se dovesse elencare in estrema sintesi i principali motivi per
cui il mega-aeroporto non puo' e non deve essere realizzato, quali
sarebbero?
- Alessandro Pizzi: Primo: danneggerebbe irreversibilmente la zona termale;
il Bulicame citato da Dante, che e' l'elemento piu' rappresentativo della
nostra provincia. Secondo: l'aeroporto ha un impatto devastante per la
salute dei cittadini per l'inquinamento acustico e atmosferico per le
polveri sottili, ha un impatto devastante per l'ambiente naturale,
nell'ottobre scorso il "Corriere della sera" riportava il fatto allarmante
che Malpensa ha inquinato in modo irreversibile un bosco protetto
dall'Unesco, in questo bosco ci sono piu' idrocarburi che nei terreni a
fianco del casello piu' trafficato dell'autostrada A1. Cinque volte di piu'.
Terzo: Occorre diminuire il traffico aereo a partire dagli inutili e dannosi
voli low-cost al servizio del turismo "mordi e fuggi", ma non solo: vanno
ridotti drasticamente il trasporto di inutili merci, che servono solo al
profitto delle multinazionali; vanno ridotti i voli per inutili vertici e
convegni. Il trasporto aereo contribuisce in modo significativo al consumo
di carburante e al riscaldamento del clima, che rappresenta l'emergenza dei
prossimi decenni. Senza un intervento serio e repentino per diminuire
drasticamente il consumo di materie prime e le emissioni dei gas che
alterano il clima si andra' incontro a veri e propri disastri ambientali e
umani.
*
- "Minime": E quali interventi per una mobilita' compatibile con un modello
di sviluppo adeguato per l'Alto Lazio ritiene siano necessari?
- Alessandro Pizzi: La mobilita' nella nostra provincia, come del resto in
tutta l'Italia, deve basarsi sulla ferrovia. Occorre invertire la politica
sin qui seguita della riduzione sistematica del trasporto merci e passeggeri
con la ferrovia a favore dei mezzi molto piu' inquinanti come gli aerei, i
Tir e le automobili. All'interno del servizio ferroviario andrebbero
valorizzate le linee per i preziosi treni locali e regionali al posto delle
costosissime e spesso inutili linee ad alta velocita'. E' da ribadire la
condanna della scelta scellerata che porto' a sostituire la tratta
ferroviaria Civitavecchia-Orte con l'inquinante linea di autocorriere.
Sempre a proposito di mobilita', considerato che nella nostra provincia sono
in molti ad amare il ciclismo, forse non sarebbe male scegliere la
bicicletta per spostarsi in citta' o tra posti vicini, invece
dell'inquinante e ingombrante automobile. Il nostro territorio si presta
bene, a mio avviso, alla forma di "turismo di vicinato", quello che si puo'
fare a piedi con gruppi organizzati lungo strade adatte lontane dalle
automobili. In pochi giorni si possono scoprire posti meravigliosi e
incontrare la gente del posto con cui  scambiare esperienze. Il nostro
territorio si presta bene anche a organizzare una resistenza alla crisi
attuale e a lanciare un modello di produzione e consumo, a partire dai
prodotti agricoli, alternativo a quello attuale distruttivo di risorse e
inquinante. Penso alla vendita diretta dei prodotti da parte dei contadini o
al fiorire di orti, su terreni privati ma anche pubblici, gestiti da gruppi
di famiglie. In questo modo si riducono di molto le emissioni di gas che
alterano il clima dovute al trasporto. Se guardiamo da dove provengono certi
cibi che compriamo al supermercato ci rendiamo conto della irrazionalita'
dell'economia dominante, utile solo al guadagno di pochi.
*
- "Minime": Il vostro comitato mette sempre in rilievo che l'opposizione al
mega-aeroporto non ha solo motivi "locali" ma anche motivi "globali", che si
tratta di difendere non solo l'ambiente dell'Alto Lazio, ma la biosfera.
Potrebbe sviluppare ancora una volta (lo ha gia' fatto in varie relazioni
tenute a convegni di studio) le ragioni complessive di opposizione
all'incremento del trasporto aereo, ovvero le ragioni dell'impegno per una
sua drastica e immediata riduzione?
- Alessandro Pizzi: Perche' il trasporto aereo consuma grandi quantita' di
carburante ed emette grandi quantita' di gas ad effetto serra che sono
destinate a crescere a tal punto che il presidente dell'Intergovernmental
Panel on Climate Change (Ipcc), l'indiano Rajendra Pachauri, durante un
incontro dal titolo "Il tuo viaggio e' davvero necessario?", ha lanciato
l'appello a ridurre i viaggi aerei, la cui crescita e' una delle principali
responsabili del riscaldamento climatico. Sarebbe molto importante usare le
riserve di petrolio e gas rimaste per usi necessari, e ad esempio costruire
pannelli solari e pale eoliche, e risparmiare tagliando viaggi inutili e
trasporto di merci voluttuarie.
*
- "Minime": Vi sta molto a cuore la situazione di Ciampino, alla cui
popolazione avete sempre espresso una forte solidarieta', e con i comitati
che lottano per la riduzione dei voli a Ciampino vi siete incontrati, li
avete ospitati a Viterbo in un incontro appassionante e fin commovente,
avete diffuso nel viterbese i loro materiali di documentazione e
riflessione. Come e' nata e come si e' sviluppata questa intensa
soldarieta'?
- Alessandro Pizzi: Occupandoci di aeroporto ci siamo imbattuti nella
denuncia dei comitati di Ciampino, abbiamo letto le loro riflessioni e i
loro studi. Abbiamo preso contatti con i due comitati facendo iniziative
insieme. Dopo aver conosciuto i dati della catastrofe ambientale di Ciampino
e dopo aver conosciuto le storie personali fatte di dolore e malattie
causate dall'aeroporto non si puo' che essere solidali con la popolazione di
Ciampino. L'aeroporto di Ciampino per voli low-cost doveva essere chiuso da
tempo. Comunque va chiuso immediatamente annullando i voli. Non possono
essere sacrificate salute e qualita' delle vite umane per l'arricchimento
della societa' Adr (Aeroporti di Roma) che gestisce l'aeroporto e per
l'arricchimento delle compagnie aeree. Cosa assurda, la societa' Adr dopo
aver provocato la catastrofe ambientale e sanitaria di Ciampino e' stata
delegata a presentare il progetto di fattibilita' dell'aeroporto di Viterbo.
*
- "Minime": Il mega-aeroporto, le discariche abusive, il polo energetico,
l'Enel che vuole mettere in funzione Tor Valdaliga Nord riconvertita a
carbone, il governo che vuol riprendere la follia del nucleare... l'Alto
Lazio e' sotto attacco, e' gravemente minacciato da opere nocive e
distruttive, da interessi speculativi e criminali. Cosa occorre fare nel
viterbese per impedire il disastro?
- Alessandro Pizzi: Favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte
politiche. In molti paesi della provincia sono nati comitati di lotta, che
spesso hanno trovato amministrazioni locali infastidite dalla loro presenza
e invece di aprire un confronto hanno preferito mostrare i muscoli e far
sentire da che parte sta il potere. Penso soprattutto al movimento "No Coke"
di Tarquinia, ma non solo. Ritengo la partecipazione dei cittadini una
condizione necessaria, anche se non sufficiente, per impedire il disastro.
*
- "Minime": Il vostro comitato ha alcune caratteristiche peculiari che si
riconnettono ad alcune tradizioni teoriche e pratiche di grande rilevanza e
specificita': le esperienze e le riflessioni della nonviolenza; quel
"pensare globalmente, agire localmente" che fu una delle intuizioni piu'
acute del movimento ecologista negli anni '70 e '80; la fiducia
nell'attivita' di informazione, documentazione e coscientizzazione dei
cittadini attraverso un paziente, accurato e prolungato impegno di
comunicazione e di ascolto; il sentirsi parte e stimolo di un movimento
ampio e plurale, contro ogni tentazione riduzionista o dirigista,
valorizzando piuttosto le differenze ed i diversi percorsi in una persuasa
adesione al principio responsabilita' e alla democrazia nel suo sviluppo
piu' ampio di "potere di tutti" (come amava dire Aldo Capitini);
l'interlocuzione costante con le istituzioni anche quando il ceto
politico-amministrativo sembra essere sordo, refrattario, distratto,
inadeguato, in malafede. Come nascono queste caratteristiche del vostro
comitato, e quali risultati vi sembra stia dando il vostro metodo di lavoro?
- Alessandro Pizzi: Nel momento in cui la politica viene fatta
essenzialmente attraverso la televisione in forme piu' o meno spettacolari,
che tendono ad escludere la partecipazione attiva dei cittadini, e nel
momento in cui c'e' una presa di coscienza del fatto che ogni nostra azione
ha ripercussioni sull'intero pianeta diventa necessario un sforzo per
favorire lo sviluppo della democrazia indicato da Aldo Capitini nel senso
del "potere di tutti". Il metodo seguito sta dando ottimi risultati,
testimoniati dal fatto che non siamo piu' soli ad opporci alla scelta
dell'aeroporto.
*
- "Minime": Lei e' anche un docente, con una lunga esperienza di
insegnamento di discipline scientifiche. Cosa sarebbe opportuno fare nelle
scuole per educare alla responsabilita', all'impegno civile, al rispetto per
la verita', alla solidarieta'?
- Alessandro Pizzi: Sono convinto che lo studio costituisca una condizione
necessaria per scelte di impegno civile, per il rispetto della verita' e per
la solidarieta'. Ho insegnato matematica e fisica, discipline che abituano
al rigore logico e che permettono di interpretare la struttura di molti
fenomeni della vita, aiutano a capire la questione energetica, a comprendere
i problemi dell'inquinamento del pianeta. Ma anche lo studio di queste
discipline costituisce una condizione necessaria ma non sufficiente. Il
comportamento e l'esempio degli adulti nella scuola e' fondamentale per la
formazione dei giovani. Esiste una comunicazione non verbale, che conta piu'
delle lezioni: e' il modo di essere di un docente. La scuola dovrebbe
mettere in condizione i giovani di studiare e mostrare loro un modello di
comportamento basato sul rigore logico e morale. Cosi' i giovani saranno
messi in condizione di fare le scelte che riterranno opportune, basate sulla
loro esperienza e sulla loro capacita' critica.
*
- "Minime": Lei e' stato anche un pubblico amministratore assai apprezzato
come sindaco di una citta' dell'Alto Lazio. Cosa potrebbero e dovrebbero
fare gli enti locali per difendere ambiente, beni comuni, salute e diritti
delle persone?
- Alessandro Pizzi: Negli ultimi anni ho capito la lezione di Hannah Arendt:
si puo' sempre dire un si' o un no. Per difendere ambiente, beni comuni,
salute e diritti delle persone, gli enti locali dovrebbero cominciare a dire
dei no. Ad esempio: no alla follia del ritorno al nucleare. No
all'aeroporto. No alla messa in funzione della centrale di Tor Valdaliga
Nord riconvertita a carbone. No alle delibere contro i mendicanti e i rom.
No all'uso del territorio per i mega villaggi turistici con annessi campi da
golf, che "bevono" acqua quanto un paese di 8.000 persone.
*
- "Minime": Lei e' molto attento ai piu' drammatici problemi sociali: come
insegnante, come pubblico amministratore, come persona impegnata nel
volontariato. C'e' un nesso tra le politiche speculative di rapina delle
risorse e di devastazione ambientale e le politiche di violazione dei
diritti umani e di negazione del diritto all'educazione, alla salute,
all'assistenza, alla casa, al lavoro - a una vita degna, per dirlo in una
parola -?
- Alessandro Pizzi: Il riscaldamento del clima e' causato, come riconosciuto
dalla comunita' scientifica, principalmente dall'attivita' umana. Cioe' dal
modello di economia dominante, che genera disuguaglianze sempre crescenti.
Un recente rapporto dell'Onu (2006) dice che il rapporto tra il reddito del
20% degli abitanti piu' ricchi del pianeta e il 20% piu' povero era nel 1820
di 3 a 1, nel 1960 di 30 a 1 e nel 2001 di 80 a 1. E' evidente che la
responsabilita' dei cambiamenti climatici dei vari paesi e' assai diversa,
cosi' come e' diversa la responsabilita' dei cittadini (tra i ricchi e i
poveri). Penso a quelli africani o dell'America latina o agli occidentali
piu' poveri, per questi dovranno essere disponibili quantita' di energia e
materia superiori a quelle attuali, e per i cittadini piu' ricchi tale
quantita' dovra' essere ridotta drasticamente. Non dobbiamo dimenticare che
la poverta' e' causa delle morti dei bambini per fame o denutrizione, piu'
di sei milioni all'anno. Gli scienziati sostengono che la produzione di cibo
e' sufficiente a soddisfare il bisogno energetico e proteico di tutti gli
abitanti del pianeta. Questo concetto lo ribadi' anche Gandhi all'inizio del
secolo scorso: "Il nostro pianeta ha risorse sufficienti per soddisfare i
bisogni fondamentali di tutti, non l'avidita' di qualcuno". Per procurare
maggior denaro e ricchezza a pochi si calpesta il diritto ad una vita
dignitosa alla maggioranza dei cittadini del mondo. E' di questi giorni la
denuncia dei vescovi congolesi a proposito della guerra nel Kivu, regione
della Repubblica Democratica del Congo: e' "una guerra paravento per coprire
il saccheggio delle ricchezze minerarie del paese".
*
- "Minime": Lei e' anche particolarmente attento alle questioni
internazionali, al rapporto tra Nord e Sud del mondo, all'impatto che le
scelte di politica internazionale e di modello di sviluppo hanno sulle
condizioni di vita delle popolazioni del sud del mondo oggi e per le
generazioni future domani. Ha anche preso parte anni fa a un'importante
iniziativa nonviolenta in una zona della Repubblica democratica del Congo
tuttora flagellata dalla guerra: cosa le e' restato di quella esperienza?
- Alessandro Pizzi: Mi e' rimasta la convinzione che quel popolo, che vive
in un posto, a mio parere, meraviglioso, ha le risorse e la capacita' per
risolvere i propri problemi e vivere finalmente una vita dignitosa. A
condizione che i Paesi occidentali e le multinazionali la smettano di
sfruttare illegalmente le immense risorse minerarie del Congo.
*
- "Minime": Quali libri suggerirebbe di leggere per primi a un giovane che
volesse accostarsi allo studio delle problematiche della salvaguardia
dell'ambiente e dell'impegno civile per i diritti umani?
- Alessandro Pizzi: Suggerirei i seguenti: George Monbiot, Calore,
Longanesi; Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers, I nuovi limiti dello
sviluppo, Mondadori; Mauro Bonaiuti (a cura di), Obiettivo decrescita,
Editrice Missionaria Italiana; Ivan Illich, Elogio della bicicletta, Bollati
Boringhieri; Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli;
Alexander Langer, Fare la pace, Cierre edizioni; Aldo Capitini, Il potere di
tutti, Guerra Edizioni; Antonino Drago, Le due opzioni, La Meridiana;
Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia, Bollati Boringhieri.

4. DOCUMENTI. ISDE DI VITERBO: UNA LETTERA AL PREFETTO
[Da Antonella Litta (per contatti: antonella.litta at libero.it) riceviamo e
diffondiamo]

Al Prefetto di Viterbo, e per  opportuna conoscenza: al Sindaco del Comune
di Caprarola, al Sindaco del Comune di Ronciglione, al Direttore generale
della Asl di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo,
all'Assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, al Presidente della
Giunta Regionale del Lazio, all'Assessore all'ambiente della Regione Lazio,
al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica sezione
4 Vetralla - Asl Viterbo, all'Arpa Lazio - sezione di Viterbo
Oggetto: richiesta d'intervento presso le amministrazioni comunali di
Ronciglione e Caprarola perche' sia rispettato l'art. 22 della legge 241/90
e per verificare se siano stati rispettati ed attuati il comma 3 dell'art. 5
e il comma 4 dell'art.10 del DL del 2 febbraio 2001 n. 31 "Attuazione della
direttiva 98/83 CE relativa alla qualita' delle acque destinate a consumo
umano".
*
Egregio Prefetto,
nel ringraziarla per la sua costante, attenta e sollecita attenzione alle
problematiche dei cittadini e del territorio della nostra provincia, le
facciamo ancora presente, in merito alla vicenda della presenza nelle acque
del lago di Vico dell'alga Plankthotrix rubescens, che gli acquedotti dei
comuni di Ronciglione e Caprarola sono riforniti dalle acque di questo lago,
e che soprattutto nel periodo autunnale ed invernale l'alga Plankthotrix
rubescens va incontro ad una intensa fioritura con una conseguente maggiore
produzione della sua tossina (microcistina) che puo' rappresentare un
potenziale rischio per l'ambiente e per la salute delle persone, in
particolare per quella dei bambini.
La forte preoccupazione per i possibili rischi sanitari, determinati dalle
condizioni del lago, ci ha spinto a richiedere ai Sindaci dei comuni di
Ronciglione e Caprarola, le documentazioni relative alla potabilita' e
salubrita' delle acque del lago di Vico destinate a consumo umano, ai
controlli, alla gestione e al tipo d'impiantistica in uso nei due
potabilizzatori comunali nel periodo compreso dal 2003 al 2008, e la
documentazione di tutti gli atti posti in essere dalle due amministrazioni,
per tutelare la salute dei cittadini dopo le comunicazioni a loro
indirizzate  dal  Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita'
pubblica sezione 4 Vetralla - Asl Viterbo (comunicazioni del 4 gennaio 2008,
26 marzo 2008 e 28 maggio 2008).
Le richieste della nostra associazione sono state formulate rispettivamente
in data 14 agosto 2008 e 25 novembre 2008 e protocollate presso i competenti
uffici dei Comuni di Caprarola e Ronciglione. Le copie fotostatiche di
queste richieste, recanti il  timbro di protocollo dei rispettivi uffici
comunali, e che a tutt'oggi non hanno ricevuto alcuna risposta, sono a sua
completa disposizione.
*
Egregio Prefetto,
in considerazione di quanto sopra esposto le chiediamo di intervenire presso
le due amministrazioni comunali per tutelare il pieno rispetto dell'articolo
art. 22 della legge 241/90 e per verificare se siano stati rispettati ed
attuati in modo corretto il comma 3  dell'art. 5 e il comma 4 dell'art. 10
del DL del 2 febbraio 2001 n. 31 "Attuazione della direttiva 98/83 CE
relativa alla qualita' delle acque destinate a consumo umano".
Le chiediamo inoltre, per quanto in suo potere, di acquisire tutte le
informazioni riguardanti il monitoraggio delle condizioni del lago, della
concentrazione della tossina nelle sue acque e in quelle distribuite dagli
acquedotti; monitoraggio che in questo periodo dell'anno dovrebbe essere
attuato con maggiore frequenza. Le chiediamo anche di farsi promotore della
richiesta di un nuovo parere sulle condizioni dell'ecosistema del lago di
Vico presso l'Istituto Superiore di Sanita' e l'Universita' della Tuscia
poiche' sono stati effettuati ulteriori e piu' recenti studi relativi
all'alga Plankthotrix rubescens e alla sua tossicita'.
*
Certi della sua attenzione, voglia gradire distinti saluti,
dottoressa Antonella Litta, referente per la provincia di Viterbo
dellAssociazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International
Society of Doctors for the Environment - Italia)
Viterbo, 5 dicembre 2008

5. ENERGIA. ANGELO BARACCA E GIORGIO FERRARI: OPPORSI AL NUCLEARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 luglio 2008 col titolo "I soliti noti
dell'atomo" il sommaro "Nucleare. Il programma di Scajola e la sua
impossibilita'. Alcuni buoni motivi per non crederci"]

Dietro il maschio decisionismo di Scajola, dietro un esecutivo "in tuta
mimetica", il re e' nudo. Sconcerta l'improvvisazione con cui si e'
annunciato il programma nucleare, in un contesto normativo e industriale
inadeguato a garantire affidabilita' e sicurezza nelle fasi di
progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti. Progettazione che
non si fara' in Italia, come non la si fece per Trino, Latina, Garigliano e
Caorso, ma almeno quel programma ci aveva messo in grado di capire e
intervenire sul progetto e di arrivare, dopo 15 anni, alla definizione del
Pun (Progetto unificato nucleare). Quanto alla costruzione, il nanismo
industriale italiano, che pure non ha impedito lauti profitti a una miriade
di piccoli e medi imprenditori, non permette illusioni circa l'affidamento
delle commesse nucleari, una volta distrutte o cedute le competenze e le
capacita' del settore elettromeccanico nazionale. Restano i soliti noti
dell'ingegneria civile: Impregilo (inceneritore di Acerra), Italcementi
(cemento fasullo) e le minimizzate capacita' dell'Ansaldo. Quanto
all'esercizio, una volta fiore all'occhiello del vecchio Enel pubblico,
insieme al personale specializzato sono andati in pensione anche i criteri
(e le strutture) che sovrintendevano alla gestione degli impianti nucleari:
personale qualificato, ottimizzazione del ciclo del combustibile, gestione
delle salvaguardie, quality assurance e altre attivita' tipicamente nucleari
che non si improvvisano. Esiziale infine, ai fini della credibilita' del
programma, e' l'impreparazione degli addetti a qualsiasi livello, perche' in
tutti questi anni le industrie e i governi di ogni colore non hanno speso un
soldo nella ricerca e nella formazione, universitaria e non. Come rimediare
a queste mancanze? L'organico dell'Enea e' sottodimensionato, e spesso
composto di personale con contratti a termine. Anche ammesso che questi
deficit strutturali siano colmati con contractor e consulenti stranieri,
quale autorita' di sicurezza sara' in grado di portare avanti l'istruttoria
necessaria a validare il progetto e a rilasciare la licenza di esercizio per
questi impianti?
Dal canto suo il governo ha approntato un ddl specifico da cui si evince
che: a) i nuovi impianti nucleari possono essere di piu' tipologie; b) la
scelta dei siti e i criteri di localizzazione di questi impianti e del
deposito nazionale per le scorie sono delegati al governo; c) questi criteri
includono quello della sicurezza nazionale; d) l'unico organo abilitato a
dirimere le controversie relative a tali impianti e' il Tar del Lazio ed
eventuali misure cautelari prese da altra autorita' giudiziaria restano
sospese fino a pronuncia dello stesso.
Il primo punto lascia intendere che la scelta del tipo di reattore potrebbe
non essere unica. Vale a dire che se la Francia e' in pole position per la
scelta del reattore Epr (considerati gli stretti legami di Edf con Edison ed
Enel e le simpatie per Sarkozy), la piaggeria di Berlusconi verso Bush
lascia una porta aperta per l'Ap1000 della Westinghouse, anche se optare per
due tipi di impianto a fronte di un programma di sole 5 centrali
costituirebbe il massimo dell'inettitudine! Quanto agli altri punti, essi
possono essere riassunti con due frasi: militarizzazione del territorio e
aggiramento delle norme e procedure sull'informazione e partecipazione dei
cittadini alle scelte riguardanti questo tipo di insediamenti. E' bene
ricordare che gia' il decreto Scanzano (governo Berlusconi) definiva il
deposito nazionale per le scorie "opera di difesa militare" e che il Decreto
legislativo del 16 febbraio 2008 (governo Prodi) introduce la possibilita'
di escludere da qualunque valutazione ambientale le opere considerate
dall'esecutivo di difesa nazionale o su cui venga apposto il segreto di
stato.
Come fara' poi Scajola a definire entro l'anno le localizzazioni delle
centrali nucleari, viste le levate di scudi di molte Regioni, compresa la
fedele Lombardia? Qui entra in gioco l'arte del taroccamento: gli impianti
da costruire sono cinque come i siti dei vecchi impianti in dismissione
(Trino, Caorso, Montalto, Latina, Garigliano). Sovrapponendo le due serie si
semplifica l'istruttoria per la scelta del sito e si evita in teoria il
prevedibile contenzioso con le popolazioni perche' i siti sono gia'
licenziati, e il decommissioning delle vecchie istallazioni, almeno per le
parti strutturali. Tre di questi siti (Garigliano, Trino e Caorso) sono su
due fiumi: il Garigliano di portata modesta, e il Po che gia' non dispone di
acqua a sufficienza per gli impianti termici esistenti lungo il suo corso:
figurarsi per due nucleari da 1300-1600 Mw che richiedono dai 1800 ai 4300
mc/minuto ciascuno (30.000-72.000 litri/secondo). Si deve quindi ricorrere a
torri di raffreddamento, strutture di cemento armato alte 200 metri e
altrettanto larghe alla base che, oltre a far lievitare i costi di impianto
del 30-40% e a ridurne l'efficienza, immettono in atmosfera milioni di
tonnellate di vapore acqueo, riscaldando l'aria.
Resta da spiegare la vocazione nucleare di Confindustria. Intanto va
rimarcato che le grosse utilities elettriche (Enel ed Edison) siedono ai
vertici della struttura presieduta da Marcegaglia, la cui impresa di
famiglia completa con A2A il tiro a quattro di tutta l'operazione. Si tratta
di incamerare gli aiuti di stato senza i quali non si avvia nessun cantiere,
aiuti che - sull'esempio degli Usa - potranno consistere in agevolazioni
tariffarie per i primi anni di esercizio (un CIP 6 nucleare); garanzie
sovrane, cioe' dello stato, su finanziamenti e assicurazione; erogazioni a
fondo perduto. Il tutto da compensare redistribuendo le voci "nucleari" gia'
presenti nelle tariffe elettriche e valutabili intorno ai 0,6-0,7 cent/Kwh,
cioe' per un gettito annuo di oltre 2 miliardi di euro. Sara' cosi' decisivo
il ruolo dell'Enel che deve ripianare un indebitamento esorbitante, causato
da disinvolte acquisizioni all'estero, specie in Slovacchia dove si sta
rivelando disastroso l'acquisto delle centrali nucleari della societa'
Slovenske Elektrarne. Uno scenario inquietante dunque, dove non sara' facile
mettere tutti d'accordo, e dove nemmeno si puo' escludere che il programma
abortisca dopo il primo impianto addossandone la colpa ad altri, cosa che e'
nello stile di Berlusconi. Una ragione in piu' per rovesciare, insieme alla
scelta nucleare, il liberismo imperante anche a sinistra e riproporre la
socializzazione di risorse primarie come l'acqua e l'energia.
*
Postilla. Alcune chiarificazioni su Italia e Francia
Due luoghi comuni sostengono che importiamo energia perche' non abbiamo
centrali a sufficienza, e la importiamo dalla Francia perche' ha le centrali
nucleari. La potenza installata in Italia nel 2006 era di 89.800 Mw, a
fronte di una domanda di picco di 55.600 Mw, con un margine teorico di
sovrapotenza di oltre 34.000 Mw (il 38%, il piu' alto d'Europa) ma con un
grado di utilizzo degli impianti inferiore al 50%. Abbiamo peraltro le
tariffe piu' alte d'Europa: 74,75 Ä/Mwh (media annuale 2006), tra 17 e 26 Ä
/Mwh superiori alla media europea (ma fino a 40 Ä/Mwh nelle ore di picco).
Non e' dunque la mancanza di centrali, ma l'alto costo del Kwh italiano la
causa delle importazioni di energia. Questo alto costo viene attribuito al
fatto che non abbiamo il nucleare, mentre le tariffe sono piu' basse in
Francia, che produce il 78% dell'energia elettrica dal nucleare.
A parte che dalla Francia importiamo il 6,4% (su un totale del 15,4%) del
nostro fabbisogno, nessuno rileva che le tariffe francesi sono simili a
quelle di Germania e Inghilterra, e addirittura superiori a quelle della
Spagna (19%). Inoltre, il sistema francese e' troppo rigido per seguire le
variazioni giornaliere del fabbisogno, perche' le centrali nucleari hanno
pochissima modulazione, per cui nelle 24 ore generano energia in sovrappiu'
che deve essere esportata (anche sottocosto) per non dovere fermare gli
impianti. Ma questa rigidita' costringe la Francia ad importare energia
nelle ore di punta con costi elevatissimi.

6. ENERGIA. MARINELLA CORREGGIA: OPPORSI AL NUCLEARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 dicembre 2008 col titolo "L'ultima del
governo"]

C'e' un giacimento pulito a cui attingere tutti - individui, comunita',
nazioni, mondo - per ridurre le emissioni di CO2 e altri gas serra. Si
chiama risparmio energetico. In Italia e' boicottato in molti modi e
ultimamente dall'art. 29 del decreto legge 185 del governo, che rende piu'
difficile l'accesso agli sgravi fiscali per chi investe sulla riduzione dei
consumi degli edifici.
Invece certe energie alternative al petrolio non sono affatto neutre per il
clima. Se si tiene conto di tutta la filiera, anche la rischiosissima
energia nucleare come fonte di energia elettrica porta con se' un bel
corredo di emissioni di anidride carbonica - il principale gas serra.
Benjamin Sovacool, ricercatore dell'Universita' di Singapore, ha studiato
con cura 103 ricerche - realizzate dal settore pubblico e recenti - sul
ciclo di vita dell'energia nucleare (Energy Policy 38/2008). Ha dovuto
metterne da parte oltre l'80% per debolezza metodologica. Conclusione? Per
le 19 ricerche valide, un kilowattora di energia elettrica prodotto con il
nucleare comporta l'emissione in media di 66 grammi di anidride carbonica, a
causa dell'uso di energia fossile nella filiera. Il 38% delle emissioni e'
imputabile all'estrazione e lavorazione dell'uranio; lo smantellamento delle
centrali a fine vita incide per il 18%, la loro attivita' per il 17%, lo
stoccaggio delle scorie per il 15% e infine la loro costruzione il 12% (per
le centrali che durano 40 anni).
Certamente le centrali a carbone, petrolio o gas emettono fino a 15 volte
piu' CO2: da 443 grammi a 1.050 per kWh. Ma il ciclo di vita del
combustibile nucleare puo' arrivare in certi casi fino a 288 grammi di CO2
per kWh, cioe' i due terzi di una centrale a gas con buon rendimento. In
effetti entrano in gioco molti fattori, ad esempio la distanza fra miniere e
centrali, la qualita' del combustibile, il tipo di generatore, la durata
delle centrali.
Ma soprattutto, per Sovacool, non c'e' confronto con le rinnovabili.
Considerando anche qui l'intero ciclo di vita, dall'estrazione delle
componenti allo smaltimento finale, qui le emissioni di CO2 sono molto
inferiori a quelle del nucleare: da 29 a 35 grammi di CO2 per kWh prodotto
con il fotovoltaico, ad esempio.
Di fronte alla sordita' governativa e' importante che gli enti locali
raccolgano l'appello a un nuovo movimento di "comuni denuclearizzati". In
Sardegna pochi giorni fa ha detto no al nucleare, all'unanimita', il
consiglio comunale di Gonnesa, provincia di Carbonia-Iglesias. Spiega il
sindaco Pietro Cocco: "Quando il governo ha deciso di individuare i siti in
cui realizzare 8 centrali nucleari, Gonnesa ha immediatamente voluto
manifestare la sua netta contrarieta' dichiarandosi indisponibile ad
accogliere nel suo territorio sia le
centrali che le scorie, anche quelle provenienti dalle centrali chiuse a
seguito del referendum del 1987". Va detto che l'area del
Sulcis-Iglesiente-Guspinese e' disseminata di siti minerari, luoghi che
potrebbero essere ritenuti ideali per fare stoccaggio. Il comune di Gonnesa,
sindaco, giunta e consiglio comunale, lanciano un appello alla Regione
Sardegna perche' si dichiari tutta denuclearizzata e a Comuni, Province,
Regioni e associazioni "contro questa scelta pericolosissima e scellerata
per il nostro paese, anche perche' le gia' insufficienti risorse economiche
stabilite per investire sulle fonti rinnovabili sarebbero dirottate verso il
nucleare". Il decreto legge 185 lo dimostra. E per indicare le alternative,
Gonnesa sta autorizzando un parco fotovoltaico e riflettendo sull'eolico
(tenendo conto del paesaggio).

7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 141 dell'8 dicembre 2008

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