Medicina Democratica. Brindisi: inquinamento e diritto alla salute



Medicina Democratica
Sezione Pugliese
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cell.3291184097


INTERVENTO DI MEDICINA DEMOCRATICA

BRINDISI: INQUINAMENTO, DIRITTO ALLA SALUTE E DIRITTI NEGATI



I recenti provvedimenti giudiziari di sequestro del parco carbone che alimenta le due megacentrali di Brindisi giunge al termine di una serie di proteste, esposti, evidenze epidemiologiche ed interventi degli enti locali che hanno messo in rilievo la intollerabilità della situazione ambientale della città e del territorio. Medicina Democratica (MD) guarda con la dovuta attenzione a questi provvedimenti e ne seguirà attentamente gli sviluppi.
Il Movimento rileva che la consapevolezza della gravità dell'inquinamento ambientale era già presente nella richiesta di archiviazione del processo per i “morti del petrolchimico” (richiesta che ci trova dissenzienti) nella quale si affermava che nella nostra “realtà fisica… insiste uno stabilimento petrolchimico, all'interno del quale vengono prodotte ed utilizzate sostanze tossiche…insistono da decenni ben tre centrali termoelettriche alimentate con l'impiego del carbone e dell'orimulsion i cui effetti non benefici sull'organo polmonare si danno per conosciuti… vi è un'alta concentrazione di linee elettriche ad altissima e ad alta tensione in grado di sviluppare un imponente campo elettromagnetico sospettato da qualche anno di essere un possibile cancerogeno perché idoneo ad aumentare il rischio di una particolare tipologia di cancro al sistema emolinfopoietico costituita dalla leucemia… insiste uno dei più considerevoli agglomerati di rifiuti di qualsivoglia natura dell'intera Regione… una realtà nella quale l'acqua della falda superficiale che circola a più diretto contatto dei terreni oggetto di coltura è gravemente inquinata…” E tale elenco - ci permettiamo di osservare - è solo parziale.
Di fronte a questo stato di cose è legittimo domandare cosa si è fatto e si sta facendo sul piano della prevenzione da parte degli organi amministrativi preposti al controllo sull'ambiente e sui luoghi di lavoro.
E abbiamo anche il diritto di chiedere dove sono le responsabilità politiche che hanno portato a questa situazione. E se si ha ancora l'ardire di pensare (come si è fatto e forse sottobanco si continua a fare) all'ulteriore potenziamento dell'alimentazione a carbone delle centrali ed alla realizzazione di un rigasificatore incompatibile con il nuovo modello di sviluppo economico progettato dalle amministrazioni locali.
Errori e latitanze non sono quindi archiviate mentre è motivo di fiducia il fatto che la magistratura stia facendo il suo dovere nel campo che le è proprio. Rileviamo tuttavia con amarezza che di recente la Procura della Repubblica di Brindisi, in un processo per omissione di cautele per la prevenzione di infortuni sul lavoro nel Petrolchimico, si è opposta alla costituzione di parte civile di Medicina Democratica ritenendo che non siano da ammettere a partecipare a tale processo penale “enti che in qualche modo non hanno nell'oggetto giuridico che si propongono di tutelare, l'incolumità pubblica”. E proprio per affermare il contrario rivendicando l'identità del movimento - la vicenda processuale avrà i suoi esiti in sede propria -  sentiamo il dovere di ricordare che lo statuto di MD si propone, con azioni continue e concrete, di tutelare il diritto alla salute dei cittadini con particolare riguardo ai lavoratori. Sottolineiamo altresì che la salute, come viene definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, è uno stato di “completo benessere fisico, mentale e sociale” vale a dire, nel significato comune, una condizione di integrità psicofisica dell'organismo e che l'incolumità è la stessa integrità fisica e cioè la salute in quanto garantita contro pericoli o attentati.
Ma c'è di più e cioè che nel linguaggio dello stesso Codice Penale l'incolumità è chiaramente sinonimo di salute vista appunto in un'ottica di tutela da possibili lesioni individuali o collettive. Ci siano allora consentite alcune domande. Lo stesso Codice, punendo l'omissione dolosa di cautele destinate a prevenire infortuni sul lavoro, non tutela forse la salute e la vita, beni accomunati nel concetto di incolumità contro comportamenti capaci di provocare malattie e morti? E i beni della vita e della salute considerati in rapporto a persone determinate non sono forse gli stessi beni in quanto riguardino un numero indefinito di persone? E non è oramai pacifico che l'incolumità pubblica non è il solo bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice in questione (art 437 c.p.) che protegge anche gli interessi particolari lesi o anche solo posti in pericolo dal fatto delittuoso contestato? Ed infine un sodalizio, come MD, che si prefigge e persegue la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori non difende forse tale bene-diritto sia nella sua dimensione individuale che in quella collettiva?

Il diritto alla salute che MD tutela come finalità caratterizzante del suo operato, non solo quindi è un diritto individuale ma anche un diritto collettivo ai sensi dell'art 32 della Costituzione con la conseguenza che l'incolumità pubblica è indiscutibilmente tutelata da parte del nostro movimento. Diversamente ragionando, si arriverebbe a sostenere che l'intero campo della prevenzione collettiva in materia di salute sarebbe estraneo al “proprium” della nostra esperienza associativa. Una tesi questa assolutamente inaccettabile perché in contrasto con la stessa ragion d'essere di Medicina Democratica e con i contenuti concreti della sua attività.

Sezione Ionico Salentina                                                        
Presidente
Gino Stasi

Brindisi, 15.3.2005