BRASILE E TRANSGENICI



BRASILE E TRANSGENICI.  2 NOTIZIE:

- 12 VESCOVI CONTRO I TRANSGENICI
- Cronaca della 2° edizione delle giornate di agroecologia in Parana (con distruzione di una piantagione della Monsanto)

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1- DOCUMENTO DI VESCOVI BRASILIANI  CHE OPERANO NELLE CAMPAGNE ELABORATO DURANTE L'ASSEMBLEA DELLA CONFERENZA DEI VESCOVI BRASILIANI - 6 maggio 2003

DICHIARAZIONE SUI TRANSGENICI

      Noi Vescovi che partecipiamo alla Commissione Pastorale della Terra, CPT, nei diversi settori regionali della conferenza dei vescovi, di fronte alla grave problematica dei transgenici nel nostro paese e  facendo riferimento ai dispositivi di legge vigenti, prendiamo l'iniziativa di pronunciarci su questo tema.

 I transgenici sono risultato di una manipolazione genetica che permette di produrre, alterare e trasferire geni tra esseri viventi, rompendo la barriera dell'incrocio naturale tra le specie, creando, alterando e trasferendo materiale genetico tra vegetali, animali, batteri, virus e esseri umani.

In tutto il mondo e qui in Brasile, molti studiosi e anche dirigenti sociali hanno sollevato molto opportunamente, serie preoccupazioni in relazione a questo tema. Queste preoccupazioni sono relative ai seguenti rischi:

- Un rischio relativo alla salute umana, l' ingestione di cereali geneticamente modificati può provocare un aumento di allergie, resistenza agli antibiotici e crescita dell'indice delle sostanze tossiche negli alimenti.
- Nell'ambiente c'è il rischio dell'erosione genetica, cioè di un danneggiamento irreversibile della biodiversità attraverso la contaminazione delle banche naturali dei semi (banche di germoplasma) . Si aggiunge a questo l'aumento preoccupante della monocultura e la conseguente perdita della ricchissima varietà e qualità dei semi.
- I transgenici rappresentano anche una minaccia  alla sovranità alimentare del nostro paese, a causa della perdita del controllo dei semi e degli esseri viventi in virtù della loro brevettabilità. In questo modo semi e esseri viventi brevettati diventeranno proprietà esclusiva e legale di gruppi transnazionali che mirano soltanto  a fini commerciali.
- Il rischio maggiore, tuttavia, secondo noi, sta nella totale dipendenza, nella distruzione e infine nella scomparsa della piccola e anche della media proprietà agricola a causa dell'inesorabile monopolio mondiale della produzione e commercializzazione dei semi che finisce nelle mani di un piccolo gruppo di gigantesche e potenti imprese transnazionali.

In relazione a questi problemi, d'altro lato, non possiamo  ignorare che succede o fare a meno di rispondere ad esigenze etiche come la non-nocività, la giustizia sociale, la giustizia ecologica, la precauzione.

Il principio della non-nocività,   fa rientrare tra i nostri doveri quello di evitare o di impedire il male o il danno nei confronti di altri. Nel caso della introduzione massiccia di nuove tecnologie che implichino potenziali rischi per la salute, questo principio deve essere pienamente garantito attraverso informazioni chiare e certe.

Il principio della giustizia sociale, in caso di innovazioni tecnologiche massicce  e di alto impatto sociale, ci porta a chiedere chi saranno  i beneficiari e chi invece sarà danneggiato. Ora, nel caso concreto dei trasgenici, è chiaro che un piccolo gruppo di grandi aziende saranno le grandi beneficiarie con grave danno per l'agricoltura familiare.

 Il principio della giustizia ecologica impone il dovere di preservare l'ambiente per le generazioni attuali e future. I transgenici possono rappresentare un serio rischio ecologico.

Il principio di precauzione esige che prima della liberazione di qualsiasi prodotto diretto al consumo umano siano adottate severe norme di biosicurezza. Non si tratta di ostacolare la scienza o la ricerca, né di provocare paure paranoiche di fronte alle novità. Al contrario sosteniamo il più ampio spazio per la scienza e la ricerca, orientate però al bene comune. Le applicazioni tecnologiche che implichino rischi potenziali di grande  vastità  devono essere decise, approvate, respinte o perfezionate a partire da decisioni democratiche e sotto il controllo del popolo.

         Appoggiando l'eroica lotta delle organizzazioni popolari delle campagne e facendo eco a una delle grandi rivendicazioni del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, siamo d'accordo nel sostenere che i semi siano dichiarati patrimonio dell'umanità e conservati nella loro integrità genetica dalle comunità contadine.

         In questa stessa linea ci prendiamo la libertà di indicare ai Pubblici Poteri, al Pubblico Ministero, al Potere Legislativo, Giudiziario ed Esecutivo che, affrontando queste gravi questioni, si orientino nella direzione di queste nuove e giuste rivendicazioni, così come verso i principi etici che le sostengono.
 Itaici, 6 maggio  2003

        I Vescovi che partecipano alla CPT

        Dom Tomás Balduino, Presidente
        Dom Xavier Gilles, Vice-Presidente
        Dom Orlando Dotti
        Dom Ladislau Biernaski
        Dom Pedro Casaldáliga
        Dom André de Witte
        Dom José Alberto Moura,
        Dom Guilherme Werlang
        Dom Heriberto Hermes
        Dom José Mario Streher
        Dom Moacir Grecchi
        Dom José Agusto da Rocha
        Dom Maurício Grotto
        Dom Apparecido José Dias
 PARANA: (7-9 maggio) 2° Edizione delle GIORNATE DI AGROECOLOGIA e distruzione di una piantagione di mais transgenico della  Monsanto da parte di VIA CAMPESINA

Jean Marc della ASPTA, ha ricordato che oggi esistono due importanti poli di resistenza ai transgenici, uno è il Brasile per la sua capacità di produzione agricola, l'altro è l'Europa, per la coscienza acquisita dai consumatori che non comprano prodotti transgenici

Con il tema "Terra libera dai transgenici e senza agrotossici", si è chiusa il 9 maggio, la 2° edizione delle Giornate di Agroecologia.
Sono stati realizzati tre giorni di dibattiti, laboratori e mobilitazioni, contro i transgenici e per la costruzione di un progetto popolare per l'agricoltura e per il Brasile.
Il primo giorno c'è stata una manifestazione al centro della città di Ponta Grossa. L'appuntamento era davanti alla cattedrale, dove ciascun partecipante ha ricevuto un piatto in cui era scritto "I transgenici io non li mangio". Si è mosso poi un corteo che ha attraversato le strade principali della città. Alla fine vari prodotti  dell'industria che contenevano transgenici sono stati bruciati. All'inizio della manifestazione erano presenti varie autorità tra le quali il vice-governatore dello stato del Parana, Orlando Pessuti,  che ha riaffermato la determinazione del governo dello stato di mantenere le terre del Parana libere dai transgenici. Era anche presente   Plínio de Arruda Sampaio che ha parlato della  necessità di cambiare il modello agricolo attuale che causa oggi seri problemi, come la fame (poiché si produce per far arricchire le imprese multinazionali e non per alimentare il popolo) e l'uso di agrotossici che causano seri  danni alla natura e alle persone. Per risolvere questi problemi, l'alternativa è fare una vera riforma agraria e mutare il modello tecnologico, ossia  sostituire gli agrotossici con una produzione agroecologica che generi autonomia e sovranità rispetto ai semi e alla produzione agricola.
Ci sono stati importanti dibattiti. Molto applaudito è stato   Peter Rosset che ha detto che la sopravvivenza o il fallimento della Monsanto è nelle mani dei brasiliani,  perché oggi dipende dall'apertura del mercato brasiliano dei semi di soia, che è uno dei maggiori mercati del mondo. Per questo c'è una forte spinta nei confronti del Brasile perché apra ai transgenici.  Jean Marc della ASPTA, ha ricordato che oggi esistono due importanti poli di resistenza ai transgenici, uno è il Brasile per la sua capacità di produzione agricola, l'altro è l'Europa, per la coscienza acquisita dai consumatori che non comprano prodotti transgenici. I produttori statunitensi hanno perso una grossa fetta di mercato poiché producono transgenici; per questo la loro strategia è quella di incentivare la produzione di transgenici in Brasile in modo che l'Europa non abbia la possibilità di comprare prodotti non transgenici.
Nella plenaria finale è stato approvato un documento della Giornata di Agroecologia che riafferma la continuità delle azioni organizzate da più di venti entità organizzatrici dell'evento, con i seguenti obiettivi:

1. Realizzare politiche pubbliche di promozione dell'agricoltura ecologica familiare, con linee di credito assistito, programmi di forniture ad istituzioni pubbliche e popolari per l'eliminazione della fame, agroindustrializzazione comunitaria dei prodotti ecologici,  creazione di corsi di insegnamento medio e universitario in agroecologia e introduzione di questa disciplina nel curriculum scolastico, ridirezionare la ricerca e il settore rurale pubblico.

2. Promuovere in forma permanente la campagna "I semi sono patrimonio dell'umanità", combattere la distruzione delle foreste e impedire la privatizzazione delle acque.

3. Conquistare una riforma agraria di massa che riscatti la dignità di milioni di famiglie e metta fine al latifondo, stabilisca il limite massimo per la proprietà di terra in Brasile.

4. Partecipare alla mobilitazioni internazionali e brasiliane contro l'ALCA e il WTO
- Partecipare alle azioni della Campagna "per un Brasile libero dai transgenici"

- Esigere che il governo federale espropri le aziende che coltivano illegalmente transgenici nel paese

- Stimolare e organizzare occupazioni in aree che contengano coltivazioni di transgenici illegali

Il documento e le mozioni destinate al Presidente Lula e al Governatore   Roberto Requião possono essere lette integralmente al seguente indirizzo:  : www.jornadadeagroecologia.com.br

I 4000 partecipanti hanno poi preso la decisione di distruggere una piantagione di mais transgenico della Monsanto che era a pochi chilometri daL luogo di realizzazione dell'incontro.
 Nel pomeriggio uomini, donne, bambini e  giovani  sono andati in direzione dell'area di esperimenti transgenici. In pochi minuti la piantagione di 10 ettari di mais RR  è stata estirpata e poi bruciata. Così si è chiusa la 2° Giornata di Agroecologia con lo slogan: FUORI LA MONSANTO, VOGLIAMO UN MONDO E UN BRASILE ECOLOGICO E DIGNITOSO, LIBERO PER SEMPRE DAI TRANSGENICI.