bonifiche e bonificati



da e-gazete.it
martedi 18 maggio 2004

DA BAGNOLI A MARGHERA, I RETROSCENA RACCONTATI AL PARLAMENTO

Roma, 17 maggio - Pubblichiamo  il resoconto
stenografico dell'audizione tenuta il 5 maggio 2004 alla
commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti dal direttore generale per la
tutela delle acque interne del ministero dell'Ambiente, Gianfranco
Mascazzini.

Eccone alcuni stralci:

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale per
la tutela delle acque interne (TAI) del Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio, Gianfranco Mascazzini.
Ricordo che la Commissione sta svolgendo specifiche iniziative di indagine
sui sistemi di gestione e sulle modalità di smaltimento dei rifiuti speciali
pericolosi e sulle procedure di bonifica dei siti inquinati di interesse
nazionale.
L'obiettivo dell'attività della Commissione consiste nella verifica delle
attuali forme di smaltimento di tale tipologia di rifiuti, al fine di
acquisire gli opportuni elementi di valutazione, e prospettare quindi
adeguati interventi correttivi in ordine ai profili di criticità riscontrati
ed alle carenze normative che possano talvolta favorire situazioni di
illiceità nella gestione del ciclo dei rifiuti speciali pericolosi.
L'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha
concordato sull'opportunità che la Commissione proceda, nella odierna
seduta, ad una ulteriore audizione del direttore generale del Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio, Gianfranco Mascazzini, già
ascoltato dalla Commissione lo scorso 11 marzo 2004, in ordine alle diverse
problematiche afferenti al complessivo sistema delle bonifiche dei siti di
interesse nazionale.
La Commissione è anche interessata a conoscere in particolare la situazione
inerente al sito di Bagnoli.
Nel rivolgere un saluto e un ringraziamento al dottor Gianfranco Mascazzini
per la disponibilità manifestata, gli do subito la parola, riservando
eventuali domande dei colleghi al termine del suo intervento. Osservo,
peraltro, che il dottor Mascazzini è corredato di straordinarie cartografie.
GIANFRANCO MASCAZZINI, Direttore generale per la tutela delle acque interne
(TAI) del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio. La
ringrazio, presidente, e do inizio alla mia esposizione partendo dal tema di
Bagnoli. Con il termine Bagnoli, in realtà, noi indichiamo due diverse
questioni, una all'interno dell'altra, in una specie di matrioska. C'è un
sito indicato dal legislatore come sito di bonifica nazionale, che è quello
di Bagnoli ex ILVA, e ce n'è uno indicato dal legislatore come sito di
bonifica nazionale che è quello di Bagnoli Coroglio. Bagnoli Coroglio è
un'area più estesa di quella di Bagnoli ex ILVA, che è del tutto integrata e
contenuta nella prima. Sul sito di Bagnoli Coroglio....
ci sono diverse superfici pubbliche, ci sono diverse superfici industriali.
Evidentemente,
su questo grande sito il Commissariato dei rifiuti sta svolgendo una
funzione relativa ai siti pubblici e ai siti marini: abbiamo approvato il
progetto di caratterizzazione degli uni e degli altri e, di conseguenza, con
un tempo che non sarà zero, poiché, come vedete, la superficie è di alcuni
milioni di metri quadrati, si procederà alla caratterizzazione.
È, invece, stato verificato nell'ultima seduta della Conferenza dei servizi
istruttoria che si è tenuta un paio di settimane fa un progetto di
caratterizzazione privato, presentato dalla Cementir, sul quale è stata
fatta una serie di osservazioni ma che è approvabile, a nostro avviso, con
una procedura di integrazione della documentazione medesima. Questo per
quanto riguarda il complesso del sito ........
All'interno di quest'area giace, invece, il sito di Bagnoli ex ILVA e sito
Eternit, per il quale la procedura di bonifica è in corso da molto più
tempo, essendo stata avviata addirittura da accordi sottoposti al CIPE dieci
anni fa, nel 1994. Una procedura molto complessa, che ha visto la
dismissione dell'attività siderurgica su quell'area e, di conseguenza,
l'eliminazione, via via, di tutti i manufatti che giacevano sull'area, la
caratterizzazione della medesima, la presentazione del progetto di bonifica,
l'approvazione di un piano all'interno del quale era compresa anche la
bonifica - piano che, sostanzialmente, vede la bonifica come base ma vede
anche una serie di interventi accessori - e, da ultimo, la costituzione di
una STU, società di trasformazione urbana, da parte del comune di Napoli,
che ha acquisito la proprietà dell'intera area e sta procedendo alla
bonifica della medesima.
La situazione - così come ci risulta da una verifica fatta proprio questa
mattina con il consigliere delegato della società Bagnoli Futura - è la
seguente. È stato affidato l'appalto della direzione dei lavori della
bonifica e la Commissione aggiudicatrice dei lavori pubblici sulla bonifica
ha espresso il proprio parere; ora il consiglio d'amministrazione stava
facendo una valutazione tecnica. Avrebbe rimesso gli atti alla commissione
d'appalto per la definiva aggiudicazione.
PRESIDENTE. Chiedo scusa: cosa significa «direzione dei lavori»?
GIANFRANCO MASCAZZINI, ......
La direzione dei lavori è stata scelta dal soggetto attuatore, Bagnoli
Futura
Spa, ed è un'azienda che procederà, probabilmente, al controllo di tutta
l'attuazione per conto del soggetto committente. È un appalto sottoposto a
norme sui lavori pubblici, di conseguenza il soggetto committente, Bagnoli
Futura Spa, ha agito scegliendo sul mercato, con regole di trasparenza
comunitarie, il soggetto al quale affidare la direzione dei lavori. Mi sono
fatto mandare la documentazione completa...
TOMMASO SODANO. I lavori sono già stati affidati?
PRESIDENTE. Ovviamente, c'è da parte mia grande ignoranza, ma vorrei che ci
spiegasse meglio questo passaggio, cioè come possa essere affidata ad
un'impresa la direzione dei lavori.
GIANFRANCO MASCAZZINI, ......
Si tratta di una società di ingegneria che fa esclusivamente direzione dei
lavori. Non
c'è commistione fra progettista, direzione dei lavori, collaudo, esecuzione.
Hanno scelto un direttore dei lavori e, siccome l'importo era rilevante,
hanno dovuto affidare l'incarico mediate gara.
PRESIDENTE. Quindi, preventivamente la direzione lavori, poi c'è da affidare
il lavoro.
GIANFRANCO MASCAZZINI, ...
È stata fatta, è stata completata, sono state aperte le buste, per così
dire, della
gara, e la commissione aggiudicatrice ha dato il suo responso alla società
Bagnoli Futura. La Bagnoli Futura sta svolgendo accertamenti. Siccome pare
siano tre, come mi è stato spiegato questa mattina - neanche io, purtroppo,
sono esperto di legislazione in materia di lavori pubblici - dal consigliere
delegato, stavano svolgendo l'accertamento previsto dalla normativa nel caso
in cui siano meno di tre, per evitare, sostanzialmente, l'offerta anomala.
Mi è stato assicurato che è stata data massima trasparenza a tutte queste
fasi della gara ed ho chiesto che mi venissero trasmessi questa mattina
stessa, via fax, tutti i comunicati stampa finora rilasciati dalla società
medesima sulla procedura. Li consegno alla Commissione.
........
GIANFRANCO MASCAZZINI,......
 Purtroppo, la nostra attività comincerà dopo, quando ci sarà un soggetto
vincitore.
PRESIDENTE. E c'è stata anche prima, sulla caratterizzazione.
GIANFRANCO MASCAZZINI C'è stata una lunghissima attività, fino a pagare
l'anticipazione. Poi abbiamo questa interruzione per la scelta del soggetto
vincitore
e del direttore lavori.
Dopo di che, evidentemente, ci sarà la fase della definizione di un progetto
esecutivo. Indi, cominceranno i lavori. Questa dovrebbe essere la procedura.
DONATO PIGLIONICA. Posso chiedere se questi lavori si riferiscono ancora a
fondi pubblici e se sono quelli assegnati con l'ultima legge su Bagnoli o se
fanno riferimento a fondi residui, preesistenti?
GIANFRANCO MASCAZZINI......
Sono fondi pubblici. Sono i fondi pubblici su Bagnoli: i 150 miliardi per
completare il
piano originario. Questi 150 miliardi non si riferiscono solo alle attività
di bonifica, ma sono il contributo dello Stato per il completamento degli
interventi e riguardano, ad esempio, 500 o 600 mila metri cubi della vecchia
acciaieria, che in parte è stata mantenuta in vita come monumento di
archeologia industriale. Dunque, tutte le opere sono comprese in questo
piano, la cui attuazione riceverà un contributo a stato di avanzamento
complessivo da parte dello Stato fino alla concorrenza di 150 miliardi di
vecchie lire, di conseguenza, nell'attuazione del piano è prevista anche la
bonifica, che è parte essenziale per la trasformazione urbana. Questo è il
quadro allo stato attuale.
Sull'esterno - ripeto - ci sono evidentemente problemi. Nel corso della
conferenza istruttoria, in cui sono presenti anche soggetti privati,
proprietari di altre aree, abbiamo riscontrato qualche nervosismo, ma lo
stato di fatto è tale da farci pensare che si cominci finalmente a definire
anche il quadro del contorno e non solo quello dell'isola puntuale su sito
ex ILVA ex Eternit, sul quale lo Stato interviene in termini di
finanziamento.
DONATO PIGLIONICA. Posso anche chiedere se è presumibile la quantità di
materiale che risulterà da queste operazioni di bonifica e se è già
predisposta la discarica per riceverlo?
GIANFRANCO MASCAZZINI,.......
Negli accordi di programma che furono stipulati, il comune avrebbe dovuto
individuare il sito e la regione avrebbe dovuto fornire i mezzi finanziari,
in modo da poter gestire al puro costo il trasferimento dei rifiuti
derivanti dall'attività di bonifica in questo nuovo sito: noi continuiamo a
fare sollecitazioni perché questo passaggio si completi. Attenzione: non è
che il giorno successivo al completamento del passaggio formale potrà
esserci la discarica, perché questa, purtroppo, va attrezzata. C'è da dire
che anche la progettazione esecutiva richiede un certo tempo; di
conseguenza, immaginiamo che in quattro mesi, da che ci sarà
l'aggiudicazione formale, ci sia il progetto esecutivo e ci auguriamo
vivamente che negli stessi quatto mesi ci sia la realizzazione della
discarica. Altrimenti, ci troveremo con dei problemi di attuazione.
DONATO PIGLIONICA. Poiché in Campania viviamo tutti i giorni la difficoltà
di identificare dei luoghi in cui discaricare i rifiuti solidi urbani,
vorrei sapere se, invece, sia stato risolto il problema di dove collocare
dei rifiuti speciali.
GIANFRANCO MASCAZZINI,.......
Allo stato, temo che questo problema della collocazione del materiale non
sia stato
ancora risolto. È un lavoro in progress, stiamo cercando di individuare
tutti i soggetti, quelli che hanno svolto o svolgono attività tali da poter
in qualche modo aver inquinato: a questi chiediamo l'intervento finanziario,
anche di caratterizzazione; su tutti gli altri siti, agricoli, residenziali
e pubblici interviene direttamente il commissario con la caratterizzazione.
Come vedete dalla cartografia, è un'area molto estesa, che comprende
addirittura Agnano. Questa era stata la perimetrazione definita con il
comune di Napoli e, a nostro avviso, è opportuno che ci sia chiarezza
sull'intero comparto.
Il secondo problema di interesse della Commissione mi pareva fosse Venezia,
più esattamente Marghera. La situazione è molto complessa, anche se devo
dire che si è, forse, in presenza di qualche elemento di reale novità. È
stato difatti approvato definitivamente il cosiddetto master plan e tra
tutte le parti pubbliche presenti è stata trovata una mediazione idonea,
tanto che è stato approvato con voto unanime. C'è stata soltanto, in sede di
votazione, una riserva da parte del comune di Venezia, ma più in generale
sul problema specifico che riguarda l'utilizzo della cassa ricolmata A, sita
in comune di Mira, per la collocazione dei sedimenti di tipo C Venezia
oppure B 471, perché c'è stato un lungo dibattito con il comune, ci sono due
casse ricolmate ............, però direi che il passo avanti è molto
significativo.
Quella che vi sto indicando è la zona di Marghera, che in altre carte vedete
tutta quanta isolata, come è stato previsto nel master plan, in cosiddette
macro isole, che servono per circondare le aree inquinate, in modo da
gestirle quasi in maniera indipendente; cioè, ciascuna parte di territorio
viene racchiusa in un marginamento impermeabile innestato nello strato
di argilla che c'è sul fondale veneziano, ad una certa profondità, un po'
diversa da posto a posto,e, di conseguenza, si formano delle specie
di scatole all'interno delle quali viene, per il momento, ingabbiato
l'inquinamento, evitando il primo grande rischio, che è quello della
fuoriuscita verso le acque lagunari, che purtroppo oggi è in corso.
Il magistrato alle acque ha svolto accertamenti al riguardo e, purtroppo, è
risultato che da vari punti della cosiddetta terraferma fuoriescono nelle
acque lagunari inquinanti di ogni genere e natura. Questo discorso sta
facendo dei passi avanti. Stiamo dicendo, sostanzialmente, che noi
accettiamo come messa in sicurezza di emergenza, come modo eccellente della
messa in sicurezza di emergenza, il marginamento che il magistrato alle
acque ha progettato e sta realizzando, evidentemente con problemi di
tempistica e con problemi finanziari, poiché si tratta di interventi di
rilevante onerosità e complessità tecnica. Questo significa che alcuni
marginamenti non potranno essere previsti prima del 2008-2010. Di
conseguenza, noi diciamo che i marginamenti che il magistrato alle acque
riesce a fare entro la fine del 2004 rappresentano certamente una soluzione
eccellente di messa in sicurezza di emergenza, perché verso l'interno delle
isole ci sono, poi, tutti i sistemi di pompaggio e, pertanto, la falda viene
totalmente governata, non passa verso la laguna e viene risucchiata e
inviata al trattamento. Là dove l'intero isolamento non può essere
realizzato in tempi rapidi, si è chiesto alle aziende di farlo loro o di
realizzare almeno una serie di sbarramenti attraverso pozzi di emunzione,
altro classico sistema, certamente meno sicuro del marginamento previsto dal
magistrato alle acque, ma comunque un buon sistema di controllo delle falde
inquinate. Su questo è in corso la solita schermaglia, perché stiamo
cercando di imporre a tutti i soggetti individuati dallo stesso comune di
Venezia come soggetti presenti in quest'area, naturalmente laddove
necessario, queste misure di messa in sicurezza di emergenza.
Sotto il profilo della caratterizzazione stiamo già andando verso la
caratterizzazione al 50-50, cioè una caratterizzazione integrativa rispetto
a quella che è già stata fatta e che dovrebbe portarci ad avere, per la fine
dell'estate, la disponibilità di dati estremamente puntuali. Cioè, ogni
2.500 metri quadrati si fa una carota; ogni carota ha tre livelli di
controllo; su ogni livello di controllo si fanno una trentina di esami
analitici; ogni certo numero si fa un piezometro, si estrae la carota e la
si usa per l'analisi, e si controlla anche la falda. Evidentemente, finisce
con il diventare un sistema che consentirà, per prima cosa, di fare un
progetto preliminare di bonifica adeguato ad è una realtà di inquinamento
che tutti riconosciamo, con un termine generico, essere elevata, ma che
dobbiamo conoscere in termini di puntuale collocazione, di livelli e
quant'altro. Dopo di che, dal progetto preliminare di bonifica,
probabilmente a fine estate, potremmo partire per immaginare il tempo, le
modalità e i costi per la realizzazione dell'intervento.
Stiamo insistendo in maniera particolare, con molta determinazione - lo
abbiamo fatto lunedì 3 maggio con una conferenza di servizi istruttoria e
poi con una decisoria - sul discorso del vecchio petrolchimico, che è una
delle aree sulle quali la città pone le più vicine prospettive di sviluppo.
Abbiamo deliberato di chiedere alla società, che in questo caso è Syndial
(l'Enichem, per intenderci), di giungere entro 15 giorni, se non ricordo
male, alla presentazione del progetto di decommissioning e di demolizione di
tutto il sovrasuolo, in modo da avere una area perfettamente controllabile,
e poi di avere il progetto preliminare di bonifica della falda e il progetto
preliminare di bonifica del suolo: il primo dovrebbe essere pronto entro 20
o 30 giorni, mentre il secondo, siccome richiede la caratterizzazione 50-50,
arriverà fra tre o quattro mesi. Tutto questo, però, senza fermarci ad
aspettare le demolizioni; cioè, la fase della decontaminazione dei serbatoi,
di tutto l'amianto e di tutto quello che è sopra il suolo e la loro
demolizione, con la messa a piano campagna, ci consentono di guadagnare
tempo successivo: mentre si progettano le altre fasi, questa fase dovrebbe
essere seguita.
Abbiamo avviato anche l'approvazione del progetto di caratterizzazione
sull'area comunale di 43 ettari, pertanto stiamo movimentando situazioni che
portano a parlare, tra all'una e l'altra, di un centinaio di ettari; tra
vecchio petrolchimico e la parte di 43 ettari stiamo immaginando di arrivare
finalmente ad un risultato su una superficie significativa. Significativa in
assoluto, anche se in termini relativi è sempre parziale.
A Venezia è emerso, nell'ultima conferenza dei servizi, una problema che, in
realtà, conoscevamo da tempo: il problema dei sedimenti inquinati. Dalle
indagini svolte dal Magistrato alle acque e dalla autorità portuale si
stimano oltre due milioni di metri cubi di sedimenti inquinati a livelli
tali da non poterne consentire il reimpiego nell'ambito della
conterminazione lagunare, cioè devono essere o sottoposti a trattamento o,
comunque, portati...
MICHELE VIANELLO. Mi risultava che fossero sei milioni.
GIANFRANCO MASCAZZINI,.........
No, due sono peggio di C, poi ci sono quelli meglio di C, per un totale di
sei e
mezzo-sette. Ci sono sette milioni di metri cubi di sedimenti nei canali: di
questi, pochi sono tal quali riutilizzabili per fare barene; una quota
notevole è riutilizzabile in sostituzione in una cassa ricolmata A, non
appena si movimenterà questa operazione; c'è una quota, peraltro, che non è
mobilitabile in questo modo, perché è da asportare e bonificare, non la si
può gestire all'interno della laguna perché sarebbe non solo contro le leggi
ma anche contro ogni regola di buon comportamento tecnico. In particolare,
questo problema si sta presentando in alcuni canali, Brentella, Brentelle e
tutti i canali industriali, per così dire, che hanno una lunga tradizione di
attività ed anche, purtroppo, una lunga tradizione di inquinamento, per cui
questi strati di sedimenti sono pesantemente inquinati.
Una situazione particolarissima si pone in un'area che l'autorità portuale
di Venezia intende dedicare ad un ampliamento della propria superficie, il
cosiddetto Molo Sali. La rettifica del Molo Sali porterebbe ad acquisire una
superficie portuale di novantamila metri quadrati circa ed una capacità
volumetrica, attraverso la realizzazione della cassa ricolmata, di circa 700
mila metri cubi; potrebbe rappresentare la realizzazione di un obiettivo
molto importante per il porto, perché questo è stato recentemente
penalizzato da una riduzione dei fondali che ha portato la Capitaneria di
porto a ridurre il pescaggio delle navi ammessi laguna. Di conseguenza,
tutti stiamo occupandoci con molta intensità di questo problema della
rettifica del cosiddetto Molo Sali.
Dalle analisi presentate nell'ultima conferenza dei servizi risulta,
purtroppo, che lo strato superficiale dei sedimenti sul fondale del
cosiddetto allargamento è, almeno per circa tre metri di spessore, a pesante
inquinamento. Di conseguenza, questi sedimenti devono essere rimossi: non è
una novità, sapevamo che la bonifica di Venezia è anche bonifica dei suoi
fondali. Abbiamo innanzitutto preso atto del progetto dell'autorità portuale
sotto il profilo, per così dire, che non incide certamente in maniera
negativa sulla attuazione della bonifica della laguna e, di conseguenza,
abbiamo dichiarato che la caratterizzazione svolta era stata svolta
correttamente e poteva essere integrata utilmente, senza spingersi a grandi
profondità ma limitandosi a sei metri, fino ad arrivare praticamente di
intercettare il sedimento non più inquinato. Questa è stata la principale
cosa che si è fatta. Dopo di che, è stato deciso di demandare alla regione
Veneto, al magistrato alle acque di Venezia e all'autorità portuale la
definizione di un possibile accordo interistituzionale, come altri se ne
sono fatti nell'ambito lagunare, al fine di operare tutti assieme per
intervenire il più rapidamente possibile, fornendo risorse finanziarie e,
naturalmente, da parte dei soggetti che saranno incaricati all'esecuzione
dei lavori, il lancio di una opportuna gara per ad asportare lo strato
superiore: per 90 mila metri quadrati di superficie, con uno strato di tre
metri la stima è di un totale di trecentomila metri cubi.
È evidente che il problema finanziario è molto rilevante: una gara ben fatta
potrà darci punti di riferimento molto importanti, purtroppo, però, siamo
arrivati al finale; senza questo passaggio della gestione dei sedimenti ad
alto inquinamento non riusciamo a procedere; siamo arrivati ad un nodo:
ormai lo conosciamo in maniera precisa e puntuale, sappiamo la sua
dimensione, sappiamo la sua gravità, dobbiamo scioglierlo. Come voi sapete,
le risorse in parte sono già state trasferite alla regione Veneto da parte
del Ministero dell'ambiente: si tratta dei 141 miliardi famosi, che
evidentemente devono servire a tante cose ma che, per fortuna, a Venezia si
cumulano con altre possibili risorse di altri soggetti. Non possiamo
dimenticare che in questo caso la realizzazione dell'opera ha anche un
significato di portualità. Poi, se togliamo 300 mila metri cubi di sedimenti
ad alto inquinamento, possiamo trasferire 300 mila metri cubi in più di
sedimenti a basso inquinamento; di conseguenza, agli effetti della laguna il
beneficio è di un milione trecentomila metri cubi di sedimenti di diverso
inquinamento che vengono tolti dai canali lagunari e portuali e mesi in modo
da non dare più fastidio: 300 mila fuori per il trattamento per l'alto
inquinamento, circa un milione rifluiti nella cassa ricolmata, il cui
potenziale viene evidentemente aumentato abbassando fondali. A questo punto,
probabilmente anche in termini economico-finanziari il discorso cambia
aspetto, perché si lega insieme una operazione di portualità già finanziata
con una operazione di bonifica che, comunque, va assolutamente eseguita in
termini preliminari. Su Venezia ci sarebbe da parlare per ore!