dalla nuova del 14\9\2004



La Regione faccia chiarezza sugli insediamenti a S.Stefano»   

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 Una commissione venuta dagli alti comandi di Napoli ha rotto gli indugi,
ed invece di presentare pubblicamente, come previsto sino ad ieri, la sesta
verità sul progetto del Pentagono nella cimosa costiera a levante di Santo
Stefano, annuncia l?inizio dei lavori.
 Di fatto i lavori sono già stati avviati da tempo con i preliminari della
predisposizione della strada che dalla banchina di Villamarina, a nord est
di Santo Stefano, conduce alla base statunitense passando per monte Zucchero.
Ma soprattutto sono già in esercizio i 12 nuovi generatori Cummins da 900
Kw ed i 6 Carterpillar da 1000 Kw, rispetto a vecchi 6 Cummins da 1000 Kw.
 Il progetto di migliorie/ristrutturazione/riqualificazione infrastrutturali
con potenziamento volumetrico, proseguirà con l?edificazione di quasi 50.000
metri cubi di cemento armato rispetto ai circa 4.000 mc preesistenti anch?essi
in muratura ed i 16.000 mc di ferraglia indecente, non computabile per legge
ma computati per truffa dai comandi statunitensi e, quel che è peggio, anche
dagli italiani che avevano la coda di paglia della responsabilità di quello
sconcio.
 Le cifre approssimative sono obbligate per la girandola di numeri, come
nel truffaldino gioco delle tre carte, che vari documenti, tutti ufficiali,
hanno messo in campo anche con i decimali e le virgole. E tra le tre carte
ha vinto l?ultima a stelle e strisce, calata dalla Us Navy per uso politico
dell?ex presidente Masala. Questa computava addirittura come volumetria
preesistente i metri cubi di merce accatastata all?esterno, nei piazzali
antistanti i prefabbricati, e ne ha conteggiato ben 16.281 mc, facendo vincere
la truffa che vorrebbe addirittura una diminuzione del 15% di volumetria
dell?ultimo e sconosciuto progetto rispetto allo stato attuale. La Marina
italiana a suo tempo aveva invece ufficialmente calcolato un incremento
del 25%, pur computando abusivamente due volte una nave-bettolina di ben
10477 mc.
 La giunta regionale di destra aveva deciso di essere connivente con i trucchi
volumetrici e, senza alcun controllo, ha aderito il 14 gennaio 2004 alla
verità di Stato secondo cui il nuovo progetto prevedeva una riduzione di
volumi. Ha tentato di far credere che così soddisfava l?impegno della mozione
del consiglio regionale del dicembre 2002, che lo impegnava a rigettare
qualsiasi ipotesi di ampliamento della base di S. Stefano. In occasione
dell?accordo romano un funzionario della presidenza della Regione ha addirittura
firmato un testo con un altro funzionario della presidenza del consiglio
dei ministri, in cui il primo rinunciava formalmente all?opposizione che
la Regione aveva proposto a Berlusconi avverso la decisione del ministro
della Difesa. Masala ha così rinunciato alla facoltà di legge di sedere
in consiglio dei ministri per ridiscutere il progetto e chiedere, sempre
per facoltà di legge, di conoscere i termini degli accordi segreti su La
Maddalena/S. Stefano per poter valutare la corrispondenza del progetto a
quanto si pretendeva vi fosse previsto.
 La nuova giunta regionale, ed in particolare il suo nuovo presidente, ha
tutte le ragioni politiche e giuridiche per rivedere questa che è una delle
più vergognose pagine della passata legislatura. Riaprire un tavolo con
il governo è ancora possibile anche sulla base delle previsioni sottoscritte
dalla presidenza del Consiglio dei ministri di prendere in considerazione
le esigenze del territorio rispetto al progetto Usa. Anche in sede tecnica
Soru ha la facoltà per legge di richiedere la riconvocazione del Comitato
sulle servitù militari, possibilmente ricomposto con la novità politica
nel frattempo succeduta. Secondo l?accordo del 14 gennaio, infatti, è stato
redatto un nuovo progetto dalla US Navy che «non prevede alcun potenziamento
della struttura esistente». In sede di ultimo comitato, invece, era stato
presentato e bocciato un progetto diverso, che anche i documenti della marina
militare italiana presentavano con un incremento volumetrico del 25%.
 È obbligo di legge che il nuovo progetto abbia il parere dello comitato
stesso. Il protocollo d?intesa dello scorso gennaio prevede, inoltre, la
piena disponibilità del ministro della Difesa a «fare propri tutti i suggerimenti
e le migliorie progettuali» che la Regione vorrà proporre. Questa Regione
ha quindi la possibilità di conoscere il nuovo progetto per poter elaborare
le proprie proposte.
 I motivi politici per l?intervento del presidente Soru ci sono, come pure
i motivi giuridici. Non dovrebbe mancare la volontà politica, purché tutto
avvenga con la dovuta tempestività.
 Salvatore Sanna ex membro del comitato paritetico sulle servitù militari