Re: L'ALTRA FACCIA DI CUBA



Sinceramente non capisco perke' accusi l'Arcigay di denunce false. La posizione dell'Arcigay e' questa http://www.arcigay.it/show.php?912 e mi sembra abbastanza conforme a quello ke hai detto tu tranne sui diritti di espressione, riunione e associazione (ke cmq sono violati anke in altri ambiti non certo solo in ambito di associazioni omosessuali....)
L'articolo ke ho inviato e' invece critico nei confronti delle conclusioni dell'Arcigay perke' ci sarebbero state denunce di transessuali arrestate xke' si prostituiscono. Da quello ke hai detto tu nn si capisce se ad essere puniti per la prostituzione debbano essere coloro ke costringono/spingono gli altri a prostituirsi o i/le prostituti/e stessi/e. Nel caso tu ritieni legittimo sbattere in gattabuia ki sceglie liberamente di prostituirsi (e nn diciamo scemenze... sappiamo tutti ke a Cuba la prostituzione e' ben diffusa e le autorita' kiudono non uno ma due okki perke' sanno ke attira turismo) probabilmente riterrai anke legittimo sbattere in gattabuia i tossico dipendenti... insomma un bel mix di proibizionismo da far invidia a Giovanardi, Bossi e Fini. 

Lasciamo stare il discorso sui popoli ke si "scelgono" le costituzioni... nn capisco come un popolo possa "scegliersi" la costituzione in assenza di uno spazio pubblico e perenne di discussione libera dove tutti possano esprimersi senza essere intimiditi e sbattuti in cella a seconda dell'umore del capo; e in assenza di strumenti democratici ke permettano loro di scegliere veramente e in modo vincolante. Ma questo e' altro discorso, so gia' in partenza ke e' inutile anke solo aprirlo... --_--
Ciao
**************
Fabio Quattrocchi
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  ----- Original Message ----- 
  From: Pierluigi Ferrara 
  To: dirittiglobali at peacelink.it 
  Sent: Tuesday, October 05, 2004 3:41 PM
  Subject: Fw: L'ALTRA FACCIA DI CUBA


  Riportato su http://www.erroneo.org/Articolo668.html un articolo sugli omosessuali cubani:



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    TRATTO DAL SITO DEI COMUNISTI ITALIANI.
    (N.B. in cui non sono riuscito a rintracciare il link 
     dell'articolo sotto riportato)

    Inviato da : R.Carena @ Giovedì, 18 Settembre 2003 - 15:17
    (N.B. Portavoce Nazionale "Pasolini" http://it.geocities.com/pasolini_pdci
     che mi ha confermato personalmente l'autenticità dell'articolo sotto riportato)
    ------------------------------------------------
    531 Letture {article-edit-del}
    La condizione di gay, lesbiche e transessuali a Cuba
    |

    Dopo la denuncia dell'Arcigay italiana sulle condizoni di vita degli
    omosessuali a Cuba, alcuni rappresentanti di associazioni glbt 
    (Gay Lesbiche Bisex Trans*) si sono
    incontrati con dei rappresentanti del governo cubano.

    Il resoconto scritto di Rosalba Carena, portavoce nazionale Pasolini.


    Domenica 20 luglio alle ore 17, presso l'Ambasciata di Cuba a Roma, si è
    tenuto un'incontro riguardante la vita, i problemi e le discriminazioni dei
    gay, delle lesbiche e dei transessuali a Cuba.

    Quest'incontro era stato richiesto dal Pasolini - Coordinamento gay,
    lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender del Partito dei Comunisti
    Italiani e da Informagay - Associazione storica del movimento gay italiano.

    All'incontro ero presente io per il Pasolini ed a nome di Informagay e
    Fabrizio Casari(Responsabile dei rapporti con l'America Latina del Partito
    dei Comunisti Italiani). Per il governo cubano erano presenti Hugo Ramos
    Milanés (consigliere politico), José Carlos Rodriguez Ruiz (consigliere
    culturale), Elvira Pena Hernandez (addetta stampa)accompagnati da Mariela
    Castro Espin, presidente del Centro Nazionale di Educazione Sessuale.

    L'incontro, volto ad ottenere dai rappresentanti del governo cubano
    chiarimenti sulla reale situazione degli omosessuali e, nel contempo,
    finalizzato a gettare le basi per una collaborazione tra le due associazioni
    glbtt italiane e gruppi omosessuali cubani, è stato cordiale e proficuo.

    Informazioni minime necessarie.....

    E' stato chiarito che a Cuba non esiste nessuna legge che discrimina i gay,
    le lesbiche e/o i transessuali. I cubani hanno definito "vecchio e superato
    da trent'anni" quanto apparso nell'appello di Arcigay, diffuso per
    protestare contro la manifestazione del 28 giugno (2003) in favore di Cuba.
    Nell'appello dell'associazione si scriveva che : "....l'art.303 del Codice
    Penale tuttora in vigore punisce con un anno di carcere chi rende pubblica
    la propria omosessualità, così come chi fa "avances amorose omosessuali".
    Questo impedisce agli omosessuali cubani di rendersi visibili, vivere
    liberamente la propria identità e le proprie relazioni.

    In realtà, il Codice Penale (consultabile all'indirizzo: gacetaoficial.cu)
    all'art. 299 stabilisce punizioni severe per l'omosessualità quando
    esercitata con violenza e/o intimidazione, o quando la vittima sia persona
    privata della ragione ed incapace di resistere. Posizione riconfermata anche
    dal successivo art. 300, che punisce l'abuso lascivo di una persona del
    proprio o dell'altro sesso quando ricorre la circostanza prevista dal comma
    1 dell'art. 298 (che sancisce pesantemente i rapporti sessuali con minori).
    L'art. 303 prevede invece la reclusione da tre mesi ad un anno per chi
    molesta, con allusioni sessuali sul luogo di lavoro, un subordinato (punto
    a); chi offende il pudore e il buon costume con esibizioni o atti osceni
    (punto b); chi produce e mette in circolazione film, giornali, pubblicazioni
    e quant'altro risulti osceno e tenda a degradare i costumi (punto c). Da
    tutto ciò si evince che la situazione è, a livello giuridico, assolutamente
    diversa da quanto dichiarato da Arcigay.

    Certo, in passato la legislazione cubana prevedeva - come altri paesi del
    mondo e dell'Europa stessa - norme fortemente discriminatorie nei confronti
    di omosessuali e transessuali, ma da oltre venti anni non è più così. A
    Cuba, come altrove, nel corso dei decenni sono state apportate modifiche
    sostanziali che possono essere così riassunte: 1975: la Corte Suprema Cubana
    annulla la Risoluzione n. 3 del Consiglio della Cultura (sostituito
    successivamente dal Ministero della Cultura) che applicava la dichiarazione
    del Congresso Culturale del 1971, che limitava gli omosessuali nel campo
    dell'arte e dell'educazione.
    1979: il nuovo Codice Penale depenalizza l'omosessualità.

    2002: viene proclamata la nuova Costituzione, dove all'art. 42 si stabilisce
    che "ogni discriminazione causata da razza, sesso, colore della pelle,
    origini nazionali, credo religioso e qualsiasi altra causa lesiva della
    dignità umana è punita a norma di legge" e che "le istituzioni statali hanno
    il compito di educare tutti i cittadini al principio dell'uguaglianza d'ogni
    essere umano".
    Infine, secondo un'ONG statunitense operante sul tema dei diritti umani,
    Cuba è oggi uno dei pochi paesi dove si registrano solo limitate violazioni
    dei diritti degli omosessuali ed il Centro Nazionale di Educazione Sessuale
    è stato attivato con il compito prioritario di riuscire a combattere un
    atteggiamento molto forte e presente in tutta l'America Latina, fondato sui
    pregiudizi, i tabù e la difficoltà di un glbtt ad interagire con la propria
    famiglia e con una società machista e patriarcale (problematica tipica dei
    paesi di cultura latina, Italia compresa).

    Nel 1981 il libro "In Difesa dell'Amore" della dottoressa Sigfried Schnabi,
    la quale afferma che "l'omosessualità non è un infermità ma una variante
    della sessualità umana", non solo non subì assolutamente alcuna censura del
    governo, ma ha ottenuto e ottiene un enorme successo editoriale, risultando
    uno dei libri più venduti a Cuba. Inoltre a Cuba un transessuale, che abbia
    effettivamente iniziato un percorso per il cambiamento di sesso, può
    ottenere il nuovo documento d'identità ancora prima di effettuare
    l'operazione (in Italia lo si ottiene - se va bene - sei mesi dopo
    l'operazione).

    Infine, ma non meno importante, il Centro Nazionale di Educazione Sessuale
    sta collaborando con gruppi di gay e di lesbiche al fine di aiutarli a
    migliorare la propria condizione sociale e familiare.

    Alcune brevi considerazioni....

    Dopo quest'incontro, dopo aver letto attentamente la Costituzione, il Codice
    Penale e il Codice Civile della Repubblica Cubana, mi domando come è
    possibile che siano state scritte tante menzogne sulla presunta
    discriminazione degli omosessuali.

    Non è vero che non esistono gruppi di glbtt: è vero che non sono costituiti
    come le associazioni qui in Italia, ma si riuniscono e lavorano senza che
    questo non venga loro assolutamente impedito.

    Non è vero che un glbtt finisce in galera a causa del proprio orientamento
    sessuale.

    Non è vero che i rapporti omosessuali siano contrastati e puniti per legge.

    Certamente è contrastata in maniera dura ogni prostituzione, anche quella
    omosessuale, com'è contrastato duramente ogni atto di pedofilia: questo, a
    mio avviso, è assolutamente giusto.
    Tutto quello che è stato scritto su Cuba, su come fossero discriminati gli
    omosessuali, sono cose successe nei primi anni della Rivoluzione e sarebbe
    stupido negarlo, ma da molti anni non è più così.

    Ciò non significa che i cubani siano la patria della tolleranza e del
    rispetto verso le differenze sessuali. Un popolo all'interno del quale
    convivono il sincretismo religioso e la laicità del pensiero, che rivendica
    le sue radici culturali, religiose, i suoi costumi e le appartenenze di ogni
    popolo importato con la forza dalla storia del colonialismo europeo, risente
    tanto delle sue idiosincrasie come della multiculturalità dettata dalla sua
    storia. La liberalità dei suoi comportamenti sessuali risente anche di
    questo, in una convivenza a volte contraddittoria e curiosa della libertà
    sessuale accompagnata da pregiudizi di natura sessuofobica. Non sarebbe
    difficile conoscere persone assolutamente evolute sotto il profilo del
    rispetto e del riconoscimento di ogni sessualità; contemporaneamente, non mi
    stupirebbe incontrare un cubano/a che odi gli omosessuali, che li consideri
    devianti, da curare o da punire: questo succede ovunque, perché
    l'atteggiamento dell'essere umano nei confronti dell'orientamento sessuale è
    vario. Se però il tema è il presunto legame tra sistema politico e
    intolleranza per i diritti civili, allora sarà bene ricordare che, in alcuni
    Stati degli Usa, solo in questi giorni è stato abolito il reato di sodomia,
    precedentemente punito con pene durissime, anche se praticato tra le mura di
    casa.

    Per dipanare ogni dubbio, oltre al caso degli Usa, è opportuno citare altri
    paesi - su tutti l'Iran o l'Egitto, quest'ultimo autentico bastione della
    democrazia occidentale in Medio Oriente - dove forse esistono leggi che
    discriminano e prevedono pene forti nei confronti di persone omosessuali.
    L'Irlanda, come l'Italia, sono paesi in cui formalmente non esistono leggi
    che ci discriminano, ma dove la cultura popolare non permette certamente
    un'esistenza facile alle persone glbtt. Formalmente poi neanche tanto, dal
    momento che è stato recentemente varato un Decreto Legge che prevede nel
    campo del lavoro non solo discriminazioni basate sull'orientamento sessuale,
    ma anche dovute al credo religioso, ad handicap fisici, psichici e
    addirittura alle proprie convinzioni personali.


    Vi sono infine altri paesi dove vigono leggi che tutelano le coppie glbtt,
    ma sono leggi ottenute dopo anni di battaglie e di lotte legali anche dure e
    difficili, affiancate da battaglie culturali che non sempre si sono vinte.
    Dopo queste informazioni che ho avuto su Cuba e sulla legislazione cubana in
    merito ai glbtt mi sorge spontanea una domanda: ma qual era il vero scopo di
    tutta questa propaganda contro Cuba? Era quello di fare abolire leggi
    discriminanti nei confronti dei glbtt? Mi spiace ma vi siete svegliati con
    qualche trentennio di ritardo... Ci hanno pensato da soli! Sarei ipocrita se
    dicessi di credere che personaggi del calibro di Franco Grillini e Sergio Lo
    Giudice, da anni a capo della più grande associazione gay italiana e vicini
    al più grande partito della sinistra italiana, possano aver lanciato una
    così acre battaglia contro il sistema socialista cubano senza aver a loro
    volta reperito informazioni sulla legislazione cubana vigente. Pertanto sono
    indotta a credere che un simile accanimento, proprio in occasione di dure
    prese di posizione da parte del partito Ds, abbia un valore meramente
    proditorio, atto a tener il bordo al partito di riferimento
    dell'organizzazione Arcigay, i Ds per l'appunto. Una sorta di contributo
    associativo (dovuto?) alla forsennata e isterica campagna dei Ds contro
    Cuba.

    Un simile atteggiamento, oltre a ledere l'autonomia e la laicità
    dell'Arcigay, scredita fortemente a livello nazionale ed internazionale
    questa associazione, attualmente l'unica ad avere un "potere contrattuale"
    per difendere i diritti delle persone glbtt in Italia. Sarebbe importante
    che detti dirigenti intraprendessero, come il coordinamento Pasolini ed
    Informagay, la strada del dialogo con le istituzioni cubane, riformulando i
    propri pesanti e menzogneri giudizi sulla base di dati reali. Si tratta di
    dialogare per aiutare i glbtt a Cuba, non il Dipartimento di Stato Usa
    contro l'isola.

    Il coordinamento Pasolini, in collaborazione con Informagay, è pronto a
    contattare i gruppi glbtt cubani per fornire il giusto sostegno alle loro
    battaglie, così come accetta l'invito al dialogo ed alla cooperazione
    proposto dal Centro Nazionale di Educazione Sessuale della Repubblica
    Cubana. Su questo tema è in fase di avviamento un progetto per un percorso
    comune con il gruppo glbtt della Pds tedesca e la porta sarà aperta a tutti
    quei partiti - e a quelle associazioni - che desidereranno, senza prese di
    posizioni ideologiche e preconcette contro il sistema, di apportare
    miglioramenti alle condizioni di vita delle persone glbtt a Cuba, come nel
    resto del mondo.

    Sarebbe davvero bizzarro, dopo una vita spesa ad esigere rispetto per le
    nostre diversità, negare rispetto per un diverso sistema politico e sociale.

    Credo che chiunque di noi, se realmente ha a cuore i diritti civili, debba
    abbandonare la supponenza occidentale di vivere nella migliore società del
    pianeta e saper comprendere i contesti in cui operare, tenendo presente che
    noi non siamo portatori di civiltà, ma portatori di rispetto delle
    differenze, delle diversità, delle civiltà e delle culture altrui dalle
    quali abbiamo ancora molto da imparare!

    di Rosalba Carena

    TRATTO DAL SITO DEI COMUNISTI ITALIANI.

    Inviato da : R.Carena @ Giovedì, 18 Settembre 2003 - 15:17