Fw: L'ALTRA FACCIA DI CUBA



Riportato su http://www.erroneo.org/Articolo668.html un articolo sugli omosessuali cubani:



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  TRATTO DAL SITO DEI COMUNISTI ITALIANI.
  (N.B. in cui non sono riuscito a rintracciare il link 
   dell'articolo sotto riportato)

  Inviato da : R.Carena @ Giovedì, 18 Settembre 2003 - 15:17
  (N.B. Portavoce Nazionale "Pasolini" http://it.geocities.com/pasolini_pdci
   che mi ha confermato personalmente l'autenticità dell'articolo sotto riportato)
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  531 Letture {article-edit-del}
  La condizione di gay, lesbiche e transessuali a Cuba
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  Dopo la denuncia dell'Arcigay italiana sulle condizoni di vita degli
  omosessuali a Cuba, alcuni rappresentanti di associazioni glbt 
  (Gay Lesbiche Bisex Trans*) si sono
  incontrati con dei rappresentanti del governo cubano.

  Il resoconto scritto di Rosalba Carena, portavoce nazionale Pasolini.


  Domenica 20 luglio alle ore 17, presso l'Ambasciata di Cuba a Roma, si è
  tenuto un'incontro riguardante la vita, i problemi e le discriminazioni dei
  gay, delle lesbiche e dei transessuali a Cuba.

  Quest'incontro era stato richiesto dal Pasolini - Coordinamento gay,
  lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender del Partito dei Comunisti
  Italiani e da Informagay - Associazione storica del movimento gay italiano.

  All'incontro ero presente io per il Pasolini ed a nome di Informagay e
  Fabrizio Casari(Responsabile dei rapporti con l'America Latina del Partito
  dei Comunisti Italiani). Per il governo cubano erano presenti Hugo Ramos
  Milanés (consigliere politico), José Carlos Rodriguez Ruiz (consigliere
  culturale), Elvira Pena Hernandez (addetta stampa)accompagnati da Mariela
  Castro Espin, presidente del Centro Nazionale di Educazione Sessuale.

  L'incontro, volto ad ottenere dai rappresentanti del governo cubano
  chiarimenti sulla reale situazione degli omosessuali e, nel contempo,
  finalizzato a gettare le basi per una collaborazione tra le due associazioni
  glbtt italiane e gruppi omosessuali cubani, è stato cordiale e proficuo.

  Informazioni minime necessarie.....

  E' stato chiarito che a Cuba non esiste nessuna legge che discrimina i gay,
  le lesbiche e/o i transessuali. I cubani hanno definito "vecchio e superato
  da trent'anni" quanto apparso nell'appello di Arcigay, diffuso per
  protestare contro la manifestazione del 28 giugno (2003) in favore di Cuba.
  Nell'appello dell'associazione si scriveva che : "....l'art.303 del Codice
  Penale tuttora in vigore punisce con un anno di carcere chi rende pubblica
  la propria omosessualità, così come chi fa "avances amorose omosessuali".
  Questo impedisce agli omosessuali cubani di rendersi visibili, vivere
  liberamente la propria identità e le proprie relazioni.

  In realtà, il Codice Penale (consultabile all'indirizzo: gacetaoficial.cu)
  all'art. 299 stabilisce punizioni severe per l'omosessualità quando
  esercitata con violenza e/o intimidazione, o quando la vittima sia persona
  privata della ragione ed incapace di resistere. Posizione riconfermata anche
  dal successivo art. 300, che punisce l'abuso lascivo di una persona del
  proprio o dell'altro sesso quando ricorre la circostanza prevista dal comma
  1 dell'art. 298 (che sancisce pesantemente i rapporti sessuali con minori).
  L'art. 303 prevede invece la reclusione da tre mesi ad un anno per chi
  molesta, con allusioni sessuali sul luogo di lavoro, un subordinato (punto
  a); chi offende il pudore e il buon costume con esibizioni o atti osceni
  (punto b); chi produce e mette in circolazione film, giornali, pubblicazioni
  e quant'altro risulti osceno e tenda a degradare i costumi (punto c). Da
  tutto ciò si evince che la situazione è, a livello giuridico, assolutamente
  diversa da quanto dichiarato da Arcigay.

  Certo, in passato la legislazione cubana prevedeva - come altri paesi del
  mondo e dell'Europa stessa - norme fortemente discriminatorie nei confronti
  di omosessuali e transessuali, ma da oltre venti anni non è più così. A
  Cuba, come altrove, nel corso dei decenni sono state apportate modifiche
  sostanziali che possono essere così riassunte: 1975: la Corte Suprema Cubana
  annulla la Risoluzione n. 3 del Consiglio della Cultura (sostituito
  successivamente dal Ministero della Cultura) che applicava la dichiarazione
  del Congresso Culturale del 1971, che limitava gli omosessuali nel campo
  dell'arte e dell'educazione.
  1979: il nuovo Codice Penale depenalizza l'omosessualità.

  2002: viene proclamata la nuova Costituzione, dove all'art. 42 si stabilisce
  che "ogni discriminazione causata da razza, sesso, colore della pelle,
  origini nazionali, credo religioso e qualsiasi altra causa lesiva della
  dignità umana è punita a norma di legge" e che "le istituzioni statali hanno
  il compito di educare tutti i cittadini al principio dell'uguaglianza d'ogni
  essere umano".
  Infine, secondo un'ONG statunitense operante sul tema dei diritti umani,
  Cuba è oggi uno dei pochi paesi dove si registrano solo limitate violazioni
  dei diritti degli omosessuali ed il Centro Nazionale di Educazione Sessuale
  è stato attivato con il compito prioritario di riuscire a combattere un
  atteggiamento molto forte e presente in tutta l'America Latina, fondato sui
  pregiudizi, i tabù e la difficoltà di un glbtt ad interagire con la propria
  famiglia e con una società machista e patriarcale (problematica tipica dei
  paesi di cultura latina, Italia compresa).

  Nel 1981 il libro "In Difesa dell'Amore" della dottoressa Sigfried Schnabi,
  la quale afferma che "l'omosessualità non è un infermità ma una variante
  della sessualità umana", non solo non subì assolutamente alcuna censura del
  governo, ma ha ottenuto e ottiene un enorme successo editoriale, risultando
  uno dei libri più venduti a Cuba. Inoltre a Cuba un transessuale, che abbia
  effettivamente iniziato un percorso per il cambiamento di sesso, può
  ottenere il nuovo documento d'identità ancora prima di effettuare
  l'operazione (in Italia lo si ottiene - se va bene - sei mesi dopo
  l'operazione).

  Infine, ma non meno importante, il Centro Nazionale di Educazione Sessuale
  sta collaborando con gruppi di gay e di lesbiche al fine di aiutarli a
  migliorare la propria condizione sociale e familiare.

  Alcune brevi considerazioni....

  Dopo quest'incontro, dopo aver letto attentamente la Costituzione, il Codice
  Penale e il Codice Civile della Repubblica Cubana, mi domando come è
  possibile che siano state scritte tante menzogne sulla presunta
  discriminazione degli omosessuali.

  Non è vero che non esistono gruppi di glbtt: è vero che non sono costituiti
  come le associazioni qui in Italia, ma si riuniscono e lavorano senza che
  questo non venga loro assolutamente impedito.

  Non è vero che un glbtt finisce in galera a causa del proprio orientamento
  sessuale.

  Non è vero che i rapporti omosessuali siano contrastati e puniti per legge.

  Certamente è contrastata in maniera dura ogni prostituzione, anche quella
  omosessuale, com'è contrastato duramente ogni atto di pedofilia: questo, a
  mio avviso, è assolutamente giusto.
  Tutto quello che è stato scritto su Cuba, su come fossero discriminati gli
  omosessuali, sono cose successe nei primi anni della Rivoluzione e sarebbe
  stupido negarlo, ma da molti anni non è più così.

  Ciò non significa che i cubani siano la patria della tolleranza e del
  rispetto verso le differenze sessuali. Un popolo all'interno del quale
  convivono il sincretismo religioso e la laicità del pensiero, che rivendica
  le sue radici culturali, religiose, i suoi costumi e le appartenenze di ogni
  popolo importato con la forza dalla storia del colonialismo europeo, risente
  tanto delle sue idiosincrasie come della multiculturalità dettata dalla sua
  storia. La liberalità dei suoi comportamenti sessuali risente anche di
  questo, in una convivenza a volte contraddittoria e curiosa della libertà
  sessuale accompagnata da pregiudizi di natura sessuofobica. Non sarebbe
  difficile conoscere persone assolutamente evolute sotto il profilo del
  rispetto e del riconoscimento di ogni sessualità; contemporaneamente, non mi
  stupirebbe incontrare un cubano/a che odi gli omosessuali, che li consideri
  devianti, da curare o da punire: questo succede ovunque, perché
  l'atteggiamento dell'essere umano nei confronti dell'orientamento sessuale è
  vario. Se però il tema è il presunto legame tra sistema politico e
  intolleranza per i diritti civili, allora sarà bene ricordare che, in alcuni
  Stati degli Usa, solo in questi giorni è stato abolito il reato di sodomia,
  precedentemente punito con pene durissime, anche se praticato tra le mura di
  casa.

  Per dipanare ogni dubbio, oltre al caso degli Usa, è opportuno citare altri
  paesi - su tutti l'Iran o l'Egitto, quest'ultimo autentico bastione della
  democrazia occidentale in Medio Oriente - dove forse esistono leggi che
  discriminano e prevedono pene forti nei confronti di persone omosessuali.
  L'Irlanda, come l'Italia, sono paesi in cui formalmente non esistono leggi
  che ci discriminano, ma dove la cultura popolare non permette certamente
  un'esistenza facile alle persone glbtt. Formalmente poi neanche tanto, dal
  momento che è stato recentemente varato un Decreto Legge che prevede nel
  campo del lavoro non solo discriminazioni basate sull'orientamento sessuale,
  ma anche dovute al credo religioso, ad handicap fisici, psichici e
  addirittura alle proprie convinzioni personali.


  Vi sono infine altri paesi dove vigono leggi che tutelano le coppie glbtt,
  ma sono leggi ottenute dopo anni di battaglie e di lotte legali anche dure e
  difficili, affiancate da battaglie culturali che non sempre si sono vinte.
  Dopo queste informazioni che ho avuto su Cuba e sulla legislazione cubana in
  merito ai glbtt mi sorge spontanea una domanda: ma qual era il vero scopo di
  tutta questa propaganda contro Cuba? Era quello di fare abolire leggi
  discriminanti nei confronti dei glbtt? Mi spiace ma vi siete svegliati con
  qualche trentennio di ritardo... Ci hanno pensato da soli! Sarei ipocrita se
  dicessi di credere che personaggi del calibro di Franco Grillini e Sergio Lo
  Giudice, da anni a capo della più grande associazione gay italiana e vicini
  al più grande partito della sinistra italiana, possano aver lanciato una
  così acre battaglia contro il sistema socialista cubano senza aver a loro
  volta reperito informazioni sulla legislazione cubana vigente. Pertanto sono
  indotta a credere che un simile accanimento, proprio in occasione di dure
  prese di posizione da parte del partito Ds, abbia un valore meramente
  proditorio, atto a tener il bordo al partito di riferimento
  dell'organizzazione Arcigay, i Ds per l'appunto. Una sorta di contributo
  associativo (dovuto?) alla forsennata e isterica campagna dei Ds contro
  Cuba.

  Un simile atteggiamento, oltre a ledere l'autonomia e la laicità
  dell'Arcigay, scredita fortemente a livello nazionale ed internazionale
  questa associazione, attualmente l'unica ad avere un "potere contrattuale"
  per difendere i diritti delle persone glbtt in Italia. Sarebbe importante
  che detti dirigenti intraprendessero, come il coordinamento Pasolini ed
  Informagay, la strada del dialogo con le istituzioni cubane, riformulando i
  propri pesanti e menzogneri giudizi sulla base di dati reali. Si tratta di
  dialogare per aiutare i glbtt a Cuba, non il Dipartimento di Stato Usa
  contro l'isola.

  Il coordinamento Pasolini, in collaborazione con Informagay, è pronto a
  contattare i gruppi glbtt cubani per fornire il giusto sostegno alle loro
  battaglie, così come accetta l'invito al dialogo ed alla cooperazione
  proposto dal Centro Nazionale di Educazione Sessuale della Repubblica
  Cubana. Su questo tema è in fase di avviamento un progetto per un percorso
  comune con il gruppo glbtt della Pds tedesca e la porta sarà aperta a tutti
  quei partiti - e a quelle associazioni - che desidereranno, senza prese di
  posizioni ideologiche e preconcette contro il sistema, di apportare
  miglioramenti alle condizioni di vita delle persone glbtt a Cuba, come nel
  resto del mondo.

  Sarebbe davvero bizzarro, dopo una vita spesa ad esigere rispetto per le
  nostre diversità, negare rispetto per un diverso sistema politico e sociale.

  Credo che chiunque di noi, se realmente ha a cuore i diritti civili, debba
  abbandonare la supponenza occidentale di vivere nella migliore società del
  pianeta e saper comprendere i contesti in cui operare, tenendo presente che
  noi non siamo portatori di civiltà, ma portatori di rispetto delle
  differenze, delle diversità, delle civiltà e delle culture altrui dalle
  quali abbiamo ancora molto da imparare!

  di Rosalba Carena

  TRATTO DAL SITO DEI COMUNISTI ITALIANI.

  Inviato da : R.Carena @ Giovedì, 18 Settembre 2003 - 15:17