COMUNICATO STAMPA DI OPPOSIZIONE CIVILE E DOSSIER BERLUSCONI



COMUNICATO STAMPA DI OPPOSIZIONE CIVILE  E  DOSSIER BERLUSCONI
Roma, 2 luglio 2003
Per iniziativa di OPPOSIZIONE CIVILE, fondata da Paolo Sylos Labini, Enzo
Marzo ed Elio Veltri, è stato oggi distribuito a Strasburgo agli
Europarlamentari e ai rappresentanti della stampa accreditati al Parlamento
Europeo - nonchè a tutti i corrispondenti della stampa estera residenti a
Roma - l'accluso DOSSIER BERLUSCONI.  Dopo le polemiche degli ultimi giorni
e la denuncia fatta dal Premier italiano della strumentalizzazione da parte
della sinistra dei maggiori organi di stampa europei, OPPOSIZIONE CIVILE ha
ritenuto opportuno dare informazioni dettagliate ed elementi di giudizio
corrispondenti alla realtà dei fatti, riassumendo nelle pagine che seguono
- verificate da eminenti giuristi - la situazione giudiziaria dell' on
Silvio Berlusconi,  Presidente di turno dell'UE.
 
DOSSIER BERLUSCONI
 
Il primo ministro italiano Berlusconi illustra oggi al Parlamento europeo
il programma del semestre italiano. Ci sembra doveroso nei confronti del
Parlamento fornire un sintetico promemoria sulla situazione giudiziaria
dell'uomo chiamato dalla sorte a rappresentare per turno l'Unione europea
nel mondo nei prossimi sei mesi, e formulare un invito alle istituzioni
europee a vigilare e a non assuefarsi all'arretramento dei minimi standard
richiesti dall'etica pubblica e dalla decenza nella vita pubblica che
l'attuale esecutivo italiano vorrebbe far accettare.
 
Tutti i processi di Berlusconi:
 
PRIMA PARTE  - DOCUMENTAZIONE
 
Bugie sulla loggia massonica deviata P2 (falsa testimonianza )
La Corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di
aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua
iscrizione alla P2, ma il reato è coperto dall'amnistia del 1989.
Interrogato sotto giuramento Berlusconi aveva detto: «Non ricordo la data
esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco
anteriore allo scandalo […]. Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né
mai mi è stata richiesta». Berlusconi però si era iscritto alla P2 nel 1978
(lo scandalo è del 1981) e aveva pagato la sua quota. Così i giudici della
Corte d'appello di Venezia scrivono: «Ritiene il Collegio che le
dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità […], smentite dalle
risultanze della commissione Anselmi e dalle stesse dichiarazioni rese del
prevenuto avanti al giudice istruttore di Milano, e mai contestate […]. Ne
consegue quindi che il Berlusconi ha dichiarato il falso», rilasciato
«dichiarazioni menzognere» e «compiutamente realizzato gli estremi
obiettivi e subiettivi del delitto di falsa testimonianza». Ma «il reato va
dichiarato estinto per intervenuta amnistia».
  
Tangenti alla Guardia di Finanza (corruzione )
I grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti
contestate (niente attenuanti generiche).
Appello : prescrizione per tre tangenti (ottenuta solo grazie alle
attenuanti generiche questa volta concesse), assoluzione con formula
dubitativa (comma II art. 530 c.p.p.) per la quarta. Nelle motivazioni si
legge: «Il giudizio di colpevolezza dell'imputato poggia su molteplici
elementi indiziari, certi, univoci, precisi e concordanti, per ciò dotati
di rilevante forza persuasiva, tali da assumere valenza probatoria».
Cassazione : assoluzione. La motivazione contiene due riferimenti alla
classica insufficienza di prove. La Cassazione non può entrare
dichiaratamente nel merito, né dunque annullare la sentenza precedente con
formula dubitativa: deve emettere un verdetto secco (conferma oppure
annulla). Ma nella motivazione i giudici della VI sezione penale citano
esplicitamente all'«articolo 530 cpv»: dove «cpv» significa «capoverso»,
cioè comma 2 («prova contraddittoria o insufficiente»). A 12 righe dalla
fine, a scanso di equivoci, i supremi giudici hanno voluto essere ancora
più chiari. Si legge infatti: «Tenuto conto di quanto già osservato sulla
insufficienza probatoria, nei confronti di Berlusconi, del materiale
indiziario utilizzato dalla Corte d'appello...».
Sono stati invece definitivamente condannati per corruzione della Guardia
di Finanza i coimputati di Berlusconi, alti dirigenti della Fininvest: la
sentenza ha cioè in sostanza accertato che tali dirigenti, dipendenti di
Berlusconi, con i soldi di Berlusconi e a vantaggio di Berlusconi, hanno
corrotto la Guardia di Finanza. Sfidando il ridicolo, la sera stessa
Berlusconi è andato in televisione a vantarsi di una tale assoluzione, che
ha preteso lo avesse ripagato della "brutta figura" a suo dire
ingiustamente patita al momento della notifica dell'avvio delle indagini
sul suo conto, consegnatagli nel pieno dello svolgimento di una riunione
del G7 in Italia.
 
All Iberian 1 (finanziamento illecito ai partiti)
I grado : condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi di lire (circa 11
milioni di euro) versati estero su estero, tramite il conto All Iberian, a
Bettino Craxi.
Appello : il reato cade in prescrizione, ma c'è: «per nessuno degli
imputati emerge dagli atti l'evidenza dell'innocenza».
Cassazione : prescrizione confermata, con condanna al pagamento delle spese
processuali. Nella sentenza definitiva tra l'altro si legge: «Le operazioni
societarie e finanziarie prodromiche ai finanziamenti estero su estero dal
conto intestato alla All Iberian al conto di transito Northern Holding
[Craxi] furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest spa,
con il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente.
[…] Non emerge negli processuali l'estraneità dell'imputato».
 
All Iberian 2 (falso in bilancio)
Processo sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove norme in
materia di reati societari approvate dal governo Berlusconi si pronuncino
la Corte di giustizia europea e la Corte costituzionale italiana. Se le
eccezioni sollevate da vari tribunali verranno respinte, il reato sarà
dichiarato prescritto.
               
Medusa Cinema (falso in bilancio )
I grado : condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri che, grazie
alla compravendita, vengono accantonati su una serie di libretti al
portatore di Silvio Berlusconi).
Appello : assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530).
Berlusconi, secondo il collegio è così ricco che potrebbe anche non essersi
reso conto di come, nel corso della compravendita, il suo collaboratore
Carlo Bernasconi (condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire (circa
5 milioni di euro) in nero. Scrivono i giudici: «La molteplicità dei
libretti riconducibili alla famiglia Berlusconi e le notorie rilevanti
dimensioni del patrimonio di Berlusconi postulano l'impossibilità di
conoscenza sia dell'incremento sia soprattutto dell'origine dello stesso».
Cassazione : sentenza d'appello confermata.
 
Terreni di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale, falso in bilancio)
I grado : assoluzione dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale
(per 4.4 miliardi di lire, pari a circa 2.3 milioni di euro, pagati in nero
all'ex proprietario dei terreni che circondano la villa di Macherio, dove
vivono la moglie Veronica e i tre figli di secondo letto), prescrizione per
i falsi in bilancio di due società ai quali «indubbiamente ha concorso
Berlusconi».
Appello : confermata l'assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione
anche dal primo dei due falsi in bilancio, mentre il secondo rimane ma è
coperto da amnistia.
Cassazione: in corso.
 
Caso Lentini (falso in bilancio)
I grado : il reato (10 miliardi di lire, pari a circa 5 milioni di euro,
versati in nero al Torino Calcio in occasione dell'acquisto del giocatore
Luigi Lentini) è stato dichiarato prescritto grazie alla nuova legge sul
falso in bilancio approvata dopo la vittoria elettorale di Berlusconi.
Appello : in corso.
 
Consolidato gruppo Fininvest (falso in bilancio)
Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova
legge sul falso in bilancio, i 1500 miliardi di lire (circa 770 milioni di
euro) di presunti fondi neri accantonati dal gruppo Berlusconi su 64
società off-shore della galassia All Iberian («comparto B della Fininvest).
Il pm Francesco Greco ha presentato ricorso in Cassazione perché la mancata
fissazione dell'udienza preliminare gli ha impedito di sollevare
un'eccezione d'incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive
comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il trattato
dell'Ocse.
 
Lodo Mondadori (corruzione giudiziaria).
Grazie alla concessione delle attenuanti generiche il reato - che in primo
grado ha portato alla condanna di Cesare Previti - è stato dichiarato
prescritto dalla Corte d'Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione.
Nelle motivazioni della Cassazione, tra l'altro, si legge: «il rilievo dato
[per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita
sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è diventato presidente del
Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla
incongruo…».
 
Sme-Ariosto (corruzione giudiziaria )
A causa dei continui «impedimenti istituzionali» sollevati da Berlusconi e
dei conseguenti rinvii delle udienze, la posizione del premier è stata
stralciata dal processo principale. Ed è stato creato un processo
parallelo, che però Berlusconi ha sospeso fino al termine del suo incarico
(o sine die, in caso di rielezione o di nomina ad altra carica
istituzionale) facendo approvare a tempo di record il "Lodo Maccanico" (una
legge che sospende i processi a carico delle cinque più alte cariche dello
Stato per l'intera durata del loro mandato, e anche in caso di mandati
successivi), proprio alla vigilia della requisitoria, delle arringhe e
della sentenza, e a 40 mesi dall'inizio del dibattimento.
 
Sme-Ariosto (falso in bilancio)
In seguito all'entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario
approvate dopo la vittoria elettorale di Berlusconi, questo capo
d'imputazione contestato a Berlusconi per il denaro versato - secondo
l'accusa - ad alcuni giudici, è stato stralciato. Il processo è fermo in
attesa che la Corte di giustizia europea si pronunci sulla conformità tra
le nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di risposta
positiva per i giudici, resterà bloccato per il "Lodo Maccanico". Come
tutti gli altri procedimenti ancora in corso a carico di Silvio Berlusconi.
 
Diritti televisivi (falso in bilancio e frode fiscale)
Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano (pm Alfredo Robledo e
Fabio De Pasquale), a carico di numerosi manager del gruppo, più il
presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi,
il quale - secondo l'ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo
l'ingresso in politica nel '94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus
dell'azienda. Oggetto dell'indagine: una serie di operazioni finanziarie di
acquisto di diritti cinematografici e televisivi da majors americane, con
vorticosi passaggi fra una società estera e l'altra del gruppo Berlusconi,
con il risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni
compravenduti e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla legge
Tremonti, approvata dal primo governo dello stesso Berlusconi per detassare
gli utili reinvestiti dalle imprese. Un presunto falso in bilancio che i
magistrati valutano in circa 180 milioni di euro, avvenuto nel 1994.
 
Telecinco (violazione delle leggi antitrust e frode fiscale in Spagna)
Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasár Garzón Real, dopo aver chiesto
nel 2001 al governo italiano di processare Berlusconi o, in alternativa, di
privarlo dell'immunità in modo di poterlo giudicare in Spagna, non ha
ancora ricevuto risposta. Per questo il procuratore anticorruzione Carlo
Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzón di rivolgersi di nuovo alle
autorità italiane. Berlusconi in Spagna è accusato - insieme a Marcello
Dell'Utri e ad altri dirigenti del gruppo Fininvest - di aver posseduto,
grazie a  una serie di prestanomi e di operazioni finanziarie illecite, il
controllo pressoché totalitario dell'emittente Telecinco eccedenti rispetto
ai limiti dell'antitrust spagnola, negli anni in cui il tetto massimo era
del 25 per cento delle quote azionarie.
 
Mafia (concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco)
Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza dei
termini massimi concessi per indagare.
 
Bombe del 1992 e del 1993 (concorso in strage )
Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti
«mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e
del 1993 (Milano, Firenze e Roma) sono state archiviate per scadenza dei
termini d'indagine. A Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe
Soresina ha però rilevato come Berlusconi e Dell'Utri abbiano «intrattenuto
rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile
il programma stragista realizzato». Cioè con il clan corleonese che da
vent'anni guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina
di stragi. Aggiunge il giudice fiorentino che esiste «una obiettiva
convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune
qualificate linee programmatiche della nuova formazione [Forza Italia]:
articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del
garantismo processuale asseritamente trascurato dalla legislazione dei
primi anni 90». Poi aggiunge che, nel corso delle indagini, addirittura
«l'ipotesi iniziale [di un coinvolgimento di Berlusconi e dell'Utri nelle
stragi] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità». Ma
purtroppo è scaduto «il termine massimo delle indagini preliminari» prima
di poter raccogliere ulteriori elementi.
Il gip di Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: «Gli atti del
fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità
di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi
societari controllati in vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e
Dell'Utri]. Ciò di per sé legittima l'ipotesi che, in considerazione del
prestigio di Berlusconi e Dell'Utri, essi possano essere stati individuati
dagli uomini dell'organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori». Ma
«la friabilità del quadro indiziario impone l'archiviazione».
C'è, infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta,
che il 23 giugno 2001 ha condannato 37 boss mafiosi per la strage di
Capaci: nel capitolo intitolato esplicitamente «I contatti tra Salvatore
Riina e gli on. Dell'Utri e Berlusconi», si legge che è provato che la
mafia intrecciò con i due «un rapporto fruttuoso quanto meno sotto il
profilo economico». Talmente fruttuoso che poi, nel 1992, «il progetto
politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava a realizzare
nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica e
dell'economia». Cioè a «indurre nella trattativa lo Stato ovvero a
consentire un ricambio politico che, attraverso nuovi rapporti, assicurasse
come nel passato le complicità di cui Cosa Nostra aveva beneficiato».
 
Note esplicative tecnico-giuridiche e comportamento dell'imputato Berlusconi
Secondo il diritto italiano, un imputato prosciolto per amnistia o per
prescrizione del reato ha il diritto di rifiutare il proscioglimento e di
pretendere il processo, per veder affermata la propria innocenza in
giudizio. Naturalmente, in questo caso può essere condannato qualora il
giudizio provi invece la sua colpevolezza. In nessuno dei casi in cui è
stato prosciolto per amnistia o per prescrizione del reato Berlusconi ha
chiesto di essere giudicato.
Al contrario, tutte le tecniche giudiziarie sono state messe in atto per
ottenere, attraverso il massimo prolungamento possibile dei processi, che i
termini di prescrizione fossero raggiunti, in modo che i processi non
avessero più luogo.
Berlusconi stesso ha dichiarato di avere speso, per il pagamento dei suoi
avvocati nei suoi processi penali, una somma pari a circa 250 milioni di
euro.
Alcuni di questi avvocati sono stati anche eletti in Parlamento nelle file
del partito di Berlusconi, dove si sono attivati per ottenere leggi
(modifica delle disposizioni sul falso in bilancio, modifica della
normativa sulle rogatorie internazionali, "lodo Maccanico", legge "Cirami",
ecc.) che sono valse direttamente al loro cliente i proscioglimenti di cui
si è detto. Il principale avvocato difensore di Berlusconi nei suoi
processi penali è stato eletto addirittura presidente della Commissione
Giustizia della Camera dei Deputati.
 
SECONDA PARTE - CONSIDERAZIONI
Controllo dei media e vicende giudiziarie di Berlusconi
Non si creda che la maggior parte degli italiani sia consapevole di quanto
sopra illustrato. Come è noto, il capo del governo italiano controlla
direttamente, essendone il proprietario, le tre televisioni private del
gruppo Mediaset, e, tramite la sua maggioranza parlamentare, le tre reti
pubbliche della Rai. L'informazione politica della quarta televisione
privata (La 7, non di proprietà di Berlusconi) è affidata quotidianamente a
Giuliano Ferrara, ex-ministro del Primo governo Berlusconi e direttore del
"Foglio", quotidiano di proprietà della moglie di Berlusconi. L'attuale
maggioranza ha eluso una sentenza della Corte costituzionale italiana, che
aveva stabilito che Berlusconi non potesse disporre di tre, ma al massimo
di due reti televisive terrestri. Insieme, Mediaset e Rai coprono il 97%
dell'informazione televisiva italiana ed entrambe, secondo l'Authority
delle Comunicazioni, hanno superato i limiti stabiliti dalla legge sulla
raccolta pubblicitaria (Rai, oltre il 30%, Mediaset, oltre il 56%).. Dopo
che egli stesso ne aveva pubblicamente chiesto il licenziamento in una
conferenza stampa tenuta in Bulgaria, la Rai (la televisione "pubblica") ha
cacciato i conduttori di tre importanti trasmissioni televisive. Berlusconi
controlla inoltre (anche tramite i suoi stretti congiunti, per eludere la
normativa antitrust) gran parte dell'informazione stampata.
Grazie al suo potere mediatico, a quello politico e al controllo diretto
delle principali imprese pubblicitarie di cui è anche proprietario, egli
esercita un'ampia capacità di intimidazione anche su gran parte
dell'informazione che non controlla direttamente. Il risultato è che, salvo
pochissime eccezioni, i media minimizzano sistematicamente tutte le vicende
giudiziarie in cui il capo del governo è implicato. I media che non sono
disposti a minimizzare sono accusati da tutta l'informazione berlusconiana
di essere faziosi o "comunisti". Influenzati dai "comunisti" sono definiti
i più rispettati media internazionali quando riportano con il dovuto
rilievo le vicende giudiziarie del capo del governo italiano. E' certo che
la grande maggioranza degli italiani ignora, per esempio, che il loro
premier, chiamato a testimoniare, ha deciso di avvalersi della facoltà di
non rispondere in un processo di mafia (poteva farlo in quanto, come detto,
in precedenza vi era stato coinvolto come indagato).
Il risultato è che quasi metà del paese è davvero convinta che i guai
giudiziari di Berlusconi siano causati da una persecuzione ad opera di
magistrati tutti "comunisti". La tesi è risibile, e tale non può che
apparire all'estero, tanto più che i fatti di cui Berlusconi è accusato
risalgono quasi tutti a un periodo precedente all'inizio della sua attività
politica; ma, ripetuta come una tesi seria e rispettabile per un decennio e
più volte al giorno da televisioni e giornali e ribattuta quotidianamente
da tutti gli esponenti dell'attuale maggioranza parlamentare, è inevitabile
che essa finisca per sembrare plausibile a buona parte dell'opinione
pubblica, e non solo a quella più svantaggiata. Del resto è ben difficile,
per la maggior parte dell'opinione pubblica, posta di fronte alle
contrapposte dichiarazioni degli avvocati espresse per lo più in gergo
legale, raramente tradotte come dovrebbero esserlo da giornalisti
intimiditi, comprendere, per esempio, la differenza che intercorre fra un
imputato "assolto" e uno "prosciolto".
Il risultato è che gli argini sono abbattuti, e sono in corso manovre
tendenti a cambiare la legge sull'ordinamento giudiziario, per portare la
magistratura italiana sotto il controllo del potere esecutivo (direttamente
i magistrati della pubblica accusa, indirettamente, attraverso un controllo
ministeriale sulla formazione e sulle carriere, i magistrati giudicanti).
 
Un invito ai parlamentari europei
Noi crediamo che Berlusconi sia un pericolo per la democrazia liberale in
Italia e che possa essere all'origine, come purtroppo è già accaduto, in
forme molto diverse, ottant'anni fa, di un'infezione populista capace di
coinvolgere l'intera Europa. Come si vede, non si tratta tanto di posizioni
politiche (Berlusconi, di posizioni politiche sue, praticamente non ne ha
neppure, essendosi risolto a entrare in politica soprattutto per difendere
se stesso e le sue aziende dalla giustizia penale), quanto di uno
spaventoso arretramento dei livelli minimi di decenza e di etica pubblica
richiesti per il governo di società avanzate e democratiche.
Per mettere insieme una maggioranza politica, Berlusconi si è però alleato
con due partiti di estrema destra (ciononostante, la sua maggioranza viene
sempre definita dai media italiani "di centrodestra"). Si tratta di
Alleanza nazionale, che è l'erede diretta dei neofascisti del Movimento
Sociale Italiano: questo partito traeva il suo nome dalla Repubblica
Sociale Italiana, sorta nell'Italia settentrionale dopo il 1943 per
iniziativa della Germania nazista, e il suo personale politico è quasi
interamente composto da persone che hanno trascorso l'intera loro vita
adulta come espliciti nostalgici del fascismo di quel periodo, tanto che il
simbolo del vecchio Msi (identico a quello del Front National di Le Pen) è
ancora ricompreso in quello di An: il risultato è una strisciante
rivalutazione dell'esperienza storica del regime fascista, ben evidente
nelle iniziative di molte amministrazioni locali della destra in Italia e
anche attraverso molte trasmissioni televisive. E si tratta della Lega
Nord, che, dopo aver rinunciato al progetto di secessione dell'Italia del
Nord, si è riciclata come partito populista dedito a campagne razziste
contro immigrati e omosessuali.
Noi riteniamo che la destra italiana sia un pericolo ben maggiore di quello
a suo tempo rappresentato dal partito di Haider in Austria, cui dopo tutto
non potevano essere imputate che dichiarazioni politiche irresponsabilmente
ambigue.
Almeno per questa legislatura, l'Unione europea non troverà nell'Italia,
come sempre era stato fin dai tempi dei trattati di Roma, uno dei
principali stimoli a proseguire sulla via dell'integrazione, dato che la
politica europea dell'Italia è profondamente mutata senza che se ne sia
discusso né in campagna elettorale né in Parlamento: ogni vincolo
internazionale è vissuto da Berlusconi come un ostacolo alla sua libertà di
manovra; ma questo sarebbe perfino il meno.
Quel che chiediamo alle istituzioni europee è di non lasciarsi assuefare,
di non considerare questa destra italiana come una normale e rispettabile
destra liberale europea, di vigilare attentamente sui comportamenti e sugli
sviluppi della democrazia in Italia, di non venir meno al ruolo di estrema
garanzia della democrazia liberale che le istituzioni europee devono
esercitare, anche a norma dei trattati, rispetto a tutti gli Stati membri.
2 luglio 2003
 
Opposizione civile
fondata da Paolo Sylos Labini, Enzo Marzo, Elio Veltri
Via dei Coronari 61 00186 Roma  tel. 0039. 06. 6879350
Email info@opposizione civile.it
 
 
(con la collaborazione di "Gli Stati uniti d'Europa", "Fondazione Critica
liberale" e Marco Travaglio)