[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 418



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 418 del 22 febbraio 2024

In questo numero:
1. Fermare la guerra, fermare le stragi: pace, disarmo, smilitarizzazione
2. Movimento Nonviolento: Congresso del Movimento Nonviolento a Roma il 23-25 febbraio 2024 "Obiezione alla guerra, oggi!"
3. XXVII Congresso del Movimento Nonviolento: resoconto delll'Incontro regionale in Piemonte
4. Emanuele Profumi: L'Omnicrazia, strada maestra per andare oltre la guerra
5. Contributo dal Centro territoriale di Brescia al congresso del Movimento Nonviolento
6. Centro territoriale di Modena del Movimento Nonviolento e nonviolente/i di Casalecchio-Bologna e Bari: Verso il Congresso nazionale 2024, le nostre priorita'
7. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
8. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
9. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
10. Alcuni riferimenti utili
11. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
12. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
13. Ripetiamo ancora una volta...
14. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
15. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)

1. L'ORA. FERMARE LA GUERRA, FERMARE LE STRAGI: PACE, DISARMO, SMILITARIZZAZIONE

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. INCONTRI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO A ROMA IL 23-25 FEBBRAIO 2024 "OBIEZIONE ALLA GUERRA, OGGI!"
[Riceviamo e diffondiamo]

Congresso del Movimento Nonviolento
Roma, 23 - 24 - 25 febbraio 2024.
Il titolo del Congresso e': “Obiezione alla guerra, oggi! Priorita' della nonviolenza", una formula che indica gia' obiettivi e strumenti, mezzi e fini. "Priorita' della nonviolenza" ha un doppio significato:
- indicare quali sono le priorita' che la nonviolenza chiede per la realta' di oggi;
- assumere la nonviolenza come priorita' per la nostra vita personale e politica.
Il XXVII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento si svolgera' a Roma (Spazio Pubblico – FP Cgil, via di Porta Maggiore 52, zona Termini) nei giorni 23, 24, 25 febbraio 2024.
Il Congresso si aprira' il venerdi' 23 febbraio alle ore 17 con la registrazione dei partecipanti (aperto a tutti, ma votano solo gli iscritti), cui seguira' alle 18 il dibattito pubblico "Elezioni Europee e l'aggiunta nonviolenta", su Europa disarmata, l'Europa e la Nato, i Corpi civili europei di pace, le guerre ai confini d'Europa, Europa dei ponti o dei muri?
Il sabato 24 febbraio, dopo la relazione di apertura sulle attivita' svolte e le prospettive di lavoro, gli interventi dei Centri territoriali, i saluti degli ospiti, seguira' il dibattito che si concludera' con la votazione della Mozione e degli organi statutari.
Al Congresso parteciperanno anche i rappresentanti delle Reti di cui il Movimento Nonviolento fa parte (Rete italiana Pace e Disarmo, Conferenza nazionale Enti di Servizio Civile, Beoc - Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza, War Resisters International, ecc.), delle Campagna "Obiezione alla guerra", "Un'altra difesa e' possibile", "La via Maestra per la Costituzione", e delle Associazioni con cui collabora (da Un Ponte per ad Archivio Disarmo, da Cgil a Fondazione Langer, da Acli a Fondazione Capitini, ecc.).
Sara' questa la nostra partecipazione attiva alla giornata di mobilitazione nazionale del 24 febbraio "Fermiamo la criminale follia della guerra" lanciata da Europe for Peace e AssisiPaceGiusta.
Tra gli ospiti del nostro Congresso ci sara' anche Olga Karatch (premio Langer 2023), testimone bielorussa della Campagna di Obiezione alla guerra a difesa dei diritti umani di chi rifiuta la mobilitazione militare e la coscrizione obbligatoria. Ci saranno anche collegamenti con obiettori di coscienza alla guerra in Ucraina e in Palestina.
Il Congresso si concludera' domenica 25 febbraio con la partecipazione collettiva all'Angelus in Piazza San Pietro, nell'ambito della campagna contro tutte le guerra e contro le armi che le rendono possibili di Papa Francesco.
I giornalisti sono invitati.
Mao Valpiana, Presidente
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Per contatti stampa:
Segreteria Congresso tel. 045 8009803
Presidente (M. Valpiana) cell. 348 2863190
Contatti su Roma (D. Taurino) cell. 328 3736667

3. INCONTRI. XXVII CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO: RESOCONTO DELL'INCONTRO REGIONALE IN PIEMONTE
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Il 13 gennaio a Torino si e' svolto un incontro regionale dei soci e simpatizzanti del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione (in regione collaboriamo su tutte le attivita' nonviolente, in particolare sull'antimilitarismo). Dopo un pranzo conviviale ci sono state le presentazioni dei partecipanti e delle attivita' in cui si e' impegnati.
Pierangelo Monti sull'impegno nell'ecopacifismo, l'obiezione alla guerra, l'educazione alla pace e la Rete italiana pace e disarmo. Zaira Zafarana sulla campagna internazionale di obiezione alla guerra sostenuta in Italia anche dal MIR e dal Movimento Nonviolento.  Piercarlo Racca sul lavoro del Movimento Nonviolento a partire dal sostegno agli obiettori di coscienza, la campagna "un'altra difesa e' possibile" e la preparazione del XXVII congresso nazionale del Movimento Nonviolento con invito a partecipare.
Ha fatto seguito un ricco scambio di informazioni sulle attivita' locali in corso tra i 25 partecipanti provenienti da Alba, Alessandria, Chieri, Cuneo, Ivrea. L'incontro si e' concluso con uno scambio di riflessioni sull'attualita' e proposte nonviolente da portare avanti.

4. RIFLESSIONE. EMANUELE PROFUMI: L'OMNICRAZIA, STRADA MAESTRA PER ANDARE OLTRE LA GUERRA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo l'intervento di Emanuele Profumi, curatore del volume "Una Pace senz'armi" (Round Robin 2023) a cui il Movimento Nonviolento ha partecipato]

La cornice
Se Capitini osservasse l'attuale contesto sociale-storico (italiano-europeo-mondiale) potrebbe consigliarci, senza sbagliare troppo, di porre particolare attenzione alla nuova chiusura della societa'. Una chiusura complessa, ovviamente, ma prima di tutto portata da una certa organizzazione del potere sociale in cui si tornano a naturalizzare e legittimare esplicitamente forme di dominazione e di potere diseguale dentro e fuori lo Stato. Prima di tutto la guerra.
La guerra in Ucraina e il genocidio a Gaza sono due "fenomeni estremi" di questa situazione piu' generale e quasi onnipervasiva. Non sono solo, quindi, espressione di violenza estrema generata in ambito politico, ma la punta di lancia di una tendenza a sostituire la politica con la guerra, sulla scia del fenomeno postdemocratico portato dalla decennale e violenta controrivoluzione neoliberista, che ha quasi completamente neutralizzato la politica come possibile luogo autonomo di decisione sulla sfera economica. I pretesti pubblici di Putin per giustificare l'invasione armata, per quanto grotteschi, sono infatti molto simili a quelli che hanno mosso altre guerre di occupazione nel corso di questi ultimi decenni da parte di Paesi considerati democratici. La giustificazione morale e' servita, in tutti questi casi, a legittimare la guerra d'aggressione davanti all'opinione pubblica interna e agli altri attori internazionali. Cosi' come la "soluzione finale" di Netanyahu verso i terroristi di Hamas, che sta condannando a morte ed esilio centinaia di migliaia di persone, si regge sulla giustificazione alla base di qualsiasi "lotta al terrorismo" a cui abbiamo assistito dopo l'11 settembre del 2001.
Il movimento nonviolento italiano ha deciso di concentrare i propri sforzi sull'importantissima prospettiva del disarmo. Uno dei modi piu' rilevanti per riaprire la societa'. Sono convinto pero', che, per farlo, vada ricollocata all'interno di questo orizzonte epocale di chiusura, e, anche e soprattutto, si debba considerare dalla prospettiva dell'Omnicrazia. Per organizzare l'azione del movimento, in altre parole, dovrebbero entrare nell'incontro congressuale almeno tre livelli di riflessione progettuale mossi dall'idea capitiniana del "potere di tutti": oltre a comprendere come sviluppare azioni di trasformazione che portino al disarmo, bisognerebbe riflettere su come queste cambino la natura del potere sociale e la sua organizzazione, e su come incidere, piu' in generale, sull'immaginario sociale in cui qualsiasi potere si radica e trova la propria legittimazione.
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Tre livelli di intervento
Sul piano dell'immaginario della sicurezza, in particolare, andrebbe messa radicalmente in discussione l'idea e la teoria della guerra giusta, dato che essa e' ancora l'ossatura argomentativa che impedisce di pensare all'alternativa alla guerra. Non a caso, ancora diffusamente, viene chiamata in causa per giustificare qualsiasi intervento armato. Nella nostra opinione pubblica la guerra viene infatti giustificata in base all'idea che quando uno Stato e' minacciato da un'aggressione che puo' mettere in pericolo la sua integrita' territoriale o la sua indipendenza politica, e' legittimato a fare la guerra. Per fare comprendere meglio l'opzione del disarmo, e superare l'immaginario della guerra, si dovrebbe sostenere una specie di Jus ad Defensam e spostare l'attenzione dalla guerra giusta alla difesa giusta. Solo in questo caso si potrebbe davvero rendere comprensibile l'opzione di una Difesa popolare nonviolenta e cominciare a far vedere che l'assurdo "diritto di fare la guerra" e', nel migliore dei casi, solo un modo tra gli altri di difendersi. Quello peggiore.
Sul piano della difesa nazionale e/o europea, bisognerebbe entrare nel dibattito sull'esercito europeo o su quello del ritorno alla leva obbligatoria, con la chiara proposta di una DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA. Da una prospettiva di transarmamento, non solo si potrebbe chiedere che lo Stato apra la possibilita' concreta di realizzare una sorta di sperimentazione, come e' gia' stato fatto, ma cominciare a organizzare dei veri e propri "gruppi di autodifesa nonviolenta" sul territorio nazionale. Per sostenere l'alternativa della difesa nonviolenta, va cominciato subito un processo di autoformazione alle tecniche della nonviolenza da usare in caso di guerra di aggressione. Anche, per esempio, con corsi di formazione riconosciuti legalmente sul territorio nazionale e europeo. Per organizzare una non collaborazione collettiva della popolazione su vasta scala, vanno attivati gruppi che insegnino con la pratica e con l'esempio attivo quali sono le azioni di "solidarieta' attiva" portate dal conflitto nonviolento che permettono di difenderci. Come quelle che ci ricorda, per esempio, Gene Sharp: metodi di persuasione e protesta nonviolenta, di non collaborazione sociale-economica-politica, oltre che di intervento nonviolento in caso di difesa dall'aggressione militare (scioperi, boicottaggi, disobbedienza civile, etc). In altre parole, bisogna che una parte della popolazione capisca, vivendolo nella pratica, cosa significhi "difesa popolare nonviolenta", affinche' diventi una proposta dal basso. Altrimenti nessuno sara' pronto a impegnarsi per renderla un'istituzione effettiva a livello dell'organizzazione dello Stato.
Sul piano della realizzazione omnicratica di questa nuova istituzione pubblica, tutto questo pero' non e' sufficiente. Per sostenere il passaggio dall'esercito alla difesa popolare nonviolenta, c'e' bisogno di rimettere in discussione la militarizzazione dell'economia-societa' e la sua ideologia, a cominciare dall'esercizio diretto del potere da parte della cittadinanza. Come aveva gia' intuito lo stesso Sharp, un potere nonviolento e' un potere sociale di tipo autonomo (e quindi solidale) che trova la propria forza nell'autorganizzazione della societa' civile (i loci sociali), rispetto al potere dello Stato. Senza questa pratica continua di riattivazione del potere sociale, appare estremamente difficile che la popolazione possa anche solo comprendere la fattibilita', l'importanza e la necessita' della difesa popolare. Percio', oltre a sperimentare attivamente le forme del potere nonviolento in caso di aggressione armata, la popolazione, piu' in generale, dovrebbe vivere processi di decisione politica collettiva che permettano di rafforzare l'autonomia sociale. Anche per questo, quindi, per chiedere di sostituire l'esercito militare, c'e' bisogno contemporaneamente di attivare forme di partecipazione diretta al potere collettivo. Sono le basi imprescindibili per un sostegno reale e convinto alla proposta di difesa alternativa da parte della popolazione. Ecco perche' andrebbe progettato, sin da subito, un percorso per realizzare l'Omnicrazia. Perche', come hanno capito bene Gandhi, Capitini e Galtung, il potere nonviolento non si da' solo sul terreno del conflitto, ma anche su quello della creazione del "comune". Un terreno squisitamente politico. Ma non di qualsiasi forma politica. Una prassi collettiva che, subito e inequivocabilmente, permetta a tutti, ovunque, di poter riflettere, decidere e trasformare, insieme agli altri, le istituzioni che gia' esistono (con il loro senso e valori) o di crearne delle nuove. Prima di tutto dal basso, ma non solo. Processi democratici che consentano alla popolazione di partecipare al potere politico, amministrativo, economico e sociale grazie a forme di autogestione, cooperazione assembleare, e partecipazione libera e diretta alla formazione dei "beni comuni", ad ogni livello della vita collettiva (dal quartiere al mondo). In una spirale omnicratica (che vada dalla democrazia partecipata all'Omnicrazia).

5. RIFLESSIONE. CONTRIBUTO DEL CENTRO TERRITORIALE DI BRESCIA AL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

La nostra societa' ha bisogno di nonviolenza e riteniamo che la nonviolenza ci indichi la strada per un mondo migliore.
La tragica realta' di un mondo dilaniato dalle guerre e dall'ingiustizia accresce l'urgenza dell'azione nonviolenta che risponde al nostro bisogno di una visione piu' ampia, che sappia tradurre in azione sogni e ideali, opponendo alla "banalita' del male" la responsabilita' del bene, superando lo scoraggiamento e il senso di impotenza che spesso ci colgono in questi tempi oscuri.
Il nostro percorso individuale e collettivo ci ha portato sulla strada che dal pacifismo giunge alla nonviolenza, proposta nella quale ci riconosciamo sia come prospettiva per la nostra vita che come proposta di azione politica.
Dev'esserci sintonia tra le scelte individuali e quelle collettive, la stessa crisi climatica le impone con urgenza, ed e' percio' importante che mettiamo in comune le esperienze individuali, valorizzando anche i momenti di formazione.
Il Movimento Nonviolento ha una lunga storia di riflessione e di lotta che deve essere valorizzata e trasmessa alle giovani generazioni.
Oltre allo specifico antimilitarista, disarmista e di opposizione integrale alla guerra, sono molti gli ambiti dove abbiamo proposte che derivano anche dal nostro bagaglio di esperienza e memoria: dall'educazione alla difesa dell'ambiente e della democrazia, per un nuovo modello di sviluppo e stili di vita sostenibili non disgiunti da un consumo critico.
Individuiamo come specifici e prioritari ambiti di intervento:
Il sostegno e la diffusione della campagna di obiezione alla guerra che deve essere confermata ed ampliata. Questa campagna ha dato respiro internazionale ai nostri temi principali, (disarmo, obiezione di coscienza, sostegno ai "gruppi misti" e alle reti) a partire dall'opposizione integrale alla guerra (tema non scontato anche fra i pacifisti). E' anche importante diffondere l'informazione che la leva obbligatoria non e' stata abolita ma soltanto "sospesa" e che pertanto l'obbligo alla coscrizione puo' essere ripristinato in caso di guerra, crisi o carenza di soldati.
La campagna "un'altra difesa e' possibile" ha costituito una salto di qualita' nelle nostre attivita' portando l'azione anche a livello istituzionale. Il riconoscimento della difesa civile, non armata e nonviolenta deve essere l'obbiettivo prioritario della nostra azione, ma e' importante agire anche a livello culturale per mostrare che e' possibile contrastare la violenza e la guerra con la resistenza civile che utilizza forme di lotta nonviolente e disarmate, attingendo anche agli esempi che la storia ci ha dato.
Proseguire il nostro impegno nella campagna "Italia Ripensaci".
Sostegno alla campagna di pressione alle "banche armate" specialmente ora che il governo si accinge ad una "riforma" della legge 185 nel tentativo di ridurre al minimo le informazioni relative alle esportazioni di armi.
Individuare specifiche forme di lotta e contrasto della cultura bellicista e della crescente militarizzazione della scuola e della societa' e proseguire la lotta alle sempre crescenti spese militari.
Avviare canali di comunicazione, condivisione, riflessione con i movimenti ambientalisti ed ecologisti.
A livello locale, rileviamo che nonostante difficolta' personali e collettive, le iniziative messe in campo nell'anno appena concluso, sono testimonianza di un gruppo attivo e vivace e non dobbiamo far si' che i problemi che abbiamo (in primis lo scarso ricambio generazionale) siano un alibi per rinunciare ad agire e fare proposte nuove. Se il gruppo di lavoro attivo conta un numero ridotto di partecipanti, la rete di collaborazioni instaurata nel corso di decenni in citta' con molteplici realta' associative, sindacali e istituzionali, e' molto ampia. Siamo riconosciuti come interlocutori credibili e attenti.
Dovremo pero' migliorare l'organizzazione interna, la comunicazione e la distribuzione delle responsabilita' per conseguire i nostri obbiettivi prioritari e valorizzare le indicazioni che ci vengono dal nazionale avviando una circolarita' di informazioni e azioni con gli altri centri territoriali.
Ci congratuliamo con la segreteria nazionale e il Comitato di coordinamento, rilevando un salto di qualita' negli ultimi anni con una presenza e una incisivita' maggiori che nel passato. L'adesione alle reti, in primis Rete Pace e Disarmo ha consentito un'azione piu' precisa e puntuale che ha trovato riscontro anche negli interventi sugli organi di informazione. Purtroppo il nostro centro e' carente nella valorizzazione delle risorse del nazionale e tende a circoscrivere le attivita' prevalentemente all'ambito locale. Dovremo impegnarci a valorizzare a livello territoriale la risorsa delle competenze e delle indicazioni del nazionale magari trovando anche canali di informazione, confronto e scambio fra i vari centri territoriali.
Esprimiamo infine il nostro apprezzamento per la nuova veste di Azione Nonviolenta online che ospita interventi molti interessanti e puntuali, auspicando che possa essere sempre piu' uno strumento di comunicazione fra i centri, cosi' come la rivista utile strumento di approfondimento e sostegno alla nostra azione.

6. RIFLESSIONE. CENTRO TERRITORIALE DI MODENA DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO E NONVIOLENTE/I DI CASALECCHIO-BOLOGNA E BARI: VERSO IL CONGRESSO NAZIONALE 2024, LE NOSTRE PRIORITA'
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Condividiamo pienamente l'impostazione del Congresso con la sua parola d'ordine "obiezione alla guerra". Da qui oggi bisogna ripartire. La situazione internazionale rende prioritario promuovere l'obiezione alle guerre: ci sembra necessario il rilancio di campagne di radicale opposizione che possano incidere e nel contempo creare comunicazione con i cittadini spesso rassegnati e sfiduciati. Anche la nostra informazione va rafforzata per contrastare la disinformazione dilagante e bellicista che ci sommerge. Ci serve piu' visibilita'.
Per avere piu' forza e visibilita' pensiamo che una delle nostre priorita' siano le reti tra associazioni accomunate da fini di "disarmo", mentale e materiale. Dobbiamo lavorare in rete, sul piano nazionale e internazionale (bene le esperienze di Rete italiana pace e disarmo e Europe for Peace), ma anche sul piano locale. A Modena lo facciamo in TAM TAM di PACE (Tavolo Associazioni Modena di Pace), a Casalecchio in "Percorsi di Pace", a Bologna nel "Portico della Pace", a Bari con il "Comitato per la pace". Ma non basta: le reti devono cercare con insistenza un dialogo con le istituzioni, proponendo terreni di lavoro orientati alla costruzione della pace. Una pace che per noi non puo' mai essere una generica espressione, ma e' "pace positiva" che ha come base la nonviolenza, la giustizia, i diritti umani, la pluralita' rispettosa civile e religiosa, l'inclusione, in un'azione di contrasto alla violenza in ogni sua forma e di promozione capillare di progetti e azioni di costruzione della pace quotidiana.
Ci misuriamo infatti con forme di violenza che si manifestano sempre piu' di frequente nella nostra vita quotidiana. Malessere dei giovani e atti violenti, fenomeni di aggressivita' e intolleranza verso le differenze, violenza di genere, sono quotidiani nelle cronache. E anche le nostre citta' ne sono coinvolte, troppo spesso in un clima di allarme sociale e di paura alimentate da un'informazione poco assennata e da una politica che derubrica questi fenomeni a un problema di sicurezza e ordine pubblico, a cui rispondere con un aumento di provvedimenti sanzionatori e punitivi.
E' invece su questi terreni che noi dobbiamo saper proporre modi e strategie per la gestione dei conflitti e la loro trasformazione costruttiva. Dobbiamo insistere per un'alleanza con le istituzioni, perche' ciascuno faccia la propria parte sul piano della prevenzione delle violenze, sul piano della gestione delle conflittualita', ma ancor prima sul piano dell'educazione, della crescita umana e civile, della costante proposta del dialogo come metodo, a partire dalle scuole e dai vari contesti educativi.
Purtroppo la politica e' spesso la grande assente nell'interlocuzione con la societa' civile impegnata per la costruzione della pace. Urge quindi che cresca una nuova generazione di politici con la "mente disarmata" per governare con conseguente coerenza, per fare scelte quotidiane di disarmo, materiale, educativo, culturale e simbolico. Ecco allora che ci sembra importante rafforzare e moltiplicare le iniziative di formazione, che veda coinvolte non solo le persone esterne, ma anche chi aderisce al Movimento Nonviolento, affinche' si continui a riflettere insieme sulla storia della nonviolenza, sulle tecniche, sui saperi e i valori connessi. Inoltre proponiamo che si sperimentino vere e proprie "scuole di formazione politica" alla costruzione della pace con i metodi della nonviolenza. E' anche questo un modo per tenere salde le redini della democrazia e dei suoi principi fondanti.
Il nostro futuro si fonda su una politica che consideri la guerra un'opzione non accettabile e da mettere fuori dalla storia, sempre evitabile con la ricerca di soluzioni negoziate e con il dialogo. E a noi serve prima di tutto un'Europa capace di esprimere politiche orientate alla tenace ricerca di soluzioni pacifiche ad ogni conflittualita'. Il nostro orizzonte deve guardare lontano, la posta in gioco e' oggi drammatica. E dobbiamo sapere porre al centro i temi del disarmo (anche climatico), dell'opposizione radicale alla guerra, dell'educazione alla convivenza rispettosa, della priorita' assoluta dei diritti umani e della pacifica convivenza in una societa' sempre piu' plurale.
Il contrasto alle guerre nasce dal contrasto alle tante violenze di ogni giorno e dalla costruzione di un contesto sociale, ambientale e culturale in cui tutte le componenti di una collettivita' si sentono coinvolte e hanno come obiettivo generale il miglioramento della qualita' della vita e delle relazioni attraverso l'equita', l'ascolto, il dialogo, il rispetto, la gestione costruttiva dei conflitti, l'accoglienza e l'inclusione, creando le condizioni per imparare a vivere in pace.
In sintesi le priorita' che individuiamo per la costruzione della pace, a partire dalle citta' e dai territori:
Il rilancio su larga scala delle campagne di obiezione alla guerra come momento di incontro con le persone e superamento della sfiducia: la guerra non e' inevitabile;
Le deleghe politiche da parte delle amministrazioni locali (Assessorati alla pace/nonviolenza?) e l'interlocuzione costruttiva tra istituzioni e mondi associativi per la pace;
La formazione a tutto campo, nei piu' diversi contesti e verso diversi destinatari, per imparare a "costruire la pace con mezzi pacifici";
Incrementare le azioni locali che fanno "cultura di pace" e la costruiscono: ingredienti per la pace sono la giustizia, la tutela dei diritti fondamentali delle persone, l'uguaglianza, il rispetto e la dignita';
Citta' inclusive e accoglienti, plurali e multiculturali (istituzioni e societa' civile alleate e solidali);
Citta' aperte e solidali: cittadini a tutto campo delle citta', dell'Italia, dell'Europa, del mondo: la solidarieta' e la cooperazione internazionale come patrimonio della collettivita';
Citta' che mettono al centro l'educazione e i giovani: ascoltare i bisogni per cercare risposte;
Citta' "disarmate", che si fondano sui "costruttori di pace" e sulla nonviolenza: no ai simboli di guerra durante manifestazioni pubbliche, no alle armi e all'ostentazione di mezzi e strumenti per fare la guerra;
Citta' in pace con l'ambiente e che promuovono scelte e stili di vita responsabili per il clima, la natura, la salute.
Documento frutto di un percorso precongressuale che ha visto:
incontro ristretto Modena-Casalecchio-Bari il 28 gennaio 2024;
incontri separati del centro territoriale di Modena (29 gennaio 2024), degli iscritte/i e "amiche/ci della nonviolenza" di Casalecchio-Bologna (8 febbraio), con la stesura dei relativi documenti di sintesi;
incontro congiunto il 12 febbraio 2024 presso la Casa per la Pace di Casalecchio (con partecipazione in presenza e online dei rappresentanti delle quattro realta') dal quale e' uscito questo documento, come sintesi condivisa.

7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

8. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' quest'anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
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Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

9. REPETITA IUVANT. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE

Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
*
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

11. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

12. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

13. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

14. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

15. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 418 del 22 febbraio 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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