[Nonviolenza] Telegrammi. 5118



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5118 del 22 febbraio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento: Si e' spento a 93 anni Johan Galtung, obiettore di coscienza alla guerra e fondatore della ricerca sulla pace. Il Movimento Nonviolento lo ricorda con gratitudine
2. Movimento Nonviolento: Congresso del Movimento Nonviolento a Roma il 23-25 febbraio 2024 "Obiezione alla guerra, oggi!"
3. Valutazione sulla conclusione del Congresso del Movimento Nonviolento a Piazza S. Pietro da parte di alcuni membri del gruppo di Brescia
4. Paolo Candelari: Terza guerra mondiale? Alcuni appunti per evitarla
5. Martina Lucia Lanza: Contributo al congresso del Movimento Nonviolento
6. Auguri di buon lavoro al congresso del Movimento Nonviolento che si terra' a Roma il 23-25 febbraio 2024
7. Il Movimento Pacifista Ucraino davanti l'ambasciata israeliana a Kiev: "Fermate il massacro, non arrestate gli obiettori"
8. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
9. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
10. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
13. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. LUTTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: SI E' SPENTO A 93 ANNI JOHAN GALTUNG, OBIETTORE DI COSCIENZA E FONDATORE DELLA RICERCA SULLA PACE. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO LO RICORDA CON GRATITUDINE
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Il 17 febbraio ci e' giunta la notizia della morte di Johan Galtung, all'eta' di novantatre anni compiuti lo scorso 24 ottobre, universalmente riconosciuto come il fondatore e pioniere dei peaces studies, gli studi internazionali per la pace che hanno fornito uno statuto scientifico alla ricerca nonviolenta per la soluzione dei conflitti.
Galtung, nato ad Oslo e discendente da un'antica famiglia aristocratica norvegese che si era dedicata egli studi di medicina, comprende presto quale sarebbe stata la sua missione nella vita: da un lato l'adolescenza vissuta sotto l'occupazione nazista della Norvegia gli fa comprendere precocemente tutti i livelli in cui puo' dilagare la violenza, dall'altro lo colpisce l'omicidio di Gandhi nel gennaio del 1948 - "mi ritrovai a 17 anni a piangere come un bambino", dira' - e da li' a poco si dichiarera' obiettore di coscienza al servizio militare, facendo anche sei mesi di prigione, ma non prima di essersi recato in biblioteca per chiedere di avere qualche libro di studi sulla pace, scoprendo che non esistono studi sulla pace ma solo sulla guerra. E' in quella occasione che decide che colmare quel vuoto sarebbe diventato il lavoro della sua vita. Il suo primo libro, scritto con il suo maestro Arne Naess, fu proprio sull'etica politica di Gandhi.
Da li' in avanti - dopo gli studi in matematica e in sociologia - con un'attivita' instancabile, dapprima fonda l'International Peace Research Institute di Oslo nel 1959, il primo centro di ricerca accademica al mondo focalizzato sugli studi sulla pace, e poi l'influente Journal of Peace Research (1964). Dopodiche' contribuisce a fondare dozzine di altri centri per la pace in tutto il mondo. Successivamente fa ricerca e insegnamento sugli studi per la pace in molte universita', tra le quali la Columbia University (New York), Oslo, Berlino, Belgrado, Parigi, Santiago del Cile, Buenos Aires, Il Cairo, Sichuan, Ritsumeikan (Giappone), Princeton, Hawai, Tromsoe, Berna, Alicante (Spagna) e decine di altre in tutti i continenti. Inoltre ha contribuito a mediare, come consulente di diverse agenzie delle Nazioni Unite, decine di conflitti in ogni parte del pianeta. Ed infine ha fondato la rete Transcend International, per "realizzare un mondo piu' pacifico attraverso l'azione, l'istruzione/formazione, la divulgazione e la ricerca" (www.transcend.org).
"Essere contro la guerra e' una posizione moralmente lodevole, ma non e' sufficiente a risolvere i problemi delle alternative alla guerra e delle condizioni per la sua abolizione", scrive Galtung, e' necessario dunque costruire "la pace con mezzi pacifici" (Esperia, 1996). I contributi di Johan Galtung a questo scopo, distribuiti in decine di libri e migliaia di articoli, relazioni e conferenze, sono molteplici ed hanno fornito alcuni dei concetti fondamentali sia della ricerca accademica sulla pace che ai movimenti nonviolenti, e non si possono indicare qui se non per alcuni macrotitoli: dalla costruzione della base epistemologica degli studi sulla pace con un approccio olistico, al lavoro sul trascendimento dei conflitti attraverso le fasi "diagnosi-prognosi-terapia", dall'identificazione e analisi dei diversi livelli in cui si manifesta la violenza "diretta-strutturale-culturale" e la corrispettiva costruzione della nonviolenza al collegamento tra teorie del conflitto, dello sviluppo e delle macroculture, fino all'educazione nonviolenta e al giornalismo di pace.
Anche il rapporto di Galtung con l'Italia e' stato intenso, passato nel nostro paese non tanto attraverso la ricerca universitaria, quanto i movimenti di base e figure significative che hanno collegato l'attivismo nonviolento con la riflessione teorica. In particolare ricordiamo l'esperienza di Danilo Dolci in Sicilia dove Galtung si reca tra il '56 e il '57 per studiarne e sostenerne l'azione nonviolenta - occasione per imparare anche la lingua italiana tra le moltissime parlate da Galtung - e la stretta collaborazione piu' recente con Nanni Salio, prematuramente scomparso, che non solo e' stato il maggiore divulgatore dell'approccio di Galtung nel nostro Paese, favorendone anche la traduzione e pubblicazione di molti scritti, ma ha inserito il Centro studi Sereno Regis nella rete internazionale Transcend, ospitandolo piu' volte fino al Convegno organizzato per i suoi ottanta anni. Sul sito web del Sereno Regis si possono trovare molti articoli di Galtung, tradotti in italiano. E per un piu' esaustivo approfondimento dell'opera di Galtung per il momento rimandiamo, non a caso, al testo di Nanni Salio, Il contributo di Johan Galtung alla trasformazione nonviolenta dei conflitti, sul numero della rivista Parole-chiave dedicata alla Nonviolenza (fascicolo 2/2008).
"Non esiste alcun conflitto - per quanto l'odio sia interiorizzato, il comportamento violento istituzionalizzato e la contraddizione, l'incompatibilita', il tema del conflitto insolubili - che non possa essere trasformato attraverso la nonviolenza", scrive Galtung in Pace con mezzi pacifici, e con la sua stessa consapevolezza il miglior saluto che possiamo dargli - in questi tempi in cui la guerra e la sua ideologia sono tornate a riprendersi la scena globale - e' l'impegno a continuarne e svilupparne l'opera di ricerca, educazione ed azione per la nonviolenza.

2. INCONTRI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO A ROMA IL 23-25 FEBBRAIO 2024 "OBIEZIONE ALLA GUERRA, OGGI!"
[Riceviamo e diffondiamo]

Congresso del Movimento Nonviolento
Roma, 23 - 24 - 25 febbraio 2024.
Il titolo del Congresso e': “Obiezione alla guerra, oggi! Priorita' della nonviolenza", una formula che indica gia' obiettivi e strumenti, mezzi e fini. "Priorita' della nonviolenza" ha un doppio significato:
- indicare quali sono le priorita' che la nonviolenza chiede per la realta' di oggi;
- assumere la nonviolenza come priorita' per la nostra vita personale e politica.
Il XXVII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento si svolgera' a Roma (Spazio Pubblico – FP Cgil, via di Porta Maggiore 52, zona Termini) nei giorni 23, 24, 25 febbraio 2024.
Il Congresso si aprira' il venerdi' 23 febbraio alle ore 17 con la registrazione dei partecipanti (aperto a tutti, ma votano solo gli iscritti), cui seguira' alle 18 il dibattito pubblico "Elezioni Europee e l'aggiunta nonviolenta", su Europa disarmata, l'Europa e la Nato, i Corpi civili europei di pace, le guerre ai confini d'Europa, Europa dei ponti o dei muri?
Il sabato 24 febbraio, dopo la relazione di apertura sulle attivita' svolte e le prospettive di lavoro, gli interventi dei Centri territoriali, i saluti degli ospiti, seguira' il dibattito che si concludera' con la votazione della Mozione e degli organi statutari.
Al Congresso parteciperanno anche i rappresentanti delle Reti di cui il Movimento Nonviolento fa parte (Rete italiana Pace e Disarmo, Conferenza nazionale Enti di Servizio Civile, Beoc - Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza, War Resisters International, ecc.), delle Campagna "Obiezione alla guerra", "Un'altra difesa e' possibile", "La via Maestra per la Costituzione", e delle Associazioni con cui collabora (da Un Ponte per ad Archivio Disarmo, da Cgil a Fondazione Langer, da Acli a Fondazione Capitini, ecc.).
Sara' questa la nostra partecipazione attiva alla giornata di mobilitazione nazionale del 24 febbraio "Fermiamo la criminale follia della guerra" lanciata da Europe for Peace e AssisiPaceGiusta.
Tra gli ospiti del nostro Congresso ci sara' anche Olga Karatch (premio Langer 2023), testimone bielorussa della Campagna di Obiezione alla guerra a difesa dei diritti umani di chi rifiuta la mobilitazione militare e la coscrizione obbligatoria. Ci saranno anche collegamenti con obiettori di coscienza alla guerra in Ucraina e in Palestina.
Il Congresso si concludera' domenica 25 febbraio con la partecipazione collettiva all'Angelus in Piazza San Pietro, nell'ambito della campagna contro tutte le guerra e contro le armi che le rendono possibili di Papa Francesco.
I giornalisti sono invitati.
Mao Valpiana, Presidente
*
Per contatti stampa:
Segreteria Congresso tel. 045 8009803
Presidente (M. Valpiana) cell. 348 2863190
Contatti su Roma (D. Taurino) cell. 328 3736667

3. INCONTRI. VALUTAZIONE SULLA CONCLUSIONE DEL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO A PIAZZA SAN PIETRO DA PARTE DI ALCUNI MEMBRI DEL GRUPPO DI BRESCIA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Apprezziamo e condividiamo il programma e gli argomenti delle prime due giornate congressuali.
Non condividiamo la scelta degli organizzatori per la terza giornata del congresso.
Riteniamo che vada riconosciuto l'importante e grande impegno che il Papa dimostra nell'esprimere chiaramente il suo NO ai conflitti armati e il suo sostanziale schierarsi dalla parte delle vittime e contro tutte le guerre. Cio' nondimeno riteniamo inopportuno comprendere come una fase congressuale il partecipare all'Angelus di Papa Francesco. Riteniamo condivisibile una manifestazione di sostegno alla politica antibellicista del papa ma questa riteniamo opportuno debba svolgersi come momento a se stante.
Considerare come fase congressuale del Movimento Nonviolento la partecipazione al rito dell'Angelus, snatura a nostro avviso la natura laica del Movimento Nonviolento.
Chiediamo pertanto che nel rendiconto dei lavoro congressuale venga ribadita e sottolineata la natura laica del Movimento Nonviolento.

4. RIFLESSIONE. PAOLO CANDELARI: TERZA GUERRA MONDIALE? ALCUNI APPUNTI PER EVITARLA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Con una fortunata espressione papa Francesco conio' nel lontano 2014 il termine "terza guerra mondiale a pezzi" per raffigurare l'espandersi ed il moltiplicarsi dei conflitti armati nel mondo; proprio nel 2014 iniziarono i combattimenti nel Donbass, si era in presenza della guerra civile siriana, che si protraeva dal 2011, coinvolgendo direttamente la Russia, per la prima volta con operazioni all'estero dalla caduta dell'URSS, oltre a diversi altri Paesi e fazioni del Medio Oriente, che peraltro era (ed e') pieno di conflitti; le mai terminate guerre in Africa, il conflitto tra Armenia e Azerbaigian, e tanti altri ancora.
Il nuovo millennio si era aperto all'insegna della globalizzazione, mentre gli Stati Uniti perseguivano il "new american century", un vero e proprio progetto politico strategico definito in documenti ufficiali.
Questa strategia chiuse il decennio di speranza seguito alla guerra fredda e porto' gli americani a combattere in ogni parte del mondo.
Il nuovo secolo americano non duro' neanche un decennio, lasciando il posto a quello che Limes ha chiamato Caoslandia; ossia il progressivo venir meno di un equilibrio tra le potenze, e l'impossibilita' a gestire l'intero ordine internazionale da parte di quella ritenutasi vincitrice assoluta, ha generato guerre "glocali" del tutto incontrollate; si tratta di conflitti con radici locali, dovute a contese territoriali, sfasciamento di imperi e stati multinazionali, rinascita di nazionalismi, una resistenza alla globalizzazione che ha assunto spesso l'attaccamento a tradizioni del passato.
Ma nel XXI secolo nessuna guerra puo' rimanere locale; apparentemente non hanno legami, ma impattano sugli equilibri internazionali, sull'economia, sulla distribuzione delle risorse; oltre all'intreccio dei protagonisti con coinvolgimento indiretto, e talvolta anche diretto, delle potenze, sia grandi che regionali.
Anche per la globalizzazione possiamo intonare il "de profundis".
Val la pena soffermarsi un attimo su quest'ultimo aspetto; in realta' dovremmo parlare di globalizzazione liberista, trattandosi dell'unificazione, soprattutto economica, all'insegna della concezione che occorre ridurre al minimo l'intervento pubblico, comunque inteso, e che la competizione economica senza regole possa sostituire i conflitti sia politici che sociali del passato; appunto il liberismo, da non confondersi col liberalismo.
L'opposizione a questa globalizzazione liberista, inizialmente nata, in Occidente soprattutto, sotto un segno di sinistra, di contestazione al capitalismo e al sistema finanziario globale, prende poi col tempo una dimensione decisamente sovranista, che e' un concetto di destra, prevalendo la difesa della tradizione, delle prerogative, a volte dei privilegi, ma anche della cultura.
Ad essa si possono far risalire fenomeni diversi e contraddittori: dal califfato, alla pretesa di restaurare l'impero russo, dall'islamismo al suprematismo bianco in America, ai fenomeni sovranisti europei, al voler trasformare uno stato laico come l'India in una nazione indu'. E l'elenco potrebbe continuare.
Oggi i pezzi si stanno pericolosamente ricomponendo: Africa subsahariana, Ucraina, Palestina, estremo oriente. E i protagonisti pure: la Russia alla ricerca dell'impero perduto, l'Iran alfiere dell'islam teocratico, la Cina che svolge la sua politica di potenza commerciale, ma radicale fautrice della non ingerenza sfida la grande superpotenza, ora anche sul piano del riarmo.
L'occidente si sente attaccato e vuole ristabilire la sua supremazia, costretto a usare la sua immensa potenza militare. Prossima crisi annunciata Taiwan.
Si stanno generando due schieramenti, e la ragione per cui tutto l'occidente e' compatto e' molto semplice: ha paura, sicuramente di perdere quell'egemonia che ha da almeno tre secoli, ma anche di veder attaccate quelle liberta' fondamentali su cui, bene o male, si sono costruite le democrazie liberali occidentali.
Lo schieramento antioccidentale ha tre paesi guida: Russia, Cina, Iran, con tre regimi che sono la negazione non tanto del capitalismo che non contestano, anzi accettano e consolidano, ma dei valori democratici e dei diritti umani, anch'essi prodotto della cultura occidentale.
Le opposizioni al sistema e al militarismo imperante in questi paesi sono fortemente filoamericane; si sta ripetendo quanto successo nell'est europeo.
La contraddizione in cui anche noi siamo immersi e' questa: contro l'Occidente capitalistico e global-liberista non ci sono avversari democratici, popolari, neanche alternativi, ne' nel pensiero, ne' nei fini, ne' nei metodi, e neanche nella struttura sociale. Ci sono autocrazie basate su un ordine gerarchico e patriarcalista, dove conta il principio di autorita'; esse vogliono partecipare al grande banchetto liber-capitalista da protagonisti, al pari di USA ed Europa, e non ammettono ingerenze, intendendo per tali ogni tentativo di portare e sostenere in quelle societa' la cultura dei diritti umani, che siano sponsorizzati da stati e ricche fondazioni, con l'intento di guadagnarle all'ordo-liberismo, o da ONG e movimenti popolari con l'intento di solidarizzare con chi e' vittima di soprusi e persecuzioni.
E' sul primo aspetto (gestire da pari il mondo) che si e' consumata la rottura tra gli USA e la Russia di Putin dal 2008 circa in avanti.
E' sul secondo che le autocrazie si irrigidiscono e rendono piu' crudeli i loro regimi.
Una prima conseguenza e' che le opposizioni alle autocrazie, che noi diciamo e vogliamo sostenere, sono fortemente filooccidentali, vedono negli Stati Uniti e nell'Unione Europea un faro, un mondo ideale, coloro che possono aiutarli. Questo viene fuori ogniqualvolta parliamo con membri di queste opposizioni: essi sono portati a vedere le critiche alla NATO e all'Occidente come frutto della propaganda di Putin piuttosto che degli ayatollah o di chi altro.
In base al principio "il nemico del mio nemico e' mio amico" e del viceversa "l'amico del mio nemico e' mio nemico", sostengono americani e loro alleati contrastando tutte le forze popolari anticapitaliste antiamericane (l'opposizione iraniana sostiene Israele).
Noi rischiamo di cadere nella stessa dinamica: vedere in chiunque si opponga agli Stati Uniti un sostanziale amico, diffidando di chi si oppone loro: o lo ignoriamo, o lo avversiamo apertamente, o facciamo finta di non vedere e ci costruiamo un'immagine che in realta' non esiste.
A cavallo degli anni 2000 si era diffuso il movimento cosiddetto noglobal, in realta' il piu' globale e internazionalista dei movimenti sociali dai tempi delle varie Internazionali. Erano i Social Forum, qui in Italia la rete Lilliput, quello che nel 2003 venne definito "l'altra grande potenza"...
Esso si e' sciolto, disperso, perche' i movimenti devono diventare soggetti politici, organizzarsi; finche' rimangono spontanei sono come i fuochi di paglia, intensi, visibili, fanno la bella fiammata, ma si spengono con la stessa facilita' e velocita' con cui si sono accesi.
La nonviolenza e i suoi movimenti possono contribuire alla ricerca di un'alternativa: nel pensiero e nell'azione di Gandhi, come dei movimenti che a lui si ispirano, ci sono spunti e idee che possono costituire la vera alternativa ad un mondo che ha completamente perso la bussola e sta correndo verso il disastro. L'azione di molti, apertamente nonviolenti, o semplicemente "di buona volonta'" stanno producendo teorie e pratiche che possono costituire motivo di speranza.
A patto di non rinchiudersi in se stessi, accontentandosi di una testimonianza isolata, ripetendo alcuni slogan giusti come giaculatorie.
Occorre innanzitutto approfondire, studiare, affrontare le problematiche senza infingimenti e senza nascondersi le difficolta'; saper unire lo slancio utopistico ad obbiettivi realizzabili, coscienti che il compromesso e' il segreto della vita politica, senza di cui si scade facilmente nel velleitarismo, o nel fanatismo. Solo cosi' la nonviolenza puo' diventare cultura e stile politico diffusi.
Lasciando ad altri il compito di favorire e costruire movimenti popolari di massa (senza i quali anche il movimento per la pace annaspa), a noi spetta far crescere l'opposizione al riarmo, innanzitutto alle armi atomiche, fornire strumenti per i metodi alternativi alla difesa armata.
Questo deve diventare coscienza comune popolare.
La chiarezza e la coerenza degli obbiettivi deve portare a coinvolgere piu' gente, piu' forze politiche e sociali, non essere strumento escludente.
L'egemonia non viene mai dall'autoreferenzialita'; essa la si esercita in un movimento composito tra diversi, non isolandosi, e non la si ottiene per decreto, ma per consenso.
Dobbiamo avere il coraggio di interfacciarci con forze politiche, sociali, sindacali, religiose che oggi non tutte e non in tutto condividono le nostre posizioni, ma che noi, con l'unica forza di cui disponiamo, la persuasione, dobbiamo portare su posizioni un po' piu' vicine, "passin passetto" mi verrebbe da dire.
C'e' un punto di equilibrio tra chiarezza e apertura popolare che dobbiamo perseguire; le alternative sono apertura totale annacquando gli obbiettivi per comprendere tutti ma non dire niente, o, all'opposto, intransigenza ideologica ma rimanere isolati, sono entrambe inutili e dannose.
Chiarezza e' invece necessario farla nel ripudio di ogni dittatura; la nostra opposizione a Putin, agli ayatollah, deve essere chiara senza se e senza ma; come la pretesa della Cina (ex) comunista di dettar legge ai taiwanesi non ha senso ne' giustificazione alcuna; lasci liberi i tibetani, i cittadini di Hong Kong, le minoranze religiose perseguitate, gli studenti di Pechino; una Cina siffatta potra' poi legittimamente candidarsi all'unificazione.
Il punto di equilibrio di cui sopra lo vedo in cinque punti su cui mi pare ci sia gia' una sostanziale unita' tra i movimenti per la pace italiani:
- Disarmo atomico totale tramite adesione al TPNW;
- Riduzione delle spese militari;
- Una politica estera di pace e non di guerra che unisca il sostegno9 al rispetto per i diritti umani al metodo della trattativa e del dialogo nei rapporti tra gli Stati;
- Sostegno a chi in ogni parte del mondo si oppone alla guerra (obbiettori di coscienza);
- Studio e costituzione di alternative alla difesa armata: corpi civili di pace e forze nonviolente di pace.

5. RIFLESSIONE. MARTINA LUCIA LANZA: CONTRIBUTO AL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Carissime amiche e carissimi amici della Nonviolenza,
E' con non poca emozione che scrivo queste righe che spero possano essere l'inizio di una rinnovata e ritrovata mia presenza per il Movimento Nonviolento.
Come tanti di voi sapranno, pochi mesi dopo lo scorso Congresso del Movimento nonviolento, la vita mi ha regalato Aurora e Margherita. Le gemelline faranno tre anni a luglio e sento il bisogno - direi quasi una necessita' della coscienza - di tornare a dare il mio contributo al Movimento nonviolento.
Prima che la mia vita subisse un completo switch, per chi non lo sapesse, la mia collaborazione riguardava le relazioni internazionali, nonche' la redazione della nostra amata rivista e di una rubrica su Azione nonviolenta online.
In primis, seppure con la possibilita' di viaggiare fortemente condizionata dal carico familiare, vorrei tornare ad occuparmi del diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare e poter - almeno in parte - condividere il gravoso carico che Daniele ha sostenuto in questi anni per rinsaldare le relazioni con WRI, EBCO e altri attori internazionali.
In secundis, lo sguardo va ad Azione nonviolenta e al nostro sito Azione nonviolenta online. Anche in tal caso, magari ricollegandomi al punto precedente, spero di poter dare il mio contributo a livello redazionale.
Non ultimo, e' piu' che necessario ricordare gli impegni amministrativi e gestionali che pesano non poco sulle spalle di Caterina e di Vittorio. Vorrei anche qui poter essere di sostegno.
Infine, non posso concludere queste mie righe senza condividere con Voi un pensiero personale. Benche' io non sia presente fisicamente a questo Congresso, per il mio cuore e' ancora troppo complicato trasformare l'assenza del nostro Emerito in compresenza. Il suo era lo sguardo accogliente che cercavo nella folla quando mi capitava di parlare in pubblico. Questo e' il primo Congresso senza il piu' grande amico degli amici della Nonviolenza ed io sento un peso ed al contempo un vuoto che mi schiacciano ed attraversano. Vorrei essere con Voi per trovare sostegno assieme nella compresenza.
Con questo pensiero, concludo il mio contributo con un rinnovato impegno personale per la Nonviolenza tutti i giorni ed a tutti livelli.
 Novara, 16 febbraio 2024

6. INCONTRI. AUGURI DI BUON LAVORO AL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO CHE SI TERRA' A ROMA IL 23-25 FEBBRAIO 2024

Carissimo Mao,
vorrei formulare anch'io - quidam de populo - i piu' fervidi auguri di buon lavoro al congresso del Movimento Nonviolento che si svolgera' a Roma tra qualche giorno.
Per quanto possa sembrare banale e fin stucchevole ripeterlo una volta di piu', sono persuaso che solo la nonviolenza possa salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
Il lavoro del Movimento Nonviolento, e di tutte le esperienze che alla nonviolenza si richiamano, e' quindi semplicemente fondamentale.
*
Occorre opporsi alla violenza con la nonviolenza.
Occorre opporsi al male facendo il bene.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Per tutte e tutti giustizia e liberta', riconoscimento e riconoscenza, accudimento e misericordia, solidarieta' e responsabilita'.
Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
La nonviolenza e' in cammino.
La nonviolenza e' il cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
*
Sperando di far cosa non sgradita mi permetto di trascrivere qui i riferimenti utili invitando chi altri leggera' queste righe a voler contribuire al congresso e all'attivita' del Movimento Nonviolento:
- segreteria del Congresso del Movimento Nonviolento: tel. 0458009803
- presidente del Movimento Nonviolento (Mao Valpiana): cell. 3482863190
- contatto organizzativo a Roma del Movimento Nonviolento (Daniele Taurino): cell. 3283736667
- siti internet consultabili: www.azionenonviolenta.it, www.nonviolenti.org
Con amicizia e gratitudine...

7. MONDO. IL MOVIMENTO PACIFISTA UCRAINO DAVANTI L'AMBASCIATA ISRAELIANA A KIEV: "FERMATE IL MASSACRO, NON ARRESTATE GLI OBIETTORI"
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Yurii Sheliazhenko, segretario del Movimento Pacifista Ucraino agli arresti domiciliari, si e' presentato davanti all'ambasciata dello Stato di Israele a Kiev, con un messaggio per il cessate il fuoco a Gaza e una lettera depositata a firma del MPU all'ambasciata.
Il Movimento Pacifista Ucraino chiede:
– Lo Stato di Israele deve impedire il crimine di genocidio nella Striscia di Gaza in conformita' con l'ordine della Corte Internazionale di Giustizia del 26 gennaio 2024!
– Lo Stato di Israele deve porre fine all'incarcerazione degli obiettori di coscienza al servizio militare, in conformita' con le osservazioni conclusive del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite del 5 maggio 2022!

8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

9. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' tra meno di un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

10. REPETITA IUVANT. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE

Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
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Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

12. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Caterina Roggero, Il conflitto del Sahara Occidentale, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 5,99.
*
Riletture
- Troy Johnson, Joane Nagel, Duane Champagne (edited by), American Indian Activism. Alcatraz to the Longest Walk, University of Illinois Press, Champaign, Illinois, 1997, pp. VI + 298.
*
Riedizioni
- Giampiero Brunelli, La santa impresa. Le crociate del Papa in Ungheria (1595-1601), Salerno, Roma 2022, Rcs, Milano 2024, pp. 208, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Giuseppe Ligato, Le armate di Dio. Templari, ospitalieri e teutonici in Terra Santa, Salerno, Roma 2020, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5118 del 22 febbraio 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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