Re: [pace] Manifesto Nonviolento



Il problema non è "per chi non votare": c'è ampia scelta!.. O sappiamo proporre una posizione per la quale votare, oppure rischiamo solo di cadere nel non-voto, che è sempre il peggio, perché è votare per chi vince, che può essere il peggiore. Votare si deve sempre: votare il meglio, oppure il meno peggio. Proponi una scelta meno peggiore! Se il meno peggio ti fa schifo, fai vincere il "più-peggio"! E' già successo molte volte!
Enrico

Il 30/09/2011 16:58, Giuliano Falco ha scritto:
Cari amici,
sono d'accordo con il Manifesto e con le aggiunte proposte. Occorre
far sapere ai diretti interewssati che non li voteremo (neanche quelli
di SEL) sse non si impegneranno contro le missioni di guerra, contro
l'acquisto di nuovi bombardieri, ecc. Anche sul posto di lavoro non
perdo occasione di ricordare che in un momento in cui ci tagliano
(supplenze, ore di sostegno, bidelli -lavoro nella scuola elementare)
e via dicendo il governo si come i bombardieri, con ilsilenzio del
centrosinistra...
Il problema, secondo me, è che dovremmo cercare di coinvolgere il
maggior numero di persone. Come? Questo è un altro problema, ma già
intervenendo su mailing list, commentando articoli sui siti dei
giornali, costruendo blog o scrivendo comunicati stampa da diffondere
a destra e manca. Non è molto ma potrebbe essere un inizio...
Giuliano
http://giulianofalco.blogspot.com

Il 30/09/11, tiziano cardosi<tcardosi at indire.it> ha scritto:
il mio non era un invito a non votare, ma volevo far notare che, se non
votiamo chi ha appoggiato le guerre, vorrei sapere dove troviamo uno
straccio di candidato.
ribadisco, non perdiamo tempo  e lasciamo che i morti seppelliscano i
loro morti; dobbiamo costruire un futuro per le prossime generazioni
Salutei
TC

Il 30/09/2011 11:39, Claudio Pozzi ha scritto:
D'accordo con pilar.
Sono sempre stato contrario alle schede bianche o nulle oppure
all'astensione.
Coloro che si aggrappano al potere non potrebbero altro che essere
contenti di avere un minor numero di voti "contro".
Tanto a loro che importa, anzi tanto meglio!
Le leggi elettorali (per le amministrative o le politiche) non
prevedono il raggiungimento del quorum, pena l'annullamento, come
avviene nei referendum.
A Berlusconi, ad esempio, potrebbe bastare anche di essere il solo
elettore e votare per se stesso per essere eletto e governare! Noi
avremmo solo la coscienza "pulita" di non averlo votato.
Questo vale per tutti i partiti.
L'astensione o l'annullamento della scheda dovrà essere solo l'ultima
possibilità nel caso che non si presenti proprio alcun partito che
non abbia votato per il rifinanziamento delle missioni o, se non era
presente in parlamento, che non abbia dichiarato esplicitamente nel
programma elettorale che non le voterà .
Claudio Pozzi

    ----- Original Message -----
    *From:* pilar anita quarzell castel <mailto:pilarcastel at hotmail.it>
    *To:* pace at peacelink.it <mailto:pace at peacelink.it>
    *Sent:* Friday, September 30, 2011 11:09 AM
    *Subject:* RE: [pace] Manifesto Nonviolento

    non per fare propaganda politica ma in puglia c'è vendola e il
    sel...penso che non votare non sia un atto politico mentre come
    dici tu :ANNULLARE LA SCHEDA, incide. Quindi inserirei il tuo
    suggerimento nel manifesto, in caso non ci sia proprio nessuno da
    votare...(sic!), paci


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    Date: Fri, 30 Sep 2011 10:37:23 +0200
    From: tcardosi at indire.it
    To: pace at peacelink.it
    Subject: Re: [pace] Manifesto Nonviolento

    non vorrei sembrare un brontolone e basta, ma nell'analisi che mi
    sono fatto della situazione politica attuale mi pare che la
    minaccia di non votare un partito per qualche giustissimo motivo
    (come la guerra) non scuota più di tanto i nostri*presunti
    *rappresentanti. Il fatto è che per essere efficaci dovremmo
    avere una alternativa da votare, ma mi pare proprio non ci sia. Se
    dobbiamo votare un partito coerente nel no alla guerra annulliamo
    la scheda.Ai politici non interessano i nostri voti, ma la
    percentuale che ricevono dai votanti.
    Personalmente penso dobbiamo renderci conto che anche la
    democrazia rappresentativa, in Italia e in Europa, è arrivata al
    collasso e non garantisce nemmeno quel poco di rappresentanza che
    ha avuto fino a 20 anni fa.
    Io vedo una progettualità politica, sociale, economica,
    ambientale nella cosiddetta società civile. La miriade di
    comitati che tutti conosciamo che nascono e muoiono continuamente
    sui temi più disparati sono l'unica speranza nel deserto della
    politica delle istituzioni. I comitati di Taranto mi paiono un
    esempio straordinario e l'eco delle loro attività arriva anche in
    Toscana.
    Lì è il futuro del paese, lì sono le soluzioni ad una crisi di
    cui mi pare non ci rendiamo ancora conto. Chiediamoci come dare
    voce politica a queste istanze.
    Saluti dalla Toscana che non è un'isola felice.
    TC

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