Re: Re: Re: [pace] Amos Oz: un fanatico delle guerre in giro per il Piemonte



Vedo in entrambi buone ragioni, e vi ringrazio, Alfonso e Gualtiero.
Ma la prospettiva dello stato laico unico bi-nazionale è l'unica buona,
giusta, sebbene ancora lontana.
Quello che copio qui sotto è un brutto segnale.
Ma giustizia, pensiero e volontà devono superare la realtà.
Ciao, Enrico




LA REPUBBLICA EBRAICA DI ISRAELE
di Gideon Levy (giornalista israeliano; scrive per il quotidiano Haaretz) 10
ottobre 2010

Sintesi: Prestare giuramento ad uno Stato ebraico può essere determinante
per il destino dello Stato stesso. Si rischia di trasformare il Paese in una
teocrazia come l'Arabia Saudita.


(Articolo pubblicato anche, in una altra traduzione, su Internazionale n.
868, 15 ottobre 2010, p. 32, che sintetizza così: “La diga è crollata,
minacciando di annegare ogni traccia di democrazia. Forse finiremo per
ritrovarci in uno stato ebraico, ma di sicuro non sarà uno stato
 democratico”)



***
Ricordate questo giorno. È il giorno in cui Israele cambia la sua natura. Di
conseguenza, il suo nome potrebbe trasformarsi in “Repubblica Ebraica d
Israele”, proprio come la Repubblica Islamica dell'Iran. La proposta di
legge sul giuramento di fedeltà che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu sta
cercando di far passare sarà rivolta soltanto ai nuovi cittadini non-ebrei,
ma avrà in concreto effetti sul futuro di tutti noi.

Da oggi in poi vivremo in un Paese ufficialmente etnocratico, teocratico,
nazionalista e razzista. Chiunque pensi che ciò non lo riguardi, si sbaglia.
C'è una maggioranza muta che sta accettando tutto questo con preoccupante
apatia, come dire: “Non m'importa in che Paese vivo”. E così, chi pensa che
il mondo, dopo l'approvazione di questa legge, continuerà a trattare Israele
come una democrazia, non ha capito nulla. Questo è un altro passo che
danneggia seriamente l'immagine di Israele.

Oggi il Primo Ministro Benjamin Netanyahu dimostrerà di essere in realtà il
leader di Yisrael Beiteinu Avigdor Lieberman e il Ministro della Giustizia
Yaakov Neeman dimostrerà di essere senza dubbio un fedele membro di Yisrael
Beiteinu. Il Partito Laburista dimostrerà di non essere altro che uno
zerbino. E Israele oggi dimostrerà di non fregarsene nulla. Oggi la proposta
di legge del giuramento di fedeltà, domani la LEGGE sul giuramento di
fedeltà. La diga traboccherà, rischiando di sommergere quel che resta di una
democrazia, fino a lasciarci, probabilmente, in uno Stato Ebraico di cui
nessuno riesce realmente a capire la natura, ma che tutto sarà fuorché una
democrazia. Coloro che spingono per il giuramento di fedeltà sono gli stessi
che si stanno appropriando indebitamente della fedeltà allo Stato.

Nella prossima riunione, la Knesset discuterà circa 20 altre proposte
anti-democratiche. Durante il week-end, l'Associazione per i Diritti Civili
in Israele ha stilato una lista nera della legislazione: una “legge di
fedeltà” per i membri della Knesset; un “legge di fedeltà” per la produzione
cinematografica; un “legge di fedeltà” per le organizzazioni non-profit (ciò
pone la Nakba, la Catastrofe Palestinese, oltre il campo di applicazione
della legge); il divieto di qualsiasi appello al boicottaggio; e una
proposta di legge per la revoca della cittadinanza. È, insomma, un
pericoloso balletto Maccartista da parte di legislatori ignoranti che non
hanno mai compreso appieno cosa fosse la democrazia. Sarebbe pericoloso
anche se solo una fetta delle proposte diventasse legge, poiché il nostro
futuro e il nostro essere risulterebbero modificati.

Non è difficile capire la coppia Netanyahu-Lieberman. Non possiamo infatti
aspettarci che i due, irriducibili nazionalisti, capiscano che la democrazia
non si esprime nel dominio della maggioranza, ma soprattutto nella tutela
dei diritti delle minoranze. La cosa che è più difficile da comprendere è la
compiacenza delle masse. Le piazze oggi dovrebbero essere piene di cittadini
che non vogliono vivere in un paese in cui la minoranza è oppressa da leggi
draconiane, come quella che costringe a prestare falso giuramento verso uno
Stato ebraico. Ma, sorprendentemente, quasi nessuno sembra curarsene.

Per decenni abbiamo inutilmente cercato di rispondere alla domanda su Chi
sia un Ebreo. Da oggi la questione di Cosa sia Ebraico non ci abbandonerà.
Qual è lo “Stato di una nazione ebraica”? Apparterrà più agli ebrei della
diaspora che ai suoi cittadini arabi? Saranno loro a decidere il suo destino
e potremo ancora chiamarla democrazia? O sarà la setta ultraortodossa
Neturei Karta, che è contraria all'esistenza dello stato, insieme a
centinaia di migliaia di ebrei che si oppongono a fare di questo stato
qualsiasi cosa si voglia? Cosa è “ebraico”? Sono ebraiche le feste? Le
regole alimentari kosher? Il crescente controllo dell'establishment
religioso (come se non ce ne fosse già abbastanza adesso a falsare la
democrazia)? Prestare giuramento ad uno stato ebraico può risultare
determinante per il destino dello Stato stesso. Si rischia di trasformare il
paese in una teocrazia come l'Arabia Saudita.

È vero che finora è stata una faccenda di slogan vuoti e ridicoli. Non
esistono al mondo anche solo tre ebrei che siano d'accordo su come debba
essere uno “Stato ebraico”. Ma la storia ci ha insegnato che anche “vuoti
slogan” possono lastricare la via per l'inferno. Intanto, questa proposta di
legge servirà ad aumentare l'emarginazione dei cittadini arabi israeliani in
prima istanza e, in ultima istanza, di un più ampio segmento di popolazione.

Questo è ciò che accade quando il fuoco cova ancora sotto la cenere; il
fuoco della sostanziale mancanza di fede nella giustizia del nostro patto.
Solo la mancanza di fiducia può dar vita a proposte di legge assurde come
quella che viene approvata oggi (poiché certamente l'approvazione ci sarà).
Il Canada, come altri stati, non ha bisogno che i suoi cittadini gli
prestino giuramento. Solo Israele lo fa. Ma chiaramente questo gioco mira a
provocare in maniera più decisa la minoranza araba e spingerla ad un più
alto grado di “mancanza di lealtà” per avere un giorno la scusa per
sbarazzarsi definitivamente di loro; oppure è stato progettato per far
naufragare ogni prospettiva di pace negli accordi con i palestinesi. In un
modo o nell'altro, nel Primo Congresso Sionista del 1897 a Basilea lo Stato
Ebraico è stato fondato, come dichiarò Theodor Herzl. E oggi sarà fondata la
Repubblica Non-Illuminata di Israele.

* Editoriale pubblicato su Haaretz il 10 ottobre 2010
 Traduzione dall’inglese di Maria Teresa Patarnello

***
----- Original Message ----- 
From: <alfonsonavarra at virgilio.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, November 08, 2010 1:17 PM
Subject: R: Re: Re: [pace] Amos Oz: un fanatico delle guerre in giro per il
Piemonte


> Ottima, pacata ed argomentata risposta.
> Che però, a mio parere, cade
> nella trappola di semplificare il quadro, arrivando, per concludere, al
> "non c'è scelta", possiamo solo schierarci dietro Hamas e la sua lotta
> armata in quanto attuale, riconosciuta "dirigenza  palestinese".
> O di
> qua, o di là: volete che ritorni il Sig. Jones?
> E' il vecchio
> ritornello del potere guerrafondaio, da che mondo è mondo.
> Ed invece
> c'è scelta, e la stessa realtà del "popolo palestinese" è più
> complicata del sostegno alla mafia di Hamas, cui tu - Gualtiero -
> vorresti condannare i pacifisti.
> A Gaza, per farti un esempio, esiste
> una associazione sportiva di appassionati del surf come sport.
> La
> dirige un ex olimpionico palestinese che non è legato a Fatah ma non la
> manda nemmeno a dire quando si tratta di criticare Hamas.
> Un
> olimpionico che addestra i ragazzi palestinesi con l'aiuto di amici
> ebrei che ha conosciuto nelle competizioni internazionali.
> Ecco cosa è
> la pace, secondo lui: cercare di vivere una vita normale, lavorare,
> amare, fare sport, potersi fare gli amici senza guardare al colore
> della pelle o alla fede (o non fede) religiosa.
> Sono questi i valori
> che celebra Amos Oz nei suoi libri, che trattano i palestinesi come
> sfortunati esseri umani, da aiutare e compatire, e non come belve
> malvagie da demonizzare (alla maniera dei fondamentalisti di ogni
> risma): anche se per lui, Oz, era necessaria una risposta militare
> "proporzionata" ai razzi di Hezbollah...
> Se non dialoghi con Oz, con
> chi dialoghi, diamine!, in Israele?
> I "due popoli-due stati" saranno
> patetici, ma l'unico Stato laico è del tutto irrealistico.
> Quello che è
> nuovo - nella mia posizione - è l'assunzione di responsabilità di noi
> europei, anche a livello politico.
> Siamo come quelli che hanno legato
> dei capponi per le gambe, li portiamo in giro, e li critichiamo perchè,
> invece di prendersela con noi, si beccano tra di loro.
> Permettendoci
> persino di fare la morale: o critichiamo il cappone che becca di più in
> quanto più forte e più grosso (e favorito da noi), o critichiamo il più
> debole perchè urla, strilla e non si comporta secondo le buone
> maniere...
> Vuoi che continui a spiegarti perchè dobbiamo guardare più a
> noi e ai nostri crimini che non ai crimini di Israele se decidiamo
> davvero di uscire dall'impasse?
>
>
> ----Messaggio originale----
> Da:
> gualtierov2000 at yahoo.it
> Data: 8-nov-2010 12.04 PM
> A: <pace@peacelink.
> it>
> Ogg: Re: Re: [pace] Amos Oz: un fanatico delle guerre in giro per
> il Piemonte
>
> la "soluzione" due popoli e due stati non ha più alcuna
> base, alcuna realtà, alcun senso
> vi ha tolto ogni realtà la politica
> stessa di Israele degli ultimi 10-15 anni (come minimo)
>
> a livello
> internazionale non esiste alcun movimento che la rivendichi: essa è un
> patetico salmodiare sempre meno convinto da parte di qualche capo di
> stato che ogni tanto si sente in dovere di riparlare di "processo di
> pace"
>
> la trasformazione della Cisgiordania palestinese in un groviera
> di tanti piccoli bantustan tutti completamente accerchiati da Israele e
> minacciati dalle aggressioni dei coloni ha reso irreale e beffardo il
> solo ipotizzare uno "stato" palestinese sovrano su quella minuscola e
> frammentata sommatoria di territori
>
> o era secondo voi un estremista
> minoritario anche Edward Said? Salvo i toni, Said ha ripetuto per anni
> la stessa cosa: non esisteva già da anni -e non è morto ieri- più
> alcuna base per la soluzione "due popoli e due stati"
>
> e infine, chi
> dovrebbe mai dialogare con chi, di grazia?
> Gandhi si rivolterebbe nella
> tomba, guardate, lui che disse chiaro e tondo che ove l'alternativa
> fosse fra battersi -anche in modo violento- e subire, lui sarebbe stato
> per battersi
> Pontara nel suo ultimo libro l'ha scritto a chiare
> lettere: Gandhi era a favore dei palestinesi e contro l'entità
> sionista. Punto e a capo.
>
> in Palestina c'è un esercito occupante ed
> oppressore e c'è un popolo che si batte contro l'occupazione e
> l'oppressione. Punto e a capo.
>
> possono piacere tanto o poco o nulla
> gli attuali leder del popolo palestinese, ma: 1° sono quelli che esso
> popolo si è scelto,
> 2° saranno sempre mille volte meglio della cricca
> corrotta e venduta rappresentata dalla cosiddetta "Autorità"
> palestinese
>
> ci si può disinteressare del probema (come fa ormai la
> maggioranza), ma pretendere che esista una posizione sensata e reale
> fra lo stare con Israele o sostenere la resistenza palestinese è
> patetico
> semplicemente patetico
>
> scusate il tono
> Gualtiero Via
> insegnante
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
> «Una volta furono gli Ebrei a conoscere la ”
> diaspora”. Vennero dispersi, cacciati dal medio oriente e dispersi per
> il mondo; adesso sono invece i Palestinesi. Ebbene io affermo ancora
> una volta che i Palestinesi hanno diritto sacrosanto a una patria ed a
> una terra come l’hanno avuta gli Israeliti».
>
>
>
> Sandro Pertini, dal
> Messaggio di fine anno in diretta TV in qualità di Presidente della
> Repubblica, 31 dicembre del 1983
>
> --- Lun 8/11/10, Giulio Delapierre
> <gidela at alice.it> ha scritto:
>
> Da: Giulio Delapierre <gidela at alice.it>
> Oggetto: Re: Re: [pace] Amos Oz: un fanatico delle guerre in giro per
> il Piemonte
> A: pace at peacelink.it
> Data: Lunedì 8 novembre 2010, 11:43
>
> Concordo totalmente. con Alfonso Giulio De la Pierre
> ----- Original
> Message ----- 
> From: <alfonsonavarra at virgilio.it>
> To: <pace@peacelink.
> it>
> Sent: Sunday, November 07, 2010 7:14 PM
> Subject: R: Re: [pace] Am
>
>
>
>
>
>
>
> --
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