Rete Disarmo: l’Italia sospenda tutte le vendite di armi verso Israele



-------- Messaggio originale --------
Mittente: Rete Italiana per il Disarmo <segreteria at disarmo.org>


Rete Disarmo: l'Italia sospenda tutte le vendite di armi verso
Israele

Dopo l'assalto alla nave pacifista diretta a Gaza serve una presa
di responsabilità  anche da parte del nostro Paese

Le notizie che ieri hanno sconvolto l'opinione pubblica mondiale,
con l'assalto in acque internazionali dei reparti speciali
israeliani alla nave pacifista con aiuti umanitari diretta verso Gaza,
devono far riflettere e soprattutto indurre a nuove modalità di
approccio alla questione mediorientale.

Con l'ovvio pensiero alle vittime dello scontro ed alle vittime
quotidiane (dell'una e dell'altra parte) di una situazione di
conflitto e guerra che favorisce i potenti e schiaccia le fasce deboli
della popolazione, la Rete Italiana per il Disarmo chiede con forza
che anche il nostro Paese si assuma delle responsabilità  con gesti
forti ed importanti. In particolare, così come fatto in passato per
altre situazioni di crisi, la richiesta della Rete Italiana per il
Disarmo (rete che raccoglie oltre 30 organismi italiani impegnati sul
tema del controllo degli armamenti) è quella di una sospensione
immediata e totale della vendita di armi italiane ad Israele.

Nel corso degli ultimi due anni le vendite autorizzate di armamento
verso il governo di Tel Aviv hanno superato complessivamente i due
milioni di euro, ed hanno riguardato in particolare armi di calibro
superiore ai 12,7mm e aeromobili, sistemi d'arma ad energia diretta
e apparecchiature elettroniche.

Tra le imprese coinvolte in queste operazioni di vendita troviamo
Simmel Difesa, Beretta, Northrop Grumman Italia, Galileo Avionica, Oto
Melara ed Elettronica spa.

'Il commercio di armi italiane nel mondo - sostiene Francesco
Vignarca coordinatore di Rete Disarmo - sta diventando sempre più
strategico e non per nulla nell'ultimo anno è cresciuto del 61%
raggiungendo i 5 miliardi di euro di controvalore di autorizzazioni.
Per questo può davvero diventare uno strumento per intervenire nelle
situazioni di crisi e modificarle al meglio. Continuare ad inviare
armi e sistemi d'arma nelle aree più calde del globo non è
sicuramente il metodo migliore per contribuire alla Pace, condizione
che invece il nostro paese dovrebbe perseguire per convinzione e per
scelta Costituzionale'.

Un altro punto importante riguarda gli accordi di cooperazione
militare bilaterale, che il parlamento sta ratificando, uno dei quali
riguarda proprio l'intesa con lo Stato di Israele.

Come gli altri anche questo accordo definisce in termini generici, la
cornice della cooperazione militare nei seguenti aspetti: misure per
favorire gli scambi nella produzione di armi, trasferimento di
tecnologie per la produzione di armamenti, formazione ed
addestramento, manovre militari congiunte, peacekeeping, talvolta
ricerca e sviluppo nella produzione militare. Il risultato finale Ú
ovviamente quello di facilitare la collaborazione dell'industria per
la difesa italiana con quella israeliana rendendo più difficile il
controllo degli armamenti e favorendone la proliferazione. Con un
grosso problema di raccordo con la legge 185/90 che disciplina il
commercio delle armi «made in Italy»: infatti, c'è il rischio che
agli interscambi militari adottati in base agli accordi stessi si
applichino meno controlli.

Cosa che non possiamo permetterci in aree 'calde' come la
Palestina, in cui succedono eventi luttuosi e gravi come quello di
ieri. Per questo la Rete Italiana per il Disarmo chiede l'immediata
sospensione dell'esecutività  dell'accordo militare stipulato con
Israele.

http://www.disarmo.org/rete/a/31899.html
Contatti:
328.3399267 - segreteria at disarmo.org