Re: [pace] Sull'aggressione a Berlusconi



Non sapendo se è arrivata la mia seconda e ultima riflessione (la lista pace mi ha cancellato, e ora mi sono re-iscritto), ve la mando.

Può darsi che sia uscito dal tema della newsletter, Giacomo, mentre è certo
che sia stato superficiale, Marino, a non assicurarmi prima della risonanza
sul web di quanto scritto qui perchè credevo che non arrivasse più su google
(ricordavo una discussione sul continuare a rendere pubblica o meno questa
newsletter, ma evidentemente di quella discussione ricordavo male la
conclusione!).
Cmq vorrei concludere, da parte mia, questo argomento, spiegando meglio, si
spera, alcuni miei intenti che non sono riuscito a trasmettere.

a) Perché parlare di Berlusconi sulla newsletter Pace. Perchè mi pare sia
stato fatto varie volte. Io avevo in mente questo intervento di E. Pyretti,
quando ho deciso di scrivere la mia riflessione:

Quel mezzo uomo (leggo che definito Rosy Bindi più bella che intelligente) -
spregiatore delle donne, e dunque di tutti quanti non sono lui, e hanno
senso umano - è spregevole, e va dichiarato tale, da chi almeno cerca di
stare nella sufficiente dignità umana. Gli va tolto il rispetto, gli va
riservata la pietà che si ha anche per i peggiori, nella speranza che chi ha
perdonato quelli "che non sanno ciò che fanno", cioè sono monchi nella
coscienza, un giorno, almeno l'ultimo giorno, risvegli anche lui dal buio
egotico in cui è sepolto, emanando un marcio che corrompe molti. E che prima
risvegli i troppi italiani intossicati dalla tempesta di questa "inciviltà
della pubblicità commerciale", festival imperante del falso, di cui quel
tale è profittatore politico ed emblema nefasto.

che a suo tempo avevo commentato, criticandone in parte i toni; ad esso era
seguita una precisazione di Enrico, questa:

Auguro a B. - per lui il suo interesse oscuro è legge, e ciò merita condanna
politica - una lunga sana vita privata, lontano dal fare danni al bene
comune.

che condivido in toto. Il mio pezzo mi pare si colleghi di più al tema della
pace di quello di Enrico, perchè parte dall'analisi di un atto di
aggressione politica, dei suoi riscontri emotivi, e del suo significato.
Si aggiunga, a questo pezzo, l'altro articolo di Enrico sul discorso di
Obama al ricevimento del premio Nobel, in cui si parlava del fatto che i
dittatori come Hitler vanno fermati prima in modo democratico e che comunque
anche il tirannicidio può essere preso in considerazione da un nonviolento
(sappiamo di Bonhoeffer). Con questo non voglio dire che Berlusconi sia un
nuovo Hitler, ma collegandomi al fuori onda di Fini, e alla deriva
antidemocratica che sta avvenendo in Italia, mi chiedo come debba reagire un
nonviolento di fronte a personaggi politici che mettono in atto
comportamenti simili a Berlusconi.

b) Su che cosa volevo far riflettere, in sintesi.

   1. Su quanto ha compreso bene Carlo Gubitosa, e cioè che un conto sono
le reazioni istintive, emotive immediate, che possono sembrare riprovevoli
se giudicate secondo criteri di etica razionale (ma che per me non lo sono,
perché solo gli illuminati possono controllare ogni moto interiore di odio,
violenza, piacere per qualche sofferenza altrui ecc. mentre per i comuni
mortali, che tali moti sentono, è meglio che ne siano consapevoli, li
guardino in faccia per dominarli), e un altro conto sono gli atti che una
persona approva o compie. Io posso aver provato una certa soddisfazione alla
notizia di quell'atto (che peraltro consideravo di entità minore, solo oggi
ho visto le immagini), ma questo non significa che lo approvi né tanto meno
che possa io stesso compierlo. E' una dissociazione mentale che deriva dal
fatto che per me cittadino Berlusconi prima ancora che una persona in carne
e ossa è un personaggio politico, perchè così lo vedo sempre. Poi certo, di
fronte alla sofferenza mi accorgo della persona. E del resto, io penso
sempre al fatto che anche lui dovrà morire come tutti: lo penso di lui e di
chi è peggio di lui, come i tiranni, per ricordarmi che sono uomini che
meritano tutti pietà, quando sofferenti. Comunque, è un sentire molto comune
intorno a me, quello che vi ho confessato. Per farvi degli esempi: l'amica
che me lo ha comunicato, lo ha fatto con un sorriso, e oggi, a scuola, i
miei colleghi ne parlavano in modo gioviale, chi discettando sul fatto che
un oggetto contundente non va bene perchè pericoloso, ma le uova marce, come
è successo in passato a tanti sindacalisti....
       2. Sulla responsabilità che debbono avere i politici verso i loro
atti e dichiarazioni pubbliche. Questo della responsabilitrà mi sembra un
tema molto importante per la nonviolenza. Gandhi avrebbe voluto che gli
uomini del Congresso vivessero in povertà come il resto degli indiani e
ricordo che una volta propose come obbligo a tutti i membri del Congresso di
filare un certo quantitativo di metri in tempi prestabiliti. Peccato che sia
morto poco dopo la nascita dell'India: non sappiamo come si sarebbe opposto
a certe scelte governative. Cosa voglio dire: che se i politici compiono
dichiarazioni e comportamenti illegali e amorali, antidemocratici e
violenti, che li rendono altro dal popolo, dei privilegiati, dei fuorilegge,
ne va di mezzo la convivenza civile, e occorre aspettarsi una reazione
violenta, specie se l'opposizione democratica è debole. In una frase: il
terrorismo va sempre condannato, certo, e mai giustificato, ancora certo: ma
va anche compreso, perchè non nasce dal nulla, non nasce senza colpe della
classe dirigente. In questo senso, non condivido il paragone di Berlusconi
vittima come John Lennon o Wojtyla: la responsabilità che ha verso il
forgiarsi dellla società civile è enormemente maggiore. Quindi, perché c'è
il terrorismo?
   3. Che cosa propongono i nonviolenti in alternativa ai politici, se
questi non riescono a canalizzare lo scontento popolare, favorendo così
reazioni di opposizione violente? Un nonviolento credo debba essere molto
esigente verso i politici: ricordar loro gli impegni presi e fare in modo
che si assumano le loro responsabilità pubbliche che volutamente hanno
scelto di avere. Ricordo che in Francia i seguaci di Lanza del Vasto
compivano anche atti di sabotaggio quando i politici ingannavano gli
elettori. Che cosa possiamo fare noi in Italia per fare in modo che
Berlusconi si sottoponga ai processi? Una azione civile nonviolenta dal
basso di che tipo?

Ecco, era su questo che volevo far riflettere, e qui chiudo.
Forse, con la riapertura del forum sul sito di Peacelink si potrebbero
trovare spazi più idonei per fare discorsi di questo tipo.
Lorenzo