Cultura come tessuto



“...possiamo immaginare che il tessuto di cui è fatta una determinata cultura sia in certi punti più spesso e fitto, in altri piuttosto liso e inconsistente, e in altri ancora inesistente. Là dove il tessuto è denso, vediamo addensarsi molti fenomeni tipicamente culturali: una maggiore cura, attenzione, sensibilità che si esprimono in una maggiore ritualizzazione e regolamentazione, in una maggiore ideazione (in termini sia di approfondimento tematico, sia di ramificazioni e connessioni con altri aspetti)...non è la stessa cosa per gli esseri umani affrontare i problemi della propria esistenza, individuale e collettiva, con gli strumenti di una cultura ‘densa’ (pur con i suoi limiti e le sue ‘deficienze’) o con gli strumenti di una cultura che si è impoverita, diradata, e che ha subito perdite e deprivazioni”.

da Francesco REMOTTI in Riflessioni sulla densità culturale, “Passaggi. Rivista Italiana di Scienze Transculturali”, n. 10, 2005, pp. 18-40; citato da Marina Sozzi in Reinventare la morte.