Fwd: CATANIA CONTRO CATANIA





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Da: mario bonica <ibacon at libero.it>
Data: 03 febbraio 2007 18:37:49 CET
Oggetto: CATANIA CONTRO CATANIA

2 febbraio 2007: Catania contro Catania.

Perché stupirsi di quanto accaduto davanti allo stadio? Questa è Catania. E’ la città che meglio esprime tutti i mali e tutto il degrado culturale e civile della società italiana. E’ la città ascesa ai primi posti nella classifica delle città più invivibili d’Italia, col maggior tasso di criminalità minorile, una delle città più violente, più lassiste, dove l’illegalità diffusa, l’assenza di regole e dei più elementari criteri di convivenza civile sono stati elevati a sistema. Questa è la Catania roccaforte del più squallido berlusconimo, amministrata da più di sei anni da un sindaco che “non vuole rotti i coglioni” da chi si permette di denunciare la realtà catanese sulla base di dati inequivocabili ed elogia in più occasioni la sottocultura pseudo-popolare dei quartieri degradati dove il malaffare “non vuole rotti i coglioni” dalla legge e da ogni forma sia pur minima di legalità. Questa è Catania, una città che si sveglia la mattina del 3 febbraio come se la tragedia della sera prima la riguardasse solo in parte, anche perché qualsiasi porcheria, si sa, non deve intaccare il quieto vivere di una massa che vede nell’assenza di regole l’unica possibilità di sopravvivere e, in qualche caso, di arricchirsi. Questa è Catania, la Catania ascesa alla serie A del calcio nazionale, proprio quando il calcio nazionale non è più uno sport ma una delle massime espressioni del teppismo affaristico nazionale. Un’ulteriore conferma di quella verità che il sindaco Scapagnini rigetta con le espressioni proprie della parte peggiore della città, la Catania “spacchiusa” e strafottente che lo identifica giustamente come l’incarnazione dei propri “ideali” di illegalità diffusa, quegli ideali che le amministrazioni di centro-destra hanno riportato in auge in tutti i settori della società catanese con una gestione assolutamente clientelare e affaristica della cosa pubblica. In fondo, anche gli ultras e i teppisti del derby Catania-Palermo non volevano rotti i coglioni da chicchessia, volevano essere lasciati liberi (casino delle libertà) di divertirsi nell’unico modo “spacchiusu” di fare sport.
Oggi il sindaco Scapagnini sul quotidiano locale chiede unità contro i delinquenti e dichiara ovviamente il lutto cittadino. Ma chi dovrebbe unirsi a chi, se la maggioranza assoluta di questa città ignora ormai cosa voglia dire cittadinanza attiva, se Catania non è nemmeno una città ma una sommatoria di individui impegnati unicamente a farsi i propri affari e tirare comunque a campare? La mattina del 3 febbraio bastava girare una mezzora per le strade del centro o alla pescheria o fra le bancarelle di Piazza Carlo Alberto per verificare l’assenza totale di anticorpi della Catania scapagniniana. Lutto cittadino? Proprio ora che c’è la festa, la grande festa religiosa della patrona, con quintali di carne “arrusti e mangia” in tutti gli angoli delle strade e le candelore e i devoti col sacco bianco (anche qualcuno di quelli che hanno fatto festa a modo loro all’ingresso dello stadio)... proprio ora doveva morire questo poveraccio? C’è poco da fare, le vittime sono dei veri guastafeste. I catanesi “spacchiusi” lo hanno sempre pensato: la rovina della città sono sempre loro, le vittime della mafia, i paladini della giustizia che “rompono i coglioni” e non lasciano andare le cose per il loro verso. Questa è Catania, non si smentisce. Una città che sa anche “indignarsi” nel vedere la sorella di una vittima della mafia scendere in politica invece di piangere sulla tomba del fratello (citazione fedele da bocche catanesi doc), mentre trova perfettamente normale che un politico sia in odore di mafia o corrotto. Una città sempre pronta a inchinarsi al più furbo e al più potente, ad ammirare chi sa rubare senza farsi incastrare dalla giustizia, ad isolare e deridere cinicamente chi crede in qualcosa e agisce in coerenza. No, questa Catania non è capace di provare lutto o vergogna per niente e i politici che l’hanno amministrata in questi anni dovrebbero vergognarsi loro per primi ed evitare dichiarazioni ipocrite (almeno la dignità del silenzio!), perché loro stessi sono espressione e complici del degrado etico e civile che ha portato la città di Catania nella serie A del disastro nazionale.

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