Re: Il terrorismo, il declino, lo sgomento



Noi scontiamo una quotidiana Babele linguistica dove le nostre parole-vocabolo smarriscono il loro volto e la loro capacità comunicativa, perché con la stessa parola indichiamo cose diverse, con parole diverse indichiamo la stesa cosa, e soprattutto alcune parole vengono impiegate e addirittura inventate per usi mistificati e false equivalenze. Si pensi ai tanti neologismi, soprattutto di ambito economico e militare, quali legge di mercato per sfruttamento, flessibilità per disoccupazione, economia sommersa per lavoro nero, guerra preventiva per aggressione, pacificatori per militari".

Le parole sono lo strumento principale di comunicazione che usiamo per capire e farci capire.


E cosa aspettate ad aprire gli occhi?

"Ho visto improbabili persone diverse da me
sorridere al secondo annuncio del capotreno:
"si anche qui siamo a casa nostra dicevano i loro sguardi".

Ho visto il paese dove sono nato trasformarsi
in un paese tedesco per far sentire i tedeschi a casa propria,
e trasformarsi le insegne da pane a brot.

Ho visto città di confine dividersi per la lingua,
anche se la lingua é la punta dell'iceberg e
non certo una lingua risolve tutto.

Ho visto scuole di madrelingua inglese
arricchirsi sulla pelle delle famiglie che
credono davvero che l'inglese sia migliore.

Vorrei vedere un mondo in cui
tutti si sentano a casa propria
proprio per merito di una lingua.

Vorrei vedere un mondo in cui il capotreno dice:
"Stiamo arrivando a Milano" e "Ni atingas Milanon"
nel rispetto di tutti quelli che non sono di madrelingua italiana.

Vorrei vedere il mondo dei movimenti,
i mondi dei meno forti radunarsi
attorno all'idea di parità linguistica,

per cercare una soluzione,
se non c'è gia................"

Scusate il prestito citazionale.

Andrea Montagner