Contributo scritto



Anche io non ho potuto intervenire come rappreentante degli esperantisti, ma
ho passato il foglio scritto all'organizzazione.
Un breve intervento ma, spero, significativo.


Care amiche e cari amici,
prima di tutto consentitemi di portarvi il saluto degli esperantisti
italiani e con loro il saluto degli esperantisti di tutto il mondo.

L’Esperanto si propone da 120 anni come strumento di pace per tutti i popoli
che vogliono conservare la propria identità e cultura nell’atto di
comunicare. Non si tratta di una cultura o di una lingua che vuole a sua
volta dominare nella comunicazione ma semmai la possibilità che è data di
trovare un modo di sentirsi uguali quando ci si parla nel mondo.

Credo che una riforma delle Nazioni Unite, che oggi qui chiediamo con forza,
debba prevedere la possibilità di comunicare in modo paritario fra tutti
popoli: si tratta di un’idea di valore storico e universale che affonda le
sue radici nelle risoluzioni della Società delle Nazioni prima e dell’Unesco
poi. 

E’ la forza e la convinzione in questa idea che mi spinge oggi ad attirare
la vostra attenzione nel  proporre l’Esperanto come soluzione già
funzionante per un ONU dei popoli, liberi e indipendenti, e per un mondo in
pace.

Andrea Montagner
Federazione esperantista italiana