CAMBIAMO E SALVIAMO L'ONU



11 settembre 2005 - MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI



CAMBIAMO E SALVIAMO L'ONU



Flavio Lotti e Grazia Bellini sono oggi i coordinatori nazionali della
TAVOLA DELLA PACE. In particolare essi organizzano ogni due anni la Marcia
della Pace Perugia-Assisi, iniziata da Capitini. Essa cade generalmente nei
primi giorni del mese di ottobre.

Quest'anno invece è stata anticipata all'11 settembre, per due motivi:

1.	farla coincidere con il quarto anniversario dell'attacco
terroristico alle Torri Gemelle di New York;
2.	precedere e in qualche modo influenzare un evento importante, ben
evidenziato all'inizio dell'Appello alla Marcia, che dice: "Dal 14 al 16
settembre 2005 Capi di Stato di tutto il mondo si riuniranno a New York per
decidere, a cinque anni dalla Dichiarazione del Millennio, quali nuovi
impegni assumersi per migliorare la vita del pianeta, lottare contro la
povertà, promuovere la pace e la sicurezza, difendere i diritti umani e
l'ambiente, riformare l'ONU.

Un'agenda troppo importante per essere lasciata nelle mani degli stessi
governi che, in buona misura, sono responsabili delle drammatiche
condizioni in cui versa l'umanità e della grave crisi delle Nazioni
UniteŠAncora una volta hanno promesso e non hanno mantenuto gli impegni.

Non restiamo in silenzio! Potevano salvare la vita di centinaia, di milioni
di persone. Costringiamoli a farlo ora.

La marcia della Pace Perugia-Assisi

Tale marcia è già importante per se stessa, per la sua visibilità, per le
persone che vi partecipano (quest'anno ne sono state calcolate 200.000), è
solo un momento, sia pure centrale, dell'evento. E' infatti preceduta da
quattro giorni intensi di incontri e dibattiti internazionali, con molti
protagonisti provenienti un po' da tutte le parti del mondo. E' la
cosidetta "Assemblea dell'ONU dei Popoli", svoltasi quest'anno dal 7 al 10
settembre. Il tema generale così enunciato: "Contro la miseria, la guerra,
il terrorismo e l'unilateralismo cambiamo e SALVIAMO L'ONU, i diritti
umani, la democrazia, la legalità, la giustizia, la libertà".

Gli obiettivi precisi sono poi così descritti all'inizio del libretto del
programma:

1.	Denunciare il pesante attacco in corso contro le Nazioni Unite, che
rischia di essere definitivamente indebolita, delegittimata e
marginalizzata;
2.	Denunciare i governi che controllano e gestiscono l'ONU, perché
continuano a negare alle Nazioni Unite i poteri e le risorse necessarie per
adempiere alle proprie missioni (mettere al bando la guerra, promuovere
tutti i diritti umani per tutti, eliminare la povertà); non mantengono gli
impegni politici ed economici che hanno ufficialmente sottoscritto, come
gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, violano gli stessi principi di
legalità e di democrazia internazionale che proclamano nei loro discorsi e
nelle loro risoluzioni; continuano a gestire gli affari internazionali
escludendo la società civile mondiale e ignorando le sue proposte;
3.	Discutere la stessa agenda del Vertice delle Nazioni Unite dando
voce alle preoccupazioni, alle domande e alle proposte della società civile
mondiale per lottare contro la povertà, costruire la pace, democratizzare e
rafforzare l'ONU;
4.	Discutere come promuovere la mobilitazione internazionale per
cambiare e salvare l'ONU, ridurre lo strapotere della Banca Mondiale, del
Fondo Monetario Internazionale e dell'Organizzazione Mondiale del Commercio
e costruire un nuovo ordine internazionale giusto e pacifico;
5.	Promuovere il progetto di <Convenzione Universale sul futuro delle
Nazioni Unite>.

Ho partecipato a Perugia all'incontro con i giornalisti e, il giorno dopo,
con Romano Prodi.

Avevo chiesto di fare un piccolo intervento, ma gli iscritti erano già
tanti e non fu possibile. Scrivo quello che avrei voluto dire, nella
speranza che, in un modo o nell'altro, il foglio dattilografato possa
giungere ai destinatari. Quanto scrivo vale tanto per i giornalisti che per
i politici, salvo qualche particolare.

Anzitutto richiamo l'attenzione di tutti sullo studio di Antonio Papisca e
Marco Mascia contenuto nella cartella del convegno sulla riforma dell' ONU.

LA NONVIOLENZA NON E' PASSIVITA'

La prima cosa che volevo dire è la seguente: sia i giornalisti che i
politici, salvo una minoranza, sono chiusi mentalmente nel <sistema
militare>, per cui alla <difesa civile non armata e nonviolenta> non danno
alcun valore, non entra mai nelle loro vedute divulgative o programmi
politici, come se si trattasse di un atteggiamento passivo o di un sogno
utopistico.

Cito l'esempio della rivoluzione popolare nonviolenta delle Filippine
contro il dittatore Marcos. Mi pare che Benigno Aquino dapprima fosse
partito con la rivoluzione armata. Poi, imprigionato, abbia lanciato la
lotta nonviolenta. Mandato in esilio e poi richiamato, mentre scendeva
dall'aereo, venne ucciso. A capo della lotta nonviolenta si pose la moglie,
Cory Aquino. Ad un certo punto questa diede al popolo <dieci punti di lotta
nonviolenta>, fra i quali la indicazione di ritirare i soldi dalle banche
da lei nominate, nelle quali Marcos faceva i suoi interessi. L'articolista
de la Repubblica, ricordo bene anche se mi sfugge il nome, scrisse da
Manila un articolo ironicissimo, il cui sugo era condensato in queste
parole conclusive: "Così, con questi dieci punti di lotta nonviolenta, il
dittatore Marcos potrà dormire altri vent'anni di sonni tranquilli".

Invece, in capo a una settimana, Marcos dovette fare le valigie, senza che
fosse sparato un colpo.

Altro che vent'anni di sonni tranquilli! Del resto, chi avrebbe il coraggio
di dire che Gandhi, Martin Luther King, Rodolfo Seguel in Cile, Perez
Esquivel in Argentina, Nelson Mandela in Sudafrica e tanti altri
nonviolenti sono stati dei passivi o degli utopisti?

Il Papa Giovanni Paolo II , nel discorso della giornata della pace d'inizio
del terzo millennio, dopo aver scritto che il secolo XX era stato il più
insanguinato della storia, aggiunse: "Chi salvò l'onore dell'umanità furono
coloro che lottarono con metodi nonviolenti e scrissero pagine storiche
magnifiche". In questo senso, mi sembra, va fatto un invito particolare
agli operatori della informazione e delle comunicazione e, soprattutto, ai
politici.

RIFORMA RADICALE DELL'ONU

L'ONU è nata come istituzione di pace proprio dopo le due guerre mondiali.
Dopo la prima, era nata la "Società delle Nazioni"; ma non funzionò. Dopo
la seconda, venne istituita l' ONU: meglio di niente; però non funziona.
Cito il giudizio scritto da Kofi Annan, attuale segretario generale
dell'ONU. Mi trovavo, circa un anno fa, dal barbiere. Mentre attendevo il
mio turno, vidi un giornale (era l'Unità). Proprio l'articolo di fondo, in
prima pagina, era di Annan, sulle <istituzioni internazionali> Il giudizio
finale diceva testualmente: "Le istituzioni internazionali, che dovrebbero
garantire giustizia e pace per tutti i popoli sono allo stato poco più che
embrionale". In pratica, non funzionano.

E' da parecchio tempo che sto notando una cosa curiosa. Quasi tutti quelli
che discutono dell' ONU dicono che bisogna dare maggiore forza a tale
istituzione; ma con questo non vogliono creare un <superstato>. Bisogna
rispettare la sovranità di ogni singolo Stato. Bisogna incrementare i
rapporti multilaterali fra gli Stati sovrani armati; ma non si vuole dare
all' ONU una vera autorità sovrastatale.

Da notare che l'articolo 11 della Costituzione italiana, dopo la prima
parte che dice: "L'Italia ripudia la guerraŠ", continua nelle seconda parte
dicendo: "L'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie a d un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo".

Era chiaro ai costituenti che, per avere la pace mondiale, occorreva un
governo mondiale.

Invece oggi si vuole il "Villaggio Planetario" ma senza sindaco e senza
consiglio comunale; in pratica un villaggio di matti, come di fatto è.
L'unico organo dell'ONU che decide qualcosa è il Consiglio di sicurezza,
dove si sono seduti i rappresentanti delle nazioni vincitrici con il
diritto di veto singolo. Non esiste un vero parlamento eletto e un vero
governo democratico, che ne applichi le leggi. E' significativo che oggi
alcuni governi parlino di riforma dell' ONU, ma intendendo avanzare la
propria candidatura ad entrare proprio nel Consiglio di sicurezza e creare
un vero governo democratico mondiale, con il principio di sussidiarietà.

Conseguenza logica del sin qui detto, bisogna far sparire tutti gli
eserciti del mondo (uso omicida della forza). E' sufficiente un <corpo di
polizia internazionale> (uso non omicida della forza) alle dirette
dipendenze dell'ONU, come al formarsi dell'unità d'Italia furono sciolti
tutti gli eserciti preesistenti al suo interno.

Oppure, per capire che ci vuole una vera ONU, dobbiamo aspettare una terza
guerra mondiale, magari atomica?

Purtroppo, la tanto sospirata <sessione straordinaria delle Nazioni Unite>,
che si è chiusa il 17 settembre 2005 a New York e che aveva a tema proprio
la riforma dell'ONU , non è venuta a capo di nulla. Ma non bisogna
disperarsi! Bisogna continuare a battere il chiodo finchè non sia entrato.
E' ora di dare al mondo, divenuto un villaggio planetario, un vero
consiglio comunale e un vero sindaco. Ossia: un parlamento e un governo
democratici-sovranazionali.

p. Angelo Cavagna

presidente del GAVCI