da Ecumenici Onlus: l'Iran e la pena di morte



Iran, di nuovo secondo sul podio della disumanità

Nel 2004 l’Iran è salito di nuovo sull’orribile podio
olimpico dei primi paesi boia del mondo, battendo
anche la prestazione dell’anno prima. Le esecuzioni
sono state almeno 197, a fronte delle 154 del 2003. Si
è piazzato sempre al secondo posto, dopo la Cina,
anche se in rapporto alla popolazione è come se fosse
arrivato primo.
I dati reali sulle esecuzioni potrebbero essere ancora
più alti: le autorità non forniscono statistiche
ufficiali e i numeri riportati sono relativi alle sole
notizie pubblicate dai giornali iraniani, che
evidentemente non riportano tutte le esecuzioni.
Nel 2004, la stampa iraniana ha riportato l’esecuzione
pubblica di almeno 5 donne, tra cui una ragazza di 16
anni, Atefeh (Sahaleh) Rajabi, impiccata in pubblico a
Neka il 15 agosto. L’Iran ha giustiziato almeno tre
minorenni nel 2004 e altri 11 sono stati condannati a
morte.
Secondo le stesse autorità, molte esecuzioni in Iran
sono relative a reati di droga, ma è opinione di
osservatori sui diritti umani che molti di quelli
giustiziati per reati comuni, in particolare per
droga, possano essere in realtà oppositori politici.
Non c’è solo la pena di morte, secondo i dettami della
Sharia iraniana, ci sono anche torture, amputazioni
degli arti, fustigazioni e altre punizioni crudeli,
disumane e degradanti. Non si tratta di casi isolati e
avvengono in aperto contrasto con il Patto
Internazionale sui Diritti Civili e Politici che
l’Iran ha ratificato e queste pratiche vieta.

 

(Dal rapporto annuale di “Nessuno tocchi Caino” 2005)

Iran

Decine di prigionieri politici, compresi prigionieri
di coscienza, hanno continuato a scontare anni di
prigione imposti in seguito a processi iniqui svoltisi
negli anni precedenti. Altre decine sono stati
arrestati nel corso dell’anno, molti in relazione ad
articoli o pubblicazioni rese a mezzo stampa o
Internet che avrebbero “messo a repentaglio la
sicurezza nazionale” o diffamato alti funzionari o i
precetti religiosi. Anche molte delle famiglie degli
arrestati hanno subito intimidazioni. Difensori
indipendenti dei diritti umani hanno subito
vessazioni. Almeno due persone sono decedute in
custodia e 159 sono state messe a morte, compreso un
minorenne. Almeno due delle 36 persone sottoposte a
fustigazione sarebbero morte in seguito
all’applicazione della pena; su questi decessi non è
stata avviata alcuna indagine. Si ritiene che il
numero reale di coloro che sono stati messi a morte o
sono stati sottoposti a pene corporali sia
considerevolmente più alto. (..)

La tortura ha continuato a essere sistematica in molte
carceri.

 

(Dal rapporto annuale pubblicato sito ufficiale di
Amnesty International – sezione italiana)


	

	
		
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