MOSAICO DI PACE / NUMERO DI FEBBRAIO



MOSAICO DI PACE / NUMERO DI FEBBRAIO

 

l'editoriale

 

LA DENUNCIA DI DON CIOTTI:

LA MATTANZA DI NAPOLI E LA CRISI DELLA LEGALITA'

«Assistiamo ad un incremento della mafia dell'83% e a troppi ammiccamenti della politica»

 

Il numero di febbraio di «Mosaico di Pace», la rivista promossa da Pax Christi, si apre con un editoriale che suona subito come una condanna fatta da don Ciotti ai responsabili dello stato sull'incremento della mafia che già prima dei fatti terribili di Napoli segnava un aumento dell'83 per cento.

«La situazione di Napoli - scrive don Ciotti nell'editoriale - non rappresenta un caso isolato nello scenario del nostro Paese. Tutt’altro. … Siamo chiamati a difenderci non soltanto dalla mafia, ma soprattutto dalla sua cultura, da quella mafiosità che costituisce il bacino di coltura della mafia stessa. Il silenzio che circonda i 1500 suicidi avvenuti negli ultimi anni per storie di usura è motivo di “vergogna” per una società che vanta primati di civiltà. Le vittime dell’usura sono tanti ostaggi della mafia e della violenza. Dobbiamo chiederci con forza: perché non si mette in moto la macchina imponente dello Stato per combattere la mafia? Assistiamo a troppi ammiccamenti, contiguità, occhiolini… che favoriscono la crescita, la proliferazione e la sostanziale intangibilità della mafia».

Ed ecco la denuncia: «Di fronte a questo sgretolarsi del diritto dobbiamo denunciare la crisi di legalità che sta vivendo il nostro Paese. Chi nella politica si limita a gestire l’esistente, non fa politica perché non sogna, non esprime una tensione, una profezia, una passione».

 

DIO AL GOVERNO

 

L'IDOLO NEOCONS DA CL A FERRARA A BUSH PASSANDO PER BUTTIGLIONE

Il ricorso al linguaggio religioso per giustificare qualsiasi conflitto fra un presunto Bene e un presunto Male

Si chiama "teocons" ed è una corrente politico-religiosa che è uscita allo scoperto al meeting di CL a Rimini, ma che in America è sulla scena da alcuni anni sulla scia della politica interventista di Bush jr. per eliminare Satana dalla terra e diffondere una immagine di Dio (il Dio neoconservatore) in ogni parte del mondo.

Scrive il vaticanista Giancarlo Zizola in un articolo di approfindimento dal titolo quantomai evocativo "Dio al governo": «La sigla è uscita allo scoperto a un raduno di CL e del Foglio di Giuliano Ferrara a Milano nel novembre 2004, a ridosso della rielezione di Bush jr., sull’onda della teatralizzazione mediatica del vittimismo per la bocciatura di Buttiglione in Europa, il fallimento dell’operazione integralista sulle “radici cristiane” nella Costituzione Europea e le prime misure del socialista Zapatero correttive del regime di cristianità sopravvissuto in Spagna. Prodotto di importazione americana, il patchwork congiunge il neoconservatorismo laico e la destra religiosa in una re-interpretazione passatista del progetto emancipativo della modernità, alla luce di un’annessione individualista dei concetti di persona, identità e libertà, incartati nel cellophane scintillante di un conclamato afflato per la figura del papa, anch’essa unilateralmente ritagliata».

 

 

l'intervista

 

CREDERE SENZA NEVROSI

EUGEN DREWERMANN, UN TEOLOGO SCOMODO

 

In una intervista al grande teologo psicanalista tedesco, Eugen Drewermann, si tenta di analizzare il concetto di salvezza alla luce della crudeltà con la quale la politica entra nei problemi del mondo (guerra, immigrazione, xenofobia ecc). Viviamo in un sistema atroce - denuncia Drewermann - in cui milioni di persone soffrono la fame, la violenza, il rifiuto, l'abnegazione di ogni diritto. E la Chiesa che fa? «La Chiesa dovrebbe essere una sorta di internazionale dell’umanità e rifarsi alle sue vere fondamenta, che sono quelle testimoniate da  Gesù, l’uomo nuovo, il figlio di Dio che ascoltava il cuore dell’umanità. Ma sia il Vaticano che le Chiese locali continuano a rifiutare questo ruolo fondamentale, preferendo utilizzare le modalità e i linguaggi della diplomazia». E prosegue nell'analisi Drewermann: «Il grande problema è che noi abbiamo una fede di derivazione autoritaria, che ci arriva dall’autorità ecclesiale sotto forma di superstizione. E in questo senso Freud aveva ragione a credere all’ateismo come un atteggiamento assolutamente umano, perché se credere a Dio significa conservare paure e angosce infantili, allora è una liberazione chiudere con quella fede-credenza. Ecco, dunque, la grande domanda che deve interpellare la Chiesa e ogni altra tradizione religiosa dell’umanità oggi: è importante difendere e sviluppare l’autorità, oppure vivere la fede nella vita concreta, pratica, nell’esperienza di un mondo sensibile e aperto alla voce e al richiamo degli altri? Essere liberi significa rompere con la nevrosi della costrizione».

 

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