porto alegre news 2 - il FSM in diretta



Porto Alegre News - Il Forum Sociale Mondiale in diretta

(corrispondenze a cura di Rosella Simone e Gloria Schiavi)



28.1.2005 venerdì



Per sradicare la fame nel mondo il dibattito si svolge nello spazio F-901,
parlano Pierre Santé per la'Unesco, Jean Ziegler dell'Università di
Ginevra, Eva Clyton per la Fao e Frei Betto. È un grande tendone, siamo
accalcati l'uno sull'altro, si suda a rivoli ma nessuno si muove. E ne vale
la pena, soprattutto per Frei Betto, 60 anni, monaco, scrittore, educatore,
prigioniero politico sotto la dittatura, grande amico di Lula che lo aveva
scelto come assessore speciale alla presidenza della repubblica e come
coordinatore del Programma sociale Fame zero. Oggi è dimissionario. Nel
dilemma che agita la società civile brasiliana: stare con il governo e
basta o fare pressioni attraverso la lotta, Frei Betto ha scelto
quest'ultima ritornando nei movimenti con la forza della sua passione e del
suo impegno. Dice, <<Oggi il problema più grande nel mondo è la fame. Se
Bush invece di andare in Iraq a cercare le armi di distruzione di massa -
che non ci sono e non c'erano - , avesse chiesto al nostro presidente,
"Quali sono le armi più letali?" Lula avrebbe risposto, "La fame". La più
grande arma di distruzione nel mondo è la fame. Il più grande scandalo del
secolo XXI è l'essere arrivati, da un lato, a un altissimo livello
tecnologico e dall'altro a un livello estremamente basso di degrado.

<<Si parla di fallimento del socialismo ma dovremmo parlare di fallimento
del capitalismo. Secondo la Fao, su sei miliardi di esseri umani che vivono
sul pianeta 4 vivono al di sotto del livello di povertà. E noi che siamo
qui  possiamo dire di aver vinto la lotteria biologica perché apparteniamo
a quei due miliardi che non hanno il problema della miseria. Tutti quelli
che nascono in Brasile possono rientrare in una di queste due categorie:
quelli che nascono nella miseria e quelli che hanno vinto la lotteria
biologica. Lotteria biologica nel senso di ricevere fin dalla nascita una
alimentazione sufficiente, condizioni di vita, di abitazione, possibilità
di studiare. E questo ci mette davanti a una responsabilità sociale, a un
debito al quale ciascuno di noi deve rispondere.

<<Cinque sono i fattori di morte: gli incidenti sul lavoro e sulla strada,
le malattie (come il cancro e l'Aids), la guerra, il terrorismo e la fame.
La somma dei morti per i primi quattro motivi non arriva alla metà della
somma di quelli che muoiono per fame. Ma di questi cinque fattori quello
che genera meno mobilitazione è la fame. Ci avete mai pensato?  Qualsiasi
mobilitazione contro la guerra, l'Aids, gli incidenti è cosa buona ma
perché, se la fame è il maggior fattore di morte, proprio lei ha la
mobilitazione minore? Fino ad adesso ho trovato solo una risposta, ed è
cinica: perché solo i miserabili muoiono di fame. Che i miserabili muoiano
di fame questo non mi tocca. Io non posso morire, anzi adesso si pensa che
non si deve morire mai.

<<Quando ero bambino nella regione di Minas Gerais l'infanzia si calcolava
tra gli zero e gli undici anni, l'adolescenza dagli 11 ai 18, la gioventù
dai 18 ai 30, l'età adulta sino ai 50 e dopo c'era la vecchiaia. Adesso non
si dice neanche più vecchiaia, si dice terza età, l'infanzia dura fino ai
20, l'adolescenza fino ai 40, e dai 40 in avanti è sempre gioventù.Una
pazzia.

<<Andiamo su Marte e abbiamo gente senz'acqua. Il mondo sta con la testa in
giù. Stiamo vivendo una realtà assolutamente schizofrenica, da un lato un
progresso tecnico e scientifico avanzatissimo e dall'altro esseri umani che
non godono neanche dei diritti umani elementari. E io mi chiedo com'è che
noi in Brasile possiamo permetterci questo lusso di parlare di lotta per i
diritti umano quando siamo ancora al livello di dover lottare per i diritti
animali. Ananias Patrus, il qui presente ministro per lo sviluppo e la
lotta alla fame, deve ancora lavorare per garantire il minimo da mangiare,
altro che diritti umani! Il presidente Lula nei suoi programmi dà la
priorità allo sradicamento della fame e alla lotta alla povertà proprio
quando è messo sotto pressione sia dalle istituzioni internazionali che dai
movimenti sociali. E questo perché Lula è stato eletto grazie al Forum
sociale mondiale. Dare la priorità alla lotta alla fame non à demagogia ma
un fatto politico. Lula è solito ripetere che un problema sociale finisce
nel momento in cui diventa problema politico e la storia dell'umanità lo ha
dimostrata molte volte. Due volte in modo esemplare. Duranti secoli la
tortura è stata praticata e assimilata dalla società umana e considerata
legale. Anche dalla chiesa cattolica che l'ha giustificata con
l'Inquisizione. Nel momento in cui la tortura è entrata nell'agenda
politica è stata considerata





Sabato 29.1.2005 (segue resoconto più dettagliato)



Il Punto rosso ha organizzato due seminari. Il primo, Politiche dei paesi
progressisti per un mondo multipolare contro il neoliberismo si è svolto
venerdì pomeriggio ed è riuscito come partecipazione e contenuti.

L'altro su Armi, agricoltura, medicina si è svolto sabato mattina con
relazioni molto seguite di Vittorio Agnoletto (già presidente della Lila e
attuale Parlamentare europeo), Muhammad Abid Alla del Comitato diritti
umani e democrazia di Falluja), Sureka  Dalavi (indiana del Shramik  Kranti
Sanghatana Dev Nagari Society) e la tedesca Gabrielle Zimmer. Sono
intervenuti inoltre, due funzionari del Governo brasiliano, del Ministero
dello sviluppo agricolo e della sanità.

Malgrado il caldo e i gravi problemi di traduzione simultanea (le
apparecchiature non funzionavano come quasi dappertutto) l'incontro è stato
seguito con partecipazione e attivo interesse



30.1.2005



Nel grande auditorio Araùjo Vianna a discutere su Don Chisciotte oggi,
utopia o politica ci sono il premio Nobel Josè Saramago, lo scrittore
uruguayano Edoardo Galeano, il direttore de Le monde diplomatique Ignàcio
Ramonet e Federico Mayor Zaragoza. Moderatore Roberto Savio.

La coda per entrare è lunga almeno un chilometro, ma nessuno accenna a
rinunciare. Nonostante il caldo e l'umidità da sauna. A parte il
rappresentante del governo brasiliano questi scrittori saranno applauditi e
acclamati con un tifo da stadio. E un amore da innamorati.

Per Edoardo Galeano <<La politica deve essere l'arte di rendere possibile
domani quello che oggi è impossibile>>,. Cita Pregogine per ricordare che
<<nessuna reazione fisica  avviene senza calore e senza amore>>, parla
della necessità non solo di protestare ma di fare proposte di portare
l'utopia là dove ci sono solo mercanti. <<Sia che ci sia maltempo vento e
freddo si deve seminare, l'unico seme che non avremo è quel seme che non
avremo avuto il coraggio di piantare>>. Ricorda però che, <<l'utopia
termina là dove cresce il dogma. L'utopia termina quando si tace sulla
tortura e sulla corruzione>>. Ma, soprattutto, dice abbiamo bisogno di
fantasia e di una democrazia genuina dove <<ciascuno conta e nessuno è
contato>>. Ricorda che questa novella immortale, questa avventura della
libertà, è nata mentre Cervantes era rinchiuso nelle carceri di Siviglia
per debiti <<come noi Sudamericani oggi>>. <<C'è un mondo nella pancia del
mondo e chissà non sia migliore di questo. Un mio amico, un pittore
analfabeta di nome Vargas, dipingeva arcobaleni e animali più grandi degli
uomini. I suoi critici ritenevano che la sua pittura fosse un elogio alla
natura tropicale ma lui era nato in una zona petrolifera dove  non c'era
una pianta. Per me,invece, Vargas era un pittore realista:dipingeva la
terra che desiderava>>.

Per Ignàcio Ramonet , <<Qui ci sono molte Quijotes e Quijotas, ma non sono
pazzi come non lo era Don Chisciotte>>. Ricorda che la parola utopia è
stata inventata da Tommaso Moro e dal suo sogno di descrivere una società
perfetta; ma una società perfetta può essere dogmatica. Non per nulla le
società ideali del XX secolo fallirono e si trasformarono dogmatiche. Non
Don Chisciotte, lui, semplicemente, non sopporta l'ineguaglianza e
l'ingiustizia. È un'altruista che offre il suo coraggio agli indifesi. Non
lotta per un mondo irreale ma per un mondo possibile. Cos'è il Forum
sociale Mondiale? È l'assemblea dell'umanità, è Babele con un obbiettivo
pazzo: cambiare il mondo. Ci vogliono tanti Don Chisciotte e qui ce ne sono
tanti. <<Dicono che lottiamo contro i mulini a vento ma in questo mondo su
6 miliardi 5 sono di poveri. Viviamo in un mondo alla rovescia. Una vacca
in Europa riceve più di 4$ di sovvenzione al giorno mentre ci sono milioni
di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. È un mondo
scandalosamente ingiusto. Dobbiamo uscire dal disastro della
globalizzazione. L'utopia è solo una verità prematura>>.

Ultimo prende la parola Josè Saramago e spiazza tutti. <<Per me la parola
utopia non significa nulla, se potessi la cancellerei dal dizionario per
sostituirla con una parola che già esiste e questa parola è semplicemente
domani>>.

Per lo scrittore il Forum dovrebbe diventare un luogo non di semplice
rivendicazione, è necessario passare ad uno stadio successivo che implichi
la presenza di proposte e obbiettivi consensuali.

La globalizzazione economica è la nuova arma di un progetto imperialista
che passa attraverso  un nuovo tipo di sfruttamento mondiale e se non ci
prepariamo ad affrontarlo ci sarà una dispersione di volontà. <<Le batterie
devono funzionare perché il motore possa funzionare>>. Il Forum non deve
diventare una ONG diluita in una quantità astronomica di ONG ma essere uno
strumento di azione.

L'utopia trasformata nel domani. <<L'utopia è qualche cosa che non si sa
dove sta>>, si suppone che esista ma si ignora il dove. Pertanto, <<quando
dico che vorrei cancellarla e se dovessi sostituirla allora la sostituirei
con una parola che già esiste e questa parola è semplicemente domani. È per
domani che si sta lavorando oggi .E quindi collochiamo l'utopia per quello
che  è  non collochiamola da nessuna parte. Collochiamoci nel domani e nel
qui perché il domani è l'unica utopia>>.





31.1.2005



Se c'è una star a questo Quinto Forum Mundial Social di Porto Alegre è il
presidente venezuelano Hugo Chàvez. Questo Forum si è caratterizzato, anche
per la scontata forte partecipazione di realtà brasiliane, se non proprio
per la contestazione, come forte strumento di pressione nei confronti di
Lula. Il dilemma in cui si dibatte, non tanto e non solo il PT, il partito
dei lavoratori al governo, ma la base sociale che ha portato Lula alla
presidenza è: dobbiamo appoggiarlo comunque e sempre o agire anche con la
lotta e critica?  Bene la campagna Fame zero, male, anzi malissimo, la sua
politica economica. E in ogni tendone degli undici spazi tematici, qualche
migliaia, i rappresentanti del metalmeccanico presidente sono stati accolti
con malumore. Dunque a Davos Lula non ha potuto essere quel portavoce di un
altro mondo possibile che aveva sperato di essere. Allo stadio Gigantinho
Lula ha parlato tra applausi e fischi, restando all'interno di un discorso
cauto e pacato. Nello stesso stadio dove Chàvez chiude con un bagno di
popolo totale, annunciando l'avvento della nuova repubblica bolivariana del
Venezuela, l'esperienza esportabile di un socialismo rivoluzionario, una
opposizione dura e decisa a Bush. Al Superman del Nord al quale dice,
<<Attento, noi abbiano la criptonite rossa>>. E Condoleeza diventa
signorina Condolencia e annuncia che il futuro non è l'ormai sconfitto
progetto Alca ma una integrazione e cooperazione di tutti i governi del
centro sud. Compreso Messico,<<Troppo vicino agli Stati uniti e troppo
lontano da Dio>>.

Ma anche il Forum è in una fase di forte cambiamento. La magnifica Babele
di linguaggi, razze, colore è diventata frantumazione e gli organizzatori
si stanno interrogando su come proseguire. La scelta è la
regionalizzazione. Europa e Africa si incontreranno nel 2006 a Marrakeh,
l'Asia a Madras e le Americhe a Caracas. Chàvez infatti è venuto a prendere
il testimone del continente dove i fermento sociali sono più intensi e
originali.

Tutti contro il neoliberismo, contro Bush e le sue guerre ma si ha anche la
sensazione che, visto da qui, l'Iraq sia lontano, o, comunque, non è stato
il filo conduttore del Forum e questo in alcuno ha creato perplessità. Il
transpatio, così il Nord ha sempre considerato il Centro e il Sud America,
sente più vicina e preoccupante l'invasione di Haiti e la destituzione del
suo presidente Aristide.

Oggi ultimo giorno, niente plenaria, e la manifestazione finale è stata
invece un guazzabuglio di spezzoni di cortei, qua e là per la città. Adesso
tutti partono. Porto Alegre rimpiange questa grande festa che, dice una
statistica del quotidiano Zero hora, è piaciuta a più dell'80% della
popolazione anche se l'82% proprio non c'è andata.

Adesso, sono le 17 il centro città di riempito di gente, di banchetti, di
merci, di folla e anche di poveri. Prima dove erano?







Il murale delle proposte

Uno degli argomenti più utilizzati dai critici del FSM è la mancanza di
azioni concrete. Il V FSM risponde con la creazione del Murale delle
proposte.

L'obbiettivo è riunire tutte le proposte scaturite da questi cinque giorni
di discussioni e registrarle nel progetto Memoria Viva del FSM 2OO5.
<<L'idea è che, una volta definite, queste proposte possano essere
consultate da tutti per poterle trasformare nel tempo in azioni
effettive>>, ha dichiarato uno dei coordinatori del progetto, il francese
Nicolas Hanringer.

Tutti i partecipanti che rappresentavano entità previamente accreditate al
Forum possono registrare le loro proposte. <<Non saranno accettate idee
elaborate prima o dopo il Forum, ma solo quelle realizzate durante le
attività svoltesi in Porto Alegre>>, continua Hanringer.

L'intenzione del murale è rappresentare la diversità di idee espresse nei
dibattiti, le convergenze e le divergenze che dovranno servire come base da
cui  partirà ogni nuovo Forum.

Saranno circa duecento le proposte presentate. Qualcuna è già stata
registrata, ad esempio La Carta del Diritto alla Città e la proposta
dell'Associazione dei vietnamiti vittime della diossina e dal Comitato per
la pace in Vietnam.

Tutte le proposte saranno pubblicate sul sito web della memoria del Forum.





Dodici proposte



Al fine di evitare che la  frammentazione dell'agenda politica si trasformi
in dispersione, alcuni membri del Comitato Internazionale (tra i quali Frei
Betto, Emir Sader, Leonardo Boff, Bernard Cassin , Ignàcio Ramonet, Tariq
Alì, Adolfo Esquivel ) si sono assunti la responsabilità di lanciare il
Manifesto di Porto Alegre. Il documento non ha carattere ufficiale e
contiene 12 proposte che possiamo così riassumere:

1        Annullare il debito estero dei Paesi del Sud

2        Applicare tasse internazionali alle transazioni finanziarie, agli
investimenti diretti ai paesi esteri, ai profitti delle multinazionali,
alla vendita delle armi e alle attività che producono effetto serra

3        Smantellare progressivamente ogni forma di paradiso fiscale,
giuridico e bancario

4        Ogni abitante del pianeta deve avere diritto ad un lavoro, all'
assistenza sociale e alla pensione

5        Promuovere ogni forma di commercio giusto rifiutando le regole del
libero mercato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio

6        Garantire il diritto alla sovranità alimentare di ciascun paese
mediante la promozione di agricoltura familiare

7        Proibire ogni tipo di  brevetto sulla conoscenza e sugli esseri
viventi (sia umani che animali che vegetali ), così come la privatizzazione
dei beni comuni dell'umanità, in particolare l'acqua

8        Lottare attraverso diverse politiche contro il razzismo, la
discriminazione, il sessismo, la xenofobia e l'antisemitismo

9        Adottare misure urgenti per porre fine alla distruzione del medio
ambiente e alla minaccia delle gravi trasformazione climatiche dovute
all'effetto serra

10    Esigere lo smantellamento delle basi militari straniere e il ritiro
delle truppe da tutti i paesi  ad eccezione di quelli autorizzate dall'ONU

11    Garantire il diritto dell'informazione dei cittadini mediante
legislazioni che: a) pongano fine alla concentrazione dei mezzi di
informazione in grandi gruppi;  b) garantiscano l'autonomia dei
giornalisti; c) favoriscano la crescita di un'informazione senza fine di
lucro, in particolare i media alternativi e comunitari

12    Riformare e democratizzare in profondità le organizzazioni
internazionali, tra queste l'ONU. .Nel caso di persistente violazione della
legalità internazionale da parte degli USA,t rasferire la sede dell'ONU da
New York ad un altro  paese





(nei prossimi giorni altri resoconti dai seminari e un quadro finale)



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