Mosaico dicembre 2004: "AVANZA UN CATTOLICESIMO NON CRISTIANO"



In un’intervista su “Mosaico di Pace” lo storico avverte il pericolo di un nuovo integralismo

L’ALLARME DI PIETRO SCOPPOLA

«AVANZA UN CATTOLICESIMO NON CRISTIANO»

 

 

Prosegue sul mensile di Pax Christi, “Mosaico di Pace”, il dibattito sul rapporto fra cattolicesimo e la politica.

Un tema scottante dopo il “caso” Buttiglione e l’alone di polemiche che hanno accompagnato l’esclusione del ministro UDC dalla Commissione europea su indicazione del premier Berlusconi.

“Per progettare il futuro – afferma Scoppola nell’intervista – occorre considerare chiusa la precedente stagione, quella della raccolta dei cattolici in un unico partito. Nell’estate scorsa abbiamo avuto sentore del riemergere di una certa nostalgia e abbiamo registrato qualche iniziativa in questo senso, non si capisce quanto voluta o appoggiata dalla CEI. Sono però tentativi fuori dalla storia; bisogna affrontare i nuovi tempi sulla base di una ridefinizione dello “statuto politico della religione”.

Una sfida tanto più urgente e importante oggi in cui si delinea un quadro di confronto e incontro con altre esperienze religiose. Il rischio è quello di chiudersi a riccio e di affrontare la complessità della nostra situazione sotto il richiamo suadente del fondamentalismo, che non fa altro che chiamare fondamentalismo.

Scoppola vede farsi largo questo rischio nell’utilizzo strumentale dei simboli cristiani da parte di non credenti che però si nascondono dietro il paravento dei simboli cristiani per rigettare indietro l’altro.

“Ci sono addirittura dei laici afferma Scoppolache si dichiarano non credenti e tuttavia usano il cristianesimo come “identità-contro”. Siamo al paradosso della Lega che, dopo aver celebrato ridicole cerimonie con l’ampolla dell’acqua del Po, ora vuole imporre il crocifisso nelle scuole: il crocifisso non si impone né si toglie per legge. O viene messo come espressione di una società che lo sente spontaneamente oppure è assurdo stabilirlo per norma come fece il fascismo”.

“In realtà – continua lo storico – si sta manifestando una tendenza che risale all’Action francaise di fine ’800-inizio ’900: il cattolicesimo non cristiano o addirittura ateo. Mussolini, ad esempio, si dichiarava cattolico non cristiano. Rischiamo di tornare a queste forme e vorrei che la Chiesa lo denunciasse. Talvolta lo ha fatto, ad esempio nei confronti della Lega o non aderendo a crociate sul crocifisso”.

E qui si entra nell’uso politico della religione, che la stessa Chiesa dovrebbe denunciare con forza e coraggio: “Oggi c’è la minaccia di un uso politico della religione alla quale la Chiesa dovrebbe reagire per mantenere la sua piena credibilità. Di fronte al pericolo che al fondamentalismo islamico corrisponda un fondamentalismo cristiano rimane essenziale il rapporto del mondo cristiano con quello dei non credenti. Invece non se ne parla più”.

E qui sta, per Scoppola, la novità del documento del cardinale Ratzinger sulla donna: “Per la prima volta, infatti, in un documento ufficiale della Chiesa non ci si richiama a fondamenti razionali di Legge naturale – la Chiesa come interprete di una norma naturale da leggere alla luce di una ragione del cui buon uso la Chiesa stessa è garante – bensì alla Bibbia. E quando si passa alla Bibbia come fondamento dell’esperienza di fede si recupera lo spazio della scelta o, per dirla con Pascal, della scommessa. Su queste basi si può riproporre il dialogo con i non credenti”.

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