la Provincia di Lecce si dissocia dalla commemorazione dell'11 settembre



Riporto di seguito la presa di posizione della
Provincia di Lecce, governata dal Centro-sinistra +
Rifondazione, in merito alla commemorazione ufficiale
delle vittime dell'attacco alle Torri Gemelle di New
York che si terrà a Otranto. I rappresentanti della
Provincia di Lecce parteciperanno solo al concerto che
si terrà nella Cattedrale di Otranto e non alla
manifestazione prevista nel Castello di Otranto.


Gazzetta del Mezzogiorno del 10.09.04

otranto
Polemiche in vista sulla manifestazione per le vittime
del terrorismo
11 Settembre, il no della Provincia
Pellegrino: «Rischio di strumentalizzazioni, seguirò
solo il concerto»

Polemiche all'orizzonte sulla manifestazione in
ricordo delle vittime del terrorismo in programma a
Otranto l'11 settembre. La Provincia, con una
decisione che non mancherà di provocare reazioni,
accoglie solo «parzialmente» l'invito partito dal
sindaco della Città dei Martiri, Francesco Bruni.
La ragione? Il carattere politico che a un certo punto
rischierebbe di assumere la giornata organizzata per
commemorare le vittime dell'attentato alle Torri
Gemelle.
La manifestazione prevede un concerto nella cattedrale
dei martiri e una successiva iniziativa che contempla
collegamenti con Washington e Mosca. E il presidente
della Provincia Giovanni Pellegrino, in una lettera
indirizzata al sindaco di Otranto, preannuncia: «Sarò
senz'altro presente al concerto nella splendida
cattedrale della sua città per partecipare al commosso
ricordo delle vittime dell'11 settembre. Non ritengo,
invece, di accogliere l'invito di cui pure le sono
grato a rappresentare la Provincia nella successiva
manifestazione per il timore che i previsti
collegamenti in diretta con Washington e Mosca
attribuiscano alla stessa un significato politico che,
insieme a tanti altri salentini, non condivido».
«Sono convinto da tempo che al fondamentalismo
islamico e all'offensiva terroristica - continua
Pellegrino - debba darsi una risposta più articolata e
complessa, includente anche l'uso della forza, che
sia, però, selettivo e mirato».
Posizione distante, quindi, dalle scelte di politica
estera della Casa Bianca e del Cremlino. «Il carattere
asimmetrico del conflitto - prosegue il presidente -
rende l'uso indifferenziato della forza e
l'ostentazione della violenza (che, fatalmente,
giustifica la cosiddetta guerra preventiva) mezzi
inadeguati e controproducenti al fine dichiarato di
determinare nel mondo condizioni più diffuse di
sicurezza e pace». «Purtroppo a Mosca e a Washington
sono state operate e continuano ad operarsi scelte
diverse. Dare alle stesse risonanza, mentre si
commemorano le vittime di quel terribile 11 settembre,
è scelta che non riesco a condividere, - conclude -
anche perché rende più difficile ristabilire nel
quadro politico nazionale condizioni di unità tanto
opportunamente auspicate dalla presidenza del
Consiglio dopo il sequestro a Bagdad delle nostre due
giovani ed ammirevoli connazionali».




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