Ecclesia, società e pace



A SINISTRAA SINISTRA
Movimento Politico Antiliberista
BRINDISI
www.asinistra.it

I contenuti di questa e.mail sono molto particolari e mi rendo conto che
inviandola ad un indirizzario molto vasto e variegato molti di voi
potrebbero non esserne interessati. In questo caso vi chiedo scusa e vi
prego di cliccare immediatamente sul tasto "cancella".

Giancarlo CANUTO - A SINISTRA - Brindisi

  a.. L'Azione Cattolica Italiana ha invitato l'on.le Fini al proprio
Convegno di Loreto. E' stata una scelta che ha suscitato molte polemiche e
reazioni vivaci. Molti del nostro gruppo di "A Sinistra" sono cresciuti
nell'Azione Cattolica e sentiamo forte questa polemica. Il nostro Michele
Di Schiena (tra l'altro è stato per diversi anni consigliere nazionale di
A.C.) ha scritto questa nota.
  b.. Il Salento e le sue tradizioni hanno ormai varcato nettamente i
confini pugliesi. In questi ultimi giorni di agosto si celebra a Lecce la
tradizionale festa patronale di Sant'Oronzo. Con l'articolo che segue
Michele Di Schiena, originario di Lecce, partendo dalla tradizione popolare
della festa tratteggia un originale quadro, sociale e politico, della
salentinità.
  c.. L'8 settembre 2004 Mesagne (BR) ospiterà la tappa della Carovana
della Pace Sud, promossa dai Comboniani. Il popolo della pace brindisino è
chiamato a raccolta.




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Dopo l'invito all'on.le Fini per il Convegno di Loreto

DOVE VA L'AZIONE CATTOLICA?



Mentre la guerra in Iraq rischia di assumere le dimensioni di un vero e
proprio genocidio, mentre continua a scorrere sangue nelle martoriate
contrade della Palestina, mentre i terrorismi e le violenze "legalizzate"
seminano terrore e lutti in varie parti del mondo, mentre imbarcazioni
strapiene di disperati attraversano il mediterraneo con il loro carico di
dolore e di morte, mentre l'ingiustizia e lo sfruttamento affamano
moltitudini di diseredati, mentre nel nostro Paese si accumulano errori e
problemi che faranno crescere in autunno il già pesante impoverimento di
massa, mentre tutto questo avviene l'Azione Cattolica fa notizia, rompendo
un lungo letargo, per avere invitato come relatore l'on.le Gianfranco Fini
al convegno di Loreto.

E per porre rimedio a seguito delle tante polemiche in merito a questa
discutibile scelta, cosa si ipotizza di fare? Nessun ripensamento, a quanto
pare, della scelta medesima e neppure una sua correzione in qualche modo
"compensativa" con l'invito rivolto, sia pure in ritardo, a qualche
"profeta" dei nostri giorni, credente o non credente, che si oppone alle
guerre, alle ingiustizie e all'abbandono con la forza delle parole di
verità e con quella di una dura e costante testimonianza di vita.
Tutt'altro e di peggio: si pensa di estendere l'invito ad esponenti
politici di diverso schieramento per assicurare una sorta di "par condicio"
ecclesiale in una penosa passerella di esibizioni e di protagonismi.

Sia allora consentito a chi per lunghi anni ha lavorato in Azione Cattolica
di ricordare a coloro che oggi la dirigono come il "proprium"
dell'associazione sia un impegno di evangelizzazione adeguato alle esigenze
e alle urgenze dei tempi, un impegno che dovrebbe seguire la via
dell'annuncio diretto della parola di Dio attraverso la proclamazione del
Vangelo e la via anche dell'annuncio indiretto della stessa parola mediante
la riaffermazione dei valori umani rinvenibili nell'aspirazione alla pace e
alla giustizia di milioni di uomini.

Un annuncio non solo esplicito ma anche testimoniato con scelte coraggiose
e coerenti che del messaggio evangelico e dei valori umani parlino col
linguaggio convincente dei fatti. Un impegno che si dovrebbe esprimere
quindi nella "compenetrazione" fra evangelizzazione e promozione umana e
cioè capace di far passare l' "annuncio" anche attraverso la via necessaria
dell'attenzione operosa alle questioni che riguardano «la giustizia, la
liberazione, lo sviluppo e la pace nel mondo». Una attenzione che dovrebbe
caratterizzare il convegno di Loreto, con la quale l'on.le Fini, e non solo
lui, dovrebbe misurarsi.

Brindisi, 20 agosto 2004

Michele DI SCHIENA







LA FESTA DI SANT'ORONZO A LECCE

Tante luci e tante voci, tanti riti e tanti richiami, tanti cari sapori
d'antico e tanti gioiosi colori dei nostri giorni. Tanta gente. Gente che
va, che viene, che torna, senza una meta precisa, senza una precisa cosa da
fare. Gente che si incontra con altra gente in un continuo mescolarsi di
volti freschi e di volti segnati dalla fatica o dagli anni, di brevi
discorsi e di sagaci battute dialettali, di sorrisi appena accennati e di
calorosi saluti, di domande e di risposte, di sguardi interessati e di
occhiate distratte, di commenti a mezza voce e di frasi gridate per
sollecitare l'acquisto di questo o di quell'oggetto dalle solite bancarelle.

Una grande folla che si dà appuntamento non per sostenere i propri
beniamini contro un avversario da battere in una importante competizione
sportiva, non per ascoltare la voce di un idolo del mondo della musica o
dello spettacolo né per manifestare il proprio sostegno ad un noto
esponente della propria parte politica o sindacale e nemmeno per
riconoscersi nel pensiero e nelle parole di una carismatica personalità
religiosa. Piazze e strade gremite di una folla quindi serena, non mossa da
particolari interessi né attraversata da forti passioni eppure lontana da
qualsiasi clima spensieratamente o chiassosamente vacanziero. Un confluire
finalmente "alla pari" di uomini e donne senza leaders, senza privilegi,
senza distinzioni di titolo, censo, prestigio, potere. L'esperienza
salutare, sia pure fugace, di una comunità di uguali e forse proprio per
questo da taluni snobbata o guardata con istintiva avversione.

La festa di Sant'Oronzo a Lecce, dentro la secolare tradizione popolare
delle tante feste patronali della nostra Puglia e del nostro meridione, è
in realtà un grande incontro di popolo per attingere alla sorgente, nel
nome di un santo, la linfa corroborante di una fede antica ma sempre viva
anche se da alcuni vissuta nell'anonimato religioso senza distintivi e
senza esplicitazioni. Un incontro per andare alle radici di una civiltà
fatta di tante civiltà: autoctona, illirica, iapigia, mediorientale,
afromediterranea, greca, latina. E soprattutto messapica per quel tratto
antico, particolarmente esaltante ed ingiustamente misconosciuto della sua
storia millenaria e complessa. Una civiltà definita "del bianco" per il
colore delle sue pietre e delle sue case, per la luce piena ed intensa del
suo sole e per il candore d'animo delle sue genti semplici e schiette.

Un incontro infine per riscoprire e riproporre i valori di una cultura
"multiculturale" senza appartenenze e senza chiusure, frutto di una
molteplicità di tradizioni, di esperienze, di sensibilità e di idee; il
"precipitato storico" di una feconda miscela di lingue, costumi, arti,
memorie, speranze e progetti diversi. Una cultura perciò del dialogo,
dell'incontro, del confronto, dell'accoglienza ed anche della solidarietà e
della condivisione che ha sempre dignitosamente reagito con questi suoi
valori ad aggressioni, assoggettamenti e soprusi senza mai essere bellicosa
o violenta.

«Una società pacifica e tollerante - ha scritto Nello Wrona nella
introduzione di un libro sui Messapi di Cesare Daquino - che non generò
condottieri né eroi trincerandosi dietro le armi e le corazze» e che fece
il miracolo di essere, nella terra fra i due mari, «sintesi vivente della
molteplicità e delle diversità etniche e razziali, contraltare del bello
mitografico, brogliaccio e giornale di bordo di mille partenze e di
altrettanti arrivi». Una carta di identità questa che ci descrive come
siamo stati ieri e come vogliamo continuare ad essere oggi: salentini,
pugliesi, italiani, europei, cittadini del mondo e, per storia e per
indole, fratelli nel sangue e nel cuore di tutti coloro che in ogni parte
del pianeta soffrono per l'ingiustizia, l'abbandono, le guerre.

Brindisi, 21 agosto 2004

Michele DI SCHIENA










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