lettera ai militari Usa di Camp Ederle (Vicenza)



ciao, vi giro questa lettera, che "Beati i costruttori di pace" tentera' di
consegnare venerdi' mattina ai militari della Caserma Ederle di Vicenza. Vi
chiedo di pubblicarla sul vostro giornale come contributo di
approfondimento in vista del 6 agosto, anniversario dello sgancio della
prima bomba atomica su Hiroshima. Vi ri-allego anche il comunicato
dell'iniziativa che i Bcp organizzano a Vicenza e Padova dal 6 al 9 agosto.
Resto a disposizione per ogni informazione.

mariagrazia bonollo
uff.stampa Bcp
348 2202662

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"Beati i costruttori di pace"
Associazione Nazionale di Volontariato - Onlus
Iscritta al Registro Regionale delle OO.VV. (L. Reg. Veneto n° 40/93)
con D.P.G.R. n° 46 del 12/2/98 (N° Classificazione PD0331)
Associata al Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite



LETTERA APERTA AI MILITARI STATUNITENSI
DI STANZA NELLA CASERMA EDERLE DI VICENZA

6 agosto 2004


"Mio Dio! Che cosa abbiamo fatto!"
Colonnello Paul Tibbetts, USAF, pilota dell'Enola Gay
 pochi secondi dopo aver sganciato la bomba su Hiroshima,
6 agosto 1945, ore 8.12.

Anche quest'anno, nell'anniversario dell'esplosione atomica su Hiroshima,
vorremmo rivolgervi un saluto. Lo scorso anno ci è stato impedito di
comunicare con voi: è come se fossimo noi i pericolosi. Sentiamo invece
l'urgenza di condividere con voi le nostre ansie e le nostre speranze e ci
ferisce essere, per questo, considerati una minaccia. Anche questo è il
frutto della guerra.

In un anno sono successe molte cose. La devastazione della guerra e
dell'occupazione è continuata. La situazione sul terreno in Iraq mostra
ogni giorno che passa con maggiore chiarezza che violenze, massacri e
distruzioni non aprono vie di pace, ma chiudono inesorabilmente tutte le
porte alla convivenza, alla democrazia, alla riconciliazione. Sono ormai
quasi 1000 i vostri commilitoni che hanno perso la vita in Iraq, mentre il
popolo iracheno piange più di 13.000 morti. Dei soldati americani feriti,
il 50% ha subito ferite così gravi che non potrà mai riprendere il
servizio. E molti altri, pur non feriti nel corpo, sono stati rimpatriati
perché non più in grado di reggere emotivamente le tensioni.

Negli Stati Uniti si è costituita da pochi giorni una nuova associazione,
Iraq Veterans against the War (Reduci dell'Iraq contro la Guerra), che si
va ad aggiungere a molti altri gruppi: Veterans for Peace, Vietnam Veterans
against the War, Military Families Speak Out, ecc. Sono vostri compagni che
hanno visto da vicino gli orrori della guerra e che ritengono loro dovere,
anche patriottico, denunciare le responsabilità di chi li ha mandati a
combattere una guerra ingiusta. Come le famiglie delle vittime degli
attentati dell'11 settembre, anche i Reduci dell'Iraq contro la Guerra si
pongono l'obbiettivo di dire "Non in nostro nome" e di ricostruire una
moralità comune per il popolo statunitense che non sia più fondato sul
disprezzo di altri popoli.

Del resto anche l'uomo che desidera diventare il vostro nuovo presidente,
John Kerry, nell'aprile 1971, rendendo testimonianza a nome di oltre mille
reduci dal Vietnam davanti alla Commissione Affari Esteri del Senato degli
Stati Uniti, da ex combattente che aveva visto gli orrori, dichiarò: "Oggi
ci impegniamo a portar a termine un'ultima missione: quella di snidare e
sradicare anche l'ultimo rimasuglio di questa guerra barbara, per
pacificare finalmente i nostri cuori, per sconfiggere l'odio e la paura che
hanno governato questa nazione nell'ultimo decennio, di modo che quando,
tra trent'anni, i nostri fratelli cammineranno per strada senza una gamba o
senza un braccio, o con il volto devastato, e i bambini chiederanno perché,
potremo rispondere loro 'Vietnam' senza che questa parola significhi un
deserto, un ricordo osceno, ma significhi invece quel luogo dove l'America
finalmente voltò pagina, cambiò strada, e dove i nostri soldati la
aiutarono ad imboccare la nuova via."

Dipende anche da voi, oggi, che il Senatore Kerry ritrovi il coraggio che
ebbe nel denunciare il disastro della guerra del Vietnam.

L'anno scorso, nella lettera che i vostri superiori ci hanno impedito di
consegnarvi, vi scrivevamo di sapere la differenza tra chi impartisce
ordini da distanza e chi, come voi, affronta dal di dentro il macello della
guerra. La disastrosa guerra del Vietnam finì anche perché i "soldati
d'inverno" resero pubblica la loro angoscia. Grazie a loro, l'America voltò
pagina e cambiò strada in Vietnam. Oggi questo compito tocca anche a voi.

Negli Stati Uniti si usa l'espressione "the poverty draft", il servizio di
leva per povertà. Vediamo che tra di voi sono prevalenti giovani di
famiglie meno abbienti, alla ricerca di un futuro, oppure appartenenti a
minoranze, o anche stranieri in cerca di cittadinanza o carte verdi per
poter lavorare. Nessuno dei figli di coloro che con cinismo ordinano le
guerre presta servizio accanto a voi. E, quando le atrocità più bieche, le
violazioni più eclatanti come quelle di Abu Ghraib vengono alla luce, i
signori che danno gli ordini vorrebbero discolparsi parlando di "mele
marce". Vorremmo che sapeste che noi non crediamo neanche a queste menzogne.

Alcuni di noi sono appena tornati da Baghdad, dove abbiamo visto come
l'occupazione militare di quel Paese sia oggi la causa della mancanza di
sicurezza e non la soluzione. Abbiamo visto iracheni terrorizzati dalle
azioni improvvise dei militari USA in mezzo alla folla o al traffico;
abbiamo ascoltato persone che hanno perso un familiare nelle famigerate
"random shootings" (sparatorie senza obbiettivo specifico) dei vostri
commilitoni; abbiamo visto i minacciosi cartelli (solo in inglese) che
recitano "Deadly Force Authorized" (è autorizzato l'uso della forza
letale). Ma abbiamo anche intravisto, dietro la apparentemente invincibile
corazza che indossate, elmetti e giubbotti di Kevlar, la paura negli occhi,
i gesti nervosi di chi sa di poter diventare un bersaglio da un momento
all'altro.

Vogliamo ricordarvi le parole dei reduci statunitensi di altre guerre,
prima di questa. "Se deciderete di combattere in Iraq, dovete rendervi
conto che farete parte di un esercito occupante. Lo sapete che cosa si
prova a guardare negli occhi gente che vi odia con tutto il cuore?" Ve lo
ripetiamo, sebbene a Baghdad abbiamo potuto anche ascoltare alcune persone
irachene che ci hanno detto di vedere nei soldati americani solo dei
giovani, come i loro figli, coinvolti loro malgrado nella spirale di
violenza crescente innescata dalla guerra e dall'occupazione. Sono persone
che tengono aperta la porta della pace, della riconciliazione e del perdono.

Nell'anniversario di Hiroshima, vi rivolgiamo una richiesta. Accettate di
incontrarci, di avere con noi uno scambio. Il futuro del mondo non sta
nella guerra ma nella pace, nella giustizia, nel rispetto reciproco. La
pace sarà il frutto di un lavoro comune, in cui servono l'impegno e la
buona volontà di tutti. In altri tempi e altri luoghi sono stati proprio i
soldati, ribellandosi ad ordini ingiusti, a dare l'avvio al cambiamento.
Questa svolta è possibile, oggi. Facciamo un primo passo insieme.


"Beati i costruttori di pace"
presenti oggi, 6 agosto 2004, davanti alla Caserma Ederle



via Antonio da Tempo 2 - 35131 Padova - Tel. 049/8070522 - Tel./fax
049/8070699 - e_mail: beati at libero.it
C. F. 92110300289 - ccp 13752357 - c/c 369123L Cassa Risp. PD/RO - Abi 6225
- Cab 12183





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Hiroshima, 6 agosto 1945, ore 8.12
Nagasaki, 9 agosto 1945, ore 11.02

Disarmiamo la storia
Vicenza - Padova, 6 - 9 agosto 2004



Comunicato stampa

Padova, 29 luglio 2004. Appuntamento davanti alla Caserma Ederle di Vicenza
il prossimo 6 agosto alle otto del mattino, per ricordare la prima bomba
atomica, caduta su Hiroshima proprio quel giorno, alla stessa ora, nel 1945.
A non dimenticare un anniversario così tragico sono anche quest'anno i
volontari di Beati i Costruttori di Pace, che organizzano due momenti di
commemorazione (uno per la bomba su Hiroshima e uno per quella su Nagasaki,
sganciata tre giorni dopo) e un seminario dal titolo "Disarmiamo la
storia", in collaborazione con il Gruppo Presenza Longare, la Rete italiana
per il Disarmo ControllArmi, il Movimento Nonviolento, l'Operazione
Colomba, la Campagna Obiezione alle Spese Militari, Peacelink, Arco Iris TV
e il coordinamento "Contro la guerra senza se e senza ma" di Padova.
Mentre i due momenti di commemorazione si terrano rispettivamente davanti
alla caserma Ederle di Vicenza e, lunedì 9 agosto alle ore 11, davanti
all'ingresso della base Usa di Longare, il seminario si terrà a Padova
presso la sede dei "Beati", in via Antonio da Tempo 2. Fra i temi che
saranno trattati quest'anno, la privatizzazione degli eserciti, la cultura
del disarmo, la potenza nucleare, la nonviolenza al femminile e
l'informazione di guerra.
"Hiroshima e Nagasaki - scrive don Albino Bizzotto, presidente
dell'associazione nel presentare l'iniziativa - hanno segnato
drammaticamente la storia e per molti decenni l'umanità ha creduto che
almeno avessero spronato la nostra coscienza collettiva a rendere l'uso del
nucleare un tabù invalicabile. Oggi, in un mondo devastato da guerre, dove
la forza detta legge e l'interesse economico ormai predomina su qualsiasi
altro valore, i giorni degli anniversari delle due esplosioni nucleari del
1945 diventano invece l'occasione per rinnovare l'impegno di tutta quella
parte di umanità che lavora per tramutare il segno della distruzione in
simbolo di pace".
E' prevista la partecipazione di Francesco Vignarca (autore del libro "Li
chiamano ancora mercenari"); Mao Valpiana, Massimiliano Pilati e Daniele
Lugli del Movimento Nonviolento; Alberto Capannini dell'Operazione Colomba;
Lorenzo Scaramellini della Campagna Obiezione alle Spese Militari; i
giornalisti Giorgio Fornoni di Report, Roberto Reale della Rai, Rodrigo
Vergara di Arco-Iris Tv e Francesco Ianuzzelli di Peacelink; Manlio Dinucci
autore del libro "Il potere nucleare"; Monica Lanfranco e Maria G. Di
Rienzo, che hanno scritto invece a quattro mani il volume "Donne
disarmanti".
Nella sede dell'associazione padovana si terranno anche momenti ricreativi,
con la proiezione di inchieste e con il concerto "Canti per un mondo
nuovo", tenuto dai musicisti Walter Vaioli, Giacomo Gentiluomo e Andrea
Parlavecchio.
Per informazioni: www.beati.org, beati at libero.it , tel. 049/8070522.


Ufficio stampa: Mariagrazia Bonollo, 348 2202662



PROGRAMMA

Venerdì 6 agosto
ore 8,00 - Vicenza
Manifestazione davanti alla Caserma Ederle di Vicenza dove, come l'anno
scorso, cercheremo di consegnare una lettera ai militari statunitensi.

ore 14.30 - Padova
Francesco Vignarca, autore di "Li chiamano ancora mercenari. La
privatizzazione degli eserciti nell'era della guerra globale" (altro che
ostaggi!).

ore 16.30  
dibattito e proposte sulle iniziative future del Gruppo di lavoro sugli
aspetti culturali del disarmo nella rete italiana ControllARMI: ne
parleremo con Mao Valpiana, Massimiliano Pilati e Daniele Lugli del
Movimento Nonviolento, con Gianvito Padula e Alberto Capannini
dell'Operazione Colomba, con Lorenzo Scaramellini della Campagna Obiezione
alle Spese Militari, con Francesco Vignarca della rete ControllARMI e altri.

In serata 
Dopo una cena insieme, proiezione di alcune inchieste realizzate da Giorgio
Fornoni per il programma televisivo Report di Rai Tre (sul nucleare,
sull'uranio impoverito).


Sabato 7 agosto - Padova
ore 9.30
dibattito sul nucleare con Manlio Dinucci, autore di "Il potere nucleare.
Storia di una follia da Hiroshima al 2015", e con Giorgio Fornoni di
Report/RaiTre.

ore 15,00
incontro con Monica Lanfranco e Maria G. Di Rienzo, che presentano il
volume "Donne disarmanti: Storie e testimonianze su nonviolenza e
femminismi".

Ore 20,15
Per chi vuole, sarà celebrata l'Eucarestia.

Domenica 8 agosto - Padova
Ore 9,30
Incontro sul tema dell'informazione, con Roberto Reale, autore di "Non
sparate ai giornalisti", Rodrigo Vergara di Arco-Iris TV e Francesco
Iannuzzelli di Peacelink.

ore 19,00
concerto "Canti per un mondo nuovo", con i musicisti Walter Vaioli, Giacomo
Gentiluomo e Andrea Parlavecchio. E poi Š tutti insieme per una cena
condivisa.

Lunedì 9 agosto - Longare (VI)
ore 11,00
commemorazione della bomba su Nagasaki davanti alla base USA di Longare (VI).

NOTE
Æ A parte i due momenti commemorativi del 6 e del 9 agosto che si terranno
rispettivamente a Vicenza e a Longare, il seminario si terrà a Padova
presso la sede di Beati i Costruttori di Pace in via Antonio da Tempo 2
(tel. 049/8070522) 
Æ Nelle stesse giornate ci sarà un campo di lavoro del GIM (Giovani di
impegno missionario) animati dai Comboniani di Padova. Avremo dei momenti
di scambio.
Æ Chi desidera partecipare a tutti e tre i giorni troverà ospitalità
(semplice: si munisca di sacco a pelo e stuoino) e sarà anche rifocillato!
Æ Partecipano all'iniziativa l'Associazione Nazionale Beati i costruttori
di pace, il Gruppo Presenza Longare, la Rete italiana per il Disarmo
ControllArmi, il Movimento Nonviolento, l'Operazione Colomba, la Campagna
Obiezione alle Spese Militari, Peacelink, Arco Iris TV, il coordinamento
"Contro la guerra senza se e senza ma" di Padova.



via Antonio da Tempo 2 - 35131 Padova - Tel. 049/8070522 - Tel./fax
049/8070699 - e_mail: beati at libero.it - www.beati.org
C. F. 92110300289 - ccp 13752357 - Banca Popolare Etica di Padova IBAN
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