APPELLO A TUTTI I CRISTIANI CHE HANNO SCELTO DI FARE IL MILITARE "IN MISSIONE"



Bologna, 22 maggio 2004

Ricevo dall'amico "paolo farinella, prete" (paolo_farinella at fastwebnet.it -
don paolo farinella - via delle grazie 27/3 - 16128 Genova - tel.
010-2468777).

Nella mia poca e malamente praticata fede cristiana, sento di condividere
quanto l'amico don Paolo afferma.

Decido di inviare questo scritto A TUTTI GLI AMICI (vedi anche allegato):
se qualche laico o presbitero o episcopo cristiano non condivide queste
convinzioni, è pregato di comunicarmelo, esplicitando le motivazioni del
dissenso. Grazie!

Shalom, salaam a tutti, ma proprio a tuttiŠ. anche a crede nel concetto di
"guerra giusta", "guerra preventiva" e cosette similiŠ.
Domenico Manaresi

Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax
051-6233923 - e-mail: bon4084 at iperbole.bologna.it

APPELLO A TUTTI I CRISTIANI

CHE HANNO SCELTO DI FARE IL MILITARE "IN MISSIONE"

Un cristiano oggi si deve misurare con i fatti e la realtà piuttosto che
con le parole. Le parole dicono "missioni di pace e/o umanitarie". La
realtà con la forza degli eventi denuncia che vi sono solo campagne di
guerra con conseguenze di guerra. Le parole sono diventate uno schermo
vuoto dietro il quale si nascondono le furbizie di politici senza scrupoli
o senza dignità.

Noi sappiamo che tra i militari partiti per le diverse "campagne armate" vi
sono anche cristiani, seguiti, non a caso, dai rispettivi cappellani
militari che sono "intruppati" nell'esercito, avendo anche il diritto di
portare le stellette sull'abito clericale.

Noi sappiamo che i soldati di queste missioni sono tutti volontari, pagati
molto meglio dei loro compagni rimasti in sede.

Noi sappiamo che per un cristiano esiste la possibilità dell'obiezione di
coscienza che in determinate circostanze diventa un obbligo e un imperativo
insormontabile, dovuto in forza della coscienza prima e poi anche della
fede. Una di queste circostanze si concretizza, quando si riceve un ordine
ingiusto, contrario cioè alla dignità umana e a quei valori per i quali il
nostro Popolo ha firmato documenti solenni e impegnativi in sede
internazionale come la convenzione di Ginevra, la dichiarazione dei diritti
dell'Onu, ecc. che nutrono intensamente, e non poteva essere diversamente,
la nostra Carta fondamentale.

Noi riteniamo che un cristiano non possa imbracciare armi che possono
togliere la vita. Dunque, qualsiasi arma.

Noi riteniamo che nessun cristiano possa accostarsi alla comunione armato.

Noi riteniamo che nessun cristiano possa considerare qualcuno come nemico.

Noi riteniamo che nessun cristiano è abilitato a stare in un Paese invaso
in forza di una guerra preventiva che è contro ogni morale e ogni diritto.

Noi riteniamo che nessun cristiano debba ubbidire ad un capo di governo
che, mentre i suoi soldati muoiono, celebra e brinda alla vittoria della
sua squadra di pallone.

Noi riteniamo che nessun cristiano debba ubbidire ad un capo di governo che
dopo avere diviso l'Europa per la frenesia di entrare in guerra a fianco
del potente americano, oggi, cerca una qualsiasi foglia di fico Onu (che
lui stesso ha denigrato e deriso in fase preventiva), per salvare un onore
perso ovunque e comunque.

Noi riteniamo che disubbidire, in queste circostanze, sia obbedire alla
dignità, alla verità, alla coscienza e a Dio.

Noi riteniamo che l'obbedienza militare non è mai stata e mai potrà essere
una virtù.

Noi riteniamo che i militari cristiani presenti in Iraq debbano fare
obiezione di coscienza e chiedere il rimpatrio, anche se ciò dovesse
comportare conseguenze di qualsiasi genere, come è prevedibile.

Noi riteniamo che i militari cristiani debbano essere coerenti con la verità.

Noi preghiamo perché i militari italiani si convertano e obiettino.

Paolo Farinella, prete

don Paolo Farinella - Via Delle Grazie 27/3

 16128 Genova - Tel . 010-2468777

paolo_farinella at fastwebnet.it






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