1 gennaio 2004: GIORNATA MONDIALE DELLA PACE a Faenza (Ra)



DIOCESI DI FAENZA-MODIGLIANA
Centro per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace,
la Salvaguardia del Creato







COMUNICATO STAMPA


1 gennaio 2004: GIORNATA MONDIALE DELLA PACE



Guerra preventiva o diritto internazionale


Sta finendo un anno dove è stato spazzato via, forse in maniera
definitiva, il cardine giuridico che sorreggeva la pace uscita dalla
seconda guerra mondiale. La Carta delle Nazioni Unite infatti aveva
definito la guerra un "flagello" che la comunità internazionale si
sarebbe impegnata a cancellare per sempre dalla storia umana. La
Costituzione Italiana, ispirandosi volutamente alla Carta, aveva
condotto lo stato italiano a "ripudiare la guerra come strumento di
offesa alla libertà dei popoli e come mezzo per la risoluzione delle
controversie internazionali". Gli stati avrebbero avuto a disposizione
altri mezzi - politici, diplomatici, giudiziari - per la promozione dei
propri interessi e la soluzione delle controversie con gli altri stati.

Oggi la guerra è diventata addirittura uno strumento pedagogico
permanente: siccome domani potresti agire male, oggi, in via preventiva,
ti bombardo!

Oggi, capi di governo tornano a teorizzare che il nostro sistema sociale
e culturale si può e si deve esportare sulla punta delle baionette!

E dire che 40 anni fa Giovanni XXIII, nella Pacem in terris, era
arrivato ad escludere la guerra (bellum) dalla convivenza umana in
quanto ormai da considerarsi "alienum a ratione"! Facile latino per
affermare che la guerra è ormai per alienati mentali, il rifugio di
psicolabili affetti da fisime paranoiche.

Domanda. Oggi, quando il Vescovo di Caserta Nogaro ci ha ricordato che
l'apparato militare non può essere fatto di eroi e tanto meno di
santi, è la sua, una voce fuori dal coro perché stonata, oppure
perché profetica, "voce di colui che grida nel deserto."?

La risposta a questa domanda condiziona anche la risposta alle domande
successive.

Dovremmo forse rassegnarci all'idea che la pace è una aspirazione
utopistica, tipica degli adolescenti che amano scarpinare, dei mistici,
dei visionari e della quale, giustamente, la politica e l'economia non
ne tengono conto?

Dovremmo forse abituarci alla guerra come ad un laico Natale che fa
discendere dal cielo i suoi doni intelligenti, chirurgici ed avvolti
nell'uranio evangelicamente impoverito, ma tenace nelle sue conseguenze
radioattive?

Una guerra nella quale la mutilazione dei corpi, la devastazione della
vita quotidiana, la distruzione delle città e dell'ambiente naturale
con il terrorismo, figlio specularmente perverso, sono ormai ingredienti
scontati di uno spettacolo rituale che non deve suscitare più
emozioni? Se non le emozioni incanalate contro il nuovo Nemico di turno?
Ieri il Comunista, l'altro ieri l'Ebreo, oggi il Fondamentalista
Islamico?

Dovremmo forse considerare l'attuale impotenza del diritto
internazionale e l'agonia dell'ONU un destino inevitabile?

Dovremmo forse pensare che aggressività, conflitti, guerre - e quindi
disuguaglianza, miseria, odio, terrorismo - sono componenti
insopprimibili della storia umana?

Dovremmo infine metterci tutti in riga e marciare compatti cantando in
coro che, di nuovo, "l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è
cinta la testa"?

La nostra specificità di credenti starebbe nel fatto che l'elmetto lo
indossiamo, ma con amore?

Le bombe le gettiamo, ma senza odiare?

Torniamo alla coscienza come ricettacolo morale delle buone intenzioni?

Farisei ipocriti, dice il Gesù dei Vangeli!

Sarà il clima natalizio, però preferiamo scommettere sulla profezia
e leggere la storia con gli occhi di Maria, la madre di Gesù quando
dice di Dio, l'Abbà: "ha disperso i prepotenti nei pensieri del loro
cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato i poveri, ha
ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi".



Di seguito i momenti promossi oltre che dal Centro Diocesano,
dall'Azione Cattolica Diocesana, da Pax Christi Faenza e dalla
Parrocchia di S. Francesco per mettere a confronto queste domande, le
nostre angosce e le nostre paure per quanto sta accadendo sulla scena
internazionale.


29 dicembre, alle ore 21.
Chiesa parrocchiale di S. Francesco in Faenza, con Don Renato Sacco di
Pax Christi, appena tornato dall'Iraq. Ci immedesimeremo con il popolo
iracheno ormai da tredici anni sofferente fin dalla prima guerra del
Golfo.



31 dicembre, ore 21-23.
Monastero di S. Chiara in Faenza, Messa e Veglia. Le Sorelle di S.
Chiara ci coinvolgeranno nella loro spiritualità francescana in un
cammino di ascolto, di silenzio, e di discernimento. Faremo memoria di
Amalia Fleischer, perseguitata e morta a causa delle leggi razziali del
1938.



1 gennaio 2004, ore 16.

Chiesa parrocchiale di S. Francesco in Faenza. Il francescano Danilo
Salezze, responsabile della Commissione Giustizia Pace Salvaguardia del
Creato e animatore della "Scuola della pace" per il Nord Italia, ci
guiderà nella meditazione sul documento del Papa che ha tracciato i
contenuti di questa giornata. Seguirà la Marcia per la Pace che si
snoderà come ormai tradizione per le vie della città. Dopo una breve
sosta al Tempietto della Memoria sul Lungofiume Amalia Fleischer, la
giornata si concluderà in Cattedrale  con la Celebrazione Eucaristica
alle ore 18, presieduta dal Vicario diocesano Vasco mons. Graziani.



Faenza, 16 dicembre 2003






                       Don Otello Galassi




           Responsabile del Centro Diocesano

                                    per la Pastorale Sociale, il Lavoro,



   la Giustizia e la Pace, la Salvaguardia del Creato











Per contatti:

Don Otello Galassi, tel. 0546.20246

Giorgio Gatta (Pax Christi), tel. e fax 0546.634280, cell. 329.9612857



















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