i soldi per il terremoto vanno alla guerra



L'Ultima di Tremonti: i soldi dei terremotati per la missione in Iraq

Con il paese assediato dalla siccità e le lamentele dei terremotati che
turbano l´estate a Palazzo Chigi, la faccenda non poteva certo passare
sotto silenzio come era nei piani del «mago della finanza creativa»
Tremonti. Così l´opposizione è insorta contro la nuova trovata del ministro
che intende mettere le mani sui soldi destinati alle calamità naturali per
dirottarli in Iraq, cioè per finanziare la missione dei militari. Per
comprendere i contorni della manovra architettata da Tremonti occorre
ricapitolare i fatti recenti. Dopo aver massacrato il bilancio della Difesa
e ingaggiato una
violenta rissa con Martino, Tremonti ha sfoderato la sua dote migliore, la
creatività, e si è messo a cercare soldi dappertutto. Dapprima ha tentato
di prosciugare il bilancio della cooperazione allo sviluppo prospettando di
dimezzare i fondi destinati a sostenere i paesi poveri. Ciò ha scatenato un
coro di proteste ed anche la Farnesina ha dovuto far notare al
responsabile dell´Economia che l´operazione non era attuabile.
Sconfitto sul fronte «internazionale», Tremonti ha studiato un colpo dagli
effetti dirompenti. Non potendo togliere fondi ai cooperanti, il ministro
ha pensato di prosciugare quelli per i terremotati con una duplice manovra:
da un lato viene saccheggiato il Fondo di riserva (che serve per far fronte
alle spese impreviste, in particolare in occasioni di calamità) dall´altro
vengono destinati al finanziamento della spedizione in Iraq ben 373 milioni
di euro attesi dalle proroghe dei termini di scadenza dei condoni. Questi
soldi dovevano servire «in via prioritaria» alle spese per i danni delle
calamità naturali che si sono verificate in Italia lo scorso anno. Il
governo infatti è vincolato a seguire questa strada da un emendamento
dell´opposizione che è stato approvato nel corso dell´esame del decreto
legge 282 del 2002. Tremonti non ne ha tenuto conto ed ha tentato il blitz.
Non solo:
per indorare la pillola e rendere più presentabile l´iniziativa il governo
ha riunito in un unico calderone (decreto legge n.165 del 2003) tutte le
missioni militari da finanziare o da rifinanziare. La spedizione in Iraq,
sulla quale pesano molti interrogativi dal momento che avviene sotto
comando inglese, su richiesta delle «potenze occupanti» ed in assenza di un
preciso mandato Onu, viene citata nel decreto assieme a quelle in Bosnia,
Kosovo e Etiopia-Eritrea che hanno invece ricevuto un consenso più vasto in
Parlamento. Tutto ciò scatena un coro di proteste. Ds e Margherita
guidanole rimostranze. Per Pietro Folena (Ds) si tratta di «una vergogna».
«E´ incredibile - dice il deputato Ds - ma sembra proprio vero: il governo
ha tolto i soldi ai terremotati e agli alluvionati per destinarli alla
missione in Iraq». Come altri esponenti dell´opposizione Folena ricorda che
il 6 febbraio era stato approvato l´emendamento che prevede di utilizzare i
fondi del condono per destinarli agli interventi nelle zone alluvionate e
terremotate, mente ora si prospetta di dirottare quei fondi. «Se questa
disposizione fosse confermata - conclude il deputato Ds - sarebbe una
vergogna: si cancellerebbe la volontà del parlamento di dare risposta ai
nostri concittadini colpiti dalle calamità naturali destinando quei soldi
ad una missione che ha fatto diventare il nostro paese una potenza
occupante in Iraq». Anche Michele Ventura, capogruppo Ds in commissione
Finanze, afferma che «Tremonti sembra voler consumare una sorta di vendetta
ai danni degli alluvionati e dell´opposizione». Nella Margherita il
deputato Mario Lettieri accusa il governo di aver «scippato
irresponsabilmente i fondi destinati agli interventi per la ricostruzione e
per i danni causati dalle calamità naturali e li destina al finanziamento
della missione in Iraq». La vicenda dell´uranio «arricchito» (di bufale),
le notizie preoccupanti che giungono dall´Iraq e le trovate di Tremonti
stanno moltiplicando gli interrogativi sulla spedizione italiana.
Ramon Mantovani di Rifondazione Comunista, ha ripetuto ieri che i soldati
debbono essere ritirati, mentre la parlamentare di Rifondazione Elettra
Deiana ha indirizzato una lettera ai deputati contrari alla guerra: chiede
che la discussione sulle finalità e i finanziamenti della spedizione in
Iraq venga separata da quella sulle altre missioni giacchè il Parlamento e
l´opinione pubblica sono tuttora all´oscuro degli scopi dell´iniziativa.




Ps: E pensare che quando denunciavamo tutto questo, perchè i primi sentori
erano all'interno della finanziaria e chiedevamo di condurre una battaglia
comune affinchè i fondi del terremoto venissero stanziati con un taglio
netto delle spese militari... più di qualcuno ci ha accusato di voler
strumentalizzare il movimento per la pace...... I risultati sono sotto gli
occhi di tutti, purtroppo in senso negativo ....

I Disobbedienti