le bugie su Exa



Carissimi e carissime,
vi allego il testo che abbiamo dato ai giornalisti nella conferenza stampa
di ieri in risposta alle gravi dichiarazioni del Dott. Bettoni, presidente
della Camera di Commercio di Brescia e organizzatore di EXA 2003.
La campagna Disarmiamo Exa 2003 va avanti.
Le nostre ragioni sono forti, ancor di più in questi tristi e drammatici
giorni.
La strada delle armi, per la risoluzione di qualsivoglia conflitto, E' UNA
STRADA SENZA FUTURO!
Chiediamo a tutti i cittadini bresciani e dell'intero paese di dare un
segno forte e il proprio contributo per la migliore riuscita di questa
campagna.
Shalom Saalam Pace
ciao e grazie
Mimmo Cortese

CONFERENZA STAMPA



Dalle  dichiarazioni del dottor Bettoni a nome della camera di commercio
apparse sul Bresciaoggi e Giornale di Brescia in data 22 marzo 2003 in
merito ad Exa ed alla richiesta del suo annullamento: " daremo un segnale
fortissimo per ribadire nei confronti dell'opinione pubblica la nostra
volontà di trasparenza evitando qualunque forma di equivoco sui prodotti
esposti".



Il segnale fortissimo presumiamo si traduca nel testo della lettera
inviata agli espositori di Exa 2003 in data 11 marzo c. m..



In primo luogo questo documento si può considerare la controprova - la
"prova provata" - delle affermazioni che facciamo da tempo: ad Exa sono
esposte armi da difesa personale, armi e strumenti antisommossa e per corpi
speciali, armi che, sia pure non classificate come "belliche",  vengono
utilizzate nei conflitti che insanguinano mezzo mondo. Non si
comprenderebbe altrimenti perché un espositore - per pubblicizzare un'arma
sportiva o da caccia - dovrebbe utilizzare "descrizioni tipo "sniper",
franco tiratore, tiratore scelto, cecchino, assalto, combattimento"  come
indicato nella lettera agli espositori o, men che meno, fare ricorso a
"filmati, proiezioni video, ecc. rappresentanti bersagli o sagome umane,
azioni militari".

Questa è la prima bugia che non siamo più disposti ad accettare!



C'è anche un'ulteriore interpretazione: " Cari espositori nascondete le
caratteristiche delle armi, c'è gente poco raccomandabile che sta facendo
una pressione inaudita su di noi. Ciò che conta, voi lo sapete bene, è
potere esporre ogni tipo di arma. Lasciamo che il pubblico ignorante
rimanga tale, non dobbiamo scandalizzarlo e indurlo a riflettere sul fatto
che un'arma non è un oggetto come un altro".

Questa è l'idea di Trasparenza di cui si nutrono certe persone. Ci
chiediamo cosa ne pensano le associazioni di difesa del consumatore!



Il dottor Bettoni ricorda: " Exa è una vetrina di una produzione
industriale ed artigiana a totale vocazione sportiva·"



In nome della trasparenza tanto cara alla presidenza della CdC citiamo come
esempio  la pubblicistica della ditta Benelli (proprietà Beretta),
espositore Exa 2002,  riguardante alcuni modelli di fucili a pompa: " M3
Super 90, rivelazione della tecnologia innovativa Benelli, M3 ··.Concepito
per gli impieghi marziali e difensivi , ma adatto anche alla caccia ed al
tiro pratico·" ( vedi allegato) ( presumiamo che dopo la richiesta mandata
agli espositori i termini marziale e difensivo spariranno da Exa 2003, se
riusciranno a modificare in tempo utile anche i depliant illustrativi·)



Per trasparenza ricordiamo che i fucili a pompa Benelli sono stati venduti
all'esercito statunitense (20.000 nel 2000) e che sono operativi in
Afghanistan.



Sempre per trasparenza ricordiamo che l'occupazione del settore armiero in
Valtrompia è diminuita negli ultimi 10 anni del 50%, da 3.200 a circa 1.600
addetti. Già da tempo quindi il futuro di questi lavoratori - cui teniamo
moltissimo e con i quali da tempo è aperto un canale di dialogo - è
seriamente messo in discussione. Sarebbe importante allora interrogarsi,
come chiediamo da tempo, sia sulla forte contraddizione, politica e
culturale, legata alla produzione di armi ma anche - in questo caso - sul
futuro dell'occupazione nel settore, sulle possibili ricadute sociali.



In quelle dichiarazioni il dottor Bettoni scomoda anche l'IWA. Lo
informiamo, per trasparenza, che - in virtù dell'articolo 6 del regolamento
della mostra d'armi IWA 2003, che si tiene a Norimberga, in Germania (vedi
allegato), citata nella dichiarazione ai giornali - tale rassegna è chiusa
al pubblico e che la grande affluenza "di pubblico" della quale il
presidente parla non esiste proprio. In Germania, come peraltro negli USA,
nello Shot Show di Los Angeles, possono entrare solo utenti specializzati
(venditori, promotori, commercianti) o persone munite di regolare porto
d'armi.

Altre scelte, come si vede.

E questa è la seconda bugia, mista ad una pesante omissione, che non siamo
più disposti ad accettare!



In merito alla proposta di partecipare al Convegno giuridico, citata in
quelle dichiarazioni, ricordiamo al dottor Bettoni che essa è pervenuta
esclusivamente ad alcuni esponenti della Rete di Lilliput il 17 marzo, via
e-mail. L'allegato è datato 10 febbraio, su carta semplice.

Quasi 40 giorni per spedire una e-mail! Ordinaria inefficienza o calcolo
preciso? Considerando che alcuni giorni prima il cartello di organizzazioni
che anche quest'anno ha avviato la campagna "Disarmiamo Exa" aveva
annunciato il proposito di richiedere l'annullamento della rassegna
nell'imminenza del conflitto armato in Iraq?



Vale la pena di ricordare, a questo proposito, che i rappresentanti di Pro
Brixia e della Camera di Commercio dopo l'ultimo incontro avuto col tavolo
dei promotori dell'appello "Modifichiamo il regolamento di Exa", avvenuto
il 18 novembre 2002, alla richiesta di una formalizzazione delle proposte
avanzate in quella sede (tra le quali quella della partecipazione al
convegno), hanno risposto in maniera parziale il 20 dicembre 2002 e con
completezza solo l'8 gennaio 2003 (dopo quasi due mesi!), a regolamento
stampato, diffuso e con i termini già scaduti da un pezzo, cioè dal 3
dicembre 2002, data ultima per presentare la richiesta di partecipazione a
Exa 2003!

Uno stile davvero censurabile, poco serio, e che da solo basterebbe a
dimostrare l'assoluta contrarietà a mettere in discussione ogni sia pur
minimo aspetto di quella manifestazione.

Ma, dettaglio fondamentale, in quel verbale dell'incontro del 18 novembre
era scomparsa la proposta di partecipare al Convegno giuridico. Cosa della
quale il tavolo delle associazioni che aveva proposto la modifica del
regolamento si rammaricava esplicitamente, attraverso una nota del 17
gennaio, debitamente protocollata nella stessa data dalla Camera di
Commercio, alla quale era stata consegnata brevi manu (vedi allegato).



A noi sembra del tutto evidente che rilanciando ora questa proposta, a
fronte della richiesta di annullamento di Exa, si voglia esclusivamente
compiere un gesto propagandistico e provocatorio, senza alcuna intenzione
di confrontarsi seriamente con le questioni che stiamo sollevando da tempo.



Infine alcune considerazioni sul sit-in effettuato nella CdC il 20 marzo
scorso.

Il dottor Bettoni, in un'intervista rilasciata nella stessa giornata alla
rete televisiva Teletutto, ha fatto delle affermazioni molto gravi. Ha
accusato le persone che hanno compiuto quell'azione di avere compiuto un
"atto di violenza" e di aver "costretto i lavoratori a interrompere il loro
servizio".

Sono affermazioni false e diffamanti!

Il sit-in è un'antica forma di lotta pacifica e nonviolenta, con queste
modalità è stata attuata da tantissimi studenti e dal Brescia Social Forum
nella giornata del 20 marzo. Quella mattina le persone presenti si sono
sedute sul pavimento dei locali aperti al pubblico nell'atrio della CdC.
Non è stata usata violenza su nessuno, non è stata danneggiata nessuna
cosa. I lavoratori, sia pure invitati dai presenti ad unirsi alla
manifestazione, partecipando allo sciopero generale in atto, non sono stati
costretti da nessuno ad interrompere il servizio. Ed infatti, mentre alcuni
hanno solidarizzato con i manifestanti altri sono andati avanti
tranquillamente a lavorare, fornendo servizio anche ai cittadini già
presenti in sede.

Di tutto ciò abbiamo testimonianze e filmati.

E questa è l'ultima bugia, unita ad una pesante diffamazione, che non siamo
più disposti ad accettare!





27 marzo 2003
Brescia Social Forum